metafora39
00venerdì 23 giugno 2017 21:08
La stanza chiusa da allora,
una grigia coltre copre tutte le cose.
Il silenzio, grida il tuo nome,
nella stanza abitata da specchi,
che parlan tra loro d'eventi lontani.

Parlano di te,
dei tuoi lunghi capelli di seta,
dei tuoi occhi tristi,
del tuo profumo,
delle rose nel vaso.

Artefici noi del nostro destino,
volgiamo in dietro lo sguardo,
ma non vediamo i rami spezzati,
le macerie del nostro amore incostante.

Siamo duellanti senza armi
e senza sfida.
(Bog)
00mercoledì 28 giugno 2017 23:08
Poesia all'apparenza senza via d'uscita.
Prova a cercare nella tua vita cosa possa raccogliere e ordinare queste macerie e faccelo sapere.
Anche questo è il compito della poesia: aprire ad un lavoro su di sé. Le scoperte non mancheranno.
Complimenti.
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