La dama triste

ELIPIOVEX
00lunedì 13 novembre 2006 21:44
“Non ci posso credere, mi stai raccontando delle frottole!” Elisa era a bocca aperta. Aveva accettato a malincuore l'invito da parte della zia al suo castello. La prospettiva era, infatti, quella di passare due giorni assieme ad una persona sicuramente eccentrica, in quanto solitaria, lontana dal resto della sua famiglia, assieme solo a quattro cani e, saltuariamente, a qualche operaio assunto per la produzione del vino. Una vita barbosa, in compagnia di persone barbose, niente di eccitante, per lei e per i suoi spensierati 15 anni. E invece, il racconto della zia, in quella notte piena di lampi e tuoni, accanto al grandioso caminetto del soggiorno, era a dir poco fantastico.
Tutto era nato da una domanda insignificante: “Chi sono quei due ritratti sopra al caminetto?” Erano due figure strane, una donna interamente vestita a lutto, i cui occhi, presumibilmente tristi, erano coperti da una elegante veletta, e un uomo, molto più vecchio di lei, lo sguardo furbo e i baffi curati, sembrava osservare tutti con autorità.
“Sono due nostri antenati, a loro dobbiamo la costruzione di questo meraviglioso castello, eretto poco dopo le nozze.”
“Come mai la donna è vestita di nero? E' rimasta vedova in giovane età?”
“Tutt'altro, la storia è molto più lunga e complessa. Vuoi sentirla?”
Non c'era niente altro da fare là dentro. Niente televisione, troppo moderna per la mentalità arretrata della donna. Non le restava che ascoltare la storia, banale e insipida come il resto dei racconti dei suoi parenti.
“Credo che a te i titoloni non interessino, vero? Così facciamo prima... ti dirò solamente che lei si chiamava Maria e lui Giorgio.”
“Come si sono conosciuti?”
“Ti ho detto, la faccenda non è delle più semplici, bisogna iniziare un po' prima del giorno del loro incontro, bisogna iniziare dal giorno in cui è nata Maria.”
“Addirittura?” La faccenda si faceva lunga, aveva intenzione di tenerla sveglia tutta la notte quindi...
“Addirittura, addirittura. Come a volte capitava in passato, Maria venne promessa in sposa al figlio di un altro signorotto locale, Ludovico. I genitori dei due ragazzi erano molto legati tra di loro e decisero che la prima figlia femmina avrebbe sposato il primo figlio maschio dell'altra famiglia. E così fu. Passarono gli anni e la famiglia di Ludovico dovette andare in esilio per motivi religiosi.”
“Che cosa avevano combinato?”
“Niente, non era necessario combinare niente in quella lontana epoca. Bastava essere amici di persone perseguitate per venire additati come traditori, e, in mancanza di amicizie influenti capaci di scongiurare l'inevitabile, restava loro solo l'esilio.”
“Pertanto il matrimonio con Ludovico andò a monte?”
“Non proprio, fu deciso di celebrare comunque le nozze e, dato che qualcuno doveva andare a prendere la sposa, si autocandidò lo zio Giorgio, per non mettere a repentaglio l'incolumità del rampollo di famiglia...”
“Ah, allora ho capito, si innamorarono appena i loro sguardi si incrociarono, mandarono al diavolo il promesso sposo e fecero la loro fuga d'amore.”
“Niente di più sbagliato. Corri troppo bella mia. Ti ho detto che è una storia intricata, piena di colpi di scena.”
“Va bene, sentiamo questi colpi di scena.”
“Dunque Giorgio raggiunse con facilità la villa di Maria. Partirono con una carrozza, la damigella di compagnia, come si usava allora, e un cocchiere, mentre il conte Giorgio scortava la carovana a cavallo, in compagnia di un altro giovane fidato. Un giorno, dopo uno sciagurato giro di perlustrazione, trovò nell'accampamento una scena orribile: il cocchiere e la damigella orrendamente sgozzati e nessuna traccia della bella e dell'altro giovane. Sentendo delle urla provenire da poco lontano si precipitò e trovò in una radura il giovane mentre cercava di abusare di Maria.”
“Oh mamma.”
“Niente paura, Maria non si era lasciata spaventare, fin da subito aveva opposto resistenza dandogli calci e pugni e gridandogli in faccia che mai e poi mai avrebbe disonorato il suo futuro sposo, se la voleva doveva prenderla morta. Nel momento in cui il conte arrivò trovò il traditore che cercava di tenerla ferma e soprattutto che cercava di farla smettere di urlare.”
“E allora cosa fece?”
“Con un preciso fendente lo trafisse da parte a parte.”
“Non deve essere stato facile per lei, vedersi uccidere quell'uomo, anche se un bruto, proprio mentre era sopra di lei.”
“Esattamente, hai capito il problema: questo episodio influirà molto nella personalità dei nostri due protagonisti.”
“E poi che accadde?”
“Ti piace eh adesso questa storia! Non la trovi più noiosa!”
“Lascia stare quello che pensavo, vai avanti, te ne prego zia...”
“Dunque, proseguirono da soli il resto del viaggio. Non era facile, la regione era costantemente battuta da ronde di seguaci scalmanati ora di un partito ora dell'altro. Dovettero nascondersi e fare giri impossibili per non rischiare di venire braccati.”
“Immagino che abbiano dormito assieme per tutto il tempo.”
“Anche stavolta sei in errore. Nonostante Maria fosse stata ancora spaventata per lo spiacevole episodio, non si piegò nemmeno una volta a dormire con lui, non voleva indurlo in tentazione e soprattutto non voleva metterlo contro alla sua famiglia, dato che doveva sposare proprio suo nipote.”
“Però, dì la verità, lei si era innamorata di lui!”
“E chi lo sa? Lui le aveva salvato la vita più di una volta. Soprattutto era intervenuto in un momento terribile e questo, credo, lei non l'abbia mai dimenticato. Però, nonostante questo, i loro rapporti furono sempre intricati.”
“E poi arrivarono da Ludovico? Perché alla fine non l'ha sposato?”
“Arrivarono, arrivarono, però troppo tardi. Qualche giorno prima un fanatico del partito avverso, aveva scovato Ludovico mentre andava a caccia e l'aveva trafitto con una lancia, uccidendolo sul colpo.”
Fu allora che Elisa fece quell'esclamazione, “Non ci posso credere, mi stai raccontando delle frottole!” Era tutto troppo irreale, complicato, pieno di colpi di scena: quello che stava sentendo, non poteva essere la storia della sua famiglia.
“E' la pura verità... posso continuare adesso?”
“Certamente... pendo dalle tue labbra.”
“Dunque, i genitori aveva due alternative: o rimandare indietro la povera Maria, che voleva dire disonorarla di fronte agli occhi dei suoi famigliari, oppure far celebrare il matrimonio con un altro membro della famiglia.”
“E questo membro fu proprio lo zio Giorgio?”
“Esattamente, Ludovico non aveva altri fratelli maschi e l'unica unione possibile era con lo zio, rimasto vedovo solo pochi mesi prima e quindi libero a tutti gli effetti.”
“Maria ne fu contenta?”
“Non si sa veramente. Lei accettò subito, senza riserve, anche se tutti glielo sconsigliarono: la convinzione era che sarebbe stato molto meglio per lei ritornare a casa e avere un nuovo pretendente non appena le acque si fossero calmate, piuttosto che passare il resto della sua vita con quel vecchio burbero e senza cuore.”
“Come potevano dire queste cose di lui? Infondo le aveva salvato la vita.”
“Infatti, lei accettò, adducendo che non poteva rifiutare la mano i colui che l'aveva salvata dal disonore e da morte certa. Mise come unica condizione il fatto di portare il lutto, per la morte di Ludovico, anche il giorno delle nozze.”
“Si sposò vestita di nero?”
“Esattamente. Quei ritratti riportano fedelmente le tenute dei due il giorno delle nozze.”
“Che storia triste, allora Maria fu una donna infelice?”
“Ufficialmente sì, dato che non smise mai di vestire in nero. Però in fondo, in fondo, credo sia stata una donna felice, accanto a quell'uomo, felice perché lo amava.”
“Come puoi dire una cosa del genere? Ci sono delle prove?”
“Purtroppo no, solo dicerie perpetrate dalla servitù, e poi il fatto che ebbero due figli, una parte di me mi dice e continua a dirmi che quei due bimbi furono il frutto del loro amore, non di un matrimonio di costrizione.”
“Adesso ti stai inventando tutto. Le tue sono solo delle supposizioni.”
“Mi sono scocciata. Ho perso anche troppo tempo con te. Devo andarmene a letto, domattina la sveglia suona alle cinque, che ti stia bene o meno, questa è la storia di quei due.”
Elisa era sconcertata, dopo una serata passata piacevolmente non se l'aspettava una reazione del genere, forse l'aveva offesa, ma per cosa poi? In fondo era una faccenda vecchia di secoli.
Decise allora di andarsene in camera, la zia le aveva riservato una vecchia stanza, anche se arredata in maniera decorosa e soprattutto pulita. Dato che non aveva ancora sonno, si sedette alla scrivania e cominciò a far dondolare nervosamente la sedia finché, a causa di una spinta troppo forte, si ritrovò per terra. Sbatté violentemente la testa, mentre la sedia, con l'impatto, fece slittare una tavola del pavimento in legno.
Elisa, allora, si precipitò subito a rimediare: di sicuro la zia non sarebbe stata contenta del malanno. Cercò di incastrare di nuovo la tavola, ma sembrava un'impresa impossibile. Anzi più spingeva e più i pezzi di legno si staccavano dal pavimento. Un disastro. Un disastro irrimediabile.
Guardando meglio, però, sembrava che sotto alle assi ci fosse un doppio fondo: battendo con le nocche delle mani, sentì qualcosa di metallo suonare. Tirò, allora, con forza e, in pochi minuti, ne uscì una piccola cassettina di metallo arrugginita. Incuriosita e senza pensare a cosa stava facendo, la forzò senza alcuna difficoltà, in quando la serratura era quasi mangiata dalla ruggine. Non c'erano tesori: solo un libricino nero, dalle pagine ingiallite: sfogliando a caso, capì subito che si trattava del diario di Maria. Non poteva credere di aver avuto una simile fortuna. Forse lì dentro c'era scritta la verità. Fu incuriosita dall'ultima pagina di questo diario: poche righe, semplici, però toccanti: “Oggi è il giorno più triste della mia vita, stanotte Giorgio si è spento nella sua camera, da solo, senza che io gli fossi accanto, senza che io potessi fare qualunque cosa per lui, senza che potessi dirgli quanto lo amavo. Ora che i nostri figli hanno intrapreso le proprie strade, con la sua morte, anche il mio cuore non ha più la forza di battere. Spero che il Signore prenda presto la mia anima, così potrò raggiungerlo e restare con lui per l'eternità.”
Allora era vero, si amavano! Si sentì subito emozionata per una simile scoperta. D'istinto iniziò a sfogliare il diario all'indietro, alla spasmodica ricerca di altri particolari così trovò un altro passo interessante: “Due giorni fa mi sono sposata e non so ancora se me ne pentirò amaramente. Ho il sospetto che mio marito mi eviti di proposito. Quando siamo soli trova sempre delle scuse per assentarsi. Qualche ora fa Teresa mi ha detto che andava al capanno di caccia. Sarei tentata di seguirlo, per vedere cosa fa, con chi si vede. Se aveva un'altra donna perché ha accettato di sposarmi?” Dopo quel brano il diario si interruppe per alcuni giorni e poi riprese “Oggi è venuta a trovarci una donna infida. Ha passato il pomeriggio a parlare con Giorgio e non è voluta venire nel mio salotto, non ho mai visto una persona maleducata come lei. Li ho spiati in giardino e ho visto chiaramente che lo baciava. Lui l'ha subito allontanata dicendole che non l'amava e che era meglio se se ne andava. Ho tirato un sospiro di sollievo: non la rivedrò più. Spero almeno che mio marito non vada più al capanno della caccia.” e poi “Sono passati dieci giorni da quando quella brutta donna se n'è andata. Mio marito sembra diverso, anche se non riesce ancora a stare da solo con me. Teresa mi ha dato un'idea stanotte mi intrufolo in camera sua, non potrà evitarmi...”
Ancora parecchi giorni e il diario continuava “Non so se riuscirò a scrivere, sono troppo emozionata, se mia madre immaginasse, se sapesse cosa ho fatto in questi giorni, mi accuserebbe di comportamenti disdicevoli, ma io dovevo sapere, dovevo capire... L'altra notte sembrava quasi che Giorgio mi aspettasse, era seduto in camera sua in vestaglia. Quando sono entrata mi ha guardato con degli occhi dolci, quegli occhi che ricordavo di aver già visto, in quella notte in cui mi ha tenuta stretta a sé dopo avermi salvata da quel bruto. Non sono riuscita a dirgli niente anche se tutto è cambiato tra di noi dopo quella notte. Con lui ho scoperto cos'è l'amore e dal giorno successivo mi tratta finalmente come una moglie. Continuerò a vestirmi di nero. E' giusto così. Però avrò sempre accanto l'uomo che amo ed è meraviglioso.”
Elisa non riuscì a proseguire oltre nella lettura: doveva assolutamente raccontare alla zia quanto aveva scoperto. Corse velocemente in corridoio,dimenticando il diario in camera. Bussò insistentemente, un familiare volto assonnato venne ad aprirgli. “Zia, devi venire subito! Ho trovato una cosa strepitosa, devi assolutamente vederla.”
La zia non era proprio sicura che ci fosse tutta questa urgenza, ma comunque, assecondò, di buon grado questa stranezza della nipote. La seguì quindi in camera sua, ma appena varcarono la porta della stanza Elisa cambiò completamente espressione e divenne improvvisamente pallida: “Ti giuro che l'avevo lasciato lì... e qui per terra, le tavole erano tutte scombinate... non può essere, nessuno può essere venuto a rimettere tutto a posto in così poco tempo...”
“Calmati, cosa doveva esserci?”
“Qui... vedi... avevo trovato il diario di Maria... c'erano scritte delle cose bellissime, che era innamorata di suo marito, era veramente toccante.”
“Ma questo lo sapevamo già... non è vero?”
La zia era strana, proprio non capiva la sua reazione.
“Non guardarmi come se fossi una pazza. Sei stata tu a dirmi che c'era qualcosa e invece qui non c'è niente...”
“Io non... non ci capisco più niente.” che il castello fosse infestato dai fantasmi?
“Io sì, non ti preoccupare, anche tu capirai... Vieni andiamo a bere qualcosa di caldo. Mi sa che tutte queste storie di amori ti hanno eccitato un po' troppo.”
Scesero le scale e, per arrivare alla cucina, attraversarono il soggiorno. Elisa inconsapevolmente buttò l'occhio sui grandi ritratti sopra al camino, per un attimo le sembrò che lo zio Giorgio le avesse fatto l'occhiolino. Scosse la testa come per svegliarsi da un torpore inesistente e accelerò il passo per seguire la zia in cucina.
Cobite
00venerdì 17 novembre 2006 18:20


Arrivo tardi, ma non me la sono persa, non potevo. [SM=x142852]

Sono rimasto incollato allo schermo dalla prima all'ultima parola e la lettura è stata liscia ed titalmente avvincente.

E' un racconto davvero molto bello e sai scrivere divinamente.

Grazie e complimenti davvero [SM=x142873] [SM=x142849]
[SM=x142887] [SM=x142887] [SM=x142887]

[SM=x142838] Giancarlo


Scugnizzo Napoletano
00venerdì 17 novembre 2006 21:45
Sono stato incollato letteralmente parlando al mio schermo a cristalli liquidi, dopo che avevo finito di leggere mi facevano male gli occhi!!!!!!!!
Complimenti sei davvero bravo a scrivere, spero di scrivere un giorno come te, non lo so se sono sulla buona strada voi che dite???


Ciao e complimenti [SM=x142915] [SM=x142945] [SM=x142944] [SM=x142947] [SM=x142946]
ELIPIOVEX
00sabato 18 novembre 2006 11:32
Grazie dei complimenti.
Passerò a leggere qualcosa di tuo Scugnizzo per sdebitarmi.
Ora chiudo... sono a casa con l'influenza e tutta la famiglia a letto... una goduria!
Ancora grazie
debona
00sabato 18 novembre 2006 12:37
Una bella storia dal sapore antico, scritta in modo avvincente [SM=x142922]
fiordineve
00domenica 26 novembre 2006 01:18
Wowwwwwwwwwwwwwwwwww, scritta perfettamente, avvincente, dal sapore antico come un bicchiere di rosolio. [SM=x142936]

A volte i buoni fantasmi esistono. [SM=x142884]

DAVVERO AFFASCINANTE. [SM=x142874] [SM=x142815] [SM=x142911] [SM=x142887]





ELIPIOVEX
00domenica 26 novembre 2006 13:37
Mi è piaciuto il bicchiere di rosolio... quasi quasi... un cicchetto me lo faccio! [SM=x142843]
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