fiordineve
00venerdì 4 febbraio 2005 01:05
Lei & lei


Sapeva che era lì; sentiva il suo odore nel vento mentre, piegata, toglieva erbacce dal giardinetto davanti a casa. Un minuscolo pezzo di terra che, con fatica, era riuscita a far germogliare di fiori.
Non voleva tremare, anche se il cuore se ne andava per conto proprio, in fondo lei era forte, non poteva permetterle di avere il controllo della sua vita. Neppure il sole scaldava come al solito e gli uccelli non cantavano sui rami degli alberi e i vicini sembravano statue di gesso; era così vicina a lei che ne percepiva il tanfo.

"Basta - si disse - sono solo fissazioni che mi condizionano la vita!"

Entrò in casa, quasi senza vedere la porta, chiuse gli infissi, inserì il sofisticassimo sistema d'allarme che aveva acquistato appena ne aveva percepito la presenza; sbarrò tutto ciò che poteva farla entrare; si levò gli abiti sporchi di terra e si gettò nella doccia, lasciando che l'acqua la calmasse e la purificasse.

Anche se non doveva uscire si vestì con cura, indossò un abito di satin turchese, tacchi alti, trucco perfetto, mise lo smalto alle unghie e si pettinò pacatamente i lunghi capelli. Era barricata nel buio della penombra di un giorno di metà agosto; riusciva ad intravedere solo le sagome dei mobili, le piante del benjamin che sfiorava il soffitto, le tende bianche che aveva ricamato lei l'anno prima.
Tutto in ordine, tutto come sempre, la sua casa era il porto sicuro della sua esistenza; iniziò a prepararsi un drink e poi si sedette in poltrona con un libro, che non riusciva a leggere; non accese nessuna luce così, poco dopo, non vide più nulla e rimase lì a godersi il silenzio e la pace.
Anzi, si rilassò talmente che si appisolò.

Lei entrò, ghignando, silenziosa si aggirò per la casa, parlava con voce fioca mentre osservava con evidente piacere il gusto della padrona di casa, l'eleganza di quelle stanze così perfettamente arredate eppur lineari e semplici nella loro evidente ricerca del bello aiutata, magari, da un architetto di grido.

L'altra era ricca, mormorò, bene a me poco importa, sono qui per un dovere e intendo mantenerlo, come al solito.
La vide, abbandonata in poltrona; avrebbe potuto fare di lei ciò che voleva ma grande era la gioia di scorgere il terrore negli occhi della sua vittima che non esitò a svegliarla. In fondo lei non aveva una vita, non l'aveva mai avuta, mentre chi andava a prendere era vissuto in case come questa, con familiari e amici che li amavano; lei no, da sempre sola e nessuno che la ricordasse benevolmente. Quando aprì gli occhi e la vide non urlò, sembrava rassegnata.

"Come hai fatto ad entrare?" era una domanda sciocca ma le venne in mente solo quella.
"Cara, entro ovunque e sono ovunque; vedo che ti sei preparata per un gala, mi fa piacere. Odio le persone sciatte e mal vestite quando arrivo".
" Perchè proprio io? Perchè ora?" ormai stava supplicando, rendendosi conto che lei non era nulla, solo un giocattolo in balia di una estranea insensibile.
"Ho deciso così, anzi, a dire il vero, mi hanno mandata qui, sono settimane che mi aggiro intorno a te, aspettando il momento favorevole. Ora è giunto. Sei pronta?"

Lievemente mosse il capo e la morte la prese e ridendo sguaiatamente se ne andò, non prima di aver lasciato il suo odore per tutta la casa.


Maria Antonietta



Cobite
00venerdì 4 febbraio 2005 09:07


La signora ce la portiamo appresso dalla nascita, sempre dentro di noi e ci manda i suoi messaggi, ogni tanto affiora per poi ritirasi finché una bella volta si fa prepotente.

In fondo quello della storia è stato un bel incontro. S'è fatta trovare bella pulita, fuori e dentro, una bell'anima. Fossero sempre così gli incontri.

Bello lo scrivere, sciolto e avvincente.[SM=x142874]

Un abbraccio
[SM=x142887]
Giancarlo
Vitale Tagliaferri
00venerdì 4 febbraio 2005 13:34
Non c'è che dire: un incontro...molto interessante.
TheEvilOne
00martedì 8 febbraio 2005 00:39
Una tranquillità recuperata e poi distrutta.

Un ritratto di un destino che tutti prima o poi affronteranno, veramente bella [SM=x142872]


spazioimmenso
00martedì 8 febbraio 2005 00:55
Mi piace.
Stranamente, tranquillo scenario.[SM=x142851]
fiordineve
00sabato 26 febbraio 2005 18:42


Un ordinario scenario di morte?
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