LA FAMIGLIA

fiordineve
00venerdì 27 febbraio 2004 23:14




LA FAMIGLIA


Una casa bianca, un grande portico con un salotto di midollino, immersa nel verde degli alberi e del prato, fiori ovunque, persino lungo la staccionata; imposte marrone che, aperte, lasciavano filtrare la luce del soggiorno e della cucina. Sembravano occhi spalancati nella notte, luna sorridente, tante stelle nel cielo, rane che gracidano facendo musica coi grilli, nel piccolo torrente che correva su un lato della villa.
All'interno, un sontuoso lampadario di cristallo illuminava la tavola imbandita; erano in tanti in quella famiglia, genitori e 4 figli, più due can,i alcuni gatti e altri animali. Cibo abbondante, come al solito; la mamma, Laura, cucinava sempre pasti degni di un ristorante a 5 stelle.
Visione idilliaca, vista da fuori. Atmosfera pesante all'interno.
Paolo, il padre architetto di fama, era di malumore, ubriaco fradicio come al solito, Giulia cercava di passare inosservata, così come i suoi fratelli, sapevano che al minimo atto sbagliato sarebbero volate stoviglie e botte.
Un attimo, bastò un attimo, Laura versò un po' di sugo sulla tovaglia e l'ira di Paolo trovò istantaneamente la sete di fare del male che covava da quando era rientrato.
- Stupida, non sei altro che una stupida!
ed iniziò a darle un calcio nel ventre, mentre la donna si accasciava a terra, lui iniziò a bestemmiare, a pestarla ovunque; Laura non gridava, come al solito, cercava di fare cenni ai suoi figli di non parlare per non incorrere anche loro nella rabbia del padre. Un pugno colpisce Laura mandandola a sbattere violentemente contro un mobile, lei rimane lì, col sangue che le colava dal capo; non si muoveva più, marionetta dai fili spezzati, inerme davanti al mostro.
- Fermati! Fermatiiiiiiiiiiiii! -
la voce di Luca, il più grande dei figli, spezzò quelle urla bestiali, Paolo attonito si girò e vide suo figlio con una pistola rivolta contro di lui.
- Maledetto, che vuoi fare, eh? Vuoi ammazzare tuo padre? Fifone, mettila giù che ora inizio con voi -
grugnì l'uomo.
Furono le sue ultime parole: Luca sparò in pieno viso, nessuno pianse; si curvarono sulla madre, videro che respirava ancora, chiamarono l'ambulanza e poi la polizia. Laura si salvò, "un vero miracolo" dissero i medici, i massmedia, per mesi, riempirono le pagine sull'accaduto; poi il silenzio calò su quell'orrore; e da allora la vita è diventata vivibile, i ragazzi hanno ripreso le loro attività, Laura ha un impiego, risate e giochi risuonano ora nella casa e nessun ricordo per l'uomo che era padre solo di nome.
Walko
00sabato 28 febbraio 2004 09:42
Bellissimo e atroce. Fino a che punto è giusto perdonare, sopportare? C'è un limite invalicabile oltre al quale il dolore e la rabbia diventano davvero insopportabili e allora anche il "normale" metro di giudizio cambia e non può che cambiare. Il sereno gioco di bambini che si assapora nel finale avvalora la tesi. E non è il caso di fermarsi al racconto, alla storia di fantasia "puramente letteraria": spesso la realtà è altrettando cruda, certe volte persino di più.


Kate Orlandow
00sabato 28 febbraio 2004 13:00
Umh
Ciao Fiore, ti ritrovo con uno dei tuoi Racconti atroci.
Non ne sono stanca, anzi. Forse lo avrei asciugato ancora di più per renderlo più maledetto.
Mi confermo nell'idea che le persone che apparentemente sono solari ( io lo sono ) covano come chiocce un inferno personalissimo.
Ciao
mosquito4
00sabato 28 febbraio 2004 13:34
wow, davvero crudele.
surreale ma così vero!

non ho parole perchè ha già scritto tutto walko :)

ciao ciao

Davide



fiordineve
00venerdì 3 giugno 2005 02:40


Ho trovato qui un racconto con una replica di Walko, che mi manca tantissimo.[SM=g27819]

Narravo della disperazione e dell'orrore che si nascondono dietro le facciate del perbenismo; troppo attuale ancora oggi.
Proprio in famiglia avvengono atrocità che la cronaca, ogni giorno, ci propone; vorrei dire BASTA a questa violenza, fermare i malvagi, mi sento impotente ed allora prego.[SM=x142851]


fiordineve
00lunedì 4 agosto 2008 12:27



Lo riporto in prima pagina per il commento di Walko, scomparso dalla vita ma non dal mio cuore.

Un grande Artista, poeta, sceneggiatore, giornalista, saggista, scrittore, TUTTO, pur nell'umiltà di chi sa di avere ancora tanto da imparare.

E' così che agiscono i GRANDI; i mediocri sanno e conoscono già tutto.

Ciao Silvano, amico perduto troppo giovane.

I tuoi amici non ti hanno dimenticato, a me manca la tua voce, le lunghe ed interminabili ore al telefono, io bevevo le tue parole, ora ..................



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