LA CAMPANA SCOMPARSA

fiordineve
00domenica 3 agosto 2008 23:30
fiaba

LA CAMPANA SCOMPARSA



Nel picolo mondo dei Racconti, che si trova lontano lontano nello spazio, vivevano tutti felici; nessuno degli abitanti sognava grandi e folli imprese, ognuno amava l'altro, e si aiutavano a vicenda.
Molte le feste paesane, ogni occasioni era adatta per riunirsi e stare in compagnia.
"Si sposa la Rosina, la vedova del calzolaio" e in un attimo ecco che le donne avevano già imbandito cene e pranzi degni di un banchetto reale.

Pochi i funerali, chi vive a contatto con la natura e ama il creato si ammala raramente; l'unico fastidio era il canto delle campane, ad ogni ora ecco scoccare puntuale il campanaro che dava giù di brutto. Chi abitava vicino alla chiesa sobbalzava dal letto, pure l'arciprete era molto infastidito dal caos che Battista faceva; come fare a dirglielo? Era un un onesto uomo, senza famiglia, che viveva solo per il suo compito quotidiano di suonare le campane e di aiutare a dir messa.

Però qualcuno si stancò e, tra un rintocco e l'altro, si portò via la Bice, la campana ultracentenaria del campanile. Certo non aveva agito solo, ci volevano schiere di uomini e attrezzature, ma la Bice scomparve in una notte con un temporale furioso.
Nessuno sentì nulla, o almeno così dissero. Finalmente si poteva stare beati, basta con il frastuono della Bice.
Si sentivano solo le campanelle appese accanto alla chiesa che chiamavano alla messa e alle altri funzioni.
Pure l'arciprete, sotto sotto, ne fu contento; poteva rilassarsi e pregare in tranquillità.

Passarono molti mesi e tutti si accorsero, nel paese dei RACCONTI, che c'era troppa quiete, l'ora non era più scandita dalla voce rauca della Bice; i matrimoni erano tristi, i funerali più dolorosi che mai; inutile la Bice doveva ritornare al suo posto, erano abituati a sentirla, ora mancava la sua voce, pur se suonata malamente dal Battista.
Lui, al contrario degli altri, non mostrava cedimenti e non si lamentava mai della scomparsa.

Alla fine, il paese capì: era stato Battista ad organizzare il piano, con l'aiuto di complici; voleva che si accorgessero che se mancava la voce di Dio in un paese, sia pure del web, ogni giorno era come fosse stato perduto.
A furor di popolo si rimise a posto la Bice, l'arciprete la benedisse e gli abitanti la vollero accarezzare; era più lucente di prima e il battacchio rimesso a nuovo. Quando fu issata si gridò e si festeggiò a lungo e il suono della campana non fu mai più dolce come da quel giorno.

Ora il paese dei RACCONTI ha un solo desiderio, che venga visitato da molti, che sia come un lampione per viandanti che vi sostano.



















ariadipoesia
00lunedì 4 agosto 2008 09:38
Bellissimo Maria Antonietta questo racconto, che ci invita ad apprezzare le cose quando ci sono.

[SM=x142944]
ELIPIOVEX
00lunedì 4 agosto 2008 22:29
Condivido il commento di Aria. Ho gradito la morale di questo racconto.
brava
Cobite
00giovedì 7 agosto 2008 13:25


Un bell'applauso [SM=x142874]

[SM=x142892] Giancarlo
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