L' uomo e il fumatore

|Calliope|
00sabato 30 dicembre 2006 16:16
L' uomo e il fumatore

Tutto è banale.
Già scrivere questo gli sembra una cosa banale.
Eppure lui, quando lo pensa, non si sente banale… anzi: si sente sempre di dire qualcosa di assolutamente speciale e carico di emozioni. Delle sue emozioni… e chi legge?
Chi legge legge tre parole, non si scappa… però puo’ provarci, puo’ intuire, puo’ sentire le proprie emozioni coinvolte in quella frase se non la legge con occhi banali.
Tutto è banale.
Lui, quando fuma la sigaretta… “MS mild”… “il fumo nuoce gravemente alla salute”… che banalità.
Eppure lui quando fuma la sigaretta non si sente banale, anzi…: il fumo sale… grigio come la nebbia…e gli appaiono alla mente mille cose, emozioni, impressioni, suggestioni, mille pensieri che si perdono nella notte… speciale!
Dalla finestra della casa un uomo guarda, scorge una sagoma di uomo che si fuma una sigaretta avvolta nel silenzio ovattato di nebbia… un gesto banale. Persino un po’ stupido, se vogliamo. Sigaretta accesa, aspirare un’essenza fumosa che puzza, che fa male, in ripetute boccate, in gesti tutti uguali…
E i pensieri che gli nascono lì e in qul momento istante per istante, se ne vanno senza essere mai comunicati, senza che nessuno li possa conoscere: questo sì che è banale, ed è anche un po’ triste.

La figura che lo guardava mentre fumava non si chiedeva quali fossero i suoi pensieri… anche questo era banale come ogni gesto quotidiano in cui è assente la persona che lo compie. La figura in questione da tempo immemore si svegliava alla mattina e non sapeva se ridere o piangere, si svegliava e basta, si svegliava per un futuro di gesti meccanici: la sua giornata. E chissà se quando posava la testa sul cuscino, al crollo di palpebre stanche, non si svegliasse angosciata la coscienza.
La banalità è una persona che non sa più chi sia e i suoi gesti perdono di consistenza perché chi li compie è una persona estranea, un individuo sconosciuto e senza una sua storia, uno slancio, un sentimento, un ideale.

Il fumatore si curava di se stesso.
Finchè s’ accorse d’ un tratto di una sagoma strana quasi impercettibile che nell’ ombra della notte lo osservava.
Il fumatore studiò: l’ individuo mostrava un’ espressione vuota, né allegra né triste, comunque troppo vile per dedicarsi ad un sentimento vero. Quell’ individuo aveva una faccia banale, il fumatore analizzava il volto dello sconosciuto e più lo scrutava e più il volto gli appariva sorprendentemente familiare, sebbene con tratti un po’ abbruttiti dal tempo.
Il fumatore preso come da un brivido di paura e poi da stupita consapevolezza e poi da angoscioso sconforto, con un coltello ferì l’ individuo e lo ammazzò.

Il mattino dopo sull’ asfalto steso c’ era un uomo con in mano un bigliettino: “ho ritrovato me stesso”.

Cobite
00sabato 30 dicembre 2006 16:40


Strano modo di rompere la banalità!

Il racconto è scritto in modo coinvolgente e avvince in attesa di un finale sorprendente ... che c'è stato.

Bravissima [SM=x142873]

Tantissimi auguri di un felice 2007, Silvia. [SM=x142887] [SM=x142887] [SM=x142887]

[SM=x142838] Giancarlo

|Calliope|
00sabato 30 dicembre 2006 21:22
Gian...
sono davvero contenta che ti sia piaciuto il racconto [SM=x142823]

ricambio di cuore gli auguri [SM=x142887] [SM=x142887] [SM=x142887]

un abbraccio enorme [SM=x142944]
ELIPIOVEX
00sabato 30 dicembre 2006 22:06
Ma perché l'ha ammazzato?
Sono rimasta basita...
Bravissima [SM=x142874]
Cobite
00sabato 30 dicembre 2006 22:23
Re:

Scritto da: ELIPIOVEX 30/12/2006 22.06
Ma perché l'ha ammazzato?
Sono rimasta basita...
Bravissima [SM=x142874]



Se ben ho capito si è suicidato.

Giancarlo
|Calliope|
00domenica 31 dicembre 2006 11:54
Esatto, proprio così, si è suicidato.

L' uomo che osservava il fumatore era un uomo che aveva ormai perduto la propria identità nella meccanicanicità dei gesti quotidiani.
L' uomo che osservava il fumatore stava osservando il se stesso di qualche tempo fa, quando ancora la quotidianità non l' aveva reso un uomo banale, non tanto nei gesti esteriori[anche fumare è una cosa comune e che può essere banale], quanto più che altro nel modo interiore di compiere un gesto banale come fumare.
Infatti lui quando fumava si sentiva speciale perchè lui c' era in quel gesto, pensava, si emozionava!

Quella notte l' uomo che osservava il fumatore prese fortemente coscienza della propria realtà... il fumatore era la sua coscienza, ovvero la sua identità.. alla fine lui scrive sul biglietto "ho ritrovato me stesso".
La coscienza non poteva che ammazzare l' automa che lui stesso era diventato.

[SM=x142823] [SM=x142823]
ELIPIOVEX
00domenica 31 dicembre 2006 15:50
leggendo avevo perso il significato delle parole...
Veramente un'idea originale [SM=x142874]
|Calliope|
00domenica 31 dicembre 2006 16:23
[SM=g27817] [SM=x142823]
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