L'unica igiene

Come cantavano i Banco del Mutuo Soccorso in "Dopo... Niente è più lo Stesso": "ma l'odore dell'incenso non si sente nella trincea"


L'unica igiene


Festa di vermi nella carne tritata,
luridi elminti che divorano i corpi,
larve di mosche nei tessuti nascoste,
tuniche vive di ribollenti pidocchi...

stimmate di scabbia nella pelle scavate,
tenie che strozzano l'organismo d'inedia,
lucidi esseri dalla fame accecata
brulicano bestiali straziando il cervello...

E QUESTA LA CHIAMANO L'UNICA IGIENE

...passi scheggiati di ratti sul vetro,
occhi di demone e denti imbrattati,
si sentono attorno al milite inerme
riverso nel fango e dalle fiere divorato.
I denti idrofobi del cane randagio
strappano muscoli lividi e gonfi,
poco più avanti, in mezzo alla strada,
il corvo ha arpionato un bulbo oculare
e come un umano gesto di pesca
tira via l'occhio dalla testa mozzata.

E QUESTA LA CHIAMANO L'UNICA IGIENE

La faccia succhiata e le membra sottili
mentre il suo corpo s'inzuppa di feci,
il ventre tremante e lo sguardo deserto
sul truce spettacolo della dissenteria...

Pustole roride di pus ributtante
tra le nemiche coperte al vaiolo,
gambe in necrosi celermente segate
e colla liquida per i piccoli tagli.

"E solo per oggi un simpatico omaggio
una sana spruzzata d'Agente Arancio!"

E QUESTA LA CHIAMANO L'UNICA IGIENE

...e nonostante tutto so ancora trovare la mia pace privata,
guardando a mezz'asta il potere tempestare sul mondo,
sdraiato nel morbido inganno del mio letto lontano,
o inerte sulla soglia del mio idillio assordato.

Per quante strade ancora si trascina il mio pensiero?
Quando crolleranno le pareti di questa stanza?
Rombando irrompa la realtà ordita di travi
e deturpi le ruvide mura e le bombardi
e corrompa piombandoli i mattoni
e mi lasci nudo tra la macerie...

Che possa scuotermi,
strapparmi dal mio loculo ameno.

che possa risvegliarmi
e ricercare la purezza della Pace.