L'interrogatorio

Fiordipoesia
00martedì 25 gennaio 2005 17:18
L'INTERROGATORIO


L'indiziato in stato di arresto, dopo due giorni di isolamento, fu portato in manette di fronte al Procuratore della Repubblica, che lo attendeva con aria severa seduto dall'altra parte della scrivania. Gli furono tolte le manette e subito dopo, mentre l'indiziato si sfregava i polsi, i due agenti che lo avevano accompagnato guadagnarono l'uscita e li lasciarono soli, l'uno di fronte all'altro: da una parte l'indiziato, dall'altra parte il magistrato, due uomini simili per estrazione sociale, educazione, cultura e persino per gusti e abitudini, che un destino crudele ora metteva a confronto.
- Si sieda.
- Parlerò solo in presenza del mio avvocato!
- Ma mi faccia il piacere!
- E' un mio diritto. Conosco le leggi, ero iscritto anch'io a Giurisprudenza.
- Ma non si è laureato.
- Questo non vuol dire...
- Vuol dire invece! Le leggi cambiano, caro mio! Ed avvalendomi dei poteri che mi conferisce la legge, io ora procedo all'interrogatorio. Agente, cominci a verbalizzare da questo momento.
- Ah, ma allora non siamo soli...
- Cosa le aveva fatto pensare che saremmo stati soli?
- Nell'introduzione del racconto, l'autore...
- Lasci stare queste baggianate! Gli autori di racconti gialli, per non parlare di quelli giallo-comici, sono per antonomasia pasticcioni e imprecisi. A volte lo fanno apposta per imbrogliare le carte, per depistare il lettore. Altre volte sono proprio sbadati di natura.
- E il nostro com'è?
- Mah, non si sa, forse un po' così e un po' cosà. Ma non divaghiamo! Agente, verbalizzi.
- L'ha già detto prima.
- E lo ridico, va bene? Anzi sa cosa faccio? Lo riridico! Agente, metta a verbale. Tho!
- Contento lei...
- Lei evidentemente non si rende conto. Ma lo sa che qui si rischia l'ergastolo?
- Io sono innocente. Ho fiducia nella giustizia!
- Non è che le due cose vadano sempre insieme...
- Bhè, un magistrato non dovrebbe dire certe cose.
- Ha ragione. Agente, cancelli la mia ultima frase. Non questa che ho appena detto. Quella prima. No, non quella prima di questa, anzi della penultima...oh insomma: agente, cancelli tutto e ricominciamo d'accapo!
- Ma dov'è questo agente?
- Dietro di lei, nell'angolo alla mia destra, alla sua sinistra.
- Ah, sì. Lo vedo. Ma non parla mai? Nemmeno una parola?
- No, non è previsto dal canovaccio.
- Ah, okey.
- Cominciamo: lei ha ucciso l'ing. Barzizza con due colpi di pugnale all'addome, poi ha fatto scomparire il cadavere. Confessa?
- Ma nemmeno per sogno! Intanto non l'ho ucciso. Figuriamici! Ero amico di Barzizza fin da bambino, era il compagno di banco di mio fratello per tutte le scuole elementari e medie, al Liceo eravamo nello stesso collegio.
- Questo non significa niente, anzi! Proprio la lunga conoscenza della vittima presuppone l'insorgere di un movente che...
- Ma quale movente! Non l'ho ammazzato io! Posso sapere quali indizi ci sarebbero a mio carico?
- No, non lo può sapere.
- Ma è pazzesco! Lei sta compiendo una serie inaudita di soprusi...
- E va bene. La sua ex moglie da alcuni anni conviveva con la vittima. Su, confessi. Delitto per gelosia! Il delitto d'onore non è più contemplato dal codice penale, ma qualche attenuante la si può comunque spuntare!
- Ma lasci perdere! Me ne impippo delle attenuanti! Io sono innocente!
- Può far leva sulla delusione, sulla disperazione! Magari potrebbe ottenere la semi-infermità di mente. Vuole che nomini un perito?
- Ma matto sarà lei! Voglio parlare con il mio avvocato!
- No, no e no! Uffa! Perché non vuole confessare?
- Perchè sono innocenteee! Ha capito? In-no-cen-te!
- Sì, dicono tutti così.
- E poi io e la mia ex moglie abbiamo divorziato consensualmente, in perfetto accordo. Anch'io mi sono rifatto una vita...
- Ho capito. Lei è un osso duro. Ma non si illuda. Lei non ne uscirà da questa storia.
- Ma si può sapere perché mi ha preso di mira? Perché mi odia? Eppure si dice in giro che lei sia una brava persona, umana, comprensiva...
- Chi lo dice?
- La gente.
- Quale gente?
- La gente! La gente!
- Mi sembra Tina Pica in "Pane, amore e fantasia". Va bene, lasciamo perdere. In effetti io sono buono e comprensivo, sono anche molto umano e voglio bene al prossimo.
- Ma allora? Perché mi tratta così? Perché a me non vuole bene?
- Perché voglio bene al prossimo.
- Non mi sembra una risposta molto logica, né coerente.
- Come no? Al prossimo che entrerà in questa stanza per essere interrogato sento già di voler bene come a un fratello. Peccato. Lei è arrivato in anticipo. Se fosse arrivato dopo quello che ora è il prossimo, sarebbe stato proprio lei il prossimo. Così invece è il precedente.
- Che sfiga!
- Avanti. Lasci da parte le ultime resistenze. Ormai la sto inchiodando!
- Ma se non ha uno straccio di prova a mio carico, non un elemento!
- Lo dice lei! Vuol forse negare di essere stato sorpreso l'altro ieri aggirarsi nei pressi dell'abitazione del Barzizza?
- Non mi aggiravo! Stavo suonando il campanello di casa sua quando mi hanno arrestato.
- Vede? L'assassino torna sempre sul luogo del delitto!
- Ma non dica fesserie! La mia ex, ora compagna del Barzizza, anzi vedova...
- A verbale! Come fa a sapere che ora è vedova?
- Scusi, eh! Ma se sono sospettato della morte del Barzizza vorrà pur dire che il Barzizza è morto! Quindi la mia ex è vedova del Barzizza.
- Si sta confondendo, cade in contraddizione!
- Ma che... va bene, lasciamo perdere. Andiamo avanti! La mia ex mi aveva telefonato preoccupata perché il Barzizza non rientrava a casa da due giorni e due notti, senza aver lasciato un messaggio. Il cellulare era spento...
- E lei come lo sa? L'aveva spento lei dopo averlo ucciso, è chiaro!
- No, le riferisco quel che mi ha detto la mia ex! Ho come l'impressione che lei voglia trovare un colpevole a tutti i costi e io le calzi su misura.
- Si assume interamente la responsabilità penale di questa affermazione, la avviso. E' tutto a verbale.
- La assumo. Allora mi ero recato presso l'abitazione del Barzizza su sollecitazione della mia ex...
- Interessante. Potrebbe configurarsi un concorso di reato. Avevate macchinato insieme il delitto? La sua ex voleva liberarsi del nuovo compagno e a chi se non all'ex marito rimastole amico poteva rivolgersi per...
- Lei sta farneticando. Comunque lo ripeto: non ha prove.
- E lei non ha un alibi! Dove si trovava la notte fra il 18 e il 19 Luglio alle ore 23 e 52?
- Ero in chat.
- Dove???
- In chat. Collegato via internet. A quell'ora ero in pvt con una persona che potrebbe testimoniarlo.
- Ah... e mi vuol declinare le generalità di questa persona?
- Falenanellanottedelporto56.
- Prego?
- Falenanellanottedelporto56. Tutto attaccato. E' il suo nick. E' una maestra elementare. Si tratta di una donna sposata, in crisi con il marito, sull'orlo della separazione. E' molto intelligente e sensibile.
- Sì, ma come si chiama? Avrà pure un nome e cognome questa maestra intelligente e separabile sull'orlo della sensibilizzazione?
- No, non faccia confusione...
- Cioè a dire che questa donna non ha un nome proprio?
- Sì, certo, ma... non lo conosco. Non so nemmeno da dove chatta, non gliel'ho chiesto per non stare lì a fare le solite domande: come ti chiami, da dove chatti, quanti anni hai...
- Che palle!
- Eh, appunto!
- E questo secondo lei sarebbe un testimone?
- No, eh?
- Vede? Quindi lei non ha un alibi.
- Come me almeno altri due milioni di persone nella zona! Allora? Siamo tutti indagati? Nemmeno lei magari ha un alibi per quella notte!
- Mmmh...mi ci faccia pensare. Cos'era il 18? Giovedì?
- Sì, era Giovedì scorso.
- Dunque... la canasta no, è al Mercoledì. Avrò visto un film in tv, adesso danno un sacco di repliche...no, non mi ricordo...
- Lo vede? Nemmeno lei ha un alibi.
- Effettivamente...
- E poi, mi scusi, non è per fare il curioso: ma com'è che sa a che ora è stato ammazzato il Barzizza?
- Eh? Come lo so? Oh bella! Ma dal risultato dell'esame necroscopico, no? E' ovvio.
- Eh sì, è ovvio. Specialmente se si tratta dell'esame necroscopico effettuato su di un cadavere occultato chissà dove e a tutt'oggi non ancora trovato.
- Uhm...
- E poi mi scusi, non vorrei procurarle ulteriore imbarazzo, ma per quanto se ne sa il Barzizza risulta scomparso, non assassinato. Come fa lei a sapere che invece è stato ucciso con due coltellate all'addome la notte fra il 18 e il 19 Luglio alle ore 23 e 52?
- Come faccio a saperlo? Forse una soffiata?
- Ma quale soffiata! Glielo dico io come fa a sapere tutte queste cose: perché l'ing. Teobaldo Barzizza lo ha ucciso lei!
- Io? E perché mai avrei dovuto...
- Perché lei lo odiava a morte! Sì, lei covava verso di lui da anni un odio che con il passare del tempo si era trasformato in una vera e propria ossessione! Fin dagli anni della scuola elementare lei odiava quel bambino brufoloso e sputacchioso, coi capelli rossi tutti arruffati! Lo odiava quando si toglieva le scarpe sotto il banco ed inondava il suo sensibilissimo olfatto con la sua insopportabile puzza di piedi! Lo odiava quando sputava in terra il chewing-gum e regolarmente lei lo pestava e le restava appiccicato sulla suola! Lo odiava quando alle medie lui copiava il suo compito in classe di matematica e poi lui prendeva otto più e lei sette meno meno. Lo odiava quando diventati grandi lei si è fatto un anno di militare come carabiniere in Barbagia e invece lui grazie alle solite raccomandazioni era stato riformato, nonostante la battesse regolarmente in tutte le gare sportive! Devo proseguire?
- No! No! La smetta! E' vero, confesso! L'ho ucciso io e non me ne pento! Me ne sono liberato finalmente! Gli ho dato due coltellate, poi l'ho chiuso in un sacco e l'ho buttato in un pozzo nero, fuori città. Sì! Sono stato io! Ah ah ah ah ah! L'ho ucciso io! Ah ah ah ah ah! L'ho ammazzato quel verme!
- Su, si calmi.
- Scusi, è stato un attimo di agitazione. Immagino potrà capire...
- Capisco, capisco.
- E adesso?
- E adesso la dichiaro in arresto con l'accusa di omicidio premeditato, occultamento di cadavere e abuso d'ufficio finalizzato a sviare le indagini. Ha diritto di telefonare al suo avvocato.
- Ah, grazie... ma... un momento! Sono io qui il magistrato!
- Ah già, è vero. Però c'è la sua confessione a verbale. Ci penserà l'agente a riferire ai suoi colleghi fuori. Saranno loro a trarla in arresto. Vero agente? Ah già, non parla. Non è previsto dal canovaccio.
- Eh sì. Non vedo vie d'uscita.
- Mi spiace, davvero.
- Però scusi: lei come fa a sapere tutte queste cose di me, della mia vita?
- Eh eh, per forza che le so: siamo fratelli!
- Eh già, è vero. Ma se siamo fratelli si può sapere perché ci diamo del lei?
- Ah, questo lo deve chiedere a quello squinternato che ha scritto il racconto.
- Troppo tardi, ormai. Il racconto è finito.



24/02/2004 18.01



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[Modificato da Fiordipoesia 25/01/2005 17.20]

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