L'anno scorso scrivevo così

Pollorei
00domenica 19 novembre 2006 13:25
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"La luce era soffusa mentre il pulman fluttuava nel nero denso della notte. Eravamo seduti di fianco dopo una giornata pesante. L'avevo alla mia destra e lo ricordo come fossero passate poche ore, non un anno. D'un tratto, dopo qualche istante di silenzio, mi sobbalzò il cuore nel sentire i suoi soffici capelli che mi si posavono dolcemente sulla spalla. Sentirla così vicina mi fece tremare il petto. E' stato un momento dolcissimo, naturale ma inaspettato, improvviso. girai il viso e l'incredibile profumo dei suoi capelli mi inebriò. Meglio di una qualsiasi opera di Beethoven. Mi sfilai il guanto dalla mano sinistra e la avvicinai al suo viso spostandole i capelli; le sfiorai lo zigomo, le accarezzai la guancia. Pur stando scomodo non ero mai stato tanto bene in tutta la mia vita. Le posai lievemente un bacio sulla testa e sentii il dolcissimo sapore dei suoi capelli sulle mie labbra. L'amavo incommensurabilmente. Quella sera le cadevano soffici sulle guance a fare da cornice a un viso angelico, bello come il mare, dolce come una poesia e caldo come il tramonto che metterebbe a dura prova anche il cuore più freddo. Quella sera le cadevano morbidi sulle guance in una dolcissima carezza. Quella sera li portava così, lisci e perfetti. Quella sera capii quanto l'amavo. Non scorderò mai il sapore e il profumo dei suoi capelli, non scorderò mai la delicatezza del suo viso. Non scorderò mai il suo respirare sereno, regolare, suadente. E che dire dei suoi occhi? Di certo uno spettacolo del genere ci si può ritenere soddisfatti se lo si vede una volta nella vita, perchè quegli occhi di certo non te li scordi nemmeno dopo due vite. Li risogno tutte le notti e ogni sogno è come viverli la prima volta, è come innamorarsi la prima volta. Due stelle di nero quarzo in un cielo di velluto sopra un incantevole sorriso. Quale cuore resisterebbe?
Come posso vivere senza i suoi occhi sopra i miei? Come posso vivere senza i suoi capelli fra le mie dita? come posso vivere senza le sue mani fra le mie? Senza il suono della sua risata, senza la luce del suo sorriso?"

Pareri?
Nichilista errante
00domenica 19 novembre 2006 18:27
non scrivi mica male, il racconto è scorrevole e si legge fino alla fine. solo ti consiglio di evitare quell'aggettivazione forzata "La luce era soffusa mentre il pulman fluttuava nel nero denso della notte." 3 aggettivi in una frase sono un pò troppi da digerire... anche le domande un pochino retoriche del finale le potresti condensare in una sola o toglierle del tutto, visto che il lettore dal solo racconto dovrebbe potersele porgere da solo. ave
Pollorei
00domenica 19 novembre 2006 18:46
ottime critiche, grazie
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