Il fieno voltato e rivoltato ad asciugarsi al sole e accumulato in muchi nei prati o nel fienile emanava, allora, profumi afrodisiaci. Le mucche, per me, un po' meno.
Fortunata te, fiordineve, che ancora senti dal vero quel profumo.
Io invece lo risento venirmi incontro solamente dalla tua poesia e mi sollecita i ricordi, ché raramente ora lo sento raggiungermi dagli argini incolti o dai campi coltivati intensivi a grano, mais e... cimici.
Noto che sulla seconda strofa viene ripetuta in successione la parola "erba". Eliminerei la prima che mi pare superflua.
Un abbraccio e grazie poetessa
Giancarlo