L'Oggetto Misterioso

florentia89
00giovedì 28 febbraio 2008 20:35
Amenità anni trenta - una prova, guardate voi
[SM=x142849] L’oggetto misterioso – amenità igieniche di ieri ed oggi

E’ un episodio della giovinezza, con riferimento anche ad oggi, indice degli anni trenta, del Duce, dell’Italia che cercava di sollevarsi, di noi bambini un po’ lenze, un po’ incoscienti e un bel po’ imbranati.
Come oggetto misterioso, contrariamente ad aspettative diverse, non parlerò di UFO, Dischi Volanti, Navi-Madri e Figlie. No! questi non ci avrebbero stupiti in quanto li avremmo catalogati senza indugi come alcune delle infinite invenzioni del nostro padreterno degli inventori, Guglielmo Marconi o, in subordine, a qualche diavoleria progettata dagli scienziati tedeschi. Parlerò invece di un accessorio umile della vita quotidiana, cioè addirittura del “Bidet”, quel coso sanitario oggi in tutte le toilettes che, malgrado sia stato inventato dai francesi e il nome francese, in Francia oggi è pressoché sconosciuto, così in Inghilterra e altrove, ovviamente salvo eccezioni. Che a volte lo usassimo solo noi?
Faccio un salto indietro di settanta-ottanta anni, tanti! troppi!
Nell’immenso quartiere popolare romano di San Lorenzo fuori le Mura, ove sono nato, una miriade di palazzi-falansteri, con migliaia di appartamenti, sono serviti da altrettante migliaia di conseguenti “Cessi” (con tutta la buona volontà non posso chiamarli né toilettes, né bagni), composti di norma da uno spartano water e un piccolo lavabo, spesso ubicati in sgabuzzini su ballatoi, sovente comuni a più famiglie.
L’abitazione della Cooperativa Fascista dei Ferrovieri, ove poi ci trasferiremo, con me infante, sarà invece una casa da signori visto che, stavolta, abbiamo un vero bagno, accettabilmente ampio, che include oltre il water e lavabo, anche una vasca da bagno in ghisa smaltata, oggetto di visita e .. invidia da parte dei nostri parenti di San Lorenzo.
Non importava la mancanza di uno scaldabagno, d’altronde impossibile per la estrema penuria dell’energia elettrica disponibile. L’acqua si scaldava in uno – due pentoloni sul fuoco e un lavaggio alla meglio veniva fuori. Tracce di bidet zero pur se, per noi tutti, si trattava di una carenza non sentita, in quanto esso era a noi e tutti del tutto sconosciuto. Le donne infatti usavano per loro esigenze delle bacinelle smaltate e tutto finiva lì. Per noi bambini, ragazzi, e uomini, di questi catini non ce n’era alcun bisogno.
Il nostro complesso abitativo è enorme, duecento appartamenti, più di mille abitanti, eppure non è il maggiore. Ci affianca un enorme complesso di isolati collegati in continuo, realizzati dall’Istituto Nazionale delle Assicurazioni, leggermente più di lusso del nostro, con due-tremila occupanti e più di trecento appartamenti, con altrettanti bagni, tutti privi di quell’oggetto misterioso definito Bidet.
Poi i tempi avanzano e nelle immensità di prati che ci circondavano, divenuti aree fabbricabili e non più campetti di calcio e competizioni, ecco sorgere una foresta di scatoloni dormitorio anonimi e brutti, del tipo che definivamo “novecento”, lontani dallo stile e tecnica dei nostri due iniziali che erano decorati con stucchi vari, mensoline, davanzali, cornicioni, grondaie, da ricordare un po’ lo stile Coppedé.
Orbene, uno dei nuovi complessi, realizzati dalla Lamaro e Carbone, si appoggia direttamente a un’ala liscia del nostro, costituendone un prolungamento di fatto, pur se i due stili sono diversi. Durante la costruzione, ormai in fase ultimativa, noi ragazzini, tutti amici e balilla, ci imbucavamo nel cantiere, forse ignorati o tollerati, comunque di rado contestati, soprattutto per recuperare ritagli di legno e altri scarti per le nostre piccole attività,. e così eccoci a visitare le tante cantine vuote, al posto delle quali da noi avevano realizzato una cinquantina di appartamenti seminterrati, e fare incursioni negli alloggi sovrastanti, quelli già quasi ultimati e ancora aperti. E’ qui che in un bagno ci fu l’impatto con l’oggetto misterioso:
“…e questo coso che è? A che serve? Forse per la popò dei piccoli?”
“…il foro che porta è piccolo, non ci si può mica far popò no?...”
“…ho trovato! potrebbe essere per lavare i piedi!...”
“…no! non è comodo, io penso serva a distinguere due diverse funzioni naturali. La tazza grande per le cose .. più impegnative, e questo per la pipì, mi sembra logico, che ne pensate?...”
(Ovviamente il nostro dire era meno ligio di quello sopra esposto).
E noi ci si era quasi convinti di questa doppia funzione, chiedendoci cosa mai quei ricchi inquilini che avrebbero occupate le case, compreso pare un Federale, dovessero fare con tutte quelle lussuosità e sprechi, cioè cantine, riscaldamento, ascensore, magari l’automobile, e poi quella tazza strana, oblunga, il cui utilizzo restava per noi ancora problematico. Ma non dovevamo essere un paese spartano, stoico, rifuggente dall’inutile e superfluo?
Pensavamo pure che il Duce avrebbe dovuto intervenire a controllare questi danarosi magnati che, vista la loro agiatezza, non consona ai principi fascisti, sarebbero di certo risultati infidi per Lui e il Partito.
Così, convinti per l’utilizzo bidet-pipì, ne avevamo anche accennato con altri e in casa, magnificando le meraviglie del palazzo visitato.
Poi, in una delle ultime scorribande, si inserisce fra noi uno più grandicello di un paio d’anni, addirittura già balilla moschettiere, e lui:
“…Ah! ah! ah! che c..zo vi siete messi in testa, che serva a fare pipì? Ma quando mai! svegliatevi, bambacioni che non siete altro!”
E poi con fare misterioso, e noi attorno in attesa della sua esternazione da grande, maturo, esperto:
“…Dovete sapere che quest’aggeggio viene usato dalle … mignotte, per lavarsi … di sotto! sia dopo che …. sia quando hanno il ….” (per carità evito le precisazioni del “di sotto..”, “dopo che..” e “quando hanno il ..”, per noi solo colpi da misterioso voltastomaco); poi:
“…ma allora qui vengono ad abitare le mignotte?” (eh! interessante).
“…no, non vengono, quelle stanno nei casini (Case di Tolleranza) ove ho visto usare questi cosi” (allora in qualche modo lui li ha frequentati! e il nostro rispetto per la sua maturità sale alle stelle)
“…E poi, anche se loro non vengono qui, c’è che ci verranno tutte coppie con le mogli che la sera e la notte …….. (rievito descrizioni di atti preliminari, antecedenti, successivi, conseguenze) li utilizzeranno come ho detto prima, in quanto dovete sapete che (abbassando la voce) le donne, escluse quelle di famiglia, sono sempre un po’ troie”
Così, con tutte le riserve per quanto sopra, conosceremo con discreta approssimazione l’uso e l’utilità di questo oggetto misterioso, pur se le nostre madri continueranno a usare i bacili, e noi niente del tutto.
Poi arrivò veloce la guerra e il problema più non si pose perché le priorità erano altre. Infine nel primissimo dopoguerra, 1946, previo un consulto casalingo e contribuzione fra mio padre, me e mio fratello, doteremo il bagno di uno funzionale bidet, finalmente apprezzato sia per l’uso femmineo che mascolino, e uno stupendo scaldabagno che si accendeva solo quando ci si doveva lavare. Ad abundantiam aggiungeremo un accessorio anch’esso prima sconosciuto, almeno per noi, cioè la … carta igienica in rotoli, cosa da ricchi opulenti, che sprecavano mezza lira o una lira per uno di quei rulli che andavano a sostituire il più proletario riciclo di giornali tagliati a rettangolini appesi al muro con un chiodo. Come nota simpatica rammento che una casa produttrice fece stampare sui foglietti a strappo addirittura delle barzellette, anche osé, incrementandone notevolmente il consumo.
E più volte parlai mentalmente col Duce che non c’era più per dirgli: “E’ possibile che non ti accorgesti dell’utilità e comodità di questo aggeggio per tutti noi? E dello scaldabagno che abbiamo finalmente installato mandando a quel paese il contratto di elettricità che ci avevano costretti a stipulare, basato su un limitatore che erogava luce da cimitero e non avrebbe sopportato un ferro da stiro? E aggiungo anche la comoda carta da toilet? E’ possibile che pensavi solo a far costruire carri armati, aeroplani, cannoni, e far uscire giornali quotidiani anche di sole quattro pagine (oggi sono cinquanta) nel timore di sprecare la carta che non c’era? Se ti fossi dedicato di più ai bidet, ai problemi del bagno e carta igienica non sarebbe stato meglio?
Resta poi che il bidet, questo utile accessorio di toilet, non l’abbia trovato in tempi recentissimi in un albergo primario di Parigi, tutto imbottiture e rasi, anche al soffitto, senza però la possibilità di lavarsi “di sotto”, come si diceva ai miei tempi, o magari i soli piedi.
Altrettanto dicasi per un delizioso e caro albergo di Londra, anch’esso immemore di questa forma di pulizia e igiene.
Mi viene allora da chiedermi perché si chiami alla francese, dovremmo inventarci un termine accettabile nella nostra lingua.


ELIPIOVEX
00giovedì 28 febbraio 2008 21:44
E' un racconto che fa sorridere e che porta indietro negli anni...
Mio padre mi ha raccontato più volte invece che da piccolo viveva in una grande casa signorile (erano mezzadri sfollati dalla guerra e avevano assegnato loro questa villa ormai abbandonata)
Avevano anche loro un gran bagno piastrellato con tanto di vasca e rubinetteria di lusso però continuavano ad usare un "casotto" fuori e ad usare catini e bacinelle per lavarsi. Principalmente perché era troppo bello perché potesse essere sporcato [SM=x142888]
un@ltrame
00venerdì 29 febbraio 2008 11:11
quanto è cambiata la vita delle persone negli ultimi 100 anni!
a volte è davvero difficile rendersne conto.
auroraageno
00lunedì 3 marzo 2008 07:09

Molto interessante e piacevolissimo a leggersi!

Sono nata nel '46 e nella mia casa non c'era il famoso
"oggetto" in questione, ci si serviva proprio delle bacinelle in ferro smaltato e, poi, di quelle in materiale plastico. Ma quando la mia famiglia cambiò abitazione il bagno era provvisto anche di bidet e (io ero ragazzina, allora) ricordo lo stupore e la sensazione di maggiore comodità provati!

Grazie per questa lettura!

Aurora

[SM=x142870]

fiordineve
00lunedì 10 marzo 2008 18:02


Simpatico racconto, reso un po' arduo per l'uso del grassetto.

La mia fanigli, da che mi ricordo, ha sempre avuto il bagno e il bidet in casa e pure io rimango stupita per i paesi, tra cui gli US che non usano il bidet.
Loro preferiscono la doccia completa e da un po' di tempo apprezzo pure io il lavaggio totale che non quello "a pezzi". [SM=x142880] [SM=x142887]
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