Il teatro della vita

florentia89
00martedì 17 giugno 2008 16:56
Imprevedibile

Il giuoco dei ruoli

C’è chi dice che la vita sia simile a una rappresentazione teatrale e chi, inversamente, sia il teatro ad essere esso la nostra vita. Mai immedesimarsi però in un ruolo con fervore eccessivo, o dar libero sfogo all’ego più o meno occulto presente in noi, potrebbero derivarne situazioni impensabili, difficili da comprendere e gestire.
Dico ciò in riferimento ad un fatto reale che ha coinvolto una coppia di sposi e un legale a me cari nonché, con le sue conseguenze, anche me, e non solo, in ruolo di mediatore e impossibile pacificatore.
I tempi di cui parlo sono di qualche anno fa, ma un evento di questi giorni mi ha fatto ragionare di nuovo sulle stranezze della vita e il pericoloso giuoco dei ruoli. Vado al fatto e mi sposto in una città del nord, ove vivevo da anni. Fra i conoscenti ed amici per rapporti personali e lavoro c’è una coppia di media età, che vive una vita normale, quella che ricorre quando i bollori si sono un po’ attenuati, coi partners in stato di tranquillità effusiva e di rapporti reciproci. Ciò avviene pressoché in tutti gli adulti, pur se non è in assoluto il sistema a me congeniale. Oltretutto il “lui” della coppia è un ex componente di gruppi particolari nei quali ero anch’io. Anche la “Lei” la conosco da allora, quando in parecchi ci prodigavamo in smancerie per attrarne l’attenzione, ignorando il partner non ancora marito.
Il terzo è un legale di spicco, un po’ parente alla lontana che, su loro richiesta, ritenne di suggerire qualcosa nel giuoco dei ruoli di cui ho detto all’inizio, con risultati però catastrofali. Allora:
…”Avvocato, abbiamo un problema, quello che ne accennammo al golf. Possiamo parlarne e avere la sua opinione e consiglio?”….
…”C’è che mia mamma (è lei che parla) è appena deceduta e dovremmo riconsegnare la casa dell’Istituto Case Popolari, quella che gli assegnarono venticinque anni or sono e ove sono cresciuta io”…
…”l’appartamento è arioso, grande, come quelli d’una volta, non è male come zona ed è stato più volte migliorato. Io ho accudito per anni mia mamma, da quando rimase vedova e di ciò ne è a conoscenza l’Assistenza del Comune. Vorrei tentare a tenermi l’abitazione. Fra l’altro ho due figlie grandine e potrebbe servire presto”…
… ma io e Carlo (lui) guadagnamo troppo. Da sola non introito un granché e posso rientrarci, ma lui guadagna bene e tutto salta. E’ un peccato, potrebbe suggerirci qualcosa?”…
…”Elsa, al problema ho pensato da quando me ne avete accennato. Una soluzione potrebbe esserci, se siete disposti a seguirmi, cioè voi vi dovreste dividere consensualmente, chiaro solo per la legge, con rinuncia da parte tua agli alimenti. Per le ragazze esse sono maggiorenni e se la vedrebbero direttamente col padre.. Ho sentito l’Istituto, al quale dovrai presentare una dichiarazione convalidata che da anni accudivi la mamma e convivevi di fatto con lei. Non è una procedura ortodossa ma mi è stato assicurato verrà accettata”…
…”quanto al giudice conosce il motivo, è un amico e, accetterà la separazione. Voi, con garbo e calma, gli direte di non andare più d’accordo e la riconciliazione non è possibile accettarla”… Si avvia così un perverso ciclo di ruoli delle singole parti.
La proposta viene accettata (l’incontro si svolse in due-tre sessioni) e ci si troverà vis-a-vis con un magistrato comprensivo e indulgente.
…”Accomodatevi, ho esaminato gli atti … ehm, siete certi di voler procedere come deciso? … è un peccato… quindi è superata la riconciliazione? … Poi Signora, inizio da lei, cosa è andato male?”…
Non l’avesse chiesto! Altro che garbo e calma! Di fronte al giudice esterrefatto, l’avvocato stupito, il marito incredulo, “lei” attacca duro, immedesimandosi in donna offesa, oltraggiata, danneggiata.
…”Signor Giudice, mio marito è un disgraziato da sempre, non lo avrei sposato se non mi avessero costretto i miei. Non mi ha mai rispettata, anche da fidanzati. Non mi ha mai amato, è un egoista, mi limita i denari e guadagna bene, con ciò che si gestisce c’è da vivere un’altra famiglia. Già, non lo posso provare ma è certo abbia una amante di basso livello, lo desumo da una miriade di cose che solo noi donne possiamo capire. Poi è violento, triviale di modi e parole, tante volte mi ha spintonato e messo le mani addosso. Non è pulito, si lava poco mani, piedi, denti, ha cattivo odore, è bugiardo, è sempre in Internet a vedersi amplessi d’ogni tipo…“ e cosi via, col giudice che guarda interrogativamente l’avvocato, il quale si stringe nelle spalle.
Poi: …Bene Signora, basta così per ora. Mi dica Lei (al marito) cosa non va e se ritiene giusti gli appunti di sua moglie…”…
La personificazione ruoli cambia soggetto e si apre un’altra cateratta:
…”… Signor Giudice! Mia moglie è lei una disgraziata che mi ha torturato da quando ci siamo sposati e prima, con i suoi genitori e parenti di … (tralascio la regione, una del sud). E’ bugiarda, trascurata con l’educazione dei figli e con me, sperpera cifre incredibili per scarpe, vestiti, parrucchiere, cosmetici, vacanze salute –vorrei vederle queste vacanze salute – e se io non tenessi a freno la borsa sarei in dissesto da anni. Aggredisce, mi ha graffiato più volte il viso, e poi non era nemmeno… vergine al matrimonio ………..” e via in un flusso che il giudice decide di interrompere anche per lui.
La divisione consensuale viene rilasciata all’istante, con il rischio divenisse giudiziale, con richieste astruse da entrambe le parti.
Seguirà una accidiosa separazione, un divorzio difficile, le figlie messe in croce dai genitori, accuse di entrambi che si ripeteranno nel tempo. Gli psicoanalisti (Freud, Jung, Adler …) dicono sia presente in noi un “io” palese, uno incognito, uno intermedio, ma guai ad aprire la porta del buio, come dice un recente film. Tutto può avvenire, come è stato per i miei amici, i quali filavano accettabilmente con pochi baci ed eccessi ma, tutto sommato, in condizioni di normalità, con entrambi occupati e figlie universitarie. La casa della mamma Elsa l’ottenne, ma che conseguenze sono derivate da questa personificazione dei ruoli!
La vita è un palcoscenico nel quale tutti recitiamo una parte, o è il teatro la vita stessa? Problemi non risolti, con ognuno di noi che ritiene di esserne fuori (ed io che, dopo il fallimento delle mie prove di aggiustamento, seguiterò a vedere la “lei”, il “lui” e l’avvocato, subendomi da ognuno una miriade di recriminazioni)
.Inoltre in questo giuoco di parti più o meno occulte non posso non andare col pensiero alla mia gioventù, e agli ipotetici capi d’allora, come Hitler, Mussolini, Stalin, Mao. Si illusero di emulare Alessandro, Cesare, Napoleone, Gengis Khan, magari Dio stesso o qualche suo collaboratore, con risultati penosi su cui è bene stendere un velo (e se ci aggiungessi il Berlusconi d’oggi?).
ariadipoesia
00martedì 17 giugno 2008 18:10
potresti aggiungerci tutti
i due aspiranti alla Casa Bianca Hillary Clinton e Barack Obama, il ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni,la Regina Elisabetta e Sonia Gandhi, l'ayatollah Ali Khamenei e Raul Castro, Osama Bin Laden , Arnold Schwarzenegger.ecc ecc ecc

deliri di onnipotenza [SM=x142893]
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