Il ritratto della sofferenza

M.Blake
00sabato 6 gennaio 2007 14:19
Un tubo ed una ventola lo collegano alla vita e un divano con un televisore gli riempione le ore quando fuori è inverno oppure piove.
In un giorno come tutti gli altri si sveglia nella speranza che ci sia il calore del sole in modo che possa per un altro preziosissimo giorno assaporare l'odore fresco dell'erba e dei pini che stanno nel parchetto davanti casa sua,in modo che possa sentire le piacevoli grida dei bambini che giocano e che gli porgono le mille domande sul suo corpo così strano e sulla sua carrozzina elettrica così divertente.
E cosi in una bella giornata di sole si ritrova a girare per il corsello ed i suoi occhi grandi incontrano lo sguardo delle persone che lo scrutano come se fosse un alieno,e forse qualcuno di loro che è incazzato per qualche str*** senza valore capisce che la sua incazzatura non è poi così grave.
Le ruote si fermano e i suoi occhi s'illuminano: un ragazzo lo saluta sorridendo e si ferma a parlare con lui.
Fanno due chiacchere sul tempo,sul sole,sulle nuvole ma soprattutto parlano della ragazza di cui tanto è innamorato ma che gli concede solo poche parole.
Poi i due si salutano ed i suoi zigomi si alzano fino a dipingere il suo solito e stanco sorriso;lo stesso con cui ha affrontato la sua intera esistenza,lo stesso che carattereizza colui che ha un corpo più debole di un bambino ma lo spirito più forte e tenace di un guerriero che ha combattuto mille battaglie.
Il ragazzo ritorna sui suoi passi, ma mentre cammina gli rimane impresso nella sua mente il ritratto della sofferenza,sembra sia di nuovo davanti a lui, e mentre lo osserva da capo a fondo gli pare quasi che sulle sue fragili spalle,cosumate dalla distrofia muscolare,gravino le intere colpe dell'umanità.

A Salvatore.

[Modificato da Cobite 08/01/2007 19.41]

ELIPIOVEX
00sabato 6 gennaio 2007 17:04
ci sono molte persone come il tuo protagonista che convivono ogni giorno con simili malattie e che ci regalano la possibilità di comprendere quanto sia straordinaria la vita. Breve ma molto toccante. Bravo
M.Blake
00domenica 7 gennaio 2007 03:08
Ti ringrazio.
Cobite
00lunedì 8 gennaio 2007 19:58



Questo raccontino, molto vero e molto interessante perchè ci fa capire che il cuore non ha differenze, mi ha fatto tornare in in mente un amico, che abbiamo avuto qui per tanto tempo il cui nik dice tutto: Distrofichetto.
Ha scritto delle bellissime lettere d'amore che non dimenticherò mai.

Grazie Blake


Giacarlo


M.Blake
00martedì 9 gennaio 2007 12:24
Di niente grazie a voi che mi date lo spazio per scrivere.
fiordineve
00venerdì 16 febbraio 2007 01:31

Chi non ha conosciuto la sofferenza non può capire appieno quanto sia colma di solitudine la malattia.
Tu non vuoi la compassione-pietà, bensì la com-passione-condivisione dei tuoi giorni.

Toccante, colmo di poesia. [SM=x142833] [SM=x142887]



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