Il ritorno a capo in poesia

Cobite
00venerdì 19 agosto 2005 11:28
Il ritorno a capo in poesia è sempre stato una cosa molto chiacchierata e allora di chiacchiera mi permetto di farne una anch'io.

In passato tutto era a metrica obbligata e con pure gli accenti in una determinata posizione e allora si tornava a capo alla fine del conteggio delle sillabe. Alcuni le facevano coincidere con una logica, altri molto meno. Sinceramente non mi piacciono quei ritorni a capo basati sul puro conteggio e che assomigliano all'esigenza di una colonna di giornale, questo pur apprezzando moltissimo le poesie (dico un nome a caso: Montale)

Oggi ha preso piede il verso libero forse proprio perchè a molti l'antica metrica sembrava troppo invadente sul libero canto della poesia e questo lo gradisco anch’io. Però non mi piace quando si finisce egualmente per usare un ritorno a capo non armonico (o almeno che a me non pare armonico).
Allora come si dovrebbe fare?
Difficile dirlo, soprattutto sbagliato imporlo.

Allora dico solo come la penso io.
Sentendo la recita delle poesie fatte dalle solite buone voci per radio, televisione, cd e così via, ho notato che chi legge le poesie datate (Montale ad esempio) non si ferma sul ritorno a capo se questo è falsato ma lo fa con una piccola pausa quando questo è logico e s'intona con il canto della recita.
Ma allora che serve quel ritorno?
Va bene quando si seguiva una metrica obbligata, ma perchè disturbare la lettura quando c'è libertà di verso?
Secondo me, quindi, il ritorno a capo dovrebbe essere logicamente posto su una piccola pausa di recita e anche di lettura ma sempre sul ritmo del canto poetico.
Qualcuno può dirmi che questa funzione è della virgola, ma io non la penso così. Penso infatti che la virgola compia funzioni di tono e sottotono, di congiunzione logica e solo in parte di pausa del respiro considerando che il "cambio tono" regala necessariamente una piccola pausa al lettore. Penso anche che la pausa vera e propria sia demandata al punto fermo di fine verso, al punto esclamatico, a quello di domanda o ai puntini di sospensione.
La cosa non è rigorosa, d’accordo, però si nota.
Il ritorno a capo in poesia, secondo me, dovrebbe quindi corrispondere quasi sempre ad una pausa della lettura, piccola ma grande abbastanza da essere capace di marcare il ritmo. Va da se che allora il ritorno a capo dovrebbe logicamente seguire quelle regole del ritmo, in parte riprese anche dalla punteggiatura di congiunzione o di pausa in genere (ad esempio interporre un ritorno a capo tra aggettivo e soggetto a volte stona proprio).
Ecco perchè ogni tanto mi vado a leggere le regoline ed i consigli relativi all'uso della punteggiatura(vedi Appunti sulla punteggiatura )

Un abbraccio

[SM=x142897] Giancarlo

Cobite
00domenica 29 ottobre 2006 07:51
Ascolta due esempi...
La bellezza
di Emily Dickinson, Poesie


La Bellezza non ha causa:
Esiste.
Inseguila e sparisce.
Non inseguirla e rimane.

Sai afferrare le crespe
Del prato, quando il vento
Vi avvolge le sue dita?
Iddio provvederà
Perché non ti riesca.


Per sentire la voce cliccare due volte su play


(La belezza - lettrice di Isasca )

Splendida! [SM=x142874] [SM=x142873] [SM=x142872] [SM=x142871]


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Il vecchio della valle Stura
di Agostino Richelmy


Novembre scolorito, lungo il prato
la brina, sul sentiero
la brina, nel ruscello
e alla fontana il ghiaccio.

Il vecchio è nel profondo della casa
petrosa, al banco sotto la finestra.
Sparuto, affranto, e con suoi occhi appena
dischiusi, egli non guarda perché sa
che ogni cosa è già stata.

...


Per sentire la voce cliccare due volte su play


(il vecchio della vale scura - lettrice di Isasca )

Qui la lettrice fa miracoli, ma quella pausa tra "della casa" e "petrosa" lo sento come un fuori tempo a causa del poeta. [SM=x142856]

Citazioni da "Poesie del mondo", pubblicazione in cd-rom di Garzanti, Rizzoli new media, Lexsis progetti editoriali, Gruppo editoriale l'Espresso.

[SM=x142838] Giancarlo


[Modificato da Cobite 29/10/2006 14.20]

scilla
00domenica 29 ottobre 2006 18:55
Re: Ascolta due esempi...
Hai avuto una bellissima idea! [SM=g27811] [SM=x142873]

(giusto l'appunto su quella pausa, ma anche altre sono troppo lunghe nella seconda mi sembra [SM=g27829])


Cobite
00domenica 29 ottobre 2006 21:29
Il vecchio della valle Stura
"Il vecchio della valle Stura" pur essendo una bellissima poesia secondo me l'autore l'ha incolonnata senza pensare alla lettura.
La lettrice fa miracoli nel leggerla, ma non l'impossibile.
La poesia, secondo me, avrebbe potuto essere scritta così:
(Fatte partire la lettura e seguitela sull'esempio che segue)


Novembre scolorito.
Lungo il prato:
la brina;
sul sentiero:
la brina;
nel ruscello
e alla fontana:
il ghiaccio.

Il vecchio
è nel profondo
della casa petrosa,
al banco
sotto la finestra.
Sparuto, affranto
e con suoi occhi
appena dischiusi,
egli non guarda
perché sa
che ogni cosa
è già stata.

...

Oppure anche così:


Novembre scolorito.
Lungo il prato: la brina;
sul sentiero: la brina;
nel ruscello e alla fontana:
il ghiaccio.

Il vecchio
è nel profondo della casa petrosa,
al banco sotto la finestra.
Sparuto, affranto
e con suoi occhi appena dischiusi,
egli non guarda perché sa
che ogni cosa è già stata.

...

Giancarlo




Lupesciolo
00giovedì 2 novembre 2006 10:48
Che bello Giancarlo !!!
E' una bellissima idea Giancarlo, pensa che alcune mie brevi poesie ho avuto il coraggio di riportarle su mini-disc della Sony MD WALKAMAN. Sì, dico coraggio perchè pur di sentirle in viva voce,ho utilizzato la mia intollerabile interpretazione.
Invece è stupenda la voce e l'interpretazione della lettrice.

Renato

P.S. Faccio presente che tanti anni fa acquistai " LETTURE " in CD della Antologia Sonora.
Poesie di Giosuè Carducci,Giovanni Pascoli,Giacomo Leopardi e Lettere d'amore di Freud, Svevo,Proust, D'Annunzio,Gozzano,Rilke,Gramsci, Pavese, Thomas.
Tutte lette e interpretate da Giorgio Albertazzi,Arnoldo Foà, Vittorio Gasmann, Ruggero Ruggeri,Annibale Ninchi, Paolo Carlini,Alberto Lupo, Antonio Crast.

Amapolas
00mercoledì 15 novembre 2006 23:35
Quello che dici, Giancarlo, mi trova d'accordo.
Ciò nonostante credo che la poesia, come la lingua in genere,
vada verso una sintesi sempre più concisa che si riversa anche sul segno grafico della punteggiatura.
Io ho adottato una non-regola: non uso punteggiatura ma solo gli a capo e sempre con la maiuscola, non è molto corretto ma mi personalizza :)
Cobite
00sabato 18 novembre 2006 19:35
Re:

Scritto da: Amapolas 15/11/2006 23.35
Quello che dici, Giancarlo, mi trova d'accordo.
Ciò nonostante credo che la poesia, come la lingua in genere,
vada verso una sintesi sempre più concisa che si riversa anche sul segno grafico della punteggiatura.
Io ho adottato una non-regola: non uso punteggiatura ma solo gli a capo e sempre con la maiuscola, non è molto corretto ma mi personalizza :)




Devo solo far osservare che la punteggiatura è un uso nato con la scrittura alfabetica, indispensabile ad essa, mentre non si usava con i geroglifici. La lingua pian piano si è sempre più arricchita di segni proprio per migliorarne la comprensione e la sintesi limitando i lunghi giri di parole per evitare eventuali doppi sensi. In legge, ora come ora, una virgola in più o meno può cambiare il senso della sentenza, dell'ordinanza o della testimonianza (ho visto gli avvocati litigare per questo).

Secondo me non è corretto omettere la punteggiatura e certamente non ti personalizza la maiuscola ad inizio verso perchè la cosa è dilagata a dismisura soprattutto per due motivi:
1)ignoranza sulla punteggiatura; (qui mi metto pure io [SM=x142858] )
2)ignoranza sull'uso del computer per cui moltissimi non sanno come levare la maiuscola automatica ad inizio riga pre-impostata da Microsoft Word. [SM=x142883]

Sempre secondo me, il non usare la punteggiatura in poesia e la maiuscola ad inizio verso obbliga a dei ritorni a capo ben calcolati o si rischia di compromette la poesia.
Ora come ora per la maiuscola ad ogni inizio verso mi viene in mente "L'infinito" di Leopardi che però usava la punteggiatura (vedi "L'infinito" di Leopardi in manoscritto ).

[SM=x142887]
[SM=x142838] Giancarlo



Alois1949
00martedì 15 aprile 2014 13:57
l'importanza del ritorno a capo
Svolgendo una ricerca in internet sull'argomento, che sarà oggetto di un mio master in critica letteraria, mi sono imbattuto nel link a questo forum. Mi è sembrato interessante che "in rete" si parlasse anche di queste cose e mi sono iscritto. Poi navigherò meglio fra poesie, racconti e temi discussi. Intanto sulla questione tanto "chiacchierata" del ritorno a capo, il famoso "versus", mi permetto di segnalare un altro link, a un mio articolo. Può essere un contributo all'approfondimento, oppure potrà sembrare un'immodesta esuberanza. A me per indole e passione (della letteratura e della poesia in particolare) piace trasmettere quel che scopro studiando e il pensiero conclusivo che mi formo. Il link è www.emeresi.it/Teoria/ImportanzaDelVersus_210508.html .
Saluti a tutti.
Luigi
Raggio di Sole21.
00mercoledì 16 aprile 2014 08:16
Grazie per la tua segnalazione. Penso che il tuo contributo ci sarebbe davvero utile. Qui potresti trovare per la teoria e la critica letteraria tuoi colleghi ma anche persone che hanno compiuto percorsi diversi e sono arrivate a vette
altissime. Contesto solo una cosa del tuo post (non lo sai perché non sei ancora esperto di "Fiori"): il link del tuo articolo doveva essere messo in Cartellone pubblicitario.
In attesa di riprendere il discorso sul verso da quel famoso vertere in poi... ti saluto sperando di averti tra i nostri come assiduo frequentatore.
Ciao

[SM=x142887]

Laura.

Alois1949
00mercoledì 16 aprile 2014 09:12
Grazie dell'accoglienza
Grazie dell'accoglienza, Laura. Circa la "contestazione" fra virgolette, al mio primo ingresso nel forum non avrei avuto la faccia di mettere il link a un mio articolo addirittura nel cartellone pubblicitario. Mi è sembrato più opportuno segnalarlo con un post a chi avesse seguito ancora questa specifica discussione, peraltro datata a diversi anni fa.
Luigi
Raggio di Sole21.
00martedì 22 aprile 2014 16:49
Ad Alois:

[SM=x142849] puoi aprire, se credi, un'altra discussione proprio al Circolo, riportando il tuo articolo sul verso: è molto, molto interessante.

[SM=x142887]

Laura.
Violadaprile
00venerdì 13 febbraio 2015 03:13

Devo solo far osservare che la punteggiatura è un uso nato con la scrittura alfabetica, indispensabile ad essa, mentre non si usava con i geroglifici.



Il greco antico, l'ebraico e il cuneiforme, scritture alfabetiche e non geroglifiche, non solo non ammettevano punteggiatura ma neppure l'uso di vocali o di spaziatura tra le parole.
Non per niente millenni di rabbini si sono cimentati nell'interpretazione delle scritture che, non solo sono difficilissime per il contenuto gnoseologico, ma anche per il problema pratico della lettura del linguaggio.

Così, tanto per dire.
[SM=x142834]
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