Il ritorno a capo in poesia è sempre stato una cosa molto chiacchierata e allora di chiacchiera mi permetto di farne una anch'io.
In passato tutto era a metrica obbligata e con pure gli accenti in una determinata posizione e allora si tornava a capo alla fine del conteggio delle sillabe. Alcuni le facevano coincidere con una logica, altri molto meno. Sinceramente non mi piacciono quei ritorni a capo basati sul puro conteggio e
che assomigliano all'esigenza di una colonna di giornale, questo pur apprezzando moltissimo le poesie (dico un nome a caso: Montale)
Oggi ha preso piede il verso libero forse proprio perchè a molti l'antica metrica sembrava troppo invadente sul libero canto della poesia e questo lo gradisco anch’io. Però non mi piace quando si finisce egualmente per usare un ritorno a capo non armonico (o almeno che a me non pare armonico).
Allora come si dovrebbe fare?
Difficile dirlo, soprattutto sbagliato imporlo.
Allora dico solo come la penso io.
Sentendo la recita delle poesie fatte dalle solite buone voci per radio, televisione, cd e così via, ho notato che chi legge le poesie datate (Montale ad esempio) non si ferma sul ritorno a capo se questo è falsato ma lo fa con una piccola pausa quando questo è logico e s'intona con il canto della recita.
Ma allora che serve quel ritorno?
Va bene quando si seguiva una metrica obbligata, ma perchè disturbare la lettura quando c'è libertà di verso?
Secondo me, quindi, il ritorno a capo dovrebbe essere logicamente posto su una piccola pausa di recita e anche di lettura
ma sempre sul ritmo del canto poetico.
Qualcuno può dirmi che questa funzione è della virgola, ma io non la penso così. Penso infatti che la virgola compia funzioni di tono e sottotono, di congiunzione logica e solo in parte di pausa del respiro considerando che il "cambio tono" regala necessariamente una piccola pausa al lettore. Penso anche che la pausa vera e propria sia demandata al punto fermo di fine verso, al punto esclamatico, a quello di domanda o ai puntini di sospensione.
La cosa non è rigorosa, d’accordo, però si nota.
Il ritorno a capo in poesia, secondo me, dovrebbe quindi corrispondere quasi sempre ad una pausa della lettura, piccola ma grande abbastanza da essere capace di
marcare il ritmo. Va da se che allora il ritorno a capo dovrebbe logicamente seguire quelle regole del ritmo, in parte riprese anche dalla punteggiatura di congiunzione o di pausa in genere (ad esempio interporre un ritorno a capo tra aggettivo e soggetto a volte stona proprio).
Ecco perchè ogni tanto mi vado a leggere le regoline ed i consigli relativi all'uso della punteggiatura(vedi
Appunti sulla punteggiatura )
Un abbraccio
Giancarlo