Il museo dell'orrore

gitano40
00lunedì 28 gennaio 2013 23:01

Come farfalle ubriache
viviamo in una corale
perfetta di pianto
che ancora non si placa.
Il rosso del sangue
è il nostro eroico fondale:
attorno a noi solo compagni trafitti
in un bianco campo assorbente
di pagine merlettate.
Non dormiamo: i piccoli occhi
laterali lentamente si chiudono:
uno spillo programmato sul dorso
ci trapassa anche il cuore





Cobite
00mercoledì 30 gennaio 2013 11:12


La lettura mi affascina ma, confesso, parte del significato mi sfugge e la mia fantasia non riesce a creare un legame tra le immagini che mi arrivano un po’ inquietanti.

Un applauso.
[SM=x142874]
Giancarlo [SM=x142897]
gitano40
00mercoledì 30 gennaio 2013 16:57
Immagina non le vittime di tutte le guerre, ma quelle condotte in epoca capitalista ( non esistono modi di produzione diversi da questo- quello socialista (?) è solo un capitalismo di Stato), di cui le vittime di nazionalità ebraica sono solo una parte. Le vittime totali civili e militari della seconda guerra mondiale  di tutte le nazionalità e nazioni ( nazionalità e nazione hanno significato diverso, prima che esistesse Israele gli ebrei erano una nazionalità,non una nazione come adesso)ammontano almeno a 70 milioni. A queste guerre sono state dedicati musei dell'orrore ( non so quale sadismo e masochismo spinga le società presenti a dedicare alle vittime tali luoghi), di cui quello di Hiroshima, mi dicono è devastante. Ricordi il film "Hiroshima, mon amour?"

Torniamo alla poesia. Ho immaginato un tale museo dell'orrore, un museo di scienze naturali ( non si facevano esperimenti sui corpi delle vittime, non è un laboratorio di morte la guerra?) le enormi teche di insetti (disposte in ordine) uccisi, teche di farfalle "ubriache" ( immerse dunque in alcool). Esse sono poggiate su pagine bianche assorbenti  merlettate, a migliaia una accanto all'altra. A loro ho dato le ali e i colori delle farfalle ( il mio amore per i miei simili). Il fondale ( il fondo delle pagine è macchiato di sangue) è eroico (non deve farci tremare, ma spingersi a lottare contro un tale orrore). Vi si immagina una scena di morte: i corpi stesi, programmati per essere trafitti ancora e nel contempo una corale di pianto ( che ancora oggi non si placa, continua a scuoterci).
casum72
00mercoledì 30 gennaio 2013 17:11
Re:
gitano40, 30/01/2013 16:57:

, non è un laboratorio di morte la guerra?.



Hiroshima ne è l'esempio più lampante dove gli stessi esecutori hanno mandato gli scienziati per studiarne gli effetti (sadismo)

Bella la poesia bello il prologo (che condivido in toto) già di per se sufficiente per comprenderla al meglio
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