Il Ragazzo

moneder
00mercoledì 25 aprile 2012 22:19


Il Ragazzo aveva i capelli scuri e vellutati. Qualche suo ciuffo accarezzava il volto nascondendo con eleganza la fronte. Le proporzioni di quel muso ambrato non erano ancora spezzate dalla trasformazione dell'adolescenza, le linee che percorrevano il suo viso erano curve e semplici. Le labbra vantavano forme provocatorie, spesso appena dischiuse in un broncio pensieroso e raramente allungate da morbidi sorrisi. Tutto faceva pensare ad una creatura dalle origini sfuggenti, certamente miste.
Ma ci fu un momento in cui il Ragazzo alzò le ciglia e posò lo sguardo su di me. Non saprei descrivere con esattezza ciò che accadde tra quell'attimo e quello successivo. Forse il tempo si arrestò, forse la vita intera rimase sospesa in un volo.


Il Ragazzo aveva un nome, che successivamente conobbi ed imparai ad amare. A lungo esso si era impossessato dei miei pensieri, lo sentivo pronunciato tante volte quante in un concerto, tra le dita del pianista, ricorre un accordo maggiore, o tanto spesso quanto il nome del protagonista ricompare tra le pagine di un romanzo. Mi deliziava immaginare che in un futuro lontano avrei rammentato quel periodo della mia esistenza come un capitolo mellifluo, e avrebbe portato il suo nome.








alberto_58
00giovedì 3 maggio 2012 22:31
Ricorda le poesie di Sandro Penna.
Un incontro apparentemente casuale, ma forse no, che la sensibilità, la gestualità, il carattere di entrambi i protagonisti, il ragazzo e l'osservatore, trasformano in un evento unico, irripetibile, che rimarrà struggente per sempre nei ricordi, per tutta la vita.
Con poche parole sei riuscito a delineare un piccolo grande memorabile evento.
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