IL NONNO by IL SOTTOCUOCO

fiordineve
00domenica 6 febbraio 2005 04:05
IL NONNO

Mio nonno non conta più gli anni, ma solo i minuti di cottura della pasta, perché riesca sempre al dente, l’unico che gli è rimasto.
Da giovane voleva fare il giudice, ma poi ha scelto la strada più spedita e ha fatto l’imputato. Ogni mattina, quando spalanca la finestra e vede le prime luci dell’alba pensa che in fondo poteva andare peggio, ma tutto sommato anche meglio. Un giorno stava per buttarsi da un ponte, ma un giovinastro con i capelli corti, in giacca e cravatta, gli ha detto:
“Fatti da parte, sei vecchio!”,
e si è buttato lui.
Da quel giorno si è adagiato nella rassegnazione ed è tornato ai suoi cari fornelli, perché ha capito che era venuto il tempo di starsene accucciato nel suo angolo cottura. Mio nonno è una persona severa, a volte un po’ arrogante: quando gli sputano nella salsa si offende, vuol farlo solo lui. Bisogna capirlo, è stato giovane anch’egli (per non ripetere “lui”), sebbene con il passar del tempo si è tolto lentamente questo brutto difetto, però, si sa: qualcosa dentro resta sempre, come la garza o il bisturi dopo un intervento chirugico.
Mio nonno aveva una sorella gemella, ma non dialogano da anni: ognuno parla per proprio conto. Facevano una coppia straordinaria, ai loro tempi: lui batteva il Manzo e lei batteva a Monza. Molti dicono che sembra sempre che mi nonno faccia finta di niente, ma in realtà non se ne accorge proprio. Tutti dicono che un giorno io prenderò il suo posto, ma mi devo ancora abituare all’idea di non pelare più patate, non tagliare più cipolle e diventare il nonno di me stesso. Però, si sa, col tempo ci si abitua a tutto, se è vero come è vero che mi sono già abituato a non far troppo caso a quel che dico.
Ora mio nonno è un po’ preoccupato, da quando gli hanno fatto una biopsia e gli hanno trovato delle metastasi nel buon umore. Da quando gli hanno portato via la milza non fa che lamentarsi che gli manca, ha messo anche un annuncio perché gli venga restituita: “tenete pure i soldi, ma di una milza cosa ve ne fate?”. Mio nonno è un personaggio davvero unico: prima di sedersi a tavola ringrazia Dio perché qualcosa gli è rimasto nel piatto e poi bestemmia Buddha, perché tanto non capisce essendo indiano.
Quando mangia i fagioli scoreggia in latino, perché da giovane ha fatto il classico.
Adesso invece fa il post-moderno, ma non mi sembra poi tanto convinto. Forse un giorno andrà finalmente in pensione. Per adesso preferisce il campeggio.
Forse mio nonno è già morto da anni, ma nessuno glielo ha detto; d’altronde c’ha fatto il callo, nessuno mai gli dice niente. Certe volte mi chiedo come fa a sopportare tutto questo. Per fortuna non mi sono mai risposto. Devo andare, mi chiama. C’è da fare il soffritto.


Il Sottocuoco


fiordineve
00lunedì 7 febbraio 2005 19:16



Un nonno così simpatico ma dove si trova, negli ovetti Kinder?[SM=x142861]

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