IL FAGIOLO DI ARLECCHINO

vanni-merlin
00venerdì 13 agosto 2004 11:30
Un giorno uno zanni, di nome Arlecchino, affamato come non mai e con la pancia e lo stomaco che si esprimevano a borborigmi, con suoni di tutti i tipi provocati dal vuoto costante ed assoluto, vide a terra, in un campiello veneziano, un fagiolo caduto dal sacco di un mercante.

Egli si fermò di botto, ammaliato da quella visione: non credeva ai propri occhi!

Se li stropicciò più e più volte, si guardò attorno con circospezione, muovendo solo il capo per non farsi notare troppo; poi, lentamente, senza affrettare i movimenti e mantenendo i piedi fermi e piantati al suolo, con le gambe rigide e senza articolare le ginocchia, piegò di poco il busto verso la magica visione del fagiolo.

Sognava forse? Non lo sapeva ancora.

Poi si piegò ancora un pochino verso il legume, guardando a dritta ed a manca con brevi moti del capo per assicurarsi che nessuno vi fosse nelle vicinanze a rubargli quella leccornia.

Stese lentamente il braccio.

Poi si fermò: immobile, rigido, allungò la mano; avrebbe voluto essere più rapido, ma non poteva correre nessun rischio.

Arrivò con le dita a una spanna dal fagiolo; tornò a guardarsi intorno con circospezione ancora maggiore e, rapido come un fulmine, se ne impossessò.

E stette ancora più immobile per qualche secondo; poi lentamente si rialzò e, una volta ritto, stringendo forte il fagiolo, tornò a guardarsi intorno

Nessuno!

Bene!

Piano, piano, portò il pugno che stringeva la preda all'altezza degli occhi e, molto lentamente, aprì un dito, il pollice; poi toccò al mignolo e di seguito alle altre dita, finché il fagiolo gli apparve vicino,

bello,

grosso,

grasso,

lucente,

sodo….

una prelibatezza!!

Lo accarezzò dolcemente con un dito, molto dolcemente.

Lo annusò.

Fermo!

Dei passi nella calle vicina!

No, si allontanano…

Riaprì la mano che si era stretta a pugno, prese il legume tra l'indice ed il pollice; lo rigirò davanti agli occhi, poi si accostò alla parete di una casa, lontano dalle finestre, ad ammirare l'oggetto di tanta fortuna.

E cominciò a sognare:

il fagiolo con un grasso pollastro reso bruno da un sapiente spiedo

il fagiolo che nuotava nell'intingolo di una piena marmitta di terracotta

il fagiolo che si accompagnava all'arrosto di un porcellino da latte

il fagiolo appoggiato su di una grande polenta simile alla luna piena, assieme a carnose costicine di maiale che grondavano di succulento grasso…



Tutto questo sognava il nostro povero Arlecchino, finché riaprì gli occhi.

Tornò ad ammirare il suo magnifico fagiolo, con tenerezza; lo cullava, lo vezzeggiava, gli diceva dolci parole:

"caro el me fasiol...

ti xe beo...

te vogio ben come a un putin...

ti ga 'na siera...

'na siera come 'na puta da casar...

ti xe graso come 'na sposa

come 'na balia con do pope de buro

ti xe san come un zovinoto inamorà

e ti xe qua con mi

beo el me fasiol...

beo, beo..."

[caro il mio fagiolo… sei bello… ti voglio bene come ad un bimbo… hai una cera… una cera come quella di una fanciulla da maritare… sei grasso come una sposa… come una balia con due poppe di burro… sei sano come un giovane innamorato… e sei qui con me… bello il mio fagiolo… bello, bello…]


E, mentre diceva queste ed altre cose, se lo rimirava, se lo avvicinava alle labbra, piano, piano, per non consumarlo neppure con lo sguardo.

Finché tirò fuori dalla bocca la sua ruvida lingua di contadino e vi appoggiò il legume con delicatezza, come si tratta un bimbo in fasce.

Ah! quanti aromi si effondevano dentro di lui! dentro le sue fauci spalancate!

E che sapori!

Quello che prima vedeva ora lo assaporava:

il pollo

il porcellino

la polenta

l'intingolo

le costicine

e ancora, ancora

il tenero formaggio de casata, fresco che si scioglieva in bocca…

e poi quello più stagionato che gli bruciava le labbra con il suo piccante aroma…

il dolce speziato di droghe orientali che mai aveva potuto avvicinare neppure nei

sogni più arditi…

il lardo insaporito di salvia de Ciosa [Chioggia]

Tutto, insomma, tutto assaporava e la sua bocca era spalancata verso l'alto e si ripassava la mano sulla pancia, che sembrava riempirsi di tutta quella grazia di Dio!

Ahhh



"so squasi sassio!

sto za ben…

che fortuna!

che fortuna!"

[sono quasi sazio! Sto già bene… che fortuna! Che fortuna!]



CIAO, ARLECHIN !

COSA TI FA?!



La lingua si ritrasse, più veloce del fagiolo, che finì miseramente a terra, rimbalzando sulla fondamenta e cadendo nel canale…

Una lacrima, una piccola lacrima apparve sulla commessura dell'occhio, mentre il povero Arlecchino guardava sconsolato i cerchi dell'acqua che, lenti, si allargavano da dove il fagiolo si era immerso e, ironici, specchiavano il suo sogno infranto.



MALEDETO BRIGHELA

cosa ti fa qua?!

me vien da piansare!

me vien...

però, CHE PRANSO CHE GO FATO!!!

[maledetto Brighella! Cosa fai qui?! Mi viene da piangere! mi viene… però che pranzo ho fatto!!]




[Modificato da Cobite 14/08/2004 9.21]

Cobite
00sabato 14 agosto 2004 09:35
... e che lessere che me son fatto mi! Bravo toso, ti xe proprio bravo. Te ga on dono, ciò! (perdona, so che non el xe venessian puro el mio ma soo veneto imbastardà)

[... e che lettura che mi sono fatto io! Bravo ragazzo, sei proprio bravo. Hai un dono, ciò! (perdonami so che non è veneziano puro il mio ma solo veneto bastardo)]


[SM=x142848]

Giancarlo



vanni-merlin
00domenica 15 agosto 2004 14:25
in effetti, scrivere in veneto (ma poi il "veneto" ha connotazioni diverse a seconda delle località...) non è la cosa più facile....

comunque sono contento che ti sia piaciuto questo "scherzo" da commedia dell'arte...

ciao

vanni
fiordineve
00giovedì 23 settembre 2004 18:42


Mi viene da piangereeeeeee, insomma sto Arlecchino che immaginava in tutti i modi come consumare quel fagiolo poi lo perde.[SM=x142825]

In ogni favola c'è una morale, qui dov'è?

Ah siiiiiiiiiiiii, meglio mangiarsi un vasetto di nutella oggi che uno spicchio d'aglio domani.
Naaaaaaaaaaaaa.............. fate voi di meglio, ma la morale deve saltar fuori, chi l'ha presa la rimetta al suo posto.[SM=x142819] [SM=x142904]

Ciò, fijoi mi non son veneta, e non me piase gnanca eserlo, però n'artra storia così me piasaria leserla, me pare de eser uno dei Pitura Freska.[SM=x142840] [SM=x142905]
ariadipoesia
00venerdì 24 settembre 2004 08:27
simpatica e molto ben scritta


complimenti[SM=x142846]
vanni-merlin
00venerdì 24 settembre 2004 19:44
Re:

Scritto da: fiordineve 23/09/2004 18.42


Mi viene da piangereeeeeee, insomma sto Arlecchino che immaginava in tutti i modi come consumare quel fagiolo poi lo perde.[SM=x142825]

In ogni favola c'è una morale, qui dov'è?

Ah siiiiiiiiiiiii, meglio mangiarsi un vasetto di nutella oggi che uno spicchio d'aglio domani.
Naaaaaaaaaaaaa.............. fate voi di meglio, ma la morale deve saltar fuori, chi l'ha presa la rimetta al suo posto.[SM=x142819] [SM=x142904]

Ciò, fijoi mi non son veneta, e non me piase gnanca eserlo, però n'artra storia così me piasaria leserla, me pare de eser uno dei Pitura Freska.[SM=x142840] [SM=x142905]



questa poi!! tu sei veneta?!!

anca ti... beh... a me non dispiace poi tanto... se fossi un ostrogoto sarebbe lo stesso...

la morale?... non la trovi? per forza: io sono immorale [SM=x142843]

a parte gli scherzi, credo si debba leggere una morale consueta, immutata nel tempo... quella che al poveraccio la sfortuna non manca mai, come pure le delusioni... è poca roba forse, ma, chissà perché, si tratta di un argomento forte nella commedia dell'arte...

ora ti abbraccia il solito miscredente...
[SM=x142944]
vanni-merlin
00venerdì 24 settembre 2004 19:46
Re: simpatica e molto ben scritta

Scritto da: ariadipoesia 24/09/2004 8.27


complimenti[SM=x142846]



grazie, Angela! sei sempre molto carina
mi fai un po' arrossire...
un fiore per te

[SM=x142892]

ciao

vanni
fiordineve
00sabato 25 settembre 2004 04:48

COME OSI

DARMI DELLA VENETA?


SONO LOMBARDA


DI


M [SM=x142887] A [SM=x142887] N [SM=x142887] T [SM=x142887] O[SM=x142887] V [SM=x142887] A[SM=x142887]


E GUAI A CHI NON LO SA!


PESTE LO COLGA!




[SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27826]
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vanni-merlin
00sabato 25 settembre 2004 10:59
Re:

Scritto da: fiordineve 25/09/2004 4.48

COME OSI

DARMI DELLA VENETA?


SONO LOMBARDA


DI


M [SM=x142887] A [SM=x142887] N [SM=x142887] T [SM=x142887] O[SM=x142887] V [SM=x142887] A[SM=x142887]


E GUAI A CHI NON LO SA!


PESTE LO COLGA!








allora sarò colto da peste!![SM=x142839]
bubbonica anche....[SM=x142843]

mantua te genuit... come il "duca" di andes...

mi cospargo il capo di cenere per la gaffe...

un abbraccio a te ed un saluto alla tua città gioiello...

ciao

merlin


[SM=x142914]
fiordineve
00lunedì 4 ottobre 2004 00:34
Abbiamo perso di vista la domanda principale:



la morale deve saltar fuori, chi l'ha presa la rimetta al suo posto

vanni-merlin
00lunedì 4 ottobre 2004 16:11
Re:

Scritto da: fiordineve 04/10/2004 0.34
Abbiamo perso di vista la domanda principale:



la morale deve saltar fuori, chi l'ha presa la rimetta al suo posto




[SM=x142826]
in realtà della morale non me ne importa molto...

comunque dai un'occhiata sopra... ho già risposto qualcosa...

cura ut valeas...[SM=g27811]

[SM=x142944]

ciao

vanni

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