I lumi della ragione

HankMoody89
10mercoledì 16 settembre 2015 17:39
Le gocce cadono lente in prigionia,
lente scendono,come fragili incubi al crepuscolo.
Nella vivida luce della follia mi sedei a pensare,stolto nel
credere che l'uscita del dedalo sarebbe stata lì,
ad attendermi.
Viscerale era il terrore che provavo,quello dal quale fuggivo.
Mi divorava l'anima,la faceva e brandelli e l'ingoiava,
con delizia.
Così alla stazione dell'oblio
non mancai la mia fermata.
Decisi di partire,lontano da ciò che mi era estraneo.
Scavai dentro me stesso,cercando disperatamente,
mosso da fugace speranza,non sapendo che non v'era nulla
da trovare.
E del caos che rimase,non seppi ricongiungere i pezzi.
Crollai,come un vecchio muro abbandonato: divenni
polvere e macerie.
Mi trascinarono via,additandomi con scherno,
senza nè remora nè rimorso.
Mi legarono stretto; Stolti!
Hai mai potuto nessuno legare il vento?
Il riso allegro si faceva strada
tra le mie labbra,deformando
il mio volto mascherato.
I miei passi si facevano più leggeri,
i sogni più vividi,l'oscurità più diafana.
Tra le urla ed i mattoni mi libravo leggero,osservando
il brancolare di quegli angeli misericordiosi.
Pazzo,pazzo mi chiamavano,mentr'io a lungo
riflettevo su quella buffa parola.
E solo varcando le porte del purgatorio,
tutto fu chiaro,limpido come un cielo
d'estate.
Risi,risi,di gran gusto e di buon cuore!
Ah!Ah!Ah!
Che illuminazione!
Quale verità!
Il mondo è solo una grande,grassa risata.

HankMoody89
00mercoledì 16 settembre 2015 17:42
E' una mia riflessione,scritta in versi liberi,sulla natura della follia,e sul tormento che conduce ad essa.
Ma a me piace anche intenderla come metafora dell'incomprensione del diverso,di ciò che noi ripudiamo perché non rientrante nei nostri schemi.
Buona lettura!
Ramonac
00mercoledì 16 settembre 2015 17:54
''La vivida luce della follia'' è un'immagine bellissima, che è anche un ossimoro se si pensa che di solito si accosta la follia alle tenebre invece che alla luce. Secondo me questa sentenza è anche la chiave di lettura della poesia, che riflette sulla ''follia'' in modo più aperto, perchè infondo chi viene considerato folle dagli altri è perchè non viene capito, ma nel proprio essere più intimo qualsiasi suo pensiero è perfettamente normale (per sè stesso). Con folle intendo non solo i casi psichiatrici.
In una società basata sull'omologazione spesso folle è considerato chi la pensa diversamente, e purtroppo questo è un segno della grande chiusura mentale che è propria della maggior parte delle persone che esistono ora su questo pianeta.
Mi piace l'invito a prendere la vita sul ridere perchè infondo non si possono cambiare un granchè di cose, ma almeno si può non vedere tutto negativamente; e non ci resta altro che ridere.
debona
00venerdì 18 settembre 2015 12:06
Ho spostato nella sezione "prosa" il tuo scritto. Ho letto con interesse il tuo pensiero e credo che viviamo in una societa' dove ormai la normalita' viene considerata anormalita'. D'accordo anche io sulla necessita' di prendere la vita sempre con un sorriso. [SM=x142922]
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