Giornata mondiale per la lotta contro l’Aids

FidelisAdmin
00venerdì 1 dicembre 2006 12:16




Giornata mondiale per la lotta contro l’Aids. L’impegno di Save the Children. Guerra e HIV: una doppia emergenza che affligge 15 milioni di persone


Erano almeno 40 milioni le persone affette da AIDS nel 2001. Il 70% di loro (28 milioni) vive nell’Africa subsahariana, dove è concentrata la maggior parte dei conflitti in corso in tutto il mondo. Dei 17 Paesi con più di 100.000 orfani per AIDS, ben 13 sono in guerra o in situazioni di emergenza legate a conflitti. Secondo l’UNAIDS (l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di AIDS) la situazione sta precipitando in Somalia e Sudan, Paesi alle prese da anni con conflitti civili. Durante il genocidio perpetrato in Ruanda nel 1994, almeno 15.000 donne rimasero incinte. 2.000 di loro vennero sottoposte a test HIV e l’80% risultò sieropositivo. Nel Nord dell’Uganda le forze ribelli si sono rese responsabili dello stupro di migliaia di ragazze. Nel 1997 il 27% dei militari ugandesi era sieropositivo, rispetto a una media nazionale del 9,5%. In Burundi si calcola che il 13% delle ragazze e l’8% dei ragazzi sono affetti dall’HIV. Nella Repubblica Democratica del Congo, il Paese africano che da più anni è in guerra, almeno 680.000 bambini hanno perso i genitori per AIDS. Si calcola che nel prossimo decennio l’HIV farà un numero di vittime dieci volte superiore a quello dei conflitti. Questi i dati presentati da Save the Children nel rapporto HIV e conflitti: una doppia emergenza. Senza guerre, potremmo combattere l’AIDS.

“Guerra e AIDS costituiscono una doppia terribile emergenza per 15 milioni di persone in tutto il mondo”, dichiara il Direttore di Save the Children Italia Angelo Simonazzi alla vigilia della Giornata mondiale di lotta contro l’AIDS (1° dicembre). “Ancora una volta sono i minori a pagare il prezzo più alto. In guerra i bambini e gli adolescenti sono i più vulnerabili, perché più esposti alle violenze e ai ricatti di gruppi armati”.

Perché l’AIDS si diffonde più facilmente nelle situazioni di conflitto
Al momento gli indici più alti di diffusione dell’HIV si registrano in Paesi che non sono in guerra, ma si calcola che nei prossimi dieci anni il virus si propagherà soprattutto nelle aree toccate da conflitti armati. Particolarmente allarmanti le previsioni per Angola, Burundi e Repubblica Democratica del Congo. In tutte le situazioni di conflitto l’HIV/AIDS si diffonde più rapidamente. Le cause sono molteplici: collasso dei servizi essenziali sanitari ed educativi; aumento di sfruttamento e violenze sessuali; scarsa o inesistente attività di prevenzione. Queste situazioni si registrano soprattutto nei campi profughi e nelle zone più vicine al fronte. Molte giovani sono costrette a prostituirsi in cambio di cibo e vestiti per le proprie famiglie e sono diffusissimi i casi di stupro e violenze sessuali. Così Clemence, una bambina di 11 anni del Burundi, racconta la sua esperienza: “Mio padre morì in guerra nel 1993 mentre il resto della famiglia era in un campo profughi. Mia madre era malata di AIDS e morì poco dopo. Rimasi da sola con le mie sorelline di 4 e 6 anni. Dormivamo in strada e avevamo sempre fame. Noi ora abbiamo trovato aiuto, ma ci sono tanti bambini che vivono in strada e che hanno immediato bisogno d’aiuto”.

Un allarme inascoltato
Finora le risposte dei governi a queste emergenze sono state del tutto inadeguate. Stati come Sierra Leone, Liberia, Burundi e Angola stanno venendo meno agli impegni assunti nell’accordo siglato durante la Sessione Speciale dell’Assemblea delle Nazioni Unite del 2001. In quell’occasione si stabilì che era preciso compito dei governi garantire assistenza sanitaria ai minori malati di AIDS e condurre programmi di prevenzione e di educazione sanitaria. La causa principale di questo fallimento è la carenza di risorse economiche da parte dei Paesi interessati e la scarsa attenzione dimostrata finora dalla comunità internazionale. I contributi al Fondo Globale per l’AIDS, Tubercolosi e Malaria sono assai scarsi e i Paesi coinvolti in conflitti non hanno praticamente ricevuto alcun finanziamento. Le stesse agenzie umanitarie che operano in situazioni di guerra non riescono a rispondere in modo adeguato alla minaccia dell’HIV/AIDS. Impegnate a garantire alle popolazioni civili i bisogni elementari, non riescono ad elaborare programmi di assistenza sanitaria e di prevenzione all’AIDS. Tutto questo colpisce in primo luogo i minori, in qualsiasi conflitto i soggetti più vulnerabili. Molti di loro sono senza casa e senza famiglia, alla mercé degli eserciti e delle bande armate, incapaci di far valere i loro diritti più elementari.

Che fare
Governi, donatori e agenzie umanitarie devono intraprendere con la massima urgenza azioni volte a difendere la vita di circa 15 milioni di persone minacciate dall’HIV/AIDS in situazioni di conflitto in tutto il mondo. Non farlo vorrebbe dire tradire gli impegni assunti con la Convenzione dei Diritti del Fanciullo e con la Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS. I Paesi più ricchi e le organizzazioni private possono dare un aiuto concreto finanziando strutture come il Fondo Globale per la lotta contro Aids, TBC e Malaria e il Consolidated Humanitarian Appeals Process della Nazioni Unite.

Fonte: Save the Children
Cobite
00venerdì 1 dicembre 2006 19:05

Guerra e AIDS costituiscono una doppia terribile emergenza per 15 milioni di persone in tutto il mondo”, dichiara il Direttore di Save the Children Italia Angelo Simonazzi alla vigilia della Giornata mondiale di lotta contro l’AIDS (1° dicembre). “Ancora una volta sono i minori a pagare il prezzo più alto. In guerra i bambini e gli adolescenti sono i più vulnerabili, perché più esposti alle violenze e ai ricatti di gruppi armati”.



Obbiettivamente si deve anche tenere conto che è estremamente difficile portare aiuto li dove la vita vale meno di niente e le risorse vengono spese per comperare armi da usare guerre tribali, razziali e fratricide a discapito dei loro stessi figli.

E’ un senso d’impotenza che mi prende davanti a queste tragedie della miseria umana. [SM=x142904]

Giancarlo cobite

[Modificato da Cobite 01/12/2006 19.06]

@lucyen@
00venerdì 1 dicembre 2006 19:26


BUON PRIMO DICEMBRE

è la giornata mondiale sull'AIDS e ciò che
posso dire anche a nome di donna e
mamma di una ragazza e di un ragazzo è che
si tratta di un'epidemia che si sta diffondendo
in tutto il mondo, quindi pensate a proteggervi,
pensate a usare qualcosa
Se fate uso di droga o aghi fate attenzione,
pensateci perché non è sano ed io dico sempre
...hai miei figli...
Se fai sesso con qualcuno usa il PRESERVATIVO…

vogliatevi bene!
come io ne voglio a voi!
bacio lucyen
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