Free Press

florentia89
00venerdì 13 giugno 2008 16:52
Considerazioni


Free Press – Stampa gratuita

E’ noto che gli italiani, rispetto inglesi, francesi, tedeschi, americani, siano lettori di quotidiani meno entusiasti e numerosi. In questi paesi i giornali, venduti a milioni di copie, lo sono in numero doppio o triplo, ripartendosi anche come stampa mattutina, pomeridiana, serale, cosa da noi non esistente. Stante questo stato di cose, da me già visto come studi universitari, c’è comunque che io sia stato sempre uno dei non numerosi acquirenti di quotidiani di indirizzo liberale-centro-destra.
In questo inserto non parlo della stampa periodica, riviste soft oppure più o meno impegnate, avente nell’insieme gli stessi problemi dei fratelli editi di primo mattino (non so perché ma da noi la stampa serale non esiste; tentativi come Paese-Sera, Momento-Sera, e qualche altro, hanno avuto vita breve ed esiti finanziari tragici).
Temo però che la diffusione di questo tipo di carta stampata da parte del mio giornalaio, e delle migliaia di colleghi, sia destinata a ridursi ancor di più, ed a convalida di ciò mi baso su una esperienza personale, relativa alla giornata che si chiude, mentre redigo queste note sul problema e sullo studio di una possibile soluzione. Allora:
E’ mattino; esco per commissioni. Sono diverse ma non prenderanno molto tempo. Conto di rientrare in tempo per desinare con mia moglie che, prima di uscire dice: …“Frà, ricordati di comprare il giornale; non “Il Giornale” di Berlusconi, ma “Libero” di Feltri, mi piace di più”..
Prometto che provvederò e via, inizio il tour mattutino.
Di fronte casa ho l’edicola ma l’acquisto lo farò al ritorno, non posso portarmi il giornale dietro per qualche ora, è scomodo e si sciuperebbe.
Prima sosta all’Ambulatorio per una analisi di sangue, pochi minuti ed esco con un giornaletto free-press, “LEGGO”, di sole 40 pagine, una cosetta penosa. Comunque durante la breve sosta lo sfoglio e come notizie non è male, oltre a riportare cronaca, programmi radio-TV-cinema-eventi, che non guasta e servono. All’uscita mi consegnano pure un settimanale sanitario, così si aggiungono 40 pagine.
Prendo un caffè al bar di fronte e qui mi danno un giornale gratis più serio, “POLIS”, diciamo un vero quotidiano, meno commerciale, di ben 48 pagine e con articoli niente male, a mio giudizio di indirizzo centro sinistra. Questi sulla facciata ha il prezzo di vendita, 50 centesimi, ma dalla nascita viene distribuito senza pagare nulla. Resta che il suo modo di pensare mi piace poco così, alla pasticceria seguente, prelevo una copia di “DNEWS”, altrettanto serio, di 48 pagine, con orientamento centro-destra. L’equilibrio è ristabilito.
Piccoli servizi in centro, spostamento in bus e metro, e chiudo il giro stringendo altri Free-Press, come “CITY”, 40 pagine, niente male, con ottime recensioni dei film in programmazione, “METRO”, altre 40 pagine, che mi piace un sacco per le vignette-strip sulle vicende di Rob, Bucky e Satchel, cioè padrone, gatto e cane, che vengono viste da tutti prima di sfogliare il giornale il quale, ad ogni modo, è uno dei migliori rispetto gli altri. All’uscita della Metropolitana al mio dossier si aggiunge “M-Metro”, una versione dedicata ai viaggiatori che scelgono il sottosuolo e non la superficie. Penso che qualche altro loro fratello mi sia sfuggito, mentre mi rammarico della scomparsa del “Giornale d’Italia”, vero quotidiano, anch’esso Free, pur se figurava costasse un Euro, da paragonare a Polis o DNews, sul quale io scrivevo abitualmente, che ha dovuto chiudere per motivi economici, non supportato da editori di livello.
Mi avvio verso casa e passo in farmacia, acquisto una medicina e la farmacista, che conosco, assieme al resto, mi consegna una vera rivista sanitaria periodica, anch’essa free, altre 60 – 70 pagine.
Sono imbarazzato nel mantenere compatto il pacco stampa che ho con me. Ad occhio e croce penso di avere 300 pagine e più di quotidiani, di cui cento alquanto seriose, e duecento un po’ meno, ma sempre interessanti, oltre cento abbondanti di pubblicazioni di tipo”salute”. Dovrebbe essere almeno un chilo di carta stampata gratis.
Sotto casa mi ricordo di mia moglie e all’edicola:
…”buongiorno signora, mi dia un Euro di Libertà” … E lei:
…”dottore, l’ho terminato poco fa, ma non l’aveva acquistato stamane? Vuole “Il Giornale”?, il “Tempo”? (non offre “Repubblica” o “Messaggero”, sa come la penso, e include negli esclusi anche “Il Corriere della Sera”, che pur apprezzo da sempre, allontanato da quando Mieli si è messo ad amoreggiare con Veltroni e D’Alema).
… “no signora, per oggi salto, magari domani me lo tenga da parte”..
Entro in casa con le cinquecento pagine di giornali e riviste che ho scarrozzato per l’intero mattino, avute un po’ qui, un po’ là, e una moglie schifata mi apostrofa duramente:
… “lo sapevo che ti saresti dimenticato di “Libero” come altre volte (che amoreggiasse con Feltri?), ed ora che leggo pomeriggio e sera?”..
Inutile far presente che cinquecento pagine di tutto, politica di vario colore, cronaca, gossip, sport, programmi, spettacoli, sanità, è tutto lì, a portata di mano. E’ come se l’Enciclopedia Treccani dei quotidiani che è sul tavolo non contasse nulla. Povero me, ed ora che leggerà?
Sono le 18. Esco per ritirare le analisi della mattina e un signore sulla cinquantina, che mi fa un po’ pena (disoccupato adulto, mi dirà) mi offre “24 Minuti”, il fratello serale free-press del più importante “Sole 24 Ore” del mattino. Come rifiutarlo? E sotto il portone di casa una donnetta anziana tenta di convertirmi spingendomi ad accettare due numeri della “Torre di Guardia”, il giornaletto dei Testimoni di Geova. Perché deluderla? Così altre cento pagine si aggiungono alle cinquecento in casa. Non siate increduli, assicuro che quanto esposto è la cronaca di oggi, o altra giornata, poco conta, per quanto riguarda il nostro leggere giornalistico, nulla ho aggiunto o mi sono inventato.
Tornando all’inizio resta che gli italiani i quali il mattino acquistano il giornale saranno destinati a scendere, trovandosi nella mia situazione, che vedo ripetuta in mio figlio, le figlie, amici e conoscenti.
Così il divario di lettura dei quotidiani convenzionali si accentuerà ancor più rispetto inglesi, francesi, tedeschi, lascio perdere gli americani, se anch’io abbia deciso si soprassedere all’acquisto del “LIBERO” chiesto da mia moglie e che, ovvio, avrei letto anch’io (e come me chissà quanti avranno fatto o faranno altrettanto).
Non posso poi che confrontare questa situazione con quella della mia gioventù quando i giornali, a parte la Free-Press che non c’era, per la mancanza della carta in tempo di sanzioni e guerra, scesero prima ad otto pagine (2 fogli) e poi a sole quattro, contro le settanta di oggi.
Ah Duce! mancava tutto, pure la carta, e volevamo vincere la guerra!

ELIPIOVEX
00martedì 24 giugno 2008 22:05
Hai dimenticato di aggiungere che ora i giornali possono essere letti gratuitamente su internet (e ci sono pure i motori di ricerca che si ricordano il tipo di notizie che preferisci leggere e te le propone per prime).
Personalmente ho poco tempo per fermarmi in edicola, un po' di più per spulciare in internet.
Se i giornali fossero solo on line gli alberi ringrazierebbero.
florentia89
00mercoledì 25 giugno 2008 07:49
Ciao Michela
Vedi, so bene che da Internet si può ottenere tutto o quasi, ed io ne approfitto, ma volevo parlare solo del supporto "carta" in quanto mia moglie (forse a causa mia) rifiuta di mettere le dita sulla tastiera e accessori dei due computer di casa, perciò si rivolge ai quotidiani classici e non al Monitor, più semplice ma non so quanto più simpatico.
Ciao
ELIPIOVEX
00mercoledì 25 giugno 2008 13:27
Ci sono molte persone che per principio rifiutano la tecnologia.
Anche i miei non ne vogliono sapere!
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