E il mio "Capo" se ne andò

florentia89
00lunedì 5 maggio 2008 07:53
Flash e angosce di tempi. Storia, nessun'altra cosa
“Muore il Capo” Trilogia

“La prima volta" - prima di tre -
E' un racconto particolare, personale, pur se ispirato ad un evento tragico come quello della morte del Duce. Non l’avrei incluso se la protagonista, che ho chiamato Marina, ci fosse ancora.
Ah! Duce, anche se tu possa entrarci indirettamente è pur sempre un mio coinvolgimento nel turbine finale della tua e nostra Repubblica.
Fine di Aprile 1945. Sono a Roma
….”hanno ammazzato il Duce!”…..
….“no! non può essere! non è vero!”….
.…”è vero! l’ha detto la radio, lo stanno dicendo i giornali”...
….”mamma! papà, hanno ammazzato il Duce, il Duce non c’è più!”..
….”Cristo, non è possibile, perché non l’hai salvato!”….
….”Papa del cavolo, non potevi fare qualcosa?”….
….”perché dici se l’è meritato! infame te e tutti i tuoi”….
….”com’è stato? pare i partigiani! Chiunque sia maledizione a lui”..
….”Frà, hanno assassinato il Duce!”….
….“Marina non ci credo! voglio vedere, sentire!”….
….”Frà aiutami, mi sento morire, no! non dire anche tu!”….
…. “Marina non singhiozzare, è finita, non lo vedremo più!”….
…. ”ricordi al Foro contro il cielo, pareva uno degli Dei dell’Olimpo!”
….”t’asciugo il viso, stammi vicina, tu ci parlasti!”….
….”mi chiese il nome, ma il brivido ce l’ho sempre!”….
… ”io una volta gli strinsi il braccio, mi sorrise! ... la pagheranno!”..
….”Frà, le mani mi tremano, che fai tremi anche tu?….
….”andremo a trovarlo ovunque sarà, se quei cani lo lasceranno!”….
….”se ricordo il Colosseo? certo Frà, comandavi il manipolo e per me eri il Duce, lo sapevo che ti piacevo ma la cotta l’avevi per Letizia! la invidiavamo in parecchie!”….
….”Marina hai gli occhi gonfi, ci pongo un bacio, così ti passerà”….
….”perché non ti vedi, sembra che tu abbia dieci anni di più. Ora che farò senza lui e senza te, Frà non te l’ho detto, ma mio padre ci porta in Venezuela, vieni anche tu!”….
….”Marina non posso! forse dopo! Mia madre non sta bene anche per i dispiaceri che gli ho dato da due anni a questa parte! come fargli capire quanto valeva il Duce per me? mio padre no, sarebbe contento venissi con te e avessi un futuro che qui non c’è” …
….”maledetti, hanno ammazzato il Duce, che farò senza lui, te, i nostri amici, lontana dall’Italia?”….
….”Marina stammi più vicina, hai freddo, non tremare!”….
.... “Frà, ti voglio bene, non so se ti amo, forse si!”….
….”Marina, ti ho fatto poco il filo, ma sai in quanti impicci mi sono cacciato e trovato, penso me le sia cercate tutte!”….
….”non eri il solo, c’ero io, c’erano i migliori amici, abbiamo pensato poco a noi e tanto al Duce che cominciava a morire!”….
….”no! non stringere così, mi fai male!”….
….”Marina credimi, non ho detto a nessuna ti amo, lo dico a te ora!”
….”ti amo anch’io, oggi è un giorno bruttissimo e bellissimo, lo ricorderò sempre nel bene e nel male, il Duce non s’offenderà se prima del male ho messo il bene”….
….”perché piango? Per il Duce di sempre e perché con te mi sento protetta e amata, stammi vicino”….
….”abbracciami … stringimi .... si … ancora .. ancora..”
…”non c’è grazie che possa dirti Marina, è la prima volta per me!”...
…”anche per me, ti amo”….
Così è stata la mia e sua prima volta; beh! quasi una prima perché in effetti superammo certi limiti per allora tabù, ma non tutti, come avverrà con i giovani di dopo e oggi che li considerano come facile routine, magari sbadigliandoci sopra. Prima volta tragica e stupenda, con il Duce che forse avrà osservato da lontano. Non si facciano i cinici, i saccenti, fu una prima volta da impreparati, da coinvolgerci in un infinito bagliore che si ribella alla morte. Ebbene si! abbiamo pianto in due (si può piangere in tali casi?) e c’illudemmo di avere complice un Duce tradito, per noi padre ed amico. Avevo diciotto anni, lei qualche mese di meno, fu una espressione di gioia meravigliosa, amore o affetto che fosse, presente e potente. Marina in seguito partì per il lontanissimo Venezuela, che raggiunse con una navigazione interminabile e ebbi la sensazione si trasferisse in un altro pianeta. Non la seguii. C’eravamo voluti certo bene ma forse vero amore non era.
Mi scrisse, m’invitò a trasferirmi intorno Caracas ove un ingegnere petrolifero amico di famiglia, troppo amico, mi avrebbe trovata una sistemazione. Lo sposò e fu giusto così.
Anch’io avevo accarezzata l’idea di lasciare quella Italia accidiosa, cattiva, che non mi piaceva. Decisi però di restare, sia per lavorare, sia per cercare di far qualcosa per migliorare il paese. Poi nel 1950 mi innamorai di una “piccola italiana”, in effetti la mia prima vera donna.
La sposai, mi sopporta da una vita, sempre giovanile e positiva, come una di loro sapeva e doveva essere. Incontrerò Marina anni dopo, in una breve visita all’Italia non dimenticata e a qualcuno dei suoi. Mi presentò il marito, l’ingegnere petrolifero che non mi piacque, ebbi l’impressione per lui contasse solo l’oil business. Lei gli disse:
..“Al, ecco con chi piansi un giorno intero quando uccisero il Duce”..
A lui importò poco del pianto, dei sentimenti e tanto meno del Duce, avessimo parlato di petrolio si sarebbe interessato di più. Chiaro che Marina i fatti di allora li riferì a metà.
Mi strinse al collo, entrambe le braccia e: “ti ho amato sempre Frà, abbraccia tua moglie e digli da parte di un’amica che è stata fortunata”
Vidi nei suoi occhi una insoddisfazione grande e non nascosta.
Come dimenticare questa “quasi” mia e nostra prima volta?
Duce, Duce, non dirmi che sto mischiando cose troppo diverse, in un certo senso noi quei momenti li dedicammo a te.
Ci illudemmo di sentirti vicino, vicino a un balilla e una piccola italiana che, se necessario, sarebbero stati pronti a donarti la vita e seguirti nel tunnel oscuro ove ti sei trovato abbandonato e solo.

Devo un completamento. Ho atteso molto prima di decidere se rendere pubblico questo racconto. Avevo ed ho dubbi sia un testo adatto per chi segue i miei scritti, persone per lo più molto giovani.
Forse ho toccato corde che potrebbero interessare solo me, o pochi altri.
Qualcuno che ha letto in anteprima il pezzo mi ha detto sbrigativamente "ma quanta ipocrisia per esserti profittato di una minorenne e della sua debolezza psichica del momento!”
Quanto alla “ragazza minorenne” mi viene da sorridere. La maturità di una quasi diciottenne che si era sorbita la Repubblica Sociale, e altre particolarità, superavano largamente, a mio giudizio, quella di una trentenne e più di oggi. Altrettanto dico per “l’approfittarsi un bel po’..”, non ci fu forzatura alcuna, tutto venne spontaneo, naturale, aggiungerei anche “pulito”, “rispettoso”. Chiaro che colui o coloro che così si sono espressi non hanno capito alcunché, occupati a fare in una vita amorfa gli eterni figli di famiglia, trafficando con ragazzine impasticcate, di facile disponibilità.
Concludo augurandomi che il racconto sia servito a rendere tangibile una situazione sentimentale e tragica al tempo stesso, riflettente il giorno infausto in cui sapemmo della morte del Duce.
Mi è stato chiesto se ho avuto notizie successive di Marina.
Si, Marina non c’è più, sarà sempre nel mio ricordo.
E poi, in merito a quanto io abbia inteso con il termine “quasi”, oltre il cattivo gusto della domanda fattami sui “limiti” non oltrepassati, rispondo che “quasi” significa “quasi”, avverbio dall’indubbio significato sostituibile con pressoché, circa, poco meno, eccetera.
In tempi relativamente recenti vidi la figlia venezuelana di Marina.
Mi disse che era venuta in possesso di un Diario della mamma ove parlava molto positivamente di me, di noi, del nostro rapporto.
Mi chiese perché non avessi insistito per sposarla, oltre a precisarmi che il papà “petroliero” si era diviso e allontanato da tempo.
Ebbi modo di confermargli che con Marina nulla avvenne di definitivo ai fini del rispetto della persona e della vita successiva, in relazione ovviamente ai tempi di allora, non certo quelli odierni.
Ci commuovemmo un bel po’ assieme.

Duce perché non ti sei fidato? – Seconda di tre“
Franci, hai sentito! il Duce appeso come un vitello scannato! magari potessi piangere, mi scaricherei una parte dell’inferno che ho dentro”…
…”Francesco, anch’io mi sto sentendo male! Marina poi è oppressa dall’angoscia e, se non bastasse, il padre la porterà in Venezuela”…
….”dobbiamo incontrarci? dove? nello studio di “Monsignore“? dopodomani? Bene, ci sarò, ci saremo”…
Francesco e il “suo” gruppetto di giovani nobili quei giorni sono furiosi più di tutti, sia per la fine fatta fare al Duce, sia perché l’azione è stata condotta dai comunisti e dalla plebe infima, come nelle rivoluzioni vicine e lontane, russa o francese esse siano, che occorrerà combattere con le unghie, i denti, la parola, la chiesa, i Servizi, la polizia, nonché con i robusti aiuti americani per vitto, indumenti, calzature e, non bastasse, anche con tanti soldi da più parti, palesi e occulti.
….“Monsignore, maledizione a chi ha contribuito all’uccisione del Duce! non la passeranno liscia!”….
….”come? non dobbiamo lanciare anatemi, minacce? non ci porti in ballo le storielle dell’altra guancia e amare i nemici, perché anche lei pensa a qualcosa di diverso da ciò che deve dire”….
….”si’, Gesù e Gesù, ma chi l’ha inventata l’immagine di un Gesù accomodante, dolce, effeminato? Ne abbiamo parlato fra noi e chi può escludere che Cristo non sia stato invece un duro, uno con le palle e non dedito solo a meditazioni, prediche e preghiere?”….
….“una Messa per il Duce? Monsignore, organizziamola fra noi”….
….“frattanto figlioli recitiamo una preghiera per Lui: ….De Profundis clamavi ad te Domine Domine exaudi vocem meam ….”…
Così si avviò l’incontro con un Monsignore particolare, in un Ente particolare con fini particolari, con noi che eravamo loro figli (stavo per dire affiliati) alquanto particolari.
…“figlioli, ieri ho ricevuto un nostro incaricato di Milano. Potete pure vedere le foto appena sviluppate che mi ha portato. Riguardano Piazzale Loreto e altri angoli li attorno. Qualcuna meno dura verrà pubblicata, le altre non le distribuiremo, mostrano solo cosa possa fare un popolo sceso al livello dei barbari, senza religione, senza fede”….
Osserviamo il pacco delle grosse foto e restiamo colpiti, inorriditi di ciò che mostrano, maledetti rossi (e dai col maledetti!).
….”Monsignore, ci dica dell’azione che sapevamo in corso per salvare il Duce e altri. Lei ne conoscerà qualche dettaglio”….
….”Vedete, la chiesa ha fatto molto, eravamo pressoché riusciti nell’intento di salvarli tutti, solo che il vostro Duce non ha voluto seguirci, non si è fidato di noi preti”….
….“Vi sembra poco che il “Cardinale” abbia riunito nel suo studio il vertice del CLN.A.I. assieme a Mussolini e altri del suo staff?”
….”e ciò in forma ufficiale, non clandestina, mai fatto così apertamente dalla Chiesa, che ha cercato di restare sempre accettabilmente fuori dalle contese interne; e vi sembra che Sua Eminenza per agire in tale maniera non abbia avuto benestare, disposizioni, indirizzi, da chi è sopra di lui?”….
….”a Mussolini e altri abbiamo offerto due possibilità, in entrambe avrebbero avuta salva la vita e forse l’avrebbero scampata pure dopo”
….” La prima era che si consegnassero a Sua Eminenza, il quale li avrebbe accolti nell’Arcivescovado che gode dell’immunità e non sarebbe stato attaccato dai partigiani. Si sarebbero consegnati agli americani. Questa resa alla chiesa è stata però rifiutata”….
….”la seconda, attuata per tre quarti, con più o meno gli stessi risultati, sempre sotto la garanzia di Sua Eminenza, era che egli e loro si consegnassero al Comitato di Liberazione che aveva già approntata una sistemazione in Milano onde accogliere lui e altri in attesa della consegna agli alleati, come previsto dalle condizioni di armistizio”….
….”ha preferito rifiutare la protezione che la Chiesa gli aveva procurato. Sembra sia stato influenzato in ciò anche da un industriale presente nell’Arcivescovado, suo amico, al quale aveva appena venduto il fabbricato del giornale il Popolo d’Italia”….
….”Pensate che, a parte la nostra funzione umanitaria, alla quale non ci sottraiamo, ci fossimo dimenticati del Concordato con la S.Sede?” …
….”partendo per Como, la Svizzera, la Valtellina o altro luogo, con una formazione tedesca e non italiana, ma italiana poi quale? lui si è consegnato da solo in mano ai partigiani. Eppure l'ultimo tentativo è stato svolto proprio dal “Conte” (Bellini Delle Stelle), il comandante Pedro che l’ha arrestato e cercato in qualche modo di proteggere (e c’è scappato pure qualche partigiano morto), ma al Comitato di Milano i “comunisti” hanno organizzato un colpo di mano irreversibile”…
….”poi figlioli il Vostro Duce doveva proteggersi anche dagli inglesi che lo cercavano. C’erano pure americani, ma quelli non ci preoccupavano. Sulla fine del Duce se ne stanno dicendo tante e non si è nemmeno certi su chi abbia veramente ucciso lui e la Signora”….
….”Piazzale Loreto avete visto cos’è stato! e quello che mi è stato riferito! Ebbene, oltre agli americani, i quali hanno fatto sapere ai partigiani che avrebbero provveduto loro a chiudere quello scempio, c’è stato il Cardinale il quale ha comunicato ufficialmente al CLN che si sarebbe presentato sul posto in paramenti sacri, con il Capitolo tutto, per prendere in consegna i corpi, e l’avrebbe attuato senza indugi se non avesse avute assicurazioni che lo spettacolo sarebbe subito cessato”….
….”e si dice che la chiesa abbia fatto poco? Se il Duce avesse accettato le opportunità offerte sarebbe oggi prigioniero, vivo, con qualche probabilità di restarlo anche in futuro”….
….”ma forse lui voleva così, cercava questo”…. Poi
….“Ci siamo incontrati per parlare non solo delle vicende di questi giorni, quanto dell’attività futura del nostro Ente. Avremo un settore assistenziale ampio. Il “Cardinale” USA (Spellman), il Sindaco di New York (La Guardia), le associazioni italo-statunitensi, il nuovo presidente (Truman) saranno generosi con noi, nei limiti del fattibile, l’hanno assicurato, garantendo l’avvio di un’azione umanitaria si, ma tesa anche a tenere lontano dal paese il pericolo comunista” ….
….”a parte ci interesseremo, e qui è ovvia la discrezione, sia del recupero di cose a noi sottratte in questo periodo tumultuoso, sia di aiutare determinate persone in difficoltà, specie per chi nel passato si sia dimostrato sensibile alle istanze della chiesa e della popolazione. Per questo ci riuniremo presto e conto sulla vostra collaborazione”….
….”sappiate che sono addolorato dei fatti di questi giorni e vi esprimo il mio rammarico per quanto avvenuto e si sta svolgendo. Abbiamo riattivato alcune strutture già create per aiutare ebrei, politici, ricercati di prima, se necessario le utilizzeremo di nuovo. Dite a fronte alta che la chiesa ha fatto il massimo per salvare il Duce, pensate che a Graziani e Borghese nessuno ha torto un capello. Il “Principe” ha avuto addirittura una copertura da parte di esponenti partigiani. Poteva essere così anche per Mussolini. Figlioli, siate a disposizione, ce ne sarà bisogno….“Vi benedico”…. E da qui iniziarono interventi del filone assistenziale-umanitario, ai quali se ne aggiunsero altri più laici decisi da chi ho chiamato “Sua Eccellenza”. Alcuni li ho accennati (appena), per altri non posso farlo, e non so nemmeno se possano interessare.
Chiudo confermando quanto già detto e cioè che, a parte il ludibrio di Piazzale Loreto, onta e macchia che graverà perennemente sulla resistenza, non mi spiace a posteriori che il Duce se ne sia andato a sessantatre anni, evitando la sua trasformazione in una marionetta da circo nei tribunali nazionali e internazionali, quelli che condannarono i nazisti ma tacquero sull’eliminazione da parte russa dei diecimila e più ufficiali polacchi nei boschi di Katyn, praticamente tutti quelli fatti prigionieri nell’attacco sovietico alla Polonia, contemporaneo a quello tedesco, tacquero sulla distruzione e il massacro di Dresda da parte degli inglesi, tacquero sulle due atomiche USA a Hiroshima e Nagasaki.
Comunque le cose in seguito potevano cambiare, verrà la cortina di ferro, il pericolo di una resa dei conti a parti invertite, e allora chissà?
Perché Duce non ti sei fidato di chi voleva aiutarti, darti una mano?

Chiarisco: Io credo che l'unica speranza di salvezza, posto che il Duce volesse salvarsi, era la via offerta dai vituperati "preti".
Già, e chi poteva metterlo in grado di consegnarsi agli americani se non loro? Non era possibile egli si presentasse ai soldati USA e dicesse "eccomi qui, sono io", neppure si barricasse o nascondesse in un qualche sito, salvo che in Arcivescovado. Era seguito e controllato, non solo l’avrebbero scovato, ma fatto a pezzi senza indugi.
La via della sua resa agli americani, l’unica alternativa alla morte, almeno al momento, o al suicidio, era quella della chiesa o, forse, ma con parecchie riserve, degli accordi con il CLN il quale si era impegnato a trasferirlo in una sede di Milano (salvo il processarlo subito dopo, come ventilato fra loro e riferito al Duce).
Quanto alla salvezza in Spagna escluderei questa possibilità.
Ignoro se Franco avresse dato asilo al Duce, sia pure temporaneo.
Era rimasto in quel momento l’unico fascista in Europa e se la doveva vedere con un mondo ostile, oltre una situazione interna tesa.
L'Argentina poi! a parte Peron che venne dopo, era talmente lontana che arrivarci senza una adeguata e preventiva organizzazione sarebbe stato impossibile. L'autonomia degli aerei, le possibilità date da sommergibili, la sicurezza, la tecnica, erano quelle che erano, e gli USA, inglesi, russi, avevano servizi efficientissimi e avrebbero controllato ogni passo del Duce. Comunque un bel po’ di elementi nazisti e fascisti riuscirono a utilizzare canali particolari, anche ecclesiatici, perché no? per trasferirsi soprattutto in sud-america (si ventilò che fra loro ci fosse anche Adolph Hitler).
Circa i Petacci che si mossero più facilmente essi non erano il Duce, a chi poteva interessare il loro girovagare per il mondo?
Per Franco è da considerare poi che il Duce sarebbe stato pur sempre consegnato agli americani, con lo stesso risultato dell’Arcivescovado.
Alla successiva condanna a morte da parte degli alleati credo meno, ad una eventuale reclusione a vita in qualche Spandau italiana si! perciò per me, a posteriori, la fine da lui fatta non dispiace. Ciò non vuol dire che non aborrisca le mani e le menti che abbiano ordito questo atto.
Circa il ludibrio di Piazzale Loreto su un corpo comunque finito il popolo era ed è quello che è, dimentichiamo le donne parigine che sferruzzavano e spettegolavano mentre cadevano le teste nei cesti delle ghigliottine? Quanto a Mussolini in Svizzera, a parte che non sarebbe stato accettato, costituiva una eventualità oltraggiosa per i tanti che in quei giorni venivano uccisi e di chi lo considerò come il proprio mito.
Riguardo i documenti che aveva con se, importanti o meno, avrebbero fatto la fine, tutti d'accordo, come i tanti e tanti dei nostri tempi e di sempre, in quanto di scheletri negli armadi ce n’erano e ce ne sono a iosa e il Duce, anche scampandola, l’avrebbero sepolto vivo in un carcere tappandogli la bocca e le possibilità di esprimersi. Negli ultimi giorni egli venne praticamente abbandonato da tutti e quelli rimasti erano i pochi più legati al suo carro. Di reparti efficienti, salvo eccezioni, non ce n'erano più, si erano dissolti come neve al sole per il secondo crollo dopo l’otto Settembre.
Che Mussolini sia stato preso nella zona comasca non è importante, lo sarebbe stato dieci chilometri prima o dopo, di blocchi partigiani ce n'erano parecchi. I tedeschi coi quali egli si trovava non tradirono nessuno, Mussolini infatti venne riconosciuto da un partigiano del Conte Bellini, che lo definì col suo Capo come il "Crapon" (il testone).
Il reparto tedesco (della contraerea) avrebbe dovuto rompere gli accordi che consentivano il ritorno in Germania? e ingaggiare uno scontro duro contro chi e per chi? per poi trovarsi in un paio d’ore tutta la resistenza attorno? Al comandante tedesco il Conte Bellini garantì che al Duce non sarebbe stato fatto del male, e ciò avvenne sino a che non giunsero i comunisti milanesi i quali avevano fatto un mezzo colpo interno nel CLN centrale. No, io penso che il Duce, diretto sembra in Valtellina, non poteva far nulla per la mancanza dei suoi soldati, militi.
E’ bene sapere che uno degli ultimi mini-reparti da lui incontrati fu quello di quindici-sedicenni delle Fiamme Bianche in una casermetta dell'alto Lario, col Comandante che ricevette l’ordine di proteggerli, tentare di rimandarli a casa. Io penso che la fuga da Milano fu un errore.
Nel settore della chiesa il Cardinale agì e si scoprì sia per sua iniziativa, sia obbedendo a ordini superiori, e svolse un'opera concreta di salvataggio. Di più non poteva fare, ed è bene non pretendere che una istituzione ecclesiastica dia l’impressione, sia pure errata, di schierarsi a favore o sfavore di un regime e dei suoi capi, da cui dovrebbe mantenere un misurato distacco. L’azione di aiuto la svolse molto più degli altri che dopo parleranno della sua inaffidabilità.
Per me resta che il Duce doveva o ingaggiare un'improbabile ultima battaglia con un gruppo di fedelissimi, cadendo sul campo, o farla finita come dovrebbe aver fatto Hitler (i dubbi al riguardo sussistono). Non ne vedo altre. Non scordiamoci di quanto fatto dai partigiani moderati per dargli una certa protezione, ci scapparono diversi morti ammazzati, tipo Gianna, Neri, altri. Potrei proseguire perché qualcosa la conosco di prima mano, non da letture di trentanni dopo o illazioni più o meno supportate. Di ciò ne ho parlato anche con Luigi Longo e qualche altro del CLNAI, oltre con persone RSI e della famiglia Petacci, e ciò ha ampliato le mie conoscenze, convinzioni, le precedenti idee.

“L’Abisso” - terza di tre
….“il Duce è morto, vigliacchi!”…..
….”Dio! l’hanno appeso come i buoi dal macellaio!”….
….”popolo infame, sei la bestia che non cambia mai!”…
….”ti hanno abbandonato, ti hanno tradito!”….
….”plebe fascista di ieri, plebaglia di oggi, sei in Piazzale Loreto a sfogare la tua libidine di sangue di sempre”..
Mi chiamo …. diciamo Lorenzo, nome di comodo, non del tutto però, qualche attinenza con il vero c’è pur sempre. Potrei essere Clemente, Franci, Italo, Francesco, Carlo, Carlo-Alberto, Luigi, Renato, Luciano, Angelo, che conta? Sono uno dei tanti per i quali la morte del Duce è stato il dramma che ha colpito l’anima, la speranza.
Duce, non ti ho, non ti abbiamo difeso abbastanza. Sei stato lasciato dai troppi che ti osannavano. C’è però chi ti è rimasto vicino e accompagnato nel viaggio oscuro inneggiando al tuo nome.
I “ragazzini” delle Fiamme Bianche sono rimasti nei ranghi finché è stato possibile. Orgoglio, fierezza, tanta paura! Avevano sedici anni e tu eri tale ad un padre e una madre, come può essere senza di te?
Serata dura per me Lorenzo, tu appeso a un gancio, assieme alla compagna e ai tuoi collaboratori, i pochi che non si nascosero!
Feccia di popolo inneggiante alla morte, ma è forse festa gioiosa? è una team sportivo che ha vinto qualcosa? un condottiero che innalza i labari al vento d’un momento fugace? Non sei morto solo tu, Duce, con te è morta la fiducia che prima albergava in me, in noi, da te inculcata.
Il buio incombe, non c’è un’Italia futura che possa attrarmi. Senza il creatore della nuova Italia che potrò far mai?
Gioventù, gioventù, senza la guida e il padre di ieri sarai negletta, abbandonata, perseguitata! Giovani, piangete! il Duce ci ha lasciato!
Notte insonne, ganci, sputi, calci, oltraggi d’ogni genere.
No Duce! non puoi restare solo, ovunque tu sia qualcuno dei tuoi figli di sempre deve essere con te! Aspettami, provo ad abbracciarti, a chiederti scusa per la melma che oggi ti ha offeso.
Aiuto mamma! aiuto Duce! il pozzo del buio mi prende!
….“fermo balilla, che fai? ti ordino fermo! Ti imploro! Mi senti?
….“Cristo dammi la forza di fermarlo, da solo non posso!”….
E l’asse si ruppe di schianto.
….“Benito, che colpo ha dato il tuo pugno a quel legno, un maestro d’oriente meglio non avrebbe fatto!”….
“grazie, chiunque tu sia, che m’hai reso per un attimo la forza di ieri”
Io Lorenzo sono in terra confuso, con addosso il segno di un atto inconsulto. Ringrazio l’amico e l’amica i quali mi accoglieranno e assisteranno onde render meno evidente la mia disperazione.
E nella notte un Duce severo, paterno:
…. “Balilla mi senti? non più le pazzie di ieri, dedica la vita a combattere e lottare per un mondo migliore, è un ordine, obbedisci”….
Chi sono io Lorenzo?…. Che conta?….
Sono uno aiutato dal destino, dal Duce, o chissà chi, a restare fra noi!

debona
00lunedì 5 maggio 2008 14:09
Io personalmente mi auguro che non ci guardi da lassu', intendo quello che tu chiami "capo"
ELIPIOVEX
00martedì 6 maggio 2008 14:47
Io non credo che gli esponenti della Chiesa di allora avrebbero potuto salvarlo, neanche se lui avesse voluto. I soldati non si sono fermati davanti a monasteri, chiese, luoghi sacri, non hanno risparmiato donne e bambini. Loro volevano prenderlo e l'hanno preso. Forse non tutti l'avrebbero voluto giustiziato in quel modo ma alla fine la Storia ha preso quel corso inevitabile.
Ci sono state barbarie da entrambe le parti ormai non si può più nascondere.
florentia89
00martedì 6 maggio 2008 16:18
Ciao Michela
Vedi, non è che l'esito avvenuto dovesse essere proprio ineluttabile. La Chiesa, tramite il Cardinale Schuster, Arcivescovo di Milano e persona influente e rispettatissima da tutti, resistenza in primis, si espose come non mai, autorizzata è indiscusso dal Papa, e la sua forza fu tale da riunire nell'Arcivescovato i membri del Comitato Liberazione Alta Italia, nonché Mussolini, Graziani, e il loro staff. Mai e poi mai successo. La Chiesa, nella sua prudenza e indipendenza, nella sua figura super partes, fece allora una cosa del tutto anomala e straordinaria, riferita ovviamente ai tempi moderni. E la riunione vis-a-vis venne interrotta proprio da Mussolini, a ciò spinto da cattivi consiglieri.
Avrai capito ovviamente che quei tempi io li vissi in prima persona e ne fui in qualche modo partecipe, interessato e coinvolto prima e dopo, quindi qualcosa la conosco non per sentito dire, o letto su pubblicazioni più o meno esatte.
Escludo pertanto che i partigiani, comandati dal Generale Cadorna (figlio del Cadorna 1918 e nipote del Cadorna 1870) avessero pensato minimamente di assaltare l'Arcivescovato Milanese, con regime di extraterritorialità (violata una sola volta in guerra da gruppi di facinorosi fascisti alla basilica S.Paolo a Roma nel 1944), e poi con gli americani occupanti, già presenti in forze che, nel caso, lo avrebbero difeso con i loro mezzi spicci e convincenti.
Ciò premesso ti rimando al mio articolo e riaffermo una convinzione che potrebbe sembrare illogica. A me cioè non dispiace la fine fatta dal Duce a sessantatre anni. Caduto tutto il suo e nostro mondo è bene che sia caduto anche lui, evitando di fare la marionetta da esposizione nei vari livelli internazionali. Morire è un attimo, il dopo è solo questione della bestialità perenne del popolo infimo e non infimo, con le motivazioni del momento, rosse, nere, viola o blù che fossero.
Ti saluto e abbraccio, i miei ottantuno mi permettono almeno di pensarlo.
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