E SE NOI UOMINI NON MERITASSIMO IL DONO DELLA PACE?

fiordineve
00mercoledì 14 aprile 2004 04:20
La guerra continua.....

Sono stordita, confusa, infelice e molto triste, non so cosa pensare o casa dire.
Soffro già per il popolo iracheno, non più comandato da un dittatore, che solo lui avrebbe potuto salvare la pace, e che, pare, solo lui poteva tramite la pulizia etnica controllare le varie genie..
Le armi di massa non si sono trovate ma io suppongo siano alla mercè di gente senza scrupoli che, basti un nulla per buttare il nostro mondo e la nostra civiltà nel caos e nel terrore.
Mi chiedo: se io sono infettata dal vaiolo e infetto altre 10 persone, quante saranno quelle che, alla fine, saranno contagiate a loro volta?
Se buttasse in un asilo o in una scuola un "pochino" di peste chi salverebbe quei bimbi?
Se, per caso, ci fosse un terrorista dietro all'influenza misteriosa dei passeggeri asiatici, la SARS?


Dall'altra può una guerra fermare un mostro, a cui era stato offerto un esilio da nababbo, che ora è un prigioniero quasi compassionovole?
Possiamo noi inculcare democrazia in popoli che nemmeno ne conoscono il termine?
Alla fine della seconda guerra mondiale, fu facile per gli alleati liberare e aiutare l' Italia e la Germania; avevano dietro sé milioni di anni di civiltà, questi sono solo beduini, radunatisi in tribù che vivono nel medioevo.
Che ne sarà di quei giovani impegnati a combattere, delle loro madri, dei loro sogni?

Allora a queste domande la mia risposta è questa.


DIO, NOSTRO PADRE, HA DECISO CHE QUESTI UOMINI NON MERITANO LA PACE!


Come potremmo biasimarlo? Fossi in Lui, e non lo sono, mi sarei già stancata di questi miei figli che non riescono ad andare d'accordo nemmeno con la natura.
Genitori che ammazzano i figli, figli che ammazzano i genitori; omicidi per banali liti di condominio o di sport; il volerci sostituire a Lui nella nascita come nella morte; voler contare solo sulla nostra autosufficienza senza raccogliere il Suo invito di appoggiarci a Lui, solo a Lui.
Come possiamo non sentire LA SOFFERENZA DI DIO? E' così forte che mi arriva fino al cuore e sto male se penso che Lui, che ci ha donato TUTTO, pianga e soffra per quelle creature a cui ha persino offerto il Figlio adorato per salvarle.

Walko
00mercoledì 14 aprile 2004 10:33
Re:

Scritto da: fiordineve 14/04/2004 4.20
Possiamo noi inculcare democrazia in popoli che nemmeno ne conoscono il termine?
Alla fine della seconda guerra mondiale, fu facile per gli alleati liberare e aiutare l' Italia e la Germania; avevano dietro sé milioni di anni di civiltà, questi sono solo beduini, radunatisi in tribù che vivono nel medioevo.




Credo che il centro motore della guerra in corso stia proprio in questo punto: il "dovere storico" che avrebbe l'Occidente di inculcare la "democrazia" nei popoli dell'Islam.
Ma può l'Occidente esportare ciò che non ha? Diamo un senso alle parole: "Democrazia" è il governo del popolo, il potere del popolo. Esiste un solo Paese in Occidente dove si possa affermare ragionevolmente che il potere appartiene al popolo? Tanto per fare un esempio senza uscire dal tema, molti Paesi si sono impegnati e lo sono tuttora in una guerra che con ogni evidenza ha con il passar dei giorni dimostrato quale fosse la sua unica ragione: gli interessi economici personali di una famiglia di petrolieri, i Bush, e in subordine dei loro colleghi, il che significa che interi popoli sono stati impegnati in guerra contro la loro volontà (così si può intuire, e comunque nessun governante o legislatore ha chiesto loro un parere, dimostrando una volta di più che la delega elettorale è una barzelletta), inviando giovani a morire e ad uccidere sul posto ed esponendo questi stessi popoli alle terrificanti quanto scontate ritorsioni dell'altra parte, e tutto a causa dello squallido tornaconto di un signorotto e di quelli che ne condividono il desco. Questa prassi non è medievale, ma molto antecedente, direi per non tornare troppo indietro che è affine alle prassi dell'epoca pre-imperiale di Roma, quella della suddivisione sociale fra patrizi e plebei.
Se nella società Occidentale permane qualche spazio di democrazia e di diritto, ciò è dovuto unicamente alla ormai scarna sopravvivenza di elementi del pensiero cristiano, liberale (nelle sue forme democratiche e libertarie) e marxista (nelle sue ramificazioni socialista e comunista) che hanno nei secoli esercitato la loro influenza, sempre fra dure repressioni e spesso a prezzo di contaminazioni od errori che ne hanno limitato fortemente il naturale sviluppo; certe conquiste pagate a carissimo prezzo sul piano della libertà, della giustizia e dei diritti umani costituiscono approdi dai quali è molto difficile e rischioso tornare indietro, eppure negli ultimi due decenni del secolo finito l'Occidente ha fatto molti passi indietro su questo piano (si pensi solo alla crescente precarizzazione del lavoro subordinato) e tuttora non si intravvede alcun segno di inversione di tendenza (tanto è vero che anche le coalizioni di sinistra che vanno al potere con programmi blandamente difensivi sul piano sociale, una volta al governo perseguono politiche ultra-liberiste, come nei casi di Blair e Prodi).
Concludendo: non siamo affatto di fronte ad uno scontro fra il bene e il male, come dalla frase di Fiordi che ho riportato e che è largamente condivisa nel "nostro mondo del benessere" si potrebbe intuire. Non c'è un mondo del progresso e della libertà che si batte per portare alcuni sacri valori nel mondo oscuro del terrore e dell'arretratezza, non è in atto una guerra "santa" fra una religione aperta e libertaria ed una chiusa ed opprimente. Si tratta semplicemente di un Occidente scristianizzato e spogliato d'ogni idealità, unicamente sottoposto alle leggi del denaro e del mercato, che va a scontrarsi con un Oriente ancora permeato di una religiosità integrale che impedisce di fatto all'Occidente l'allargamento dei mercati e il comodo e vantaggiosissimo sfruttamento delle risorse in loco. Altro che portare la democrazia! Bush e i suoi reggipancia raccontino le loro barzellette a qualcun altro: a me quel "tipo di umorismo" lì non fa ridere proprio per niente.

A margine: a proposito di certa "religiosità integrale" che scade nel puro fanatismo, bisogna precisare che nei Paesi a maggioranza Islamica ciò avviene anche per l'interesse dei ricchi del posto, a cui certa religiosità fa comodo quando viene incanalata in un certo senso giocando sull'ignoranza e sulla miseria del popolo, proprio come insegna il nostro Medioevo e a seguire; del resto, certe indebite appropriazioni della sfera religiosa, a suo primo danno, non conoscono frontiere e comunque ognuno utilizza i propri argomenti per aumentare la dose di odio e quindi di "voglia di guerra" contro il nemico individuato, sempre lavorando sull'ignoranza diffusa e sugli istinti bassi: così se da quell'altra parte torna a galla la "demonizzazione dei crociati" da questa parte torna fuori il razzismo.


darcri
00mercoledì 14 aprile 2004 14:23
Il Messaggio è stato ritenuto non adatto e quindi censurato dai moderatori.
SognoBlu
00mercoledì 14 aprile 2004 21:37
Avrà mai fine questa guerra?

Uno per ogni santo giorno che Dio ci manda. Qualche giorno anche più di uno. Ma non c’è giorno che almeno uno non ci sia. Mi riferisco a quei soldati delle potenze occupanti dell’Irak, inglesi americani,italiani che puntualmente perdono la vita dopo che ci era stato annunciato che la guerra vittoriosa era finita. I morti irakeni, poliziotti che collaborano, civili disimpegnati o ribelli, non fanno nemmeno notizia. È uno stillicidio di sangue occidentale, democratico, umanitario, che viene a macchiare ogni sera i nostri teleschermi, a costituire un perentorio indice d’accusa puntato a denunciare il colmo di assurdo, di tragico e di criminale rappresentato dalla guerra in Irak.
D’accordo, il terrorismo va combattuto. Come è possibile non condividere questa esigenza? Ma l’unico mezzo che va escluso per farlo è appunto l’azione terroristica. In Afghanistan ed in Irak invece il contrasto ai terroristi dell’11 settembre è stato compiuto unicamente con mezzi altrettanto terroristici, cioè distruttivi di persone innocenti, meramente dimostrativi, perché non hanno annientato il nemico, istigatori di odio con l’effetto di potenziare il nemico medesimo. Invece che ricercare le cause del terrorismo, per curarlo alla radice, si è rovesciata una cieca collera su interi popoli, scardinandovi regimi statuali tirannici, ma rafforzando le strutture clandestine del fondamentalismo che attraversano i confini degli stati.
Dovremo pur chiederci come sia possibile che migliaia di persone siano disposte a spendere tutto quel poco che hanno per mettersi nelle mani di avventurieri, attraversare le insidie del deserto e del mare affrontato su imbarcazioni decrepite, rischiare di morirvi con la propria famiglia, tutto ciò pur di fuggire dalla loro disperata miseria ed approdare al miraggio delle nostre coste. E per quale oscura ragione tanti giovani , donne e uomini, decidono di immolarsi in attentati suicidi nei quali alla fredda determinazione di uccidere si accompagna la rinuncia alla propria ancora acerba esistenza. Un fenomeno di così vasta dimensione e così contrario all’ordine naturale delle cose non può essere soppresso con mezzi di ordinaria violenza. Esso non può essere soltanto l’aberrante risultato di un fanatismo religioso o di una propaganda speculativa. C’è anche fanatismo e propaganda, ma affinché tali fattori siano efficaci è necessario che esista una realtà materiale, sociale e culturale che li favorisce.
Nessuno dei grandi uomini che guidano il mondo si è posto questi interrogativi. L’unica risposta è stata la guerra, bombe, missili, massacri, motivata da falsi pretesti, giustificata a posteriori da inconsistenti risultati. Le centrali del terrorismo non erano in Afghanistan, perché erano a Kabul come anche in molti altri luoghi. L’unica arma di distruzione di massa presente in Irak era l’odio contro l’Occidente, che la guerra non ha distrutto ma alimentato. Una guerra che corrisponde esattamente allo schema dei crimini di guerra delineato dell’articolo 8 del trattato di Roma istitutivo della Corte penale internazionale approvato nel luglio 1999 a Roma da 120 stati con sette voti contrari, fra i quali Stati Uniti, Cina, ed Israele. Talché si capisce perché la Cina abbia aderito alla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU che in questi giorni ha quasi ratificato la guerra preventiva di Busch. La Russia di Putin vi si è accodata, visto che i suoi problemi in Cecenia non sono molto dissimili. Germania e Francia hanno pure aderito, un po’ per rimettere in gioco l’ONU ed un po’ perché di fatto la risoluzione non comporta la fine dell’isolamento degli USA sul terreno militare in Irak.
Ma tutti questi complicati moventi della diplomazia mondiale che hanno portato ad un voto che apparentemente ha sanato le divisioni che si erano manifestate all’inizio della guerra, non chiudono il problema e non rimuovono la illegittimità della guerra. In Irak come in Medio Oriente occorre una svolta radicale per fermare la corsa verso l’abisso.
Ciò che spaventa osservando lo scenario mondiale dei nostri giorni è il deserto. Non c’è nessuno. Non un uomo che sia all’altezza della enormità dei problemi. Dove sono i Roosvelt, i Churchill, i De Gaulle, i Gorbacev che in altri tempi hanno saputo affrontare i problemi del mondo con adeguata statura intellettuale? Oggi ovunque ci sono piccoli uomini. Tanto più piccoli quanto maggiori sono le potenze affidate alle loro mani maldestre ed alle loro menti ottuse. [SM=g27812] [SM=x142813] [SM=x142814]
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