David1969
00sabato 24 ottobre 2015 16:58
Che bella giornata oggi.
Una splendida giornata di sole ancora caldo nonostante siamo già ad ottobre.
Non posso perdere l’occasione, questo è il giorno perfetto.
A casa ho già organizzato tutto, ho avvertito che sarei uscito nel primo pomeriggio per visitare alcuni miei clienti e che sarei ritornato in serata. Tutto regolare come sempre.
Finalmente parto.
Prendo la moto, voglio sentire la vita che mi sbatte in faccia mentre vado dove io ho vissuto la mia migliore età. La strada stranamente sembra la stessa che percorrevo tanti anni fa, dal mare alle montagne con la mia squadra di scout.
Eravamo in missione per una prova di sopravvivenza nei boschi vicino all’eremo di Camaldoli, due giorni e una notte.
La moto corre quasi conoscesse la via mentre io volo tra i miei ricordi che oggi sono così nitidi, reali. Ho cancellato tutta la mia esistenza e sono fermo a quei giorni di ragazzo.
E’ strano ma deve essere proprio così perché riconosco persino gli odori del bosco che sta cambiando per prepararsi all’arrivo dell’inverno, rivedo gli stessi colori con tutte le loro sfumature, dal verde all’arancione che formano immensi dipinti appesi al nulla che non smetteresti mai di ammirare.
Intanto la mia moto va, ha preso un sentiero sterrato, ma certo, è lo stesso del punto di ritrovo quando iniziammo la missione, infatti poco dopo sono fermo.
Sono arrivato, quando sono partito non avevo la più pallida idea di dove dovevo andare, ma ora so che sono arrivato.
Ho solo scelto di seguire la mia vita e lei mi ha portato fino a qui.
Non devo farmi domande perché sento che è il posto giusto per rimanere vivi nella mia vita che è solo questa.
Mi guardo attorno e decido di fare due passi dentro al bosco. E’ tutto uguale, il tempo non ha cambiato nulla, per una frazione di secondo qualcosa dentro mi dice che non è così ma è solo per un attimo perché in realtà io riconosco anche gli alberi con lo stesso muschio che mi indica la direzione del nord.
Io sono in missione, devo trovare un posto sicuro e asciutto dove passare la notte e mi addentro sempre più in alto fino a raggiungere una parete di roccia che alla base forma una nicchia perfetta come riparo, se mai dovesse piovere.
Ormai è tardi ed è buio, c’è sempre quel qualcosa che ogni tanto si fa sentire e mi crea disagio, mi sussurra di tornare, mai io sono in missione, non posso abbandonare.
E’ notte, sono seduto dentro la nicchia ed ascolto i rumori del bosco, alcuni fanno paura ma non lo dirò mai, anche quella fa parte della mia vita che è questa, proprio in questo posto e io voglio rimanerci.
Cambio posizione, sono scomodo, sento qualcosa di duro che mi preme nella zona lombare.
Metto la mano dietro la schiena e sento il metallo freddo che mi dava noia, la sfilo e la guardo.
E’ notte e sono sereno ma continuo ad avere dei flash mentali che mi portano lontano da qui ho dimenticato qualcosa? Ma cosa e dove?
Questa è la mia vita e questo è il posto dove devo stare, me lo ripeto perché ho il timore di aver lasciato in sospeso qualcosa, ma poi guardo il ferro che ho nelle mani e tutto torna e mi calmo.
Quel ferro è la porta che mi farà entrare per sempre nella mia vita, è per questo che sono qui.
Ora sento il contatto freddo sulla mia tempia destra, che strano modo per entrare da questa porta, poi , come tutte le volte che uscivo di casa, proprio sulla soglia dell’ingresso, arrivano i dubbi: “le chiavi? I documenti? Il telefono?
Che stupido che sono, questa porta non ha chiavi e poi nella mia vita non ho bisogno di dire o di fare niente a nessuno e per nessuno, devo solo spingere questa linguetta sotto il mio dito indice e infatti sento già la sua resistenza alla mia pressione.
Continuano i flash mentali ma mi sento leggero, sento solo il mio dito che tira il grilletto, quasi sorrido, credevo fosse più morbido e poi sempre quella sensazione di sospeso, aumento la pressione e ancora quel malessere che mi rovina il momento …………………. Ma già oggi è il primo ottobre e mio figlio comp…………………………………………………………………… .



macrino
00domenica 25 ottobre 2015 17:44
Quando resta solo il...

Ritmo molto serrato.
Orchidea
00mercoledì 28 ottobre 2015 15:00
bel racconto [SM=g27811]
David1969
00mercoledì 28 ottobre 2015 15:46
Grazie a tutti dell'attenzione.
debona
00domenica 1 novembre 2015 15:55
Concordo con Macrino, un ritmo molto serrato che tiene in sospeso mil lettore sino alla fine. Un racconto triste, una ricerca di se stessi senza speranza dove si prevede un finale scontato, tragico. Ma i ricordi spesso sono piu' forti ed efficaci della parola "fine". [SM=x142922]
David1969
00domenica 1 novembre 2015 18:37
Questo breve racconto che risale a qualche anno fa, è la fine di un lungo periodo di travaglio mentale mirato a dare una risposta ad un evento tragico che mi ha coinvolto in prima persona.
Ovviamente il tema è il suicidio e per chi resta inizia la ricerca delle motivazioni per dare un senso ad un gesto inconcepibile.
Ho cominciato questa ricerca anch'io ma approdavo sempre alla conclusione che qualsiasi problematica si sarebbe potuta risolvere.
Per educazione avuta ho sempre giudicato il suicida come colui che rifiuta di affrontare la vita in tutti i suoi risvolti quindi un debole.
Oggi dopo avere sentito ogni campana mi viene da pensare che per alcuni casi, è proprio il carattere forte che ti impedisce di accettare alcuni compromessi, anche a costo della vita.
Ho smesso di cercare motivazioni e mi sono chiesto:"Lui chi era?"
La risposta è stata " Si, sarebbe stato capace di farlo"

Ovviamente non lo giustifico anzi lo reputo un atto molto egoistico soprattutto verso chi avrebbe accettato tutto incondizionatamente.
Grazie ancora a tutti, un saluto da
David
Anna L.60
00sabato 19 dicembre 2015 01:23
Sei riuscito a rendere la tragicita'... il percorso....il senso di impotenza che puo' pervadere un uomo..con il linguaggio della nostalgia...
[SM=x142887]

David1969, 01/11/2015 18:37:

Questo breve racconto che risale a qualche anno fa, è la fine di un lungo periodo di travaglio mentale mirato a dare una risposta ad un evento tragico che mi ha coinvolto in prima persona.
Ovviamente il tema è il suicidio e per chi resta inizia la ricerca delle motivazioni per dare un senso ad un gesto inconcepibile.
Ho cominciato questa ricerca anch'io ma approdavo sempre alla conclusione che qualsiasi problematica si sarebbe potuta risolvere.
Per educazione avuta ho sempre giudicato il suicida come colui che rifiuta di affrontare la vita in tutti i suoi risvolti quindi un debole.
Oggi dopo avere sentito ogni campana mi viene da pensare che per alcuni casi, è proprio il carattere forte che ti impedisce di accettare alcuni compromessi, anche a costo della vita.
Ho smesso di cercare motivazioni e mi sono chiesto:"Lui chi era?"
La risposta è stata " Si, sarebbe stato capace di farlo"

Ovviamente non lo giustifico anzi lo reputo un atto molto egoistico soprattutto verso chi avrebbe accettato tutto incondizionatamente.
Grazie ancora a tutti, un saluto da
David


ylyl
00giovedì 21 gennaio 2016 12:22
racconto breve, ma molto intenso.
La partenza in un caldo giorno d'ottobre inizialmente lascia pensare ad un giorno di svago, una piccola fuga dal quotidiano, poi invece arriva la notte, che si fonde con il nero dei pensieri che portano all'insano gesto.
[SM=g27811]

ylyl
00giovedì 21 gennaio 2016 12:23
Re:
David1969, 01/11/2015 18:37:

Questo breve racconto che risale a qualche anno fa, è la fine di un lungo periodo di travaglio mentale mirato a dare una risposta ad un evento tragico che mi ha coinvolto in prima persona.
Ovviamente il tema è il suicidio e per chi resta inizia la ricerca delle motivazioni per dare un senso ad un gesto inconcepibile.
Ho cominciato questa ricerca anch'io ma approdavo sempre alla conclusione che qualsiasi problematica si sarebbe potuta risolvere.
Per educazione avuta ho sempre giudicato il suicida come colui che rifiuta di affrontare la vita in tutti i suoi risvolti quindi un debole.
Oggi dopo avere sentito ogni campana mi viene da pensare che per alcuni casi, è proprio il carattere forte che ti impedisce di accettare alcuni compromessi, anche a costo della vita.
Ho smesso di cercare motivazioni e mi sono chiesto:"Lui chi era?"
La risposta è stata " Si, sarebbe stato capace di farlo"

Ovviamente non lo giustifico anzi lo reputo un atto molto egoistico soprattutto verso chi avrebbe accettato tutto incondizionatamente.
Grazie ancora a tutti, un saluto da
David




Il suicidio può essere considerato sia un gesto vile, sia un gesto d'estremo coraggio o paradossalmente entrambe le cose, molto dipende dalle cause e soprattutto dalle condizioni psicofisiche della persona.



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