Chirurgia pericolosa

florentia89
00giovedì 17 luglio 2008 12:37
Roma, inizi 1944

Chirurgia pericolosa

E’ anch’esso un fatto insignificante del tempo di guerra, quando svolsi un po’ di servizio volontario con la Wehrmacht (il mio intendimento era il Duce ma le imponderabilità finiscono per decidere loro).
Siamo in inverno, nel reparto ove sono in servizio, oltre colli, pacchi, casse e vari, sono anche ospiti sgraditi, facilitati dalla presenza dei tubi ove passa acqua calda, che diffondono in più punti un gradevole tepore.
Si tratta soprattutto di scarafaggi rosso-cupi enormi, mai visti di tale misura, e di topolini chiari della farina i quali, oltretutto, mi sono pure simpatici. Di ospiti ce ne saranno altri, quelli preminenti però sono i due indicati. E ciò malgrado una discreta pulizia dei locali, ma scarafaggi e topi sono come il vento, chi può vincere il vento? e a poco valgono trappole, sacchetti avvelenati, insetticidi più concreti di quelli contro mosche e zanzare. In alcuni punti poi, sotto i soffitti interni, c’è qualche nido strano che eliminiamo ogni volta possibile, anche se qualcuno di loro riesce a farla franca. Da questi ne viene la presenza a volte di qualche grosso calabrone che, quando vola, emette un ronzio cupo simile a quello dei bombardieri americani. Pur se il tempo è freddo, e dovrebbe esserci letargo, qualcuno dei piccoli mostri gironzola tenuto in attività dal calore e umidità dei saloni di produzione.
Premesso il discorso non simpatico su insetti, parassiti, topi, parlo di me. Una notte mi assopisco un po’ nel magazzino sopra sacchi morbidi di crusca, ho un riposo agitato, la mente vola in sogni di guerra, colpi, anch’io sono ferito e provo un dolore acuto. Mi sveglio sudato e … la testa quasi mi scoppia. Sulla mia tempia sinistra qualcosa o qualche essere sconosciuto mi ha punto o morso. Oltretutto la zona è pericolosa, vicina ai centri visivi, nervosi, cerebrali. Mi alzo e intorno non c’è nulla, il ranger infame si è eclissato.
Bagno il fazzoletto, lo poggio sulla tempia, vado nell’infermeria per tentare di far qualcosa che mi allievi il dolore. …..
…“Emil svegliati, ti prego di aiutarmi, c’è qualcosa di feroce che mi ha punto o morso mentre riposavo in magazzino”….
….“Caspita Franz, sei tutto arrossato, può esser stato uno di quei trimotori che profittano del caldo per volare in ogni istante. Non è che tu abbia poggiato il capo su qualcosa di pericoloso?”…
….”non lo so, calabrone, scarafaggio o topo, ho la testa che va per conto suo e un male sempre più acuto, mi pare pure che sbandi”…
….”Guardo se c’è ancora un pungiglione e ti faccio poi una piccola incisione per far uscire del sangue….non so se servirà.… fatto.… tampona con questa benda e andiamo al punto sanitario”….
L’infermiere tedesco mi guarda, riprende Emil che non doveva farmi il taglietto, mi da’ una pillola e dice di andare in ospedale.
Ci trasferiamo con la Volks al soccorso del Celio. Un infermiere va’ a cercare un assonnato dottore il quale vorrebbe sapere chi mi ha fatto il servizio in quanto i rimedi sono diversi un caso dall’altro (e io come faccio a saperlo?), poi afferma che ne ha viste di peggio, che prenda queste pillole, faccia degli impacchi con acqua, metta questa pomata, infine ci vorranno due-tre giorni per passare l’emergenza.
Anche se il dolore si attenua lo stato di allarme non cessa.
La puntura o morso duole, la sento gonfia, comunque pasticche impacchi, pomata, sono osservati. Un’altra visita e dicono che vado meglio, anche se per me non è vero un cavolo.
In ogni modo, a parte il fastidio, non lascio le mie incombenze, con Emil che mi assegna incarichi più tranquilli.
Dopo una settimana il gonfiore è ridotto ma nel punto dell’offesa, sempre evidente, è in atto una lotta all’ultimo sangue fra i miei globuli bianchi e le presenze tossiche indesiderate. La puntura si sta trasformando in un bottone duro inserito nel capo ma estraneo ad esso.
Come ho detto, pur se mi sento meglio, ho sempre dolore alla parte, guai a toccarla o dormirci su, poi quel gonfiore mi innervosisce. Una sera lo palpo e mi da quasi l’impressione che il piccolo corpo straniero si muova maligno sotto la mia cute. Vado nell’infermeria, disinfetto la tempia, le mani, altrettanto per un piccolo temperino-bisturi, mi metto un asciugamani al collo e, di fronte lo specchio, mamma mia aiutami tu, provo a fare una prima incisione intorno il bordo. Vedo che non ho troppe difficoltà, allora vado giù più concretamente. Il sangue fuoriesce ma non copioso, poi con la garza e le dita “strappo” materialmente il corpo dal suo ricettacolo. Mi fa un male tremendo. Mi resta nella tempia un vuoto circolare, quasi da chirurgo, di superficie come una moneta odierna da un euro e profondità sui tre-quattro millimetri.
Sperando di non sbagliare riempio il foro di polvere disinfettante, ci applico cotone e cerotto, mi pulisco e riposo un po’, sento stare meglio.
Ringrazio i milioni di globuli bianchi morti encomiabilmente per me.
Emil mi dice che sono stato un incosciente e ho rischiato grosso in tutti i sensi. L’infermiere inorridito vorrebbe ricoverarmi, e afferma ci sarebbero i termini di una denuncia per autolesionismo militare, ma a me non importa né dell’uno, né dell’altro, mi sento bene e pur con cautela riprendo più di prima l’attività mai interrotta, guardando di non assopirmi più sui sacchi di crusca o farina. Anche questo è stato per me un evento di guerra, mi ha insegnato a combattere le difficoltà sottovalutate da altri, a non crearmi problemi, avere iniziativa, rischiare. Ritengo che i commilitoni tedeschi avrebbero fatto similmente.
Al Duce! mi sono comportato e ho agito come mi hai insegnato tu sin da quando ero figlio della lupa e poi, se ho sbagliato in qualcosa, tollera l’irruenza e l’inesperienza dei miei quasi diciassette anni, sufficienti si per la guerra, ma ben pochi per la mia effettiva maturità.
ariadipoesia
00giovedì 17 luglio 2008 16:26
come si dice dalle mie parti...
i male assistiti, li assista Dio.

ed è così che "a la guerre comm'a la guerre" [SM=x142882] almeno hai avuto la fortuna di avere una mente sveglia e sollegita a ristabilire gli equilibri per la remissione della ferita.
ELIPIOVEX
00sabato 19 luglio 2008 15:57
Magari con pillole e pomate ci mettevi un po' di più a guarire... comunque a funzionato e sei qui a raccontarcelo!
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