Charles Baudelaire

Ardore che Risplende
00giovedì 29 giugno 2006 13:20
Il mio vero maestro...la sua opera I Fiori del Male è stata per me importante come la Bibba è sacra per un cristiano. E' leggendo le sue opere che la mia passione per la poesia decadente si è rafforzata.
Le poesie che mi hanno più ispirata e colpita sono:

LA MUSA VENALE

O musa del mio cuore, amante dei palazzi, avrai tu, quando Gennaio libererà i suoi venti, nella nera noia delle sere nevose, un tizzone che scaldi i tuoi piedi violacei?

Rianimerai dunque le tue spalle marmoree ai raggi notturni che filtrano attraverso le imposte? Al sentire borsa e palazzo a secco, raccoglierai l'oro delle volte azzurrine?

Bisogna che tu, per guadagnarti il pane d'ogni sera, dondoli, come il chierichetto, l'incensiere, cantando un Te Deum cui non credi?

Oppure, come un saltimbanco a digiuno, mostrerai le tue grazie e il tuo riso molle d'un pianto che non si vede per far sì che il volgo si sganasci dalle risate?

IL MONACO CATTIVO



I chiostri antichi sui loro ampi muri mostravano in immagini dipinte il santo Vero: il loro effetto, scaldando le pie viscere, temperava il freddo della loro austerità.

In quei tempi di fioritura del seme di Cristo, più di un illustre monaco (oggi raramente citato), facendo del cimitero il suo studio, con gran semplicità glorifica la Morte.

- La mia anima è una tomba che, cattivo cenobita, percorro e abito dall'eternità: ma nulla abbellisce i muri di questo chiostro odioso.

O monaco fannullone! Potrò, e quando, fare dello spettacolo vivente della mia triste miseria il lavoro delle mie mani, l'amore dei miei occhi?

Spleen, il Nemico e moltissime altre...non basterebbe un forum intero per citarle tutte.

Cobite
00giovedì 29 giugno 2006 15:36



Certo a te piacciono queste di Baudelaire, a me decisamente no.

La prima non ha canto, non ha verso (forse penalizzata dalla traduzione perchè se ben ricordo Baudelaire scriveva in versi) ma soprattutto non dice nulla. Sono domande, neppure interessanti, senza risposte che dimostrano solo certe manie fisse del poeta.
La seconda è la ripresa delle sue manie e direi abbastanza puerili com'è buona parte della sua opera.
Anche questa senza canto e senza verso, leggo solo il sarcasmo vuoto di chi non ha capito granché della vita e se la prende con gli altri.

In questo "sentiero" c'è già qualche poesia di Baudelaire, che considero di buona levatura e degna di essere ricordate. Altre ne mancano.

freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=12984&idd=9416
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Ciao [SM=x142887]
Giancarlo

Ardore che Risplende
00venerdì 30 giugno 2006 08:02
Certo per avere una visione completa di Baudelaire come poeta bisognerebbe leggere le sue opere in lingua originale, ovvero in francese. Ma io personalmente non so il francese, quindi mi viene un pò difficile postare qualcosa del quale non capisco nulla. ^^
Ad ogni modo quello che secondo me è da lodare in Baudelaire è l'innovazione, il distacco dalla poesia classica. Poi le tematiche si possono condividere o meno e l'interpretazione è tutta data da una sensibilità individuale. ^^
Cobite
00venerdì 30 giugno 2006 15:21
Re:

Scritto da: Ardore che Risplende 30/06/2006 8.02
Certo per avere una visione completa di Baudelaire come poeta bisognerebbe leggere le sue opere in lingua originale, ovvero in francese. Ma io personalmente non so il francese, quindi mi viene un pò difficile postare qualcosa del quale non capisco nulla. ^^
Ad ogni modo quello che secondo me è da lodare in Baudelaire è l'innovazione, il distacco dalla poesia classica. Poi le tematiche si possono condividere o meno e l'interpretazione è tutta data da una sensibilità individuale. ^^





Ad ognuno le sue convinzioni, certo, e se le sue poesie ispirano qualcuno per quel che sono e non per il fatto che faceva parte della gente che al tempo assumeva stupefacenti, ben venga, ma personalmente leggendo le sue poesie non mi accorgo di nessuna innovazione.
Non mi spiacerebbe essere illuminato in proposito.
[SM=x142906]

[SM=x142838] Giancarlo

- La poesia è dettata dal cuore, ma è scritta dalla testa. (Cobite)-

[Modificato da Cobite 15/01/2007 22.05]

Ardore che Risplende
00lunedì 3 luglio 2006 14:09
Beh, innanzitutto guarda la struttura delle poesie di Baudelaire, sono molto moderne, si distaccano completamente dalla poesia classica com'era intesa fino ad allora.
Non hanno una struttura rigida e ponderata, spesso le strofe non sono formate dallo stesso numero di versi, inoltre la sua poesia si basa molto sulle sensazioni. Inoltre alcuni versi sempbrano quasi in prosa. Per l'epoca si trattava senza ombra di dubbio di un innovatore, così come lo sono stati i suoi coetanei Verlaine e Rimbaud. Non per niente questi 3 autori si dice siano i fondatori della corrente letteraria del decadentismo, compeltamente nuova all'epoca, che ha poi aperto le strade al futurismo ed alla corrente crepuscolare in Italia. [SM=x142903]
Cobite
00lunedì 3 luglio 2006 21:41
Io credo che le sue poesie si dovrebbero leggere in francese o almeno ben tradotte e non tradotte alla buona come riportato sopra.

Ecco le stesse poesie in lingua originale.

La muse vénale

O muse de mon coeur, amante des palais,
Auras-tu, quand Janvier lâchera ses Borées,
Durant les noirs ennuis des neigeuses soirées,
Un tison pour chauffer tes deux pieds violets?
Ranimeras-tu donc tes épaules marbrées
Aux nocturnes rayons qui percent les volets?
Sentant ta bourse à sec autant que ton palais,
Récolteras-tu l'or des voûtes azurées?
Il te faut, pour gagner ton pain de chaque soir,
Comme un enfant de choeur, jouer de l'encensoir,
Chanter des Te Deum auxquels tu ne crois guère,
Ou, saltimbanque à jeun, étaler tes appas
Et ton rire trempé de pleurs qu'on ne voit pas,
Pour faire épanouir la rate du vulgaire.

....


Le mauvais moine

Les cloîtres anciens sur leurs grandes murailles
Etalaient en tableaux la sainte Vérité,
Dont l'effet, réchauffant les pieuses entrailles,
Tempérait la froideur de leur austérité.
En ces temps où du Christ florissaient les semailles,
Plus d'un illustre moine, aujourd'hui peu cité,
Prenant pour atelier le champ des funérailles,
Glorifiait la Mort avec simplicité.
- Mon âme est un tombeau que, mauvais cénobite,
Depuis l'éternité je parcours et j'habite;
Rien n'embellit les murs de ce cloître odieux.
O moine fainéant! quand saurai-je donc faire
Du spectacle vivant de ma triste misère
Le travail de mes mains et l'amour de mes yeux?

...



Come puoi vedere sono in rima. [SM=x142839]

[SM=x142887]

[SM=x142838] Giancarlo
Ardore che Risplende
00martedì 4 luglio 2006 10:06
Ma io non ho detto che non siano in rima. ^^
Scherzi a parte...non sapendo il francese mi metti in difficoltà citando le poesie in lingua originale. Purtoppo è una mia grave deficienza non saperlo. Però mi sembra di aver riportato notizie veritiere, visto il mio bagaglio. Non ho voglia di tirare fuori (non so manco dove cercarla e se l'ho ancora) la mia tesina della maturità dove ho trattato l'argomento Baudelaire e decadentismo con estrema precisione. [SM=x142935]

[Modificato da Ardore che Risplende 04/07/2006 12.19]

Cobite
00martedì 4 luglio 2006 19:00
azz che memoria ferruginosa (arrugginita) che ho. [SM=x142844]


Tra qualche giorno (dopo essermi rinfrescato le idee) metto la storia di Baudelaire (se non ci pensa qualcuno...)

Grazie

Giancarlo
- La poesia è dettata dal cuore, ma è scritta dalla testa. (Cobite)-

[Modificato da Cobite 04/07/2006 19.09]

Ardore che Risplende
00mercoledì 5 luglio 2006 07:45
Avessi il tempo la metterei io...se mi capita qualche buco sul lavoro vedo cosa posso fare. ^.-
Cobite
00lunedì 10 luglio 2006 20:11
Biografia
Charles Baudelaire naque a Parigi il 9 aprile del 1821 e suo padre muore sei anni dopo a 60 anni. La madre invece è ancora in giovane età e si risposa con il tenente colonnello Jacques Aupick, che verrà odiato da Charles.
Baudelaire frequentò il Collège Royal (1833) di Lione e poi il Collège Louis-le-Grand di Parigi da dove venne espulso nel 1839.
Charles a quell'epoca aveva già deciso di dedicarsi alla poesia, vocazione contrastata con forza soprattutto dal patrigno, che preferirebbe una professione borghese più redditizia.
Charles Baudelaire naque a Parigi il 9 aprile del 1821 e suo padre muore sei anni dopo a 60 anni. La madre invece è ancora in giovane età e si risposa con il tenente colonnello Jacques Aupick, che verrà odiato da Charles.
Baudelaire frequentò il Collège Royal (1833) di Lione e poi il Collège Louis-le-Grand di Parigi da dove venne espulso nel 1839.
Charles a quell'epoca aveva già deciso di dedicarsi alla poesia, vocazione contrastata con forza soprattutto dal patrigno, che preferirebbe una professione borghese più redditizia.
Spinto dalla famiglia, nel 1841, Baudelaire si imbarcò su una nave diretta a Calcutta, ma dopo dieci mesi pensò che la fatica non era per lui per cui ritorno a Parigi. Intanto era diventato maggiorenne per cui entrò in possesso della cospicua eredità del padre. E così iniziò a dilapidare il patrimonio. Abitò in un bellissimo appartamento nel quartiere più alla moda di Parigi. Vestì in maniera ricercata, frequentò i migliori salotti dell’epoca e conobbe nel 1842, Jeanne Duval, un’attrice meticcia che gli starà vicina per sempre.
Dopo soli due anni, la madre viene a sapere che il Charles aveva già speso circa la metà del cospicuo patrimonio paterno, per cui lo fece interdire e affibbiare un curatore patrimoniale.
E finì la stravagante vita di Baudelaire che fu costretto a dipendere dal curatore per ogni cosa.
L’anno dopo tentò il suicidio.

Come poeta esordì nel 1845 con la pubblicazione di "A une dame créole", mentre collaborava a riviste e giornali con articoli e saggi che saranno poi raccolti in due libri postumi.

Baudelaire partecipò attivamente alla rivoluzione del 1848, andò sulle barricate e si dice che incitasse la folla al grido: "Andiamo a fucilare il generale Aupick".
Nel 1857, a trentasei anni, pubblicò "Les fleurs du mal" che non ebbe successo, ma piuttosto si parlò di scandalo.
Il libro venne processato per immoralità ma l’editore, Poulet-Malassis, dovette sopprimere solamente sei poesie. Nel 1861 uscì la seconda e definitiva edizione, riveduta e corretta e arricchita di nuovi poemi.
Intanto le condizioni di vita di Baudelaire continuarono a peggiorare assieme al suo stato di salute, anche a causa dell’alcol e delle droghe di cui faceva uso. Di queste esperienze lascia testimonianza soprattutto nel libro "Les paradis artificiels" ( 1860). Nello stesso anno subisce la prima crisi cerebrale
Con la speranza di guadagnare un po’ di denaro con una serie di conferenze, nel 1864 attraversò parte del Belgio, ma invece trascorse qui giorni di assoluta miseria, tra indicibili sofferenze fisiche e morali.
Nel 1866, a Namur in Belgio, mentre stava visitando la chiesa di Saint-Loup, vene colpito da un attacco di emiplegia e di afasia. Rimase paralizzato nel lato destro del corpo. Ritornò a Parigi.
Sempre nel 1866 esce Le peintre de la vie moderne, opera dedicata a Constantin Guys.
Il 31 agosto del 1867, nella casa di cura del dottor Duval, Charles Baudelaire muore a quarantasei anni.
Fu sepolto sepolto nel cimitero di Montparnasse, insieme alla madre e al detestato patrigno.
La raccolta di “poemetti in prosa” "Le spleen de Paris", uscì postuma nel 1869 (ma 20 poemetti erano stati già pubblicati da La Presse nel 1862)

Nel 1949 la Corte di Cassazione francese riabilita la sua memoria e la sua opera.

Scrivono di lui:
www.cronologia.it/storia/biografie/baudelai.htm
La bellezza della poesia baudelairiana è “sinistra e fredda”, la stesura di Les fleurs du mal ha richiesto “furore e pazienza “ (da una lettera dell'autore alla madre del 1857). Dal punto di vista formale, infatti, il lavoro sul verso alla ricerca di una perfezione sempre sfuggente fu quasi ossessivo, quasi un continuo duello con la materia da modellare.
it.wikipedia.org/wiki/Charles_Baudelaire

Il senso di disagio provocato dalla violenta trasformazione socio-economica dell''800 si è manifestato in due diverse poetiche nell'opera di Baudelaire. La prima, quella del simbolismo, è generata da un forte desiderio di ritrovare quel forte legame tra le società pre-industriali e la natura. Sono poste in risalto le analogie tra uomo e natura e accostati i diversi messaggi sensoriali provenienti dal mondo naturale, espressi attraverso la figura retorica della sinestesia. La seconda, l'allegorismo, deriva dal tentativo di sottolineare il profondo distacco della vita rispetto alla nuova realtà industriale, proponendo al lettore spunti di riflessione che richiedono un'attività razionale per essere compresi


www.letteratour.it/tesine/A06baudeC02.htm
Il senso dell'originalità del poeta si evidenzia con maggiore nitidezza se la si mette in relazione non soltanto alle poetiche precedenti o contemporanee, ma anche a quelle successive. A partire da Mallarmé e Rimbaud, tutta la poesia moderna si ricollega ai Fiori del Male, perfino la poesia avanguardista di fine XX secolo. Ciò è dovuto al fatto che Baudelaire apre un dominio alla poesia di una capienza forse mai raggiunta fino ad allora, al livello tematico e formale. Al primo livello, si tratta principalmente di rendere soggetto poetico ogni realtà esistente, comprese le antinomie, mescolando sublime e triviale, dando potenza espressiva e dignità a concetti astratti (si vedano in proposito le frequentissime personificazioni, come se i fantasmi, i dolori e le gioie del poeta si materializzassero d'un colpo). Al secondo livello, si tratta di costruire un sottile gioco di sonorità che si rispondono in eco, e di creare delle sinestesie capaci di concretizzare in immagini complete delle sensazioni complesse. Basti ricordare, come esempio per entrambi i livelli, i versi della celebre poesia Corrispondenze:
La Nature est un temple où de vivants piliers/Laissent parfois sortir de confuses paroles,/L'homme y passe à travers des fôrets de symboles/Qui l'observent avec des regards familiers.//Comme de longs échos qui de loin se confondent/Dans une ténébreuse et profonde unité,/Vaste comme la nuit et comme la clarté,/Les parfums, les couleurs et les sons se répondent… [vv. 1-8].
Quello che leggiamo in questi versi è quasi un manifesto poetico. Il poeta è un uomo isolato, diverso, sdegnoso e incompreso, un angelo demoniaco o un demonio angelico, ma soprattutto il poeta è colui che è capace di decifrare i simboli della natura, di captare in una sola sensazione la moltiplicità del reale.
È su questa base che i poeti successivi cercheranno la loro strada. Tra i primi, Rimbaud, che spingerà oltre quella ricerca iniziata da Baudelaire, obbedendo quasi al suo "nel cuore dell'Ignoto per trovare del nuovo!" [Il viaggio].
.............


Giancarlo cobite
- La poesia è dettata dal cuore, ma è scritta dalla testa. (Cobite)-

[Modificato da Cobite 15/01/2007 22.09]

Cobite
00martedì 11 luglio 2006 00:55
Ecco, trovo esagerata quest'ultima parte citata dai siti visitati.
Infatti si può dire ciò di qualsivoglia poeta senza che sia possibile confermare o contraddire.
A leggere questa parte sembra che non sia esistita poesia prima e che la stessa sia nata solo dopo ad imitazione dei Fiori del male.
Davvero esagerato. [SM=x142856]

[SM=x142838] Giancarlo

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