Biografia
Charles Baudelaire naque a Parigi il 9 aprile del 1821 e suo padre muore sei anni dopo a 60 anni. La madre invece è ancora in giovane età e si risposa con il tenente colonnello Jacques Aupick, che verrà odiato da Charles.
Baudelaire frequentò il Collège Royal (1833) di Lione e poi il Collège Louis-le-Grand di Parigi da dove venne espulso nel 1839.
Charles a quell'epoca aveva già deciso di dedicarsi alla poesia, vocazione contrastata con forza soprattutto dal patrigno, che preferirebbe una professione borghese più redditizia.
Charles Baudelaire naque a Parigi il 9 aprile del 1821 e suo padre muore sei anni dopo a 60 anni. La madre invece è ancora in giovane età e si risposa con il tenente colonnello Jacques Aupick, che verrà odiato da Charles.
Baudelaire frequentò il Collège Royal (1833) di Lione e poi il Collège Louis-le-Grand di Parigi da dove venne espulso nel 1839.
Charles a quell'epoca aveva già deciso di dedicarsi alla poesia, vocazione contrastata con forza soprattutto dal patrigno, che preferirebbe una professione borghese più redditizia.
Spinto dalla famiglia, nel 1841, Baudelaire si imbarcò su una nave diretta a Calcutta, ma dopo dieci mesi pensò che la fatica non era per lui per cui ritorno a Parigi. Intanto era diventato maggiorenne per cui entrò in possesso della cospicua eredità del padre. E così iniziò a dilapidare il patrimonio. Abitò in un bellissimo appartamento nel quartiere più alla moda di Parigi. Vestì in maniera ricercata, frequentò i migliori salotti dell’epoca e conobbe nel 1842, Jeanne Duval, un’attrice meticcia che gli starà vicina per sempre.
Dopo soli due anni, la madre viene a sapere che il Charles aveva già speso circa la metà del cospicuo patrimonio paterno, per cui lo fece interdire e affibbiare un curatore patrimoniale.
E finì la stravagante vita di Baudelaire che fu costretto a dipendere dal curatore per ogni cosa.
L’anno dopo tentò il suicidio.
Come poeta esordì nel 1845 con la pubblicazione di "A une dame créole", mentre collaborava a riviste e giornali con articoli e saggi che saranno poi raccolti in due libri postumi.
Baudelaire partecipò attivamente alla rivoluzione del 1848, andò sulle barricate e si dice che incitasse la folla al grido: "Andiamo a fucilare il generale Aupick".
Nel 1857, a trentasei anni, pubblicò "Les fleurs du mal" che non ebbe successo, ma piuttosto si parlò di scandalo.
Il libro venne processato per immoralità ma l’editore, Poulet-Malassis, dovette sopprimere solamente sei poesie. Nel 1861 uscì la seconda e definitiva edizione, riveduta e corretta e arricchita di nuovi poemi.
Intanto le condizioni di vita di Baudelaire continuarono a peggiorare assieme al suo stato di salute, anche a causa dell’alcol e delle droghe di cui faceva uso. Di queste esperienze lascia testimonianza soprattutto nel libro "Les paradis artificiels" ( 1860). Nello stesso anno subisce la prima crisi cerebrale
Con la speranza di guadagnare un po’ di denaro con una serie di conferenze, nel 1864 attraversò parte del Belgio, ma invece trascorse qui giorni di assoluta miseria, tra indicibili sofferenze fisiche e morali.
Nel 1866, a Namur in Belgio, mentre stava visitando la chiesa di Saint-Loup, vene colpito da un attacco di emiplegia e di afasia. Rimase paralizzato nel lato destro del corpo. Ritornò a Parigi.
Sempre nel 1866 esce Le peintre de la vie moderne, opera dedicata a Constantin Guys.
Il 31 agosto del 1867, nella casa di cura del dottor Duval, Charles Baudelaire muore a quarantasei anni.
Fu sepolto sepolto nel cimitero di Montparnasse, insieme alla madre e al detestato patrigno.
La raccolta di “poemetti in prosa” "Le spleen de Paris", uscì postuma nel 1869 (ma 20 poemetti erano stati già pubblicati da La Presse nel 1862)
Nel 1949 la Corte di Cassazione francese riabilita la sua memoria e la sua opera.
Scrivono di lui:
www.cronologia.it/storia/biografie/baudelai.htm
La bellezza della poesia baudelairiana è “sinistra e fredda”, la stesura di Les fleurs du mal ha richiesto “furore e pazienza “ (da una lettera dell'autore alla madre del 1857). Dal punto di vista formale, infatti, il lavoro sul verso alla ricerca di una perfezione sempre sfuggente fu quasi ossessivo, quasi un continuo duello con la materia da modellare.
it.wikipedia.org/wiki/Charles_Baudelaire
Il senso di disagio provocato dalla violenta trasformazione socio-economica dell''800 si è manifestato in due diverse poetiche nell'opera di Baudelaire. La prima, quella del simbolismo, è generata da un forte desiderio di ritrovare quel forte legame tra le società pre-industriali e la natura. Sono poste in risalto le analogie tra uomo e natura e accostati i diversi messaggi sensoriali provenienti dal mondo naturale, espressi attraverso la figura retorica della sinestesia. La seconda, l'allegorismo, deriva dal tentativo di sottolineare il profondo distacco della vita rispetto alla nuova realtà industriale, proponendo al lettore spunti di riflessione che richiedono un'attività razionale per essere compresi
www.letteratour.it/tesine/A06baudeC02.htm
Il senso dell'originalità del poeta si evidenzia con maggiore nitidezza se la si mette in relazione non soltanto alle poetiche precedenti o contemporanee, ma anche a quelle successive. A partire da Mallarmé e Rimbaud, tutta la poesia moderna si ricollega ai Fiori del Male, perfino la poesia avanguardista di fine XX secolo. Ciò è dovuto al fatto che Baudelaire apre un dominio alla poesia di una capienza forse mai raggiunta fino ad allora, al livello tematico e formale. Al primo livello, si tratta principalmente di rendere soggetto poetico ogni realtà esistente, comprese le antinomie, mescolando sublime e triviale, dando potenza espressiva e dignità a concetti astratti (si vedano in proposito le frequentissime personificazioni, come se i fantasmi, i dolori e le gioie del poeta si materializzassero d'un colpo). Al secondo livello, si tratta di costruire un sottile gioco di sonorità che si rispondono in eco, e di creare delle sinestesie capaci di concretizzare in immagini complete delle sensazioni complesse. Basti ricordare, come esempio per entrambi i livelli, i versi della celebre poesia Corrispondenze:
La Nature est un temple où de vivants piliers/Laissent parfois sortir de confuses paroles,/L'homme y passe à travers des fôrets de symboles/Qui l'observent avec des regards familiers.//Comme de longs échos qui de loin se confondent/Dans une ténébreuse et profonde unité,/Vaste comme la nuit et comme la clarté,/Les parfums, les couleurs et les sons se répondent… [vv. 1-8].
Quello che leggiamo in questi versi è quasi un manifesto poetico. Il poeta è un uomo isolato, diverso, sdegnoso e incompreso, un angelo demoniaco o un demonio angelico, ma soprattutto il poeta è colui che è capace di decifrare i simboli della natura, di captare in una sola sensazione la moltiplicità del reale.
È su questa base che i poeti successivi cercheranno la loro strada. Tra i primi, Rimbaud, che spingerà oltre quella ricerca iniziata da Baudelaire, obbedendo quasi al suo "nel cuore dell'Ignoto per trovare del nuovo!" [Il viaggio].
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Giancarlo cobite
- La poesia è dettata dal cuore, ma è scritta dalla testa. (Cobite)-
[Modificato da Cobite 15/01/2007 22.09]