Canto al Creatore

ceo1
00mercoledì 9 giugno 2021 14:06

Canto al Creatore


E perdo di te il profumo e l'essenza
in un cielo oscurato di nubi in tappeto
che opprimono il sole, la vita e gli ardori
mi resta soltanto la tenue speranza del sogno in vacanza.

Come ombra mi muovo
vestito di stracci
suonando il mio piffero
col canto di strazio.
Mi sfiora un randagio
dal pelo camuffo
con zampe un po' incerte
e coperte di fango
come fossero croste
impastate di sangue.
Non smetto il mio canto
che forse l'aiuta a restar sulle zampe.
Sparisce al tornante alla mia vista;
chissà se ha una pista?

Seppur senza sole
mi sento accaldato
mi tolgo il pierrot
e mi metto di lato
il piffero suona a distanza di fiato.

Rovi fra i sassi e lucertole verdi
disegnano un muro
che forse non c'è.
E il piffero sibila il rumore del fiato
che esce dal petto
stanco e malato.
E alle pupille
il paesaggio s'annebbia
e non pulsa più il sangue
neanche alla tempia.
Poi cade ai miei piedi il piffero muto
va a far compagnia a quel cane canuto.

Il piffero è muto
ma s'ode insistente
assordante e invadente
il cicaleggio
senza armonia
dell'umana follia.
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