Fiordipoesia
00martedì 25 gennaio 2005 18:13
BYRON

Missolungi, Greece.
Nineteen of April, Eighteen-Twentyfour.
Six o'clock p.m.
George Gordon, Lord Byron the Sixth,
closes his eyes for the last time,
singing, in silence, his last song, alone.


( Forever )



" Tu non mi ami
e non mi amerai..."


Che cosa ho visto?
Ho visto la felicità
che metteva le piume,
la vanità e l'orgoglio
mutarsi in stravaganza.
Ho visto il sempre
nascondersi nel mai
ed il presente, adesso,
attraversare
il fiume del ricordo.
Ho visto coi miei occhi
lanciare in aria
il mazzo delle carte
ed infilzare
l'asso di denari,
in punta di fioretto.
Ho visto le città
piene di vita,
i boschi e le campagne
dal profumo di terra,
d'erba e muschio,
dall'odore di fango
e latte inacidito.
Ho assaggiato la notte,
il suo sapore,
dolce di ebbrezza,
amaro di spavento.
Ho visto troppe volte
la mia noia
travestirsi d'amore,
ho visto troppo amore
travestito di niente,
ho creduto di amare
troppe volte,
e forse, invece,
ho amato solo te.


" Tu non mi ami
e non mi amerai,
né posso darti torto... "


Che cosa vedo, adesso?
Il cielo greco
e le sue trasparenze,
limpido e immenso,
pieno del suo niente:
stanno sulle montagne
gli dei di Grecia,
non affollano il cielo.
Ma non ero venuto
ai piedi dell'Olimpo
a misurare il cielo
con lo sguardo.
Ero venuto
solo per la storia,
quella che cambia
al suono del cannone,
la storia che cammina
sulle strade
lavate con il sangue
che si versa.
Ero venuto qui
con la mia corte
di amici illusi
d'accompagnarsi al mito,
ad un mito che vive.
Ero venuto qui
con le oche, coi pavoni,
coi cavalli,
con un elmo piumato
che reca, inciso,
il motto "Crede Byron".
Ero venuto qui,
ritratto vagabondo
di me stesso.
E invece, adesso,
sbarrati gli occhi
sul vuoto del cielo,
amico Trelawny, amico Pietro,
amici cari di tante battaglie,
senza battaglie,
senza alcuna gloria,
poveri amici,
il mito sta morendo.


" Tu non mi ami
e non mi amerai,
né posso darti torto,
seppure è il mio destino... "


Addio amori, tutti,
addio per sempre.
Addio per sempre
belle mie parole,
addio ai miei occhi,
all'andatura incerta,
all'eleganza,
addio romanticismo.
La notte
sta scendendo
nei miei occhi,
ed anche il cielo greco
mi sfuma dallo sguardo
con tutti i miei ricordi,
con tutti i miei amori,
mille e più volti
insieme, sovrapposti,
e infine un solo volto,
uno soltanto: il tuo;
mille frasi d'amore,
sussurrate, da mille bocche,
ma non dalla tua,
perché tu,
forse solo tu,
non hai mai detto
- io ti amo,
Geordie, ti amo -
mentre la verità
è che avrei voluto
sentirlo dire, sai,
solo da te,
proprio così:
da te. Solo da te.


" Tu non mi ami
e non mi amerai,
né posso darti torto,
seppure è il mio destino,
a torto, forse... "


E mentre questa febbre
mi consuma le ultime forze,
le meningi ed il cuore,
mentre io chiudo gli occhi,
tu forse stai scherzando,
stai mangiando un bigné,
ti stai specchiando,
stai passeggiando
e forse stai ridendo,
ma non c'è neanche
un angolo di spazio,
neanche un momento,
per il mio ricordo.
E mentre sta scendendo
il sole all'orizzonte
nell'ultimo tramonto
dell'ultimo giorno
della mia ultima,
triste primavera,
tu non ci sei,
tu non mi sei accanto.
Ho tanto,
tanto sonno,
e tanto freddo.
Stammi vicino,
abbracciami, ti prego,
con il pensiero,
anche solo con quello.
Stringimi forte
per la prima volta,
per l'ultima volta,
per l'unica volta,
ma ti scongiuro:
non lasciarmi solo.
Non mi lasciare
morire da solo.


" Tu non mi ami
e non mi amerai,
né posso darti torto,
seppure è il mio destino,
a torto, forse,
amarti invano,
sempre. "


09/07/2004 9.13



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