Nichilista errante
00sabato 8 dicembre 2007 18:30
Ritornano a grande richiesta (a qualcuno sono pure piaciuti!) i miei aforismi. a voi
AVANGUARDIA E RETROGUARDIA
Avanguardista: chi inciampa sulla forma e per scavalcarla, la salta… con una gamba sola.
Psicologia d’avanguardista: amava tanto la tradizione da distruggerla: non la tollerava nel suo stato senile.
Paradosso: si può innovare solo scavando a ritroso… non esiste una mappa del tesoro: ogni terreno potrebbe nascondere la x del nuovo, come l’anacronismo.
Paradosso II: l’avanguardista ha capito che il tempo non è linea ma onda: cavalcarla in avanti significa salire sul dorso prima di afferrare la cresta.
Paradosso III: l’eccedere dello sperimentatore non è dissimile dall’archeologo che segna il terreno a caso: è la fede nell’eccesso che porta alla moderazione.
Risacca: cercava la fine della poesia e si trovò scaraventato -in ginocchio- davanti a Omero.
Passatista: non riesce a vivere senza la tradizione: ne è la sanguisuga.
Retroguardista: in un epoca dove tutto è destinato ad accelerare, chi tira il freno e rallenta la colonna la salva dal suo estinguersi: ma in epoca dove tutto è così accelerato da essere fermo, tirare il freno…
Discrimine: l’unico crimine in poesia è fingere di voler afferrare la cosa per farsi afferrare dal lettore, quest’ultimo difficilmente lo perdona.
Originalità: voleva innalzare il mondo alla sue vette… non si accorse di abbassarlo ai suoi eccentrismi.
Originalità II: era estremamente originale: non aveva letto che sé stesso… all’incontrario.
Originalità III: origliava costantemente nel buco dell’inconscio, spiava dalla toppa del sogno: non si vedeva che a frammenti.
LA MIA POESIA
La mia poesia: non conosco che il fragore della battaglia e le ombre del chiostro… il resto non è che silenzio.
Rabbia: la rabbia non è esprimibile in poesia: la parola ha in sé il germe di ogni riconciliazione.
Poesia e Massa: la poesia è la forma –lo stampo- il limite su cui si arresta la vita a trovare il suo riposo; la poesia in cui non irrompe la massa, l’uomo come forza, energia materica, l’uomo come punta che dilacera il mondo, è una poesia che sa di sanatorio, di cloroformio e formalina.
Poesia e mistica: non leggete mai la poesia di un mistico! Dietro quelle parole si cela un vuoto che vi guarda e vi scandaglia, l’abisso di Dio che vi invita ad abbandonarvi nella Sua solitudine, un ritiro che è descrivibile solo come il fissarsi eternamente mentre si dorme un sonno senza sogni.
Psicologia d’attore: sotto ogni mia poesia si nasconde il sorriso sarcastico, la smorfia dell’attore che sa’ di aver fatto (nel bene e nel male) la sua parte: non so che recitarmi per essere me stesso.
Teatro erotico: quanto si può imparare dall’eros! E quanto non si deve imparare dai poeti erotici moderni, il cui sguardo si è affrancato dalla visione religiosa del sesso (la visione dall’alto -di Dio- della cosa) per darsi alla sguardo animale, ad un eros scritto e pensato con i genitali e le loro smancerie (detti sentimenti)… a quando un eros che abbia il sapore dell’uomo?
Ironia: l’ironia è il sentimento del distacco, il sapore della disillusione per la vita: ogni Poesia ha il retrogusto di un’ironia sotto ghiaccio.
Persona: quanto affondo avevano visto i greci! L’individuo lo definivano persona, cioè maschera teatrale, smorfia. Oggi, questa smorfia vorrebbe usare la poesia per farsi Dio.
Poesia e Dio: c’è un’ultima prova che nessuno a prodotto per dimostrare l’esistenza di Dio: solamente nel ditambro Nietzsche riuscì a credere in Dio… la poesia è il canto del ritorno, il sussurro riconciliato del figlio prodigo.
a presto, ave
fiordineve
00domenica 6 gennaio 2008 19:15
Piaciutissimi.