ALDA MERINI

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fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:39






« Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperanno tra le dita »
(Alda Merini)








Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.


[Alda Merini, da Vuoto d'amore, 1991]





Brevi notizie

Nata il 21 marzo 1931 a Milano, defunta il primo novembre 2009.
Ha pubblicato numerose raccolte di poesie e libri in prosa.
Dopo mezzo secolo di attività, è considerata una delle voci più forti della poesia italiana. Ha esordito nel 1955, a soli 16 anni, con la raccolta di poesie 'La presenza di Orfeo'. Frequentò le scuole professionali, tentando poi l'ammissione al liceo ma fu respinta all'esame proprio in italiano! Nel 1993 ha ricevuto il premio Librex Montale per la poesia; nel 1997 il Premio Viareggio; nel 1997 il premio Procida - Elsa Morante e nel 1999 il Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Settore Poesia.

Ha pubblicato: "Paura di Dio" ( Scheiwiller, 1955 ), "Nozze romane" (Schwarz, 1955 ), "Tu sei Pietro" ( Scheiwiller", 1962 ).
Dopo vent'anni di silenzio, dovuti alla malattia (trascorsi rinchiusa in ospedale psichiatrico), escono: "Destinati a morire" ( Lalli, 1980 ), "La Terra Santa" ( Scheiwiller, 1984 ), " Fogli bianchi" ( Biblioteca Cominiana, 1987 )," Testamento "( Crocetti, 1988 ), "Vuoto d'amore" ( Einaudi , 1991 ), " Ballate non pagate" ( Einaudi, 1955 ).
Sono uscite inoltre varie edizioni di due sillogi presso Scheiwiller che hanno incluso anche " Le satire della Ripa " e " Le rime petrose", che erano state pubblicate in edizioni clandestine e introvabili.
"L' altra verità " è il primo libro di prosa ( Scheiwiller, 1986 ) e ad esso sono seguiti " Delirio amoroso " ( Il Melangolo, 1990 ).Nel 1993 è pubblicato il volumetto "Aforismi" . E' stata inoltre proposta dall' Accademia Francese per il Premio Nobel per la Poesia. Nel 1994 è stato pubblicato da l' Incisione di Corbetta il volume "Sogno e Poesia" con 20 incisioni di 20 artisti contemporanei.
Nel 1995 sono apparsi il volume "La Pazza della porta accanto" (Bompiani) e , successivamente, nel 1996 " La vita facile " ( Bompiani ) con il quale le è stato attribuito il Premio Viareggio del 1996.Nel 1997 Maria Corti, ha pubblicato una antologia del lavoro di Alda Merini, dal titolo "Fiore di Poesia" , 1951 - 1997 ( Ed. Einaudi ).

" Se qualcuno cercasse
di capire il tuo sguardo
Poeta difenditi con ferocia
il tuo sguardo son cento sguardi
che ahimè ti hanno guardato
tremando "
(A. Merini)








http://www.poetilandia.it/poetilando/poetilando12.html

[Modificato da fiordineve 04/03/2006 19.15]

fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:41
Alda Merini, Eternamente Vivo

Leggerezza


Oh leggerezza che riposi eterna,
dove l'indugio cresce nel pensiero

prendi la vita e lanciala nel buio
con il colore che materno crede
nella resurrezione dell'amore.

Il seprio che fa ridere la folla
e crepitare la materia, suona
come il bacio che invoca la mia morte
e la figura esce dalle mani
dell'Artista,
che di Dio crea
soltanto con il suo respiro.


fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:42
Vele del canto

Ho abbandonato ogni donna
come un unico simulacro,
un tonfo di duro destino,
l'Arte è la migliore delle matriarche

l'Arte mi ha dato molti fratelli,
i colori giovinetti gagliardi,
con la clamide finta frescura
e con questi giovani ho aperto
le vele del mio canto,
e sono aprtito per mari azzurri

insieme al mio unico remo
che è il mio ricordo




Alda Merini, Eternamente Vivo
Citato da: www.ilportoritrovato.net/html/merinigrittini7.html
fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:43
Bambini



Bambino,
se trovi l'aquilone della tua fantasia
legalo con l'intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta
che ti coprirà con le sue foglie.
Fa delle tue mani due bianche colombe
e portino la pace ovunque
e l'ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell'acqua del sentimento.





citato da: poesiealdamerini.splinder.com/
fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:47





La Terra Santa

Ho conosciuto Gerico,
ho avuto anch'io la mia Palestina,
le mura del manicomio
erano le mura di Gerico
e una pozza di acqua infettata
ci ha battezzati tutti.
Lì dentro eravamo ebrei
e i Farisei erano in alto
e c'era anche il Messia
confuso dentro la folla:
un pazzo che urlava al Cielo
tutto il suo amore in Dio.

Noi tutti, branco di asceti
eravamo come gli uccelli
e ogni tanto una rete
oscura ci imprigionava
ma andavamo verso la messe,
la messe di nostro Signore
e Cristo il Salvatore.

Fummo lavati e sepolti,
odoravamo di incenso.
E dopo, quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno.

Ma un giorno da dentro l'avello
anch'io mi sono ridestata
e anch'io come Gesù
ho avuto la mia resurrezione,
ma non sono salita ai cieli
sono discesa all'inferno
da dove riguardo stupita
le mura di Gerico antica.

Le dune del canto si sono chiuse,
o dannata magia dell'universo,
che tutto può sopra una molle sfera.
Non venire tu quindi al mio passato,
non aprirai dei delta vorticosi,
delle piaghe latenti, degli accessi
alle scale che mobili si dànno
sopra la balaustra del declino;
resta, potresti anche essere Orfeo
che mi viene a ritogliere dal nulla,
resta o mio ardito e sommo cavaliere,
io patisco la luce, nelle ombre
sono regina ma fuori nel mondo
potrei essere morta e tu lo sai
lo smarrimento che mi prende pieno
quando io vedo un albero sicuro.

(da La Terra Santa)


Antologia Fiore di poesia 1951 - 1997 - Einaudi

citato da: www.poesie.reportonline.it/poesie-di-alda-merini/la-terra-santa-con-video-e-au...
fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:48
Se avess'io

Se avess'io levità di una fanciulla
invece di codesto, torturato,
pesantissimo cuore e conoscessi
la purezza delle acque come fossi
entro raccolta in miti-sacrifici,
spoglierei questa insipida memoria
per immergermi in te, fatto mio uomo.

Io ti debbo i racconti più fruttuosi
della mia terra che non dà mai spiga.
e ti debbo parole come l'ape
deve miele al suo fiore. Perché t'amo
caro, da sempre, prima dell'inferno
prima del paradiso, prima ancora
che io fossi buttata nell'argilla
del mio pavido corpo. Amore mio
quanto pesante è adducerti il mio carro
che io guido nel giorno dell'arsura
alle tue mille bocche di ristoro!



da Tu sei Pietro - 1961

www.disnomia.it/index.php?
citato da: option=com_content&view=article&id=114&Itemid=63


fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:49
Sono nata

Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

(da Vuoto d'amore)



Alda Merini: clinica dell'abbandono

Citato da: bourbaki.blog.lastampa.it/bodegones/2009/11/alda-merini-clinica-dellabband...

fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:51

Oh donna

Oh donna,
il tuo violino superbo
apre angeliche voci
e un perno di metallo
anima l'usignolo.
Lui, Alberto, la mia rima,
subì questo momento
e divenni la dea
di vasta ipotenusa,
sberleffo di parole
o silloge del sole?

[Da Ipotenusa d'amore, 1992]

fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:51
L'ultimo ferro che ti ha toccato

L'ultimo ferro che ti ha toccato
è stato un diapason attento,
un inno d'amore.
Venderò il mio pianoforte per te,
lo porterò in cima agli orizzonti,
e ricordati Vanni:
come le pizie cumane
io canto il dolore di tutti
e sono l'unica a dirti
che molti avranno
convulsioni eterne




da: it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/15367
fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:52
Le mie impronte digitali

Le mie impronte digitali
prese in manicomio
hanno perseguitato le mie mani
come un rantolo che salisse la vena della vita,
quelle impronte digitali dannate
sono state registrate nel cielo
e vibrano insieme
ahimè
alle stelle dell'Orsa maggiore




da: it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/15367
fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:53
Io come voi sono stata sorpresa

Io come voi sono stata sorpresa mentre rubavo la vita,
buttata fuori dal mio desiderio d'amore.
Io come voi non sono stata ascoltata
e ho visto le sbarre del silenzio
crescermi intorno e strapparmi i capelli.
Io come voi ho pianto,
ho riso e ho sperato.
Io come voi mi sono sentita togliere
i vestiti di dosso
e quando mi hanno dato in mano
la mia vergogna
ho mangiato vergogna ogni giorno.
Io come voi ho soccorso il nemico,
ho avuto fede nei miei poveri panni
e ho domandato che cosa sia il Signore,
poi dall'idea della sua esistenza
ho tratto forza per sentire il martirio
volarmi intorno come colomba viva.
Io come voi ho consumato l'amore da sola
lontana persino dal Cristo risorto.
Ma io come voi sono tornata alla scienza
del dolore dell'uomo,
che è la scienza mia




da: it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/15367
fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:53
Correte cavalli bianchi

Correte cavalli bianchi
portatori di grandi aurore
sul pelo della mia lingua
che a lui non parlerà più.
Oh erba infelice
che entri nella bocca
e senti la sua saliva
e la dolcezza dell'anima.
Erba diventata nera
dai a me il tuo ultimo fiore
e sia una spada.



da: it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/15367

fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:54
Superba è la notte

La cosa più superba è la notte
quando cadono gli ultimi spaventi
e l'anima si getta all'avventura.
Lui tace nel tuo grembo
come riassorbito dal sangue
che finalmente si colora di Dio
e tu preghi che taccia per sempre
per non sentirlo come rigoglio fisso
fin dentro le pareti.




da: nostripensieri.altervista.org/wordpress/?p=2340
fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:55
Ti ho detto addio


Ti ho detto addio dopo che ho spesa tutta
l'amarezza dal grembo e l'ho posata
presso di te come una voce strana.
Comprendo adesso che io sono un'ombra
oltraggiosa magnifica pensosa
e che tu rarefai le mie pienezze
come si sfa la terra per rubarvi
il fortissimo seme della vita.
Tu mi hai predata vorticoso
come un vento selvaggio ma di questi
assai meno pietoso e musicale.
perciò io ti riguardo che ti assenti
mentre anch'io mi dilungo abbandonata
presso la mia mortale era di pace.






da: paesaggidanima.splinder.com/tag/alda+merini

fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:55

Le osterie

A me piacciono gli anfratti bui
delle osterie dormienti,
dove la gente culmina nell'eccesso del canto,
a me piacciono le cose bestemmiate e leggere,
e i calici di vino profondi,
dove la mente esulta,
livello magico di pensiero.
troppo sciocco è piangere sopra un amore perduto
malvissuto e scostante,
magico l'acre sapore del vino
indenne,
meglio l'ubriacatura del genio,
meglio sì meglio
l'indagine sorda delle scorrevolezze di vite;
io amo le osterie
che parlano il linguaggio sottile
della lingua di Bacco,
e poi nelle osterie
ci sta il nome di Charles
scritto a caratteri d'oro.

fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:56
Il tuo abbandono

Com'è stato imprevisto il tuo abbandono!
Proprio nel momento in cui io naufragavo
nelle onde del tuo piacere
tu mi hai lasciato
e forse mi hai salvato la vita
ma maledetti coloro che salvano i poeti per
ignoranza
rendendoli creature sconfitte.







fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:57

Io ero un uccello

Io ero un uccello
dal bianco ventre gentile,
qualcuno mi ha tagliato la gola
per riderci sopra
non so.
Io ero un albatro grande
e volteggiavo sui mari.
Qualcuno ha fermato il mio viaggio,
senza nessuna carità di suono.
Ma anche distesa per terra
io canto ora per te
le mie canzoni d'amore.




fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:58

Lirica antica

Caro, dammi parole di fiducia
per te, mio uomo, l'unico che amassi
in lunghi anni di stupido terrore,
fa che le mani m'escano dal buio
incantesimo amaro che non frutta...
Sono gioielli, vedi, le mie mani,
sono un linguaggio per l'amore vivo
ma una fosca catena le ha ben chiuse
ben legate ad un ceppo. Amore mio
ho sognato di te come si sogna
della rosa e del vento,
sei purissimo, vivo, un equilibrio
astrale, ma io sono nella notte
e non posso ospitarti. Io vorrei
che tu gustassi i pascoli che in dono
ho sortiti da Dio, ma la paura
mi trattiene nemica; oso parole,
solamente parole e se tu ascolti
fiducioso il mio canto, veramente
so che ti esalterai delle mie pene



fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:59

Mi sono innamorata

Mi sono innamorata
delle mie stesse ali d'angelo,
delle mie nari che succhiano la notte,
mi sono innamorata di me
e dei miei tormenti.
Un erpice che scava dentro le cose
o forse fatta donzella
ho perso le mie sembianze.
Come sei nudo, amore,
nudo e senza difesa.
io sono la vera cetra
che ti colpisce nel petto
e ti dà larga resa.




fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 18:59

Ieri sera era amore

Ieri sera era amore,
io e te nella vita
fuggitivi e fuggiaschi
con un bacio e una bocca
come in un quadro astratto:
io e te innamorati
stupendamente accanto.
Io ti ho gemmato e l'ho detto;
ma questa mia emozione
si è spenta nelle parole.




fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 19:00


a Eugenio Montale

I tuoi acini d'oro,
i limoni perduti
nel grembo di altre donne
che ti hanno solo sognato.
Capita anche a me, Maestro,
di aver fatto l'amore
con quelli
che non ho mai conosciuto






fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 19:01

Il volume del canto mi innamora

Il volume del canto mi innamora:
come vorrei io invadere la terra
con i miei carmi e che tremasse tutta
sotto la poesia della canzone.
Io semino parole,
sono accorta
seminatrice delle magre zolle
e pur qualcuno si alza ad ascoltarmi,
uno che il canto l'ha nel cuore chiuso
e che per tratti a me svolge la spola
della sua gaudente fantasia.




fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 19:02


Quando gli innamorati si parlano

Quando gli innamorati si parlano
attraverso gli alberi
e attraverso mille strade infelici,
quando abbracciano l'edera
come se fosse un canto,
quando trovano la grazia
nelle spighe scomposte
e dagli alti rigogli,
quando gli amanti gemono
sono signori della terra
e sono vicini a Dio
come i santi più ebbri.
Quando gli innamorati parlano di morte
parlano di vita in eterno
in un colloquio di un fine esperanto
noto soltanto a Lui.
Il loro linguaggio è dissacratore,
ma chiama la grazia infinita
di un grande perdono.




fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 19:02

Ai tempi dell'inutile prigione

Ai tempi dell'inutile prigione
io amai un compagno
un poveraccio senza santità.
E così da questo amore infelice
sei nata tu
fiore del mio pensiero.
Nessuno in manicomio ha mai dato un bacio
se non al muro che lo opprimeva
e questo vuol dire che la santità
è di tutti, come di tutti è l'amore.






fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 19:03

La luna s'apre nei giardini del manicomio

La luna s'apre nei giardini del manicomio,
qualche malato sospira,
mano nella tasca nuda.
La luna chiede tormento
e chiede sangue ai reclusi:
ho visto un malato
morire dissanguato
sotto la luna accesa.

[da "La Terra Santa"]




fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 19:04

Lasciando adesso che le vene crescano

Lasciando adesso che le vene crescano
in intrichi di rami melodiosi
inneggianti al destino che trascelse
te fra gli eletti a cingermi di luce...
In libertà di spazio ogni volume
di tensione repressa si modella
nel fervore del moto e mi dissanguo
di canto "vero" adesso che trascino
la mia squallida spoglia dentro l'orgia
dell'abbandono. O, senza tregua più,
dannata d'universo, o la perfetta
nudità della vita,
o implacabili ardori riplasmanti
la già morta materia: in te mi accolgo
risospinta dagli echi all'infinito.

[da "La presenza di Orfeo"]




fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 19:05

No, non chiudermi ancora

No, non chiudermi ancora nel tuo abbraccio,
atterreresti in me quest'alta vena
che m'inebria dall'oggi e mi matura.

Lasciami alzare le mie forze al sole,
lascia che mi appassioni dei miei frutti,
lasciami lentamente delirare...

E poi còglimi solo e primo e sempre
nelle notti invocato e nei tuoi lacci
amorosi tu atterrami sovente
come si prende una sventata agnella...

[da "Tu sei Pietro"]



[Modificato da fiordineve 04/03/2006 19.07]

fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 19:08


Nelle fervide unghie del dolore

Se il dolore m’assale e mi trattiene
nelle fervide unghie
e spossata mi sento devastare
da un orribile passo
che mi trascina e mi rovina al tutto,
gemo perché son debole, d’argilla
ma nel premere il labbro già mi cresce
dentro non so che orgoglio smisurato
per la morte apparente, di una fibra
di demonio o di angelo son fatta...

[da "Testamento - Crocetti Editore, 1988, 2002"]



fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 19:09

Gentile il canto dell’animale

Gentile il canto dell’animale
che esalta la sua prole a venire
il suo approdo,
e l’enfatico dono della parola dell’uomo
per lui non conta nulla,
ma conta la sua realtà interiore,
il salto della devastazione
e forse una tenebra incerta
che lui non teme e invece
ne tremano tutti gli uomini.

[da "Ci sono ancora le lucciole. Poesie sugli animali - Crocetti 2003"]




fiordineve
00sabato 4 marzo 2006 19:09

I poeti lavorano di notte

I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere iddio.
ma i poeti nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.

[da "Testamento - Crocetti Editore, 1988, 2002"]




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