1, 2, 3, 4, 5, 6, 7.....

fiordineve
00lunedì 18 ottobre 2004 03:42


1, 2, 3, 4, 5, 6, 7


La donna stava abbandonata sulla sedia, lo sguardo vacuo di chi nulla ha da perdere; l'età indefinibile, sul viso gonfio dagli psicofarmaci, si poteva scorgere, forse, un lampo di gioventù ancora da vivere, ma gli abiti avevano bisogno di una ripulita, così pure i capelli che scendevano sulle spalle piegate, in un mesto abbraccio cadente.

Misurava contando: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, i passi che la dividevano dalla cucina; ogni volta contava, ogni volta riabbassava gli occhi; eppure doveva alzarsi, il pranzo era ancora da preparare, tra qualche ora la famiglia sarebbe tornata, come si sarebbe giustificata?

Ancora 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, troppi, lo sapeva che erano troppi 7 passi, non ce l'avrebbe mai fatta, lo sentiva; ormai sarebbe stata la fine, sarebbe crollata a terra piangendo terrorizzata.

1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, disperatamente voleva alzarsi ma le sue forze l'abbandonavano, il solo pensarlo le causava gocce di sudore misto a terrore, aveva un attacco di panico, ormai ne riconosceva i sintomi, ma a chi chiedere aiuto? Al marito no di certo, lui non capiva e le diceva che erano solo fantasie di una donna fannullona; non era mai stata così.
La sua casa era sempre tirata a specchio, pavimenti lucidissimi, bambini in ordine, cucinava con amore piatti degni di uno chef.

Allora perché? Come aveva fatto a ridursi in quel modo.
Le mancava la volontà di alzarsi al mattino, un disperato bisogno di piangere, ogni gesto le costava fatica, piangeva costantemente per nulla, che razza di madre avrebbero avuto i suoi figli?
Pensava a quale scusa trovare per i suoi, a chi chiedere aiuto, si sentiva intrappolata in quella mente che non comandava più il corpo.

1, 2, 3, 4, 5, 6, 7: il coltello era lì vicino, lei era terrorizzata dai coltelli, ora sentiva che era l'unico amico che avesse.
Lentamente si tagliò i polsi e la gola, senza un gemito, senza un lamento, piano piano il buio confuse i suoi sensi e mentre cadeva ripeteva 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7.....

FIORE


Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo

[Modificato da fiordineve 18/10/2004 3.55]

ariadipoesia
00lunedì 18 ottobre 2004 04:31
gli cambiamo il finale?
, 2, 3, 4, 5, 6, 7


La donna stava abbandonata sulla sedia, lo sguardo vacuo di chi nulla ha da perdere; l'età indefinibile, sul viso gonfio dagli psicofarmaci, si poteva scorgere, forse, un lampo di gioventù ancora da vivere, ma gli abiti avevano bisogno di una ripulita, così pure i capelli che scendevano sulle spalle piegate, in un mesto abbraccio cadente.

Misurava contando: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, i passi che la dividevano dalla cucina; ogni volta contava, ogni volta riabbassava gli occhi; eppure doveva alzarsi, il pranzo era ancora da preparare, tra qualche ora la famiglia sarebbe tornata, come si sarebbe giustificata?

Ancora 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, troppi, lo sapeva che erano troppi 7 passi, non ce l'avrebbe mai fatta, lo sentiva; ormai sarebbe stata la fine, sarebbe crollata a terra piangendo terrorizzata.

1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, disperatamente voleva alzarsi ma le sue forze l'abbandonavano, il solo pensarlo le causava gocce di sudore misto a terrore, aveva un attacco di panico, ormai ne riconosceva i sintomi, ma a chi chiedere aiuto? Al marito no di certo, lui non capiva e le diceva che erano solo fantasie di una donna fannullona; non era mai stata così.
La sua casa era sempre tirata a specchio, pavimenti lucidissimi, bambini in ordine, cucinava con amore piatti degni di uno chef.

Allora perché? Come aveva fatto a ridursi in quel modo.
Le mancava la volontà di alzarsi al mattino, un disperato bisogno di piangere, ogni gesto le costava fatica, piangeva costantemente per nulla, che razza di madre avrebbero avuto i suoi figli?
Pensava a quale scusa trovare per i suoi, a chi chiedere aiuto, si sentiva intrappolata in quella mente che non comandava più il corpo.
------------------------------------------------------

Finalmente sopraggiunse la primavera e con la primavera ritornò il primo sole caldo, un ultimo sforzo si disse
1.2.3.4.5.6.7. si sentiva mancare, ma volle compierlo quello sforzo.
Non sapeva neanche bene perchè, arrivò alla finestra e vide nel giardino sotto casa che erano spuntate le prime margherite, in quel giardino che era stato triste e abbandonato, per tutto il tempo della sua inedia trnavano a sorriderle i fiori.

Il pensiero di quei fiori ritornati, la fece destare e 1.2.3.4.5.6.7.8. si portò nel giardino, strusciandosi.

Il manto di quei piccoli fiori a forma di sole le ridonò un sorriso e mille ricordi che credeva persi la inondò;
risentiva il suono delle risate dei suoi bimbi dondolati dall'altalena, ritrovò le corse per giocare a "perndimi premdimi" e il sapore delle sue torte di compleanno, e perfino il sorriso compiaciuto del marito.

1.2.3.4.5.6.7.8.9.10. ritornò in casa apri tutte le finestre per far entrare il sole, era strano non le dava piu fastidio la luce.

Si sedette ad ascoltare i suoi dischi di Elvis che non sentiva pi da tempo, e quando i suoi tornarono, ebbe la forza e la voglia di chiedere aiuto.

[SM=x142944]
ariadipoesia__________Angela
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[Modificato da ariadipoesia 18/10/2004 4.35]

Cobite
00lunedì 18 ottobre 2004 09:48

Realista Maria Antonietta, ottimista Angela.

Io spero solo che le malattie che portano alla depressione siano finalmente riconosciute e curate davvero e non con gli psicofarmaci che servono solo a tranquillizzare il dottore che li ordina.

[SM=x142887] [SM=x142887]


Giancarlo cobite
iduegabbiani
00lunedì 18 ottobre 2004 10:58
[SM=x142921]



quasi tutte queste malattie nascono da stati di interiore solitudine ,che con il rullo dello stress,poi diventano attacchi di panico.
Purtroppo i farmici sono come una pezza contro gli spifferi ..è dentro sempre la strada durissima da dover ricominciare a percorrere. sono d'accordo con Angela nel cambiare il finale..per una questione di scommessa con la stessa vita che a volte colpisce proprio duro.
ma la sfida,è questa, ed è la più importante che possa esistere!





fiordineve
00lunedì 18 ottobre 2004 18:18

Il racconto è nato con un finale tristissimo, ero io quella che soffriva di DAP; i farmaci servono, eccome, nei primi tempi.
Se hai un'ulcera ti curi perchè no per la depressione?

Poi 8 anni di analisi e sono ripartita.

Ho molto romanzato nel racconto, amo le storie rosa, quando scrivo le faccio divenire noir, mi piace di più del consueto lieto fine.
ariadipoesia
00lunedì 18 ottobre 2004 18:43

ti voglio bene[SM=x142887] [SM=x142944]
Sagitta
00martedì 19 ottobre 2004 18:22
1,2,3,4,5,6,7... un altro possibile finale
".....Pensava a quale scusa trovare per i suoi, a chi chiedere aiuto, si sentiva intrappolata in quella mente che non comandava più il corpo."

"Il cuore batteva all'impazzata, faticava a respirare. Non trovava pace nè di giorno nè di notte, un nodo le stringeva la gola come una invisibile corda che tirava, tirava...Si vide, con gli occhi dell'immaginazione, appesa alla trave in cantina, dondolare lenta senza più pena, senza più dolore.
Un lampo: chi l'avrebbe trovata? Gabriele di certo, al ritorno da scuola. Mamma, mamma, l'avrebbe cercata rovistando la casa con quei suoi occhi da cerbiatto...vide il suo orrore, udì il grido animale che gli usciva dal petto. Il marito, che si precipitava,prima rosso e poi bianco e poi ancora rosso, a coprire gli occhi del bambino, le mani nei capelli. Quanto dolore avrebbe potuto provocare a chi aveva fatto nascere, a chi, aveva amato e a modo suo, l'aveva amata, l'amava.
Abbassò la testa, si guardò le mani tremanti armeggiando...il telefono n.123.456:
"Dottore, la prego mi aiuti..."

Io agli psicofarmaci ci credo, anche se penso che vadano presi sotto stretta sorveglianza medica e accompagnati da una psicoterapia d'appoggio se non altro per capire i motivi profondi della depressione e cercare di non ricascarci. E poi penso che in qualche modo ci si debba anche "divertire" nel vero senso etimologico della parola, distrarre, creare...la scrittura e la pittura aiutano molto.
Coraggio, guarda in avanti, auguri carissimi[SM=x142906] [SM=x142887] [SM=x142887][SM=x142944] [SM=x142892]
VentodistellaJ
00martedì 19 ottobre 2004 20:48
---desolazione di un'illusa---
io forse sono un'illusa...
ho fatto tre anni di psicologia
e ancora me ne aspettano tanti...

ma una cosa la sento...

i medicinali...psicofarmaci o meno...forse curano i sintomi ma non tolgono la sofferenza.

Si perchè qui non c'è un corpo che domina l anima o la mente...

qui c'è la sofferenza che parla...parla nell'unico modo in cui le è possibile...
nell'unico rimasto.
"Come se il dolore"...(cosa che il dolore fa realmente) togliesse respiro non solo alla nostra mente ma anche al corpo...

come se...contare fino a 1 e poi 2 e poi...e poi... fosse solo un'inerzia di una vita che perde di senso...ad ogni passo...

forse sono un'illusa...ma un abbraccio cura di più...di una goccia di una sostanza che controlla i neuroni...ma non il dolore.
Forse..una parola di conforto...e una persona che sappia ascoltare...sentire..dentro di se il dolore dell'altro e ivi superarlo insieme...

forse..

è più efficace..

ma ho solo 22 anni...e un pò di dolore da smaltire...


[SM=x142842]



fiordineve
00mercoledì 20 ottobre 2004 00:09
Gli abbracci, chi me li doveva donare, li regalava ad altre donne, non certo a me.

Mi rivedo seduta sulla poltrona che, con enorme fatica, mi sollevo e appoggiandomi alle pareti arrivo in cucina per preparare il pasto.

Non auguro a nessuno di sentirsi come mi sono sentita io; l'aiuto momentaneo degli psicofarmaci con la psicoterapia mi hanno quasi guarita.
Quasi.... non si guarisce mai, la bestia è sempre lì in attesa, solo che ora so guardarla in faccia e a combattere ad armi pari.


FIORE


Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo

[Modificato da fiordineve 20/10/2004 0.09]

Sagitta
00mercoledì 20 ottobre 2004 12:29
I brutti momenti...
Ho attraversato brutti momenti anch'io: una volta non riuscivo più a uscire dall'automobile, una volta non riuscivo a entrarci...tutto condito da incredibili fischi alle orecchie, sensazione di irrealtà, tachicardia, difficoltà di concentrazione...mi facevano paura perfino i cartoni animati...Certo, c'è un passato che pesa, c'è qualche volta un quotidiano difficile, faticoso, deludente.
Mi sono messa a letto, forzandomi(quasi violentandomi) a uscire almeno una volta al giorno per comprare il giornale, la carne, il pane. Per andare a riprendere le analisi del sangue presi il taxi, e quando arrivai a pagare il ticket al Punto Giallo non riuscivo a capire cosa diavolo volesse quella macchinetta. Menomale c'è sempre un volontario che spiega! Mi sono curata, purtroppo la tendenza dell'ipofisi a secernere poche endorfine a una certa età rimane costante, e le cure sono lunghe. Ma se si prendono dei buoni medicinali,quelli giusti, sotto controllo medico, non si ha più bisogno degli ansiolitici e piano piano, giorno dopo giorno, si vede ricomparire il colore del mondo (e il dolore si attenua). Si comincia a pensare a se stessi come a una persona cui si deve rispetto e affetto, anche se non ci si[SM=x142868] [SM=x142864] [SM=x142909] [SM=x142909] conosce mai fino in fondo, forse. Il lavoro aiuta, la musica, la pittura, scrivere,frequentare gente, uscire. Di recente è uscito un bel libro "Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita" di uno psichiatra, G.C. Giacobbe ed. Ponte alle Grazie. L'autore ha attraversato nella sua vita personale dolori terribili, eppure si sente di cercare di aiutare gli altri con consigli azzeccati...e non impossibili da mettere in pratica. Un abbraccio virtuale e tante pacche (spero reciproche) sulle spalle![SM=x142864] [SM=x142861] [SM=x142861] [SM=x142868] [SM=x142922] [SM=x142921] [SM=x142922] [SM=x142944] [SM=x142906] [SM=x142873] [SM=x142887] [SM=x142887] [SM=x142887]
Cobite
00mercoledì 20 ottobre 2004 19:14


Semplicemente vi abbraccio

[SM=x142944]

[SM=x142923]


Giancarlo cobite
Sagitta
00giovedì 28 ottobre 2004 15:29
Un abbraccio
Grazie Giancarlo, fa piacere...personalmente ricambio.[SM=x142944] [SM=x142923] [SM=x142872] [SM=x142875] [SM=x142944]
ladri di stelle e di jazz
00giovedì 28 ottobre 2004 21:57
Re: gli cambiamo il finale?
..noooooo! Che cambiamo finale! Mi piace così!
..il tema del suicidio mi ha sempre affascinato, anzi... quasi quasi rispolvero il "diario" ...
"..libertà e perline colorate,
ecco il dono che ti farò
..e la sensualità delle vite disperate,
ecco quello che ti darò..." (P. Conte)

[Modificato da ladri di stelle e di jazz 28/10/2004 21.58]

fiordineve
00venerdì 29 ottobre 2004 01:10


Io sono romanticissima ma scrivo noir, sono raccontini i miei, non sono brava come te, ma se mi toccano i finali, ecco....... li lascio fare.

[SM=x142859] [SM=x142859] [SM=x142859] [SM=x142859] [SM=x142859] [SM=x142859] [SM=x142859] [SM=x142859] [SM=x142859] [SM=x142859] [SM=x142859] [SM=x142859] [SM=x142859] [SM=x142859] [SM=x142859] [SM=x142859] [SM=x142859] [SM=x142859]

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