"Simposio (o dell'Amore)" Platone

Nichilista errante
00domenica 3 giugno 2007 11:45
Propongo un breve riassunto delle idee espresse nel "Simposio" di Platone, il testo dedicato all'Eros dal grande filosofo ateniese. In tale dialogo 6 personaggi di differente condizione sociale e di pensiero assai diverso si ritrovano per banchettare insieme, e decidono di dedicare la conversazione della serata alla definizione dell'Amore; ciascuno secondo la propria visione,che tuttavia non esclude mai quella di chi l'ha preceduto, ma la assume come premessa per superarla.

Il primo a prendere la parola è l'oratore Fedro, che sottolinea con esempi tratti dalla tragedia attica l'origine sociale e l'utilità politica dell'amore, che serve da collante fra i vari individui permettendo una stabile e pacifica vita collettiva.

Il secondo a parlare è il poeta Pausania, che pone il fondamentale distinguo fra amore giusto ed amore sbagliato, definendo il primo come l'amore il cui oggetto è l'anima oltre che il corpo, mentre il secondo come amore che ha come solo oggetto il corpo.

Il terzo a tentare di definire amore è il medico Erissimaco, che tenta una spiegazione puramente fisiologica dell'eros, che secondo lui è l'atto di congiunzione fra opposti che hanno bisogno di unirsi per ottenere il proprio benessere, così come chi sta congelando ha bisogno del fuoco per tornare alla propria temperatura corporea normale.

Il quarto ad arrischiare una definizione è il comico Aristofane, attraverso il mito dell'androgino, cioè dell'essere che comprende in sè entrambi i sessi. Il comico narra che all'origine della razza umana, gli uomini avevo 4 gambe e 4 braccia ed erano uniti per la spina dorsale, i due individui potevano essere entrambi donne o uomini,oppure uomo e donna... sentendosi così uniti onnipotenti questi esseri tentarono di scalare l'olimpo per abbattere gli dei, venendo puniti da Zeus con l'essere tagliati a metà, dando così origine all'uomo così come siamo noi. Tuttavia il re degli dei (che ha fra i suoi attributi ha quello di essere il reggitore della Giustizia e dell'Armonia) impietosito di aver reso tristi i suoi figli, che non riuscivano a trovar requie nel non poter ricongiungersi con l'individuo a cui erano originariamente uniti, mandò sulla terra Amore, perchè gli uomini potessero riconoscere l'individuo con cui erano uniti all'inizio dei tempi.

Il quinto a prender la parola è il tragediografo Agatone, che tesse un elogio fra il serio ed il faceto ad Eros, definendolo un dio dotato di grandissime virtù come il coraggio,la temperanza, la giustizia, la sapienza di cui fà partecipi tutti coloro che cadono sotto il suo influsso.

Il sesto a cercare una definizione di eros è il filosofo Socrate, che narra il suo dialogo con la sacerdotessa Diotima a proposito di questo tema. La sacerdotessa definisce l'amore l'intemerdio fra gli opposti che a contempo si pone aldilà di essi (cioè l'amore è aldilà di bene e male, di giusto e ingiusto); a questo proposito narra il mito di Poros e Penia, il primo dio dell'ingegno e dell'espediente, la seconda simboleggia la povertà; Poros ubriaco si addormento nel giardino di Zeus, e Penia che stada mendicando da quelle parti pensò che avere un figlio con lui le avrebbe assicurato una vita migliore, così si unì a lui... il figlio di tale unione è Amore, che porta con sè gli attributi "genetici" dei genitori, in quanto come il dio Poros è bello e immortale, tendente alla virtù e alla sapienza, ma come sua madre Penia è mendico, bisognoso, mortale, affamato di sempre nuove sensazioni di sazietà, cieco nei suoi capricci.
L'amore secondo Diotima è un demone che funge da collegamento fra questo mondo e il mondo degli dei, avendo natura umana ma aprendo squarci metafisici in cui è possibile intuire la sapienza e la beatitudine degli dei.

HiddenFox
00lunedì 4 giugno 2007 09:42
Un resoconto che, pur nella sua sinteticità, riassume le principali idee espresse nel "Simposio", solo che ci sono delle imprecisioni e delle riduzioni.

1) Per quanto riguarda Fedro, l'amore non ha solo un'utilità sociale e politica, ma viene considerato anche principio originario del cosmo, come attestano sia la Teogonia di Esiodo, sia le poesie di Saffo, sia i testi orfici, per citare solo le fonti più note.

2) Nel discorso di Pausania, la distinzione non è tra amore giusto e amore sbagliato, ma tra "Amore Celeste" ed "Amore Volgare": il secondo non è da considerarsi del tutto errato, perché ha una sua utilità sociale (può essere finalizzato anche alla procreazione), dunque è soltanto inferiore a quello celeste.

3-4-5)Il discorso di Erissimaco, quello di Aristofane e, anche se un po' troppo sinteticamente, quello di Agatone, sono resi piuttosto bene.

6) Per quanto riguarda il discorso di Socrate, c'è una grossa imprecisione, ovvero il fatto che, secondo te, l'amore è intermediario e va al di là degli opposti. Prima di tutto, bisogna vedere di quali opposti si parla: nel "Simposio" sono citati male e bene, ignoranza e conoscenza, mortale ed immortale, bruttezza e bellezza, ecc... non, ad esempio, caldo e freddo, quindi non si tratta di tutti gli opposti dell'universo.
Se, come tu dici, è vero che l'amore ha una natura intermediaria (e aggiungo, come dice Léon Robin, sintetica, in quanto ha in sé elementi di entrambi), non è affermato da nessuna parte che va al di là di essi. Al contrario, cerca, in tutti modi, di perseguire il più elevato elemento della coppia, cioé il bene, la conoscenza, l'immortalità e, nel caso specifico, la bellezza. E non hai scritto la cosa più importante: che non si tratta solo di una tendenza alla bellezza individuale, ma procede da un corpo a tutti i corpi, alle istituzioni, alle scienze e, infine, al Bello in sé.
La felicità consiste, per Platone, nel raggiungimento del mondo delle Forme, da lui considerato realtà assoluta e modello del cosmo sensibile. In questo senso è possibile comprendere la tua ultima frase, quando dici che l'amore apre "squarci metafisici in cui è possibile intuire la sapienza e la beatitudine degli dei."

Spero di non essere stata troppo pedante, ma, sai com'è, Platone è il mio autore preferito... mi sono da poco laureata con una tesi sulla concezione platonica dell'amore ed il "Simposio" era uno dei testi cardine. Ora mi trovo in America a studiare con un esperto di filosofia antica... ho ancora molto da imparare, ma penso di essere sulla via giusta...

Apprezzo, comunque, il tuo tentativo di rendere comprensibile anche a chi non studia filosofia uno dei testi più affascinanti del pensiero occidentale.

A presto!

Flory


[Modificato da HiddenFox 04/06/2007 9.45]

Nichilista errante
00domenica 10 giugno 2007 16:40
Accolgo le precisazioni e non potendo modificare il testo mi limito a annotare le tue giuste segnalazioni. ave [SM=g27811]
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