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<b>Sharm el Sheikh: la perla del Mar Rosso</b>

Ultimo Aggiornamento: 23/07/2005 22:43
23/07/2005 22:31
 
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Sharm el Sheikh: la perla del Mar Rosso, meta prediletta degli italiani


In principio era il deserto.
Per 3 mila anni i peggiori tagliagole del medioriente sono andati
a perdersi lì, a Sharm el Sheikh, al riparo dalla legge.
Allora li chiamavano i "pirati di sabbia".
Oggi con i suoi 423 alberghi, Sharm è diventata una miniera d'oro.

Grazie al suo mare, alle montagne incantate, è diventata una specie
di variopinta "Little Italy".
Per il turista fai da te è "l'esotico a portata di mano",
un paradiso a buon mercato a tre ore di volo da Roma.
Niente fuso orario ma stesso effetto di Cuba o di Miami,
mare limpido, vita spensierata. Basta camminare per i suoi viali,
per le mille multiproprietà o le villette a schiera
sulla costa per sentire idiomi familiari, il romanesco,
il bergamasco, il bolognese.

Un pezzo d'Egitto che tra tate filippine, ambulanti magrebine
e lap dancers del Baltico, sembra una piccola riviera
nella terra dei faraoni.
Per anni è stato un eterno cantiere a cielo aperto,
alberghi nati come funghi, di padroni italiani che 20 anni fa
tentarono la fortuna giocando su un nuovo tipo di attrazione,
l'acquario a misura d'uomo, il paradiso per i sub di tutto il mondo.
Ma non sono solo gli amanti del mare che ogni anno
fanno a gara per raggiungerla.
A Sharm ci può finire benissimo anche chi non sa nuotare per niente
o chi vuole fare pace con Dio.
È una delle capitali del divertimento e della vita notturna,
con i suoi mille locali, il Bus stop, l'hard Rock Cafè, Lo Smailàs,
a Coral Bay.
Luoghi frequentati da italiani, da tedeschi, da americani,
luoghi perfetti per tirare tardi e giocare alla dolce vita in trasferta.
E poi c'è la Sharm mistica, quella affascinante dei luoghi incantati
del monastero di santa Caterina, dei 725 gradini necessari
a raggiungere la vetta del Monte Sinai,
quella dove Dio consegnò a Mosé le tavole coi 10 comandamenti,
quella dove migliaia di italiani ogni anno vengono portati
per assistere all'alba della rigenerazione.
Si chiama così ed è qualcosa che nelle liste dei tour operator
non manca mai, come il the nel deserto, il motosafari
o la cena coi beduini, non importa poi se i beduini sono comparse
reclutate tra gli stessi camerieri dell'albergo in cui alloggiamo
e noi ci vestiamo come aspiranti archeologi, strani emuli di Lara Croft,
con i calzettoni arrotolati sulle caviglie e gli scarponi da montagna.
Agli italiani piace sognare.
Ci vanno perché si sentono un po’attori,
ci vanno in fondo perché di Sharm si sentono un po’padroni.


fonte TG5








23/07/2005 22:34
 
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Attentati a Sharm el Sheikh: 90 morti accertati, solo 9 i turisti stranieri



Le esplosioni squarciano Sharm el Sheikh poco dopo l'una:
un boato, un altro, e un altro ancora. Tre bombe praticamente simultanee sconvolgono il lungomare: nel giro di pochi istanti è il panico: migliaia di persone in strada, il buio, il fumo nero, l'odore di bruciato. E a terra, tra pozze di sangue, morti e feriti.
La confusione è totale mentre scattano i primi soccorsi e si cerca di capire cosa è accaduto. Ma la polizia non esita e parla subito di attentati terroristici nel cuore del turismo egiziano.

I luoghi colpiti sono il famoso albergo di lusso "Ghazala garden", dove si è tenuta la conferenza sull'Iraq; il vecchio mercato, a quell'ora frequentato soprattutto da egiziani; e un parcheggio vicinissimo a ristoranti e negozi.
Le autobombe sono due, il terrorista suicida uno: lancia a folle velocità la sua auto imbottita di esplosivo contro l'ingresso dell'albergo. I turisti egiziani e stranieri sono sconvolti, i soccorritori cominciano la drammatica raccolta dei cadaveri e il trasferimento urgente dei feriti negli ospedali.
È troppo presto per parlare di numeri, di bilanci, ma è ovvio a tutti - autorità e civili - che si tratta di un'emergenza gravissima. Solo le prime luci dell'alba rivelano all'occhio nudo la devastazione, lo choc e la paura. I primi bilanci parlano di oltre 60 morti, 200 feriti, tra le vittime, conferma la Farnesina, c'è anche un italiano, Sebastiano Conti, 34 anni, siciliano. I turisti si aggirano tra le macerie e dalle immagini si capisce la potenza delle esplosioni. Hotel Ghazala: la facciata è crollata, all'interno solo macerie. Di mattina arriva la rivendicazione delle brigate Abdullah Azzam, collegate con al-Qaeda, subito dopo le dure condanne di tutta la comunità internazionale.
Sul campo, i soccorritori sono accompagnati dai cani, le ruspe rimuovono i blocchi di cemento crollato. Si lavora tra le macerie mentre i bilanci ufficiali sono del tutto provvisori: 90 finora i morti accertati. Il prezzo più alto di questi attentati è stato pagato dagli egiziani, le vittime straniere sono nove.


FONTE TG5


CHE FACCIAMO ORA, CHIUDEREMO ANCORA GLI OCCHI?[SM=g27826]

23/07/2005 22:43
 
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speriamo non accada più nulla...
un paradiso rovinato dagli uomini...
come se il nostro compito sia quello di uccidere tutto ciò che tocchiamo
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