Cobite, 01/03/2010 9.34:
Sento lo scritto come un appassionato monologo di un attore a teatro.
Piaciutissimo.
Giancarlo
ci sto ancora lavorando, in effetti è proprio così, un monologo dove il teatro diventa metafora del mondo della poesia e l'attore senza volto è il poeta.
grazie per l'attenzione
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