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Le stelle del nonno

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2008 23:08
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06/07/2008 19:33
 
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Racconto breve
 
 

LE STELLE DEL NONNO

Qualcuno, mi ha spiegato che le lucciole, in altura, sopravvivono fino a tarda estate.
Nella mia terra, invece, a inizio maggio spariscono dai pergolati.
Ho un dolcissimo ricordo delle lucciole;
al solo sentirle nominare, mi vengono in mente miriadi di sensazioni magiche.

Quando ero bambina, mio nonno mi portava, sul finire del mese di aprile, all'imbrunire, in campagna.
Attrezzata di un cestino più enorme di me e di un retino, a maglie strette (credo che mio nonno mettesse le calze dismesse della nonna, a fare da rete), insieme a lui, mi appostavo, in silenzio, ad aspettare che le stelle scendessero sul pergolato.

In quel silenzio, crepuscolare, potevamo apprezzare tutti i suoni magici che la campagna produce;
se facevi bene attenzione, e se da lontano non arrivavano i rumori del paese, portati dal vento, potevi ascoltare "il suono dell'erba pratolina che cresce".

Si, era così che diceva mio nonno, io non l'ho mai ascoltato questo suono ma, ancora oggi ,quando mi capita di stare in campagna di sera, mi allontano per provare a sentirlo, chissà se esiste davvero quel suono e se sarò mai silenziosa abbastanza da poterlo ascoltare.

Comunque in quegli appostamenti, dove l'unico rumore estraneo alla natura, era , di tanto in tanto, lo sfregare del cerino sulla scatola, quando il nonno accendeva la sigaretta, a mano a mano che l'oscurità diventava padrona del campo, i suoni della campagna si amplificavano. Poi magicamente il silenzio totale.
 "Ecco", sussurava il nonno per rassicurarmi, mentre spegneva 
 la luce della sigaretta su un sasso, "ci siamo; ora arriveranno
 le stelle!"  Come sapesse sempre quale fosse il momento esatto,  che le stelle arrivavano, non me lo sono mai spiegata, ma fatto stà che, nemmeno teminava di dire quella frase e le stelline, piccole minuscole, cominciavano a cadere sul pergolato, sulla siepe, sulla mulattiera.

Era una magia davvero unica. Il firmamento intero veniva giù a illuminare la campagna.
Era perfino più bello delle luminarie che il paese commissionava per la festa del Santo Partono e dei fuochi d'artificio che, a fine festa, illuminavano il cielo.
 Si indubbiamnte, era una magia superiore a tutte .

Quando, si cominciava ad ascoltare di nuovo, il canto del gufo, il nonno si alzava, mi prendeva per mano e diceva: "Hanno teminato la loro missione, ora possiamo catturarne qualcuna per le nostre magie."
 Così con quel cestone, legato ad una fune seguivo il nonno che riempiva il retino di stelline;

"Canta," mi diceva, "Altrimenti non vengono giù, seve la voce di una bambina, cosa credi, che ti ho portato a far nulla sfaticata?" e sorrideva.

Così, sentendomi indispensabile e orgogliosa, che avesse scelto me, tra tutti i bambini del mondo, per andare a caccia di stelle,  cominciavo a intonare la canzone che mi aveva insegnato la nonna.

Lucciola lucciola
 vieni da me
 che ti do il pan del re
 pan di re e di regina
 lucciola lucciola
 vieni vicina.

A forza di cantarala, mi veniva a noia, e il nonno mi rincuorava,
"Dai ancora una volta e abbiamo terminato".
Dovevamo catturarne almeno venti, per poterle mettere, poi a casa, sotto il bicchiere di cristallo, (quello del servizio delle grandi occasioni), per poi andare subito al letto, per dare il tempo che si compisse il miracolo della trasformazione delle stelle (lucciole), in regali succulenti.

 scritto per i piccoli amici da

         ari@dipoesi@


 

[Modificato da ariadipoesia 07/07/2008 15:32]
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06/07/2008 20:49
 
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Ciao Angela
Chi l'ha detto che il testo è stato scritto per i piccoli amici del forum?
Aggiungici i più maturi, quelli come tuo nonno, più o meno.
Il testo è di una finezza e delicatezza encomiabili, si fa leggere bene, fa pensare, fa provare sensazioni sopite entro di noi.
Anch'io da bambino andavo a vedere le lucciole e ne mettevamo qualcuna in piccole lucernette ove potessero emanare ancora un po' del chiarore. Poi però le liberavamo altrimenti se ne andavano spedite nel loro mondo di luce.

Grazie per il piccolo dono fatto a tutti del forum.
Francesco, alias Florentia89
[Modificato da florentia89 06/07/2008 20:50]
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06/07/2008 21:37
 
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Bellissimo racconto, devo dire che si riconosce la "zampa" di un poeta quando scrive in posa. Ogni immagine è pura poesia!
Non capisco però perché è dentro al riquadro. Si va male a leggere (ho dovuto ricopiare il testo su word per andare meglio...)
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06/07/2008 21:45
 
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Re: Ciao Angela
florentia89, 06/07/2008 20.49:

Chi l'ha detto che il testo è stato scritto per i piccoli amici del forum?
Aggiungici i più maturi, quelli come tuo nonno, più o meno.
Il testo è di una finezza e delicatezza encomiabili, si fa leggere bene, fa pensare, fa provare sensazioni sopite entro di noi.
Anch'io da bambino andavo a vedere le lucciole e ne mettevamo qualcuna in piccole lucernette ove potessero emanare ancora un po' del chiarore. Poi però le liberavamo altrimenti se ne andavano spedite nel loro mondo di luce.

Grazie per il piccolo dono fatto a tutti del forum.
Francesco, alias Florentia89




Ti ringrazio Francesco per il tuo apprezzamento.
Soprattutto ti ringrazio per aver sognato con me su questo testo che è nato oggi, leggendo e commentando la poesia di Rebby. "ginocchie arrese al sole" nella sezione poesie a tema.

Grazie per avere un cuore bambino, che sa sognare e raccogliere le emozioni che vogliamo condividere, con delicatezza e sensibilità.
[SM=x142892]

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06/07/2008 21:52
 
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Re:
ELIPIOVEX, 06/07/2008 21.37:

Bellissimo racconto, devo dire che si riconosce la "zampa" di un poeta quando scrive in posa. Ogni immagine è pura poesia!
Non capisco però perché è dentro al riquadro. Si va male a leggere (ho dovuto ricopiare il testo su word per andare meglio...)


Nel ringraziarti per l'apprezzamento, in cui mi ricordi con dolcezza che chi si dedica alla poesia, poi risulta un narratore troppo sognante, ti spiego il perché dell'impaginazione nella gabbietta.

La gabbietta, serve soprattutto per i bambini, che non hanno la possibilità di seguire con le dita, il rigo che leggono e devono farlo usando il "topolino", in qusto modo scorrono lentamente la pagina e non si affaticano la vista.
Sono solo tecniche di postaggio accorte per i piccoli lettori dei forum e dei blog.





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07/07/2008 14:07
 
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ieri sera ho raccontato questa favola a mia figlia che non voleva saperne di andarsene a letto.
Il suo commento è stato: "Bella! Ne hai un'altra?"
Io ho risposto "Devo chiedere alla mia amica..." quindi sono qui [SM=g1602841]
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07/07/2008 15:10
 
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Re:
ELIPIOVEX, 07/07/2008 14.07:

ieri sera ho raccontato questa favola a mia figlia che non voleva saperne di andarsene a letto.
Il suo commento è stato: "Bella! Ne hai un'altra?"
Io ho risposto "Devo chiedere alla mia amica..." quindi sono qui [SM=g1602841]



"Avete fettucce da vendere?"
-"ce n'è, ce n'è, ce n'è!"-
"di che colore sono?"
-"rosse, gialle, verdi, blu"-
"ne voglio una color ecrù"
-"allora chiedi al mago briccone"-

"Avete fettucce da vendere?"
-"ce n'è, ce n'è, ce n'è!"-
"di che colore sono?"
-"rosse, gialle, verdi, blu"-
"ne voglio una color ecrù"
-"allora chiedi alla fata turchina"-

Questo gioco delle fettucce , lo facevamo da piccine, (le fettucce, erano spesso le rimanenze dei legacci che servivano per infiocchettare i materassi di lana, che venivano (ri-cardati) svuotati dalla lana, che veniva stesa al sole cocente di luglio per tutta la giornata, poi al calar del sole, tutta la famiglia, si riuniva a allargarne i fiocconi, e risistemati nel sacco del materasso, quindi cuciti e infiocchettati.
Era una festa per tutti colorare quelle fettucce...


Se hai pazienza stenderò un racconto per stasera.

un bacio alla tua piccoletta [SM=x142901]






[Modificato da ariadipoesia 07/07/2008 15:18]
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grazie!
03/08/2008 23:08
 
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Mi riporti all'infanzia; pure io, come Francesco, le mettevo in un vasetto senza coperchio per non farle morire.
Allora crescevano, spontanei, pure i fiordalisi (che ora semino).

Non vi crederai ma da me le lucciole vivono ancora, le puoi vedere a sciami nelle sere d'estate, ed è un ricordare chi ho perduto, chi si è allontanato, chi è scomparso.


Un racconto scritto divinamente. [SM=g1602821] [SM=x142874] [SM=g1602841] [SM=x142887]


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