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I soldi dell'assassino

Ultimo Aggiornamento: 18/02/2007 18:06
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quarta e ultima parte...
Lo seguì docilmente, senza chiedere nulla, sentì il Maresciallo rivolgersi ad un sottoposto all'ingresso "Mi assento qualche minuto per una verifica con la signorina, sarò di ritorno per l'interrogatorio"
Salirono in macchina e, nel giro di pochi minuti, raggiunsero il bar. Sonia aveva capito il genere di verifica a cui voleva sottoporla: mentre toglieva i sigilli per farla entrare, ebbe la certezza che lui volesse solo farle prendere uno spavento. Ma lei non gli avrebbe dato quella soddisfazione. Non si sarebbe fatta vedere terrorizzata.
Entrò per prima nell'ambiente deserto. Tutto era rimasto tale e quale al momento del delitto: i mobili in disordine e il sangue ormai raffermo sui muri e sul pavimento. In quel momento, anche se non c'era materialmente il corpo in mezzo alla stanza, ebbe una strana sensazione: là dentro era stata uccisa barbaramente una donna e, per la prima volta, se ne rendeva conto sul serio. Per attenuare il senso di sgomento strinse forte la mano del Maresciallo, che lasciò fare, e si avventurò con tenacia verso quell'ambiente sinistro. "Vedi qualcosa di familiare?"
Per la verità lei vedeva solo le macchie scure del sangue. Cercò, per un momento, di allontanare l'immagine ossessiva della donna accoltellata e si concentrò sul resto. Guardò attentamente tavoli, sedie, il bancone, i bicchieri e i vetri rotti, la cassa...
"No, non mi sembra."
"Bene, andiamo in cucina."
Lì tirò un grosso respiro, sembrava perfino che lì l'aria fosse più leggera. Si aggirò tra gli arredi e, alla fine, mostrò la cintura di suo padre, unico reperto familiare di tutta la stanza.
"Sei sicura che sia proprio di tuo padre?"
"Certo, vede? Questo buco gliel'ho fatto io, è talmente secco che deve sembre farsi un foro in più ogni volta, altrimenti gli cadono i pantaloni."
Le si parò davanti per osservare meglio la reazione alle sue parole: "Ti rendi conto che questo compromette la posizione di tuo padre vero?"
Non riuscì a dire di sì. Un rumore forte e improvviso la fece sobbalzare, i nervi tesi a causa dell'ambiente sinistro, si rifugiò immediatamente tra le braccia di lui. Con pazienza attese che lei si calmasse da sola, sciolse delicatamente quell'abbraccio e la invitò ad uscire. La fece, allora, salire in macchina e, senza chiederle niente, la riportò a casa. Mentre scendeva, lui le mise una mano sul braccio, come a trattenerla un'ultima volta: "Spero che l'esperienza di oggi sia servita. E' pericoloso giocare al detective, soprattutto quando nei paraggi c'è ancora un assassino libero. Non voglio più vederti bighellonare in giro, neanche nei pressi della caserma. Siamo intesi?"
Si limitò a fare segno di sì con la testa e se ne andò prima che le scappasse qualche lacrima per la vergogna.
Qualche giorno dopo il Maresciallo si presentò al chiosco di benzina: "Sto cercando sua figlia"
"Non è venuta, ha detto che non si sentiva bene."
"Posso vederla?"
"Vada, vada pure, dopo la curva, la prima casa gialla. Se non è moribonda, le aprirà la porta."
Non fece commenti riguardo lo strano rapporto tra padre e figlia, riavviò l'auto e seguì le indicazioni. Le venne ad aprire una Sonia completamente diversa: la camicia da notte cortissima e semi-trasparente lasciava poco all'immaginazione. D'istinto lei stava per chiudergli la porta in faccia, la lui fu pronto a bloccarla.
"La prego, non sono presentabile"
"Fa niente, sono in servizio."
Non riusciva a capire cosa c'entrasse, ma accettò comunque la spiegazione "Che vuole da me adesso?" L'umiliazione ancora le bruciava e non intendeva ripetere quell'esperienza.
"Cos'hai?" Sembrava preoccupato per lei, però, dopo quanto era successo le era difficile credere fosse sincero.
"Non mi va di lavorare, non capita mai a lei?"
"No"
"Allora? Che cosa vuole? Me lo vuole dire?"
"C'è un problema."
"Che genere di problema?"
"Tieni, leggi qua"
Le porse un giornale dove spiccava un articolo dal titolo "Nuovi sviluppi per l'omicidio Golini"
E poi "Sembra che le indagini, abilmente dirette dal Maresciallo Romano, abbiano finalmente avuto una svolta. Il dottor Castellini, già indagato fin dalle prime ore in quanto tra gli ultimi a vedere la Gorini viva, a quanto pare aveva avviato una fiorente attività di contrabbando di medicinali scaduti. E' presumibile che questo sia stato anche il movente dell'uccisione della donna: lei doveva aver scoperto tutto e le è stato impedito di parlare. Rimane, comunque, aperta la pista passionale avvalorata dalle dichiarazioni di un super testimone, Sonia Ferretti, che non si è fatta scrupoli ad accusare perfino suo padre, Mario Ferretti, anche lui presente quella sera."
Si interruppe, incapace di proseguire e leggere oltre simili menzogne, si limitò allora ad alzare uno sguardo interrogativo verso di lui.
"Sono costernato, non so come possa essere successo"
"O il giornalista ha una fervida fantasia, oppure qualcuno non ha tenuto la bocca chiusa"
"Sta di fatto che non sono tranquillo."
"E perché mai? Non avete già arrestato il colpevole?"
"Non ne sono convinto. Non ci sono prove, non si trova l'arma del delitto e lui nega qualsiasi addebito. Per il momento è in stato di fermo per l'affare dei medicinali scaduti."
"Mi sta dicendo che l'assassino è ancora in libertà?"
"Sì, e potrebbe avercela con te, se ha letto quell'articolo."
Era praticamente impossibile non lo avesse fatto. Nei giorni seguenti al delitto i giornali locali andavano a ruba.
"Che cosa dovrei fare allora?"
"Tenerti lontano dai guai per prima cosa. Ho chiesto al magistrato l'autorizzazione a proteggerti, ma nel frattempo sarei più tranquillo se te ne stai sempre con qualcuno di fidato. Questo è il mio cellulare. Chiamami se succede qualcosa di strano. Qualsiasi cosa. Capito tutto?"
Prese il biglietto un pizzico emozionata e aggiunse "Sì ho capito, grazie... grazie tante... Maresciallo Romano... vero?"
"Sì Giulio... Giulio Romano"
I giorni successivi proseguirono tranquillamente, come se non fosse successo niente. Sonia aveva in tasca un piccolo tesoro, che le dava sicurezza, quel numero di telefono e, contrariamente al solito, tutta la caserma veniva a far benzina da loro, sia in divisa che in borghese. Suo padre non aveva chiesto spiegazioni per tutto quel via vai, probabilmente aveva capito da sé.
Quella mattina si presentò da loro la signora Pia, un membro del clan "preferisco farmi gli affari degli altri" con una notizia bomba: la moglie del vecchio Maresciallo aveva preso armi e bagagli e se ne era andata, lasciando padre e figlio da solo.
Un po' com'era successo a me, pensò Sonia, però attese il proseguo del racconto.
"Il motivo della rottura sembra sia stata la manifesta infedeltà del Maresciallo. C'è chi afferma, addirittura, che avesse avuto una tresca con la Golini."
Le prese un acuto senso di fastidio: non riusciva a sopportare la mancanza di rispetto per i morti, qualunque cosa avesse fatto in vita, meritava solo di essere lasciata in pace. Attese che l'impicciona se ne andasse e prese la bicicletta.
"E adesso dove te ne vai?" Le gridò dietro suo padre.
"Faccio un salto da Cristiano, si sentirà un po' giù. Gli farà bene sentire una parola di conforto."
La casa del vecchio Maresciallo era una villa circondata dai campi, all'estrema periferia del paese. Imboccò la stradina che portava all'imponente cancello. Suonò, ma non ottenne risposta, era aperto e sentiva chiaramente un battere ritmico da un fabbricato adiacente la casa; chiamò il ragazzo ripetutamente, ma nessuno sembrava sentirla. Si diresse, allora, verso la fonte del rumore: si trattava di un garage, adibito ad officina e Cristiano stava battendo con un martello, come un forsennato sul suo motorino malconcio.
"Cristiano!" si girò verso di lei e vide chiaramente che stava piangendo.
"Che vuoi da me? Vattene"
"Mi spiace, ho appena saputo di tua madre, so cosa stai passando, sono qui se hai bisogno di sfogarti..."
"Ti ho detto vattene! Non voglio più vederti. Sei una strega e una bugiarda. Proprio come quella là. Ci avete solo rovinato la vita!"
"Ma che stai dicendo Cristiano? A chi somiglierei poi? Non ce l'avrai mica con tua madre?"
"Mia madre, poverina, è una santa. Ha dovuto andarsene per la vergogna. Tu che avresti fatto? Dimenticavo, tu sei solo una strega. Importa solo di te, vattene dal tuo bel Maresciallo. Vai a raccontargli in che condizioni mi hai trovato, vai a dirgli che l'ho uccisa io."
"Cristiano, calmati, stai sragionando"
"Non sto sragionando, io ho perfettamente il contatto con la realtà, io conosco la verità, so tutto, di te, di tuo padre, di quella donna. Ma non permetterò a voi di rovinare la mia vita, non lo permetterò a nessuno."
Le si avvicinò come una furia, gli occhi stralunati, era evidentemente fuori di sé "Ti farò fare la fine di quella puttana... maledetta" le mise le mani al collo e cominciò a stringere sempre più forte, continuando ad urlarle in faccia frasi sempre più sconnesse.
Sonia cercava in tutti i modi di svincolarsi da quella stretta, ma non ci riusciva. L'assalì un senso di impotenza, nel taschino aveva il cellulare, sapeva il numero a memoria, ma non poteva chiamare. Cristiano avrebbe presto avuto ragione di lei, senza che potesse opporre alcuna resistenza. La stanza cominciava a roteare vorticosamente, mentre la mancanza d'aria la faceva soffrire. Ben presto non avrebbe respirato più.
Come in un sogno sentì uno stridìo di freni e poi delle urla. Non capì più niente, mentre delle braccia la sorreggevano.
Quando si risvegliò, pochi minuti dopo, vide, con la coda dell'occhio, Cristiano ammanettato mentre scalciava per non salire sull'auto dei Carabinieri. Si sentì schiaffeggiare delicatamente e, alzando gli occhi, vide il viso preoccupato del Maresciallo, mentre cercava di soccorrerla.
"Un giorno o l'altro mi farai venire un infarto. Possibile che tu riesca sempre a cacciarti nei guai?"
Si fece aiutare ad alzarsi e con lo sguardo interrogativo chiese spiegazioni sull'accaduto: "Il Maresciallo Salvini ha trovato il coltello insanguinato, seppellito in giardino e, non senza amarezza, è venuto in caserma a denunciare il figlio. Se non fossimo interventuti, ti avrebbe certamente ucciso... te ne rendi conto?"
Sonia se ne rendeva conto, solo, per quanto lo avesse considerato fastidioso e appiccicoso, mai e poi mai lo avrebbe ritenuto un assassino. Nonostante le apparenze, faceva ancora fatica a crederlo.
"Ma perché? Che cosa le aveva fatto quella donna per meritarsi tanto?"
"Dovremmo attendere la confessione del ragazzo, per essere certi della verità. Secondo me la Gorini aveva minacciato il Maresciallo di raccontare tutto alla moglie, per spingerlo a lasciarla. In un momento di sconforto aveva raccontato tutto al figlio. Quella sera Cristiano era andato a convincerla a desistere dal suo progetto: Vanzella ha dichiarato di averlo visto. Purtroppo però, trovò la donna mentre amoreggiava, diciamo così, con Cecco."
"Cecco? Non starà mica scherzando?"
"Assolutamente no. Ricordi la cintura di tuo padre? Gliel'aveva presa qualche giorno prima, convinto di far bella figura, ovviamente assieme ad altri vestiti rubati qua e là."
"Allora, secondo lei, Cristiano ha perso la testa..."
"Esattamente, quando l'ha uccisa, ha creduto di fare giustizia. Credeva che con quel gesto avrebbe mantenuto unita la famiglia, invece stava già andando a rotoli e lui non ha potuto farci niente. Per questo era così disperato."
"Non capisco una cosa: quando ero nascosta nella casa di Cecco, il dottore e il suo compare parlavano di qualcuno che aveva visto tutto. Poteva sembrare un testimone dell'omicidio, invece non è stato così. Qualcuno li aveva visti durante i loro traffici, ma chi era?"
"Io mi sono fatto una personalissima idea di tutta questa storia... Secondo me il misterioso testimone era tuo padre."
"Papà?"
"Sì, certo, altrimenti non si spiega quell'assurdo alibi che si è costruito. Lui aveva visto tutto, proprio quella sera, però ha sempre avuto paura a parlare. Credo che il dottor Castellini lo stesse minacciando."
"Papà... sapeva... e ha taciuto per paura..."
Il Maresciallo Romano le cinse le spalle con un braccio e teneramente aggiunse "Credo che tu debba rivalutare tuo padre. In fondo, in fondo, è una brava persona, è un po' burbero, ma è anche tanto solo e continuamente si da la colpa perché tu stai crescendo senza la presenza e l'appoggio di tua madre..."
Ormai non lo stava più ad ascoltare, la mente, come spesso accadeva, aveva cominciato a ragionare per conto suo. Continuava a ronzargli in testa quel "bugiarda", oggi l'aveva sentito ancora una volta e poi quell'altro particolare... c'era un particolare che stonava con tutta la storia...
"La ringrazio tanto Maresciallo... però... c'è ancora una cosa che non mi torna"
"Che cosa?" sembrava interessato a quello che stava per dire.
"I soldi... dell'automatico..."
"Che intendi dire?"
"C'erano cinquanta euro sporchi di sangue nell'automatico. Non crede che siano un po' troppi per il motorino di Cristiano?"
Nel frattempo si erano avvicinati anche il Maresciallo Salvini e il suo amico Vanzella, quest'ultimo intervenne subito nella discussione, come sempre, aveva una spiegazione plausibile per tutto "Non credo che questo particolare sia rilevante, poteva benissimo aver usato l'auto di suo padre, cosa ne sappiamo noi?"
"Ti sbagli Ugo" rispose il Salvini "ce l'avevo io quella notte l'auto, non può averla usata... e ... più ci penso più mi convinco anch'io che questa storia non regge... e non lo dico solo perché si tratta di mio figlio... non può averla uccisa lui."
"Ma che..."
"Sei stato tu, tutti gli ultimi giorni a mettermi in testa questa cosa. Ammettilo, mi hai fatto dubitare di tutto e di tutti, perfino di mio figlio, fin dal primo momento. Hai anche gettato zizzania tra di noi, non credere che non me ne sia accorto, hai detto in giro che Mario faceva il doppio gioco con i Carabinieri. Non fare quella faccia da finto offeso, so benissimo che il giornalista è amico tuo. Chi altro avrebbe potuto rivelargli quelle assurdità? Poi hai detto in giro che Castellini stava ricattando tutti. In realtà eri tu quello che reggeva tutti i fili... Va' in malora Ugo... scommetto che sei stato tu a spifferare tutto a mia moglie e a costringerla a scappare."
"Ma lo sente Maresciallo? Lo faccia smettere!"
Invece Salvini aveva iniziato ad urlare sempre più forte: "Sei solo un farabutto, hai distrutto la nostra famiglia. Non ti fermi davanti a niente, pur di ottenere quello che ti interessa sei disposto a calpestare chiunque. Eri innamorato di quella donna e ti rodeva quando andava con qualcun altro... Ma dicci un po' sei stato tu a sorprenderla con l'ubriacone non è vero?"
I Carabinieri, allora dovettero intervenire a dividerli: "Lui, è stato lui a dirmi dov'era l'arma del delitto, perché è stato lui a mettercela. L'ha uccisa lui. Non può essere stato altrimenti, si è inventato tutto. Che aveva sentito l'auto a quell'ora... che aveva visto mio figlio. Tutto per scagionarsi e sviare le indagini. In realtà l'unico ad avviare la macchina a quell'ora è stato proprio lui: doveva disfarsi dei soldi macchiati di sangue, ed è andato al distributore per gettare fango anche su Mario. E' solo un farabutto."
Dopo che i due si furono calmati, vennero caricati sull'auto di servizio. Chissà cosa ne sarebbe stato di Cristiano, in fondo anche lui era stato una vittima di quella brutta vicenda.
Vide il Maresciallo farle un cenno di saluto con la mano, mentre saliva con i colleghi e poi sparirono tutti.
Sonia aveva altro da fare: doveva chiarire un bel po' di cose con suo padre e quello era proprio il momento giusto per farlo.

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