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<b>Raddoppiate le dosi minime di droghe leggere</b>

Ultimo Aggiornamento: 16/11/2006 23:23
14/11/2006 02:44
 
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In un Paese in cui si innalzano le spese per la sanità c'era proprio questo bisogno di quasi liberalizzare le droghe leggere?

Marijuana, Canapa indiana, Cannabis, Canne & Spinelli, Hashish


Il consumo di marijuana tra gli adolescenti costituisce un grave problema medico e sociale.
Le conseguenze del consumo di marijuana sulla salute sono ancora poco chiare e non ben caratterizzate.
La ricerca scientifica, in questi ultimi anni, ha pero compiuto notevoli progressi. L'esistenza di un sistema "cannabinoidergico" endogeno è ormai unanimemente accettata: è stato clonato un recettore, è stato individuato un sistema di secondi messaggeri ed è stato isolato un probabile ligando endogeno.



Effetti sulla performance



È noto che la marijuana influenza le funzioni sensoriali, psicomotorie e cognitive: il fumo di marijuana, in certi individui, determina una compromissione dell'abilità con cui determininati compiti, soprattutto se difficili ed impegnativi, vengono svolti. Ad esempio, è stata osservata una ridotta capacità nella guida dell'automobile, che risulta poi essere all'origine di tanti incidenti stradali. La marijuana non sembra tuttavia avere alcun effetto sui tempi di reattività e sulla risposta motoria ad uno stimolo visivo.

Esistono però dei fattori che complicano l'interpretazione dei danni indotti dalla marijuana, quali il contemporaneo abuso di altre sostanze, una certa variabilità tra individuo ed individuo, lo sviluppo di tolleranza a certi suoi effetti e le difficoltà nella valutazione dei dati provenienti da una popolazione così eterogenea. Non è quindi facile valutare le conseguenze del fumo di marijuana in milioni di individui in termini di danno, ridotta produttività e così via. È ormai chiaro che al trattamento cronico con alte dosi di D9-tetraidrocannabinolo (D9-THC) segue lo sviluppo di tolleranza; mentre è meno certo che questo fenomeno si manifesti dopo assunzione non continuata di marijuana.

L'intossicazione da cannabis in un consumatore abituale può essere riconosciuta solo se gli viene richiesto di svolgere un nuovo e difficile compito motorio.
Al contrario, l'intossicazione viene percepita facilmente da individui che consumano marijuana abitualmente.
Riguardo al coabuso con altre sostanze, è stato dimostrato che la riduzione di capacità nella guida dell'automobile, dovuta all'assunzione di alcol, viene ulteriormente aggravata dalla marijuana.


È superfluo precisare che la possibilità di stabilire una diretta correlazione tra la gravità del defic psicomotorio ed i livelli ematici di cannabinoidi sarebbe di grande aiuto nel determinare la causa di molti incidenti stradali. Purtroppo l'ampia variabilità che si osserva nella sensibilità individuale alla marijuana ed i fattori sovente confondenti citati poc'anzi rendono improbabile che la determinazione delle concentrazioni sanguigne di D9-THC o dei suoi più importanti metaboliti possano entrare nella pratica comune per la valutazione dell'intossicazione da marijuana.



Apprendimento e memoria

Gli studi sugli effetti della marijuana a carico dei processi di apprendimento e memoria hanno sovente dato origine a risultati contradditori.
Il D9-THC sembra poter danneggiare soprattutto la memoria a breve termine; deficit nella memoria a lungo termine sono però stati rilevati in adolescenti che facevano uso cronico di marijuana.
È stato inoltre dimostrato il D9-THC altera la percezione del tempo, determinando una dilatazione del tempo trascorso.




Disturbi psichiatrici

Il rapporto tra consumo di marijuana e malattie psichiatriche è stato oggetto di numerosi studi per via dei frequenti e numerosi casi di soggetti con disturbi psicologici che sono al tempo stesso consumatori di sostanze d'abuso.
Nonostante sia stato proposto che la marijuana possa indurre diversi stati psicopatologici, la cosidetta "psicosi da cannabis" non è stata ancora ben caratterizzata. È probabile invece che la marijuana possa amplificare disordini mentali già esistenti.
Nonostante gli effetti dannosi della marijuana negli schizofrenici siano ben documentati, una larga parte di questi individui continuano ad "automedicarsi" con la marijuana anche dopo aver avuto esperienza dei suoi effetti negativi.

In questi pazienti, la terapia diventa più difficile e la sintomatologia peggiora anche in presenza di un appropriato trattamento con neurolettici. È stato proposto che l'abuso di marijuana in individui con problemi psichiatrici possa portare alla comparsa di schizofrenia ad esordio precoce.


Fisiologia del sistema nervoso centrale

Una delle piuù importanti scoperte degli ultimi anni è stata la determinazione degli effetti dei cannabinoidi sul flusso cerebrale sanguigno e sui parametri elettroencefalografici.
È stato infatti osservato che la marijuana aumenta il flusso cerebrale sanguigno, soprattutto nella regione frontale e nell'emisfero destro. La marijuana induce inoltre un aumento della velocità cerebrale arteriosa, ritenuta essere la conseguenza dell'aumentata perfusione capillare.
Riguardo ai parametri elettroencefalografici, è stato descritto come il D9-THC produca un aumento dell'intensità di tutte le frequenze in tutte le strutture corticali.


Riproduzione


Anche gli studi sinora condotti sugli effetti della marijuana e dei cannabinoidi a carico sistema riproduttivo, sia nell'animale di laboratorio che nell'uomo, hanno dato risultati contrastanti.
È stato comunque riportato che il D9-THC produce effetti negativi sulla gametogenesi, sull'embriogenesi e lo sviluppo post-natale.
È stato inoltre descritto che la marijuana provochi una riduzione della concentrazione spermatica ed oligospermia con disfunzione delle cellule di Leydig e Sertoli, conducendo alla conclusione che la marijuana possa essere associata ad infertilità.
Solide evidenze sperimentali mostrano inoltre come la marijuana sia in grado di ridurre i livelli di ormone luteinizzante sia nella femmina che nel maschio. Non è invece stato chiarito se la marijuana eserciti alcun effetto sull'embrione e sul feto.




http://www.medicinatossicodipendenze.it/martin.htm















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