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NERA

Ultimo Aggiornamento: 25/01/2005 17:05
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25/01/2005 17:05
 
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Colgo l'occasione per precisare a scanso di equivoci che Walko, cioè a dire colui che scrive, cioè io: NON ha editor, né editori, amministratori, managers, promoters, rappresentanti legali, addetti stampa, segretari, portaborse, portavivande, guardie del corpo. Tutto quanto in tema di diritti, editoria e divulgazione concerne la mia intera produzione artistica (poesie; canzoni; romanzi; racconti; testi teatrali; commedie musicali; soggetti, sceneggiature, programmazione e regia radiofonici, televisivi e cinematografici) fa esclusivo riferimento alla società libera e spontanea "Baracco & Rossi" di Silvano Baracco (Walko) ed Edgardo Ivano Rossi (Rei). Ergo, nessuno commetta l'errore di devolvere somme alla suscrivente Fiordineve o altri, ché non verrà rimborsato da noi (Walko e Rei), da lei (Fiordineve) e tanto meno da loro (governo, bankitalia, compagnie assicurative). E vado col quinto e terzultimo capitolo della storia



NERA – Capitolo quinto


Mi sveglio di soprassalto dopo una notte popolata da incubi terrificanti. Colpa dei peperoni con le acciughe che mi ha preparato ieri sera la Sciura Gianca: li amo con tutto il palato e la gola, ma lo stomaco a volte si ribella. Così ho sognato che il Commissario Biagiotti lasciava la polizia e veniva a fare il direttore del “Cittadino”, mi toglieva dalla “nera” e mi incaricava di scrivere l’oroscopo; poi ho sognato che dovevo sposarmi e una volta arrivato in chiesa scoprivo che la mia promessa sposa era la Sciura Gianca, che avrà più di ottant’anni, che tentava orridamente di baciarmi sporgendo la dentiera dietro il velo bianco, mentre tentavo di fuggire trattenuto di forza dal Biagiotti (ancora lui, la mia ossessione), dal farmacista indagato e dallo stesso prete della cerimonia, che poi era Bruno Vespa. Mai più peperoni e acciughe per cena. A proposito, è già sabato, stasera sono a cena da Gloria, dovrò essere in gran forma, oggi non voglio stancarmi troppo. Dovrò passare al Commissariato a consegnare il dossier che ho costruito sul farmacista, dopo la visita a casa sua di ieri pomeriggio. Biagiotti questa volta dovrà ringraziarmi, voglio proprio vedere come farà ad evitarlo. Intanto ho trovato l’ultimo collegamento: la prima vittima frequentava lo stesso “tennis club” del farmacista. E’ decisamente probabile che si siano conosciuti lì. Il Commissario potrebbe obiettare che anche in questo frangente il collegamento è quasi inconsistente, costruito sopra supposizioni, senza nemmeno uno straccio di riscontro. Però quando le coincidenze si accumulano, come insegna….chi lo insegna? Non mi ricordo. Non ha nessuna importanza, lo insegna l’esperienza, ecco: troppe coincidenze tutte insieme diventano qualcos’altro. Cosa diventano? Bho. Insomma, che casino che sto facendo, ma si è capito o no quello che sto dicendo? Se qualcuno è riuscito ad afferrare qualcosa che me lo faccia sapere (linopicco.nera@cittadino.it), perché io invece non ho capito un belino di niente. E comunque gli indizi ci sono, e non è tutto. A casa del farmacista ho potuto dare un’occhiata in giro e ho scoperto un bel po’ di cosette: il dottor Schiappacasse ha due armadi pieni di materiale pornografico, videocassette, riviste, cazzi finti, una bambola gonfiabile, biancheria e attrezzatura sadomaso; in un cassetto teneva una serie di articoli sugli omicidi del mostro, accuratamente ritagliati dai giornali; e dulcis in fundo ha un hobby davvero interessante: quello dell’orologeria, proprio così, costruisce e ripara meccanismi per orologi, mi ha detto che la cosa lo rilassa. Ebbene, a questo punto ogni lettore potrà dire: bhè, tutto qui il giallo? Ci voleva tanto a scoprire il colpevole? Ebbene sì, non ha tutti i torti il lettore, ma in effetti le prove non ci sono ancora, solo indizi, per quanto schiaccianti. Forse un poliziotto più in gamba, tipo il tenente Colombo, avrebbe risolto il caso molto prima, magari già dal primo capitolo, ma così il giallo sarebbe finito subito, o non avrebbe addirittura visto la luce se un Commissario sagace e intelligente avesse chiuso il caso già alla seconda vittima del mostro, quando il presente racconto giallo non era ancora cominciato. E comunque nessun lettore potrà affermare con supponenza: “bhà, l’avevo capito già dal primo capitolo”, non fosse altro che per il semplice fatto che il farmacista dott. Schiappacasse è apparso, e per di più fugacemente, solo nel terzo capitolo. Con tutte queste certezze in tasca mi avvio al Commissariato e vi arrivo dopo appena un’ora di traffico. Mi riceve il maresciallo De Prà, il più stretto collaboratore di Biagiotti, un uomo tranquillo e un po’ scolorito, che non a caso sinora non era apparso. A dirla tutta poteva anche fare a meno di apparire a questo punto, ma di già che è apparso anche lui avrà modo di dire la sua. De Prà è l’esatto opposto di Biagiotti, lui tiene molto a intrattenere ottimi rapporti con la stampa, infatti mi accoglie con la consueta cortesia.

- Buon giorno dottor Picco, prego, si accomodi, faccia come fosse a casa sua, le faccio portare un caffè?
- No no, grazie…
- Glielo preparo io, con la moka?
- Ma s’immagini! No, guardi, l’ho appena preso a casa…
- Non c’è problema. Stia comodo, si allenti pure la cravatta, non mi formalizzo, si tolga anche le scarpe se vuole.
- Sto bene così. Grazie…
- Vuole qualcosa? Due pastarelle? Un toast? Un tramezzino?
- No, la ringrazio, ma non ho proprio appeti…
- Vuole una sigaretta? Un sigaro?
- Grazie, non fumo…
- Un gelato? Una fetta di torta? Vuole una fetta di ciambella fatta in casa? E’ una bontà, guardi, l’ha fatta mia moglie…
- No, lasci stare…
- Vuole due cioccolatini? Anche di più se vuole, ecco la scatola…
- Insomma, la smetta!
- Sono a sua disposizione. Le vado a prendere un bicchiere d’acqua? Le da fastidio il sole? Abbasso un po’ la tapparella…
- Ma la vuole finire di leccarmi il culo? L’unica cosa che può fare per me è quella di farmi parlare col Commissario Biagiotti.
- Mi spiace, è proprio l’unica cosa in cui non posso favorirla: il Commissario è in missione segretissima, non so nemmeno io dove.
- Accidenti. Senta De Prà, consegno a lei questo dossier. C’è tutto su Schiappacasse.
- Schiappacasse?
- Il maggiore indiziato sul caso dell’ “orologiaio”. Biagiotti sa.
- Ah, il farmacista!
- Ne è informato anche lei?
- Certo. Guardi, non dovrei dirlo, ma secondo me il Commissario oggi è per l’appunto impegnato su quel fronte e credo proprio che stia per chiudere il caso. Mi raccomando, non dica niente per ora, una fuga di notizie a questo punto potrebbe inficiare l’inchiesta, mettere l’indiziato sul “chi va là”, proprio mentre la morsa sta per chiudersi.

Rimango sorpreso da queste parole del De Prà. Vuoi vedere che ho sottovalutato il vecchio Biagio? Forse era già arrivato alle mie stesse conclusioni prima ancora di me. D’altronde devo ammettere che è stato lui a suggerirmi la pista del farmacista, io non ci avevo proprio pensato. Va bhè, è il suo mestiere, io faccio il giornalista, mica l’inquirente. Non vorrei che il Biagiotti mi giocasse uno scherzo da prete: non vorrà mica arrestare il mostro proprio oggi, mandandomi all’aria i progetti di un pomeriggio di tutto riposo e poi di una serata al fulmicotone con Gloria? Ma no, per quanto possa essere scorretto, mi avrebbe preallarmato. Ma ne sono proprio sicuro? No. Per precauzione decido di telefonare alla “lingua profonda”, il solito informatore che lavora per noi, ma anche per la polizia, ed è sempre disposto a dare informazioni sui reciproci movimenti.
Mi assicura che Biagiotti non si muoverà nel pomeriggio, ha le sue buone ragioni per essere sicuro di questo, anche se non può o non sa spiegarmene i motivi.
- Io stasera ho una cenetta con la mia donna, con quel che segue. Avrà mica intenzione di interrompermi proprio sul più bello per dover correre sulla scena della cattura del mostro?
- Lo escludo.
- Ne sei sicuro?
- Che tu sappia, ho mai toppato un’informazione?

E’ vero, mai toppato una volta. Le sue parcelle sono care come il sangue, considerato nell’insieme come individuo è anche abbastanza scemo, ma devo ammettere che come informatore non ha mai fatto cilecca. Potrei rinviare la cena a domani sera, ma se poi invece Biagiotti si muovesse proprio domani? Decido di fidarmi. Lo ringrazio. Mi risponde:
- Quattrocento.
- Quattrocento cosa?
- Quattrocentomila palanche.
- Ma sei matto? Non era mica un’informazione lavorativa, era una cosa personale…
- Va ben, facciamo duecentomila, con uno sconto del 50%. Però le vorrei subito. Devo star via qualche giorno e sono a corto di grano.

Potrei tirare sul prezzo, approfittando della sua urgenza di palanche, ma sono un signore. Dopo un quarto d’ora porto il pattuito al solito posto, una cassetta di sicurezza, anonima. Mi è costato, ma almeno adesso sono tranquillo. Faccio uno spuntino veloce, poi vado a casa a prepararmi. Un sonnellino, poi doccia, shampoo, barba e sono in piena forma. Mi vesto con eleganza e parto con un certo anticipo, dovessi trovare traffico. Difatti, arrivo davanti alla porta di casa di Gloria e suono il campanello che sono le otto in punto. Mi apre, ci baciamo, mi fa entrare e mi mostra la tavola già apparecchiata, con tanto di penombra, candele e musica in sottofondo.
- Che ne dici, amore, dell’atmosfera che ho preparato?
- Non male, ma…ma che musica è?
- L’ultimo cd di Mino Reitano.
- Splendido. Ma come ti vengono certe idee?
- Qualche giorno fa i ladri mi hanno rubato la scatola dei cd che avevo in macchina. Questo l’avevo comprato per il compleanno della mia bisnonna. E’ l’unico che non hanno rubato. Meglio che niente…
- Se lo sapevo portavo io un cd da casa, che ne so, qualcosa di più moderno: Nilla Pizzi, il Trio Lescano…
- Non importa, sarà per la prossima volta. Ti ho preparato un fritto di mare che è la fine del mondo.
- Che meraviglia! Il mio piatto preferito!
- Lo so. Ma cominciamo con l’antipasto. Ti piacciono i peperoni con le acciughe?
- Oddiomio…!
Vabbè, adesso mettermi qui a parlare di problemi di stomaco e dei conseguenti incubi non mi sembra elegante. Voglio godermi in pace questa serata. Domani probabilmente sarà una giornataccia, il Biagiotti pizzicherà il farmacista e io dovrò esserci assolutamente. Magari ci scapperà un’intervista esclusiva col mostro, roba da premio Pulitzer.
Basta, il capitolo finisce qui. Non è bello scrivere con la bocca piena.



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