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07/09/2004 23:37 | |
Cammino. Qualcuno mi segue. Tremo un poco per la tensione. Allungo il passo. Mi guardo alle spalle. Nessuno. Tuttavia non sono tranquillo. Il camminare si fa più veloce. So che mi stanno cercando. Arranco svogliatamente. Ansimo per lo sforzo. Inizio a correre. Conto i miei battiti. Ad un incrocio rallento leggermente. Che strada imboccare. Quella in discesa. Sarebbe la più comoda. Ma sarei allo scoperto. Poi di fronte mi troverei il mare. Non so nuotare. Ho paura dell'acqua. Le onde sono marosi. Gli scogli sott'acqua appuntiti. Nessun mezzo per imbarcarmi.
Opto per la salita. Per i boschi. Almeno lì ci sarà un riparo. Mi agito sempre più. La tachicardia è iniziata. L'adrenalina scorre al massimo. Impazientemente vado. Mi nascondo dietro ogni albero. Per fortuna ho le asidas. Non faccio troppo rumore. la luna si è nascosta. Io conosco ogni sentiero. Sono in vantaggio. E' il mio corpo che richiede riposo. Devo fermarmi. Devo. Non so quanto vantaggio ho. Sono in un bagno di sudore. La t-shirt è così fradicia che mi frena. La tolgo. Ho bisogno di tirare fiato. Ho bisogno di mangiare ossigeno. I piedi si muovono stancamente. Non ascoltano più i messaggi del cervello. Alla fine mi lascio cadere. Sono coperto da un cespuglio. Che pianta sarà? Mi pare un oleandro. O forse no. Che importa. Sono già qui. Poco il vantaggio. Allora mi distendo. Sia quel che sia. Non riesco a connettere.............
Mi sveglio all'improvviso, era solo un sogno, anche se il respiro è ancora affrettato so che sono in salvo, che non c'è mai stato pericolo; sono nella tranquillità della mia casa.
Tra poco mi farò un caffè, una doccia e tutto sarà uguale a ieri.
- No - mi dici tu - non sarà mai più come ieri. Hai corso inutilmente, ti seguivo nel sogno, e ridevo; quanto eri stupido. Nessuno ti inseguiva, ero qui tranquilla perchè è qui, nella tua casa che ti aspettavo.
Su vestiti, anche se non importa, io vinco sempre: seguimi e la tua vità, la tua fottutissima vita ha fine, ora.
L'ho deciso io. -
Maria Antonietta
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08/09/2004 09:34 | |
un sogno ben scritto, l'uso della punteggiatura che a prima vista sembra frazionare il racconto breve, ad una lettura piu attenta il mezzo scelto per dare il ritmo al sonno rem di cui al racconto. molto brava , bella anche la chiusa.
complimenti. |
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10/09/2004 01:49 | |
L'uso della punteggiatura è stato un esperimento; ho voluto provare a cambiare modo di scrivere.
E' stato faticoso, per me, che non amo questo genere di scrittura.
Ma la suspence è divenuta più reale.
Grazie, Aria, per le tue parole sempre competenti e dolci. |
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10/09/2004 12:50 | |
soprattutto per il senso di solitudine e rassegnazione in cui si viene violentemente sbattuti alla fine del racconto. Complimenti
Davide
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14/01/2005 04:41 | |
Non lo ricordavo, uno SMACKKKKKKKKKKK a tutti. |
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