Una luce improvvisa,
esplosione di suono,
aria fredda, pesante
dà brividi ignoti
e nuove sensazioni.
Ubriachezza di sensi,
una corsa affannosa
di colori mischiati
e occasioni perdute,
dietro: pianti e risate.
Movimento continuo,
senza mai un respiro,
braccato da pallide
mani gelate, nude,
estranee senza volto.
E quando istupidito
vieni infine deposto
la nostalgia t'assale,
aneli al sorridente
tepore che dal buio
ti chiamò al carosello della vita.
"E quando miro in cielo arder le stelle; dico fra me pensando: A che tante facelle?Che fa l'aria infinita e quel profondo Infinito Seren? Che vuol dir questa Solitudine immensa? Ed io che sono?" G. Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia