STORIE DI PAESE

Vivo in un grosso grasso - matrimonio greco, direte voi - no, in un grosso grasso paesotto a nord di Mantova, verso Brescia.
Chissà per quanto ancora durerà l'indipendenza visto che la città lo sta inglobando.

Un tempo vi erano pascoli sterminati, boschetti, fossi enormi come fiumi, ora la campagna sta perdendo la battaglia contro industrie e case; per fortuna è rimasto il Bosco Fontana con la palazzina di caccia dei Gonzaga in cui vivono le guardie forestali che fa parte de Parco del Mincio.



Non esiste disoccupazione: chi ha voglia di lavorare un lavoro lo trova.
Siamo orgogliosi di avere tutto: la chiesa, il municipio, un'antica torre vestigia di un passato glorioso, un cinema, un teatro bellissimo, palazzetto dello sport, club per ricchi (giunta rossissima) con centro natatorio ed altro, birillometro, biblioteca, centro anziani, casa di riposo, zona feste, piste ciclabili fino al Garda........

Ciò che più avvince i miei compaesani è FARSI GLI AFFARI TUOI.

Nella piazza, molto bella, con prato verde, alberi, fontanella, panchine, sede di ritrovo estivo per tutti, vi è un bar, gestito da gente perbene e molto chic.
Chi lo frequenta, nel pomeriggio, non entra; si perderebbe il passaggio con le inevitabili critiche, nessuno si salva.



Gli uomini, anche solo per una sosta, bevono il caffè o il bianchino fuori, estate o inverno, devono commentare le vicende di chi passa o di chi è passato un anno fa.
Praticamente loro sono il bollettino ufficiale; mio padre torna a casa sempre informatissimo; ci riferisce chi è morto, chi è scappato, chi è cornuto/a, chi lascia chi et similia.

In fondo a me piace sapere di essere controllata, spero che, testimoni oculari, sapranno descrivere chi mi ruberà l'auto o mi rapirà.

Però lo spirito è di fratellanza; pure il con il comandante dei carabinieri ci fermiamo a parlare (a bagolare come diciamo noi), il giornalaio della piazza è il fulcro del calcio.
Milanista accanito ora è diventato l'anchor man del Mantova.
Stiamo dibattendo come allargare lo stadio, io e lui abbiamo in mente due anelli, altri propongono nuove soluzioni, si litiga (io mi metto in disparte) e poi, immancabile "Uè, andém a bears 'n bicer ad vin?" e tutto scorre come il giorno prima e come sarà il giorno seguente.

E' in un paese come questo che sono a venuta a conoscenza di storie dolorose o umoristiche, che ho deciso di raccontare prima a me e poi a voi.

L'umanità vista dal cronista.

E' tipico dei piccoli centri sapere tutto di tutti...
Attendo di leggere le tue storie

Credo tu le conosca già.

Se ogni storia è significativa più che una raccolta di racconti farei dei veri e propri romanzi su al tuo posto.

I piccoli centri sono spesso impregnati di pettegolezzi e malignità che li rendono poveri nella loro essenza. Spesso il lavoro intenso può ovviare al problema.