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FIORI DI PENSIERO: poesie, racconti, riflessioni... Fiori di Pensiero è nato per permettere agli autori dilettanti di pubblicare le loro emozioni principalmente con la parola scritta, ma anche con immagini e suoni, usando il supporto più moderna che esista: Internet. La poesia è la principale rubrica del forum, ma trovano posto adeguato anche racconti, pensieri, riflessioni, dediche, lettere e tutto ciò che il cuore può dettare ed il pensiero esprimere.

due anni e sette mesi......

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  • fiordineve
    00 09/04/2004 01:26

    Ho atteso che si placasse lo sdegno, eppure, nonostante siano trascorsi 3 giorni, sono inacidita come quando ho sentito la notizia.


    Un piccolo fiore di carta con un biglietto sulle scale di casa. Il lutto cittadino proclamato dal sindaco di San Giustino, il paese dove dalla scorsa estate viveva la famiglia Geusa.
    Un uomo in cella accusato di avere abusato di una bambina di due anni e sette mesi fino a farla morire, che sarà interrogato in carcere.
    E poi alcune foto, con il volto di quella bambina, davanti alla torta del suo secondo compleanno, in uno scatto ripresa assieme a Giorgio Giorni, l'imprenditore che lunedì l'avrebbe ridotta in fin di vita.
    Resta questo della vita breve e della morte spaventosa di Maria.
    Resta il dolore dei genitori di Maria, lo sconcerto di chi conosceva Giorni, di chi adesso si chiede quanti silenzi e ambiguità hanno contribuito all'epilogo di questo rapporto morboso.
    Come fa Massimo Geusa, il papà della bimba che scopre solo adesso di essere rimasto all'oscuro di troppe cose, a partire da quella simpatia tra sua moglie e Giorni che ha finito per coinvolgere la bimba.
    Molte cose non dette, molte cose non viste o ignorate, forse segnali che una madre avrebbe potuto cogliere o forse no, perché chi si fida non riesce a vedere, non riesce a sospettare.
    E adesso qualcuno degli investigatori si chiede dove fosse Tiziana Deserto, la mamma di Maria, in quella mattina in cui sua figlia moriva, quando aveva detto di voler raggiungere Giorni e Maria ai giardinetti di Città di Castello, dove in teoria stavano la bimba e l'uomo a cui era stata affidata. Nelle prossime ore, Maria sarà portata in Puglia, nel luogo dove è nata, là dove sarà sepolta.
    Lontano da san Giustino dove aveva compiuto due anni, da Città di Castello dove ha trovato crudele morte, da San Sepolcro dove era nato e cresciuto l'uomo accusato di averla uccisa. In questa città di antichi palazzi, molti si chiedono chi fosse veramente quel giovane.
    E nessuno sa darsi una risposta soddisfacente.
    Restano, nella sua casa ufficio, regali e dolcetti per bambini che adesso, consumata la tragedia, inquietano, come personaggi di una favola cupa.
    FONTE TG 5



    Chiunque sia stato ho troppo rispetto per gli animali per paragonarlo a loro; questo è un demonio che nemmeno satana vorrebbe accogliere nel suo regno del male.
    Se non si rispettano i bambini in che razza di società viviamo e che avvenire avranno i nostri amatissimi piccoli?

  • darcri
    00 09/04/2004 02:20
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    Walko
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    00 09/04/2004 10:48
    E' normale che siano i casi eclatanti e mostruosi a farci scattare la molla dll'indignazione. Eppure sono casi limite, a volte persino scientificamente spiegabili, perché dietro a certe mostruosità, non sempre ma spesso, si cela una patologia non riscontrata che non raramente affonda le radici in eventi traumatici vissuti dal mostro nella sua infanzia (statisticamente è dimostrato che chi subisce abusi in tenerà età li "restituisce" da adulto in maniera più violenta).
    Non è nemmeno così vero che il mondo animale sia immune da mostruosità, con la differenza che certi atti trovano ragion d'essere negli stessi istinti animali (o bestiali come sarebbe più giusto dire) che non esulano dalle leggi della natura e non vi si contrappongono, il che a noi uomini può apparire strano, ma solo per il fatto che abbiamo a disposizione un codice che supera quello naturale e quindi animale: il codice morale. Un leone per potersi accoppiare con una leonessa che ha partorito da poco, uccide i cuccioli della stessa e li divora; posso testimoniare che, almeno in determinate condizioni di selvaticità, lo fa anche un gatto e posso testimoniarlo perché l'ho visto con i miei occhi. Questo per il codice naturale al quale sottostanno leoni e gatti (ma ho solo citato un esempio fra i tanti possibili) non è affatto inammissibile e per questo non si possono considerare colpevoli quel leone o quel gatto che si sono macchiati di un atto mostruoso e intollerabile solo secondo il nostro codice morale, quello che contraddistingue l'animale uomo dal resto del regno animale. Va da sé che quando un uomo si macchia di tali efferatezze il discorso cambia e la condanna è inevitabile e giusta, così come la nostra indignazione, il nostro senso di schifo e persino il desiderio di una vendetta collettiva diventa giustificabile. Ma, ripeto, questo accade davanti ai casi limite che ci propone la cronaca.
    Lontano da questa, o semplicemente meno sottolineata, esiste nella nostra società e nella quotidianità una dose di violenza parimente bestiale, sebbene meno rumorosa e meglio tollerata. In molte case e luoghi di vario genere accadono nel silenzio e non raramente nell'indifferenza di chi nutre qualche sospetto, episodi di abusi e di violenza brutale, che vanno dal piano sessuale a quello psicologico e sono esercitate regolarmente sui soggetti deboli; molte donne e bambini subiscono "attenzioni sessuali" da padri, madri, fratelli, parenti e persino semplici conoscenti; molti bambini, ma non solo bambini e non solo nel Terzo e Quarto mondo, sono spinti o costretti a lavorare, a mendicare, a rubare, a prostituirsi; molte persone subiscono con violenza l'espianto di organi; molte persone sono costrette a lavorare con orari bestiali, senza un minimo di diritti, di sicurezza, di giustizia retributiva; molte persone sono costrette a dormire su brande affittate sino 500 euro per notte, in condizioni igienico-sanitarie mostruose, in stanze dove vengono messe in fila venti brande quando al massimo potrebbero riceverne tre o quattro. E potrei andare avanti per un bel po', ad esempio parlando di come vengono trattati anziani e disabili in certe strutture anche a 2.000 euro al mese; dei bambini e degli adulti massacrati e mutilati dalle bombe e dai combattimenti in tante zone della terra, anche in guerre che si definiscono "buone", che si presentano come "apportatrici di democrazia e di benessere", per cui i morti fra i civili, bambini compresi, vengono definiti "effetti collaterali". Potrei continuare, ma mi fermo qua.
    Dico solo che i questa nostra società del benessere sfrenato e della competizione, della libertà obbligatoria e dell'ipocrisia, della trasgressione come moda e del consumismo di tutto, il codice morale è stato da tempo messo fra parentesi e infine buttato nella grande discarica delle cose scomode e imbarazzanti.
    In nome dell'edonismo assoluto molto è consentito e tutto è tollerato, senza più regole certe, divieti, inibizioni morali, per cui è consentito anche "fare i furbi" sbattendolo sulla faccia degli "stupidi onesti", anche infrangere la legge e dichiararlo pubblicamente purché non vada contro le regole del mercato.

    Nota a margine:
    ieri sera ho sentito per caso in tv un presunto cantautore di successo, tale Daniele Silvestri, affermare con aria di superiorità e al tempo stesso annoiata che: lui si fa canne ogni volta che gli pare e se passerà una legge che lo vieta continuerà a farlo di nascosto; lui non paga il canone Rai, mai l'ha pagato e mai lo pagherà. Complimenti! Un bell'esempio e una bella lezione di civismo per i giovani che lo ascoltano e lo acclamano. E questo deficente passa pure per un "cantautore impegnato, pacifista e di sinistra". Che vergogna! Ora capisco pure perché una sua canzonetta dal titolo "Salirò", tanto apprezzata e strombazzata dalla critica mi ha sempre fatto schifo, già al primo ascolto e in crescendo coi successivi.



  • darcri
    00 09/04/2004 13:29
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    Walko
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    00 09/04/2004 14:03
    Io ritengo che si debba rispetto alla legalità. Penso a Socrate che non si sottrae all'ingiusta condanna per non infrangere la legge e credo sia un esempio, mai scalfito dal trascorrere dei secoli, di coerente rigore accettato sino alle estreme conseguenze. Quando una legge è ingiusta la si contesta e si cerca di abolirla o cambiarla. Infrangere una legge e poi lucrare l'impunità che il proprio ruolo pubblico consente è un comportamento che non tollero, che sia messo in atto da un politico e uomo d'affari come Berlusconi quando depenalizza il falso in bilancio pro impunità sua, da un leader di partito come D'Alema quando vive per anni in un superattico dell'Inps con un affitto simbolico, da una mezzacalzetta musicale come Silvestri quando si vanta pubblicamente di essere un drogato e uno scoppiato (perché checché se ne dica l'uso di cannabis e derivati fa malissimo al cervello e al sistema neurovegetativo) e pure un evasore fiscale convinto (il canone Rai è una tassa e la quasi totalità degli Italiani la paga, protestando e mugugnando, ma la paga e in caso contrario, quando scoperto, l'evasore incorre in sanzioni che vanno dalla mora al sequestro del televisore; di quale franchigia gode questo Silvestri e a quale titolo?)



  • darcri
    00 09/04/2004 14:13
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    Dolf
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    00 09/04/2004 15:47
    MI SPIACE MA STAVOLTA NON AVETE CAPITO UN CAZZO!
    [SM=g27826] SONO DAVVERO STUPITO,
    HO ASSISTITO ALLA PIU' ITALIANA DELLE CAZZATE.
    SI ERA INIZIATO CON UNO SFOGO E UNA CONDANNA A UNA VIOLENZA ATROCE INFERTA SU DI UNA BAMBINA E SI FINISCE CON PARLARE DI BERLUSCONI..... NON HO PAROLE.... E SPERO DI NON SCRIVERVI QUELLE POCHE CHE HO IN MENTE....

    CRI, SONO DELUSO, MA CONVINTO DI AVER COMPRESO MALE IL SENSO DEL DIBATTITO.... WALKO, NON HO IL PIACERE DI CONOSCERTI MA IL PIACERE DI AVERTI LETTO SI! VI PREGO, NON CADETE ANCHE VOI NELL'ERBA E NEL FASCIO.....

    IO NON PERDONO DIO....
    MAI LO PERDONERO'....
    SE CONTINUA A PERMETTERE CHE SIMILI FOLLIE SI COMPIANO!!!!!

    CHI TOGLIE LA VITA....DEVE LASCIARE LA PROPRIA NELLE MANI DELLA GENTE!!!!!

    p.s. Vi prego amici, riflettete...

    Vittorio
  • darcri
    00 09/04/2004 17:11
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  • fiordineve
    00 10/04/2004 00:22

    SONO TOTALMENTE IN DISACCORDO CON WALKO.


    A me non interessa di generalizzare o di parlare di istinti animaleschi; si sa è logico, è documentato che nella natura vige la legge della sopravvivenza, per cui ci si ciba a vicenda dei resti di chi si è ucciso.

    GLI ANIMALI NON HANNO COSCIENZA.

    Non è dato loro conoscere la differenza tra ciò che è RAGIONE e ciò che è ISTINTO.

    Qui si tratta di una BAMBINA, piccolissima, sventrata da un pene enorme, prova ad immaginarlo Walko, un pene di uomo adulto nella vagina, appena un buchino largo come una golia, prova ad immaginare.... innoridisco se penso se questo fosse successo ad una delle mie figlie o a una piccolina che conosco.
    Figuriamoci lo sdegno che provo, ed è poco parlare di sdegno: "Ero in preda ad un raptus?!?!" così il reo confesso si è discolpato.
    Un raptus? Ma se nemmeno immagino che un trottolino possa avere un sesso, che raptus vuoi che abbia avuto?
    Quello è della più maledetta ed insana genia dei pervertiti, lasciatelo in carcere tra gli altri detenuti; allora gli passerà il raptus, oh se gli passerà.

    Non invoco per lui la pena di morte, lo invierei come prigioniero agli sciiti che conoscono raffinate tecniche di torture, ed è poco.
  • fairy67
    00 10/04/2004 02:17
    ...
    Non dico nulla, le parole mi muoiono sulle dita.
    Fiore, sono d'accordo con te.
    Ragione e Istinto non possono essere messe sullo stesso piano.

    Hai descritto con efficaci parole il pensiero che mi martellava
    in testa, quello che mi fa salire la nausea fino alla voglia
    di cancellare quel figlio di puttana dalla faccia della terra
    e come lui TUTTI I MALATI NON CURATI CHE IN GIRO PER IL MONDO
    ABUSANO DEI BAMBINI.


    [SM=g27816] diventerei scurrile. Mi fermo qui.

    [SM=g27834]
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    Cobite
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    00 10/04/2004 02:37
    Sinceramente come ho saputo della notizia dalla radio mi è sembrata tanto ripugnate che in un primo momento ho pensato si trattasse di un errore, come quell'altro caso di tempo fa in cui il padre era stato accusato da un medico rincoglionito quando invece si trattava di una forma di tumore che portò successivamente alla morte la bambina (fra l'altro tenuta forzatamente lontana dal genitore innocente.
    Ma questa volta c'è stata la dichiarazione di colpevolezza da parte del criminale è la cosa mi ha sconvolto non poco e mi viene ancora il voltastomaco a pensarci.
    Non sono così buono da pensare che ci possa essere una qualsiasi forma di perdono per atti del genere e se quell'essere ignobile ha agito in un raptus per me è da rinchiudere in una cella e si dovrebbe gettare via la chiave, proprio perchè si tratta di una persona di una cattiveria inconcepibile e per di più incontrollabile. L'impallazione ormai non si usa più (almeno da noi) e poi la trovo troppo liberatoria per lui.
    La nostra "giustizia" invece è troppo permissiva e non i meraviglierei che fra qualche anno il poverello fosse messo in libertà, come troppe volte abbiamo visto ultimamente. Se poi dichiara che era sotto l'effetto della cocaina e quindi incapace di intendere e di volere al momento del fatto, esce anche domani in nome di una legge incomprensibile che sembra fatta a favore degli spacciatori e dei delinquenti.

    Ripugnate!


    ________
    - Ogni alba è un pizzico d'infinito che ci viene donato assieme ad un pizzico d'arte (cobite)-

    [Modificato da Cobite 10/04/2004 8.02]

  • fiordineve
    00 10/04/2004 03:49
    E' esattamente ciò che temo io; ha già messo le mani avanti parlando di raptus.
    Con un legale con il pelo sullo stomaco esce tra qualche mese con tante scuse, e la piccola Maria sarà morta invano.


    Nessuna cella di isolamento; tra i detenuti comuni, persino gli assassini più truci, odiano i pedofili (e questo demonio che fa paura a satana) lo tratterebbero come merita.



    F I O R E

    ...le persone amate non le ho amate mai abbastanza... (Roberto Vecchioni)

    [Modificato da fiordineve 10/04/2004 14.27]

  • JACKdibimba
    00 10/04/2004 09:14
    sant'agostino
    dice la verita' è dei bambini...e dei folli...
    tutta da interpretare..

    a noi italiani,o umani..piace emanare leggi,ma piu' ancora ci
    piace trasgredirle.
    come bambini che giocano presso il mare e con carattere innalzano
    torri di sabbia e poi le rompono ridendo.
    ma mentre noi innalziamo le torri di sabbia,il mare trasporta altra sabbia sulla spiaggia,e quando noi le distruggeremo..il
    mare ridera con noi.
    in verita' il mare sempre ride con il bambino.
    ma che mi dite di quelli per i quali la vita non è mare,e le
    leggi fatte dall'uomo non sono torri di sabbia?
    per costoro la vita è una roccia, e la legge un cesello con cui
    vorrebbero scolpirla a propia somiglianza.
    che dire dello storpio che odia i danzatori?
    VOI NON POTETE SEPARARE IL GIUSTO DALL'INGIUSTO E IL
    BUONO DAL MALVAGIO,POICHE' ESSI STANNO INSIEME AL COSPETTO
    DEL SIGNORE,COME SE IL FILO NERO E IL FILO BIANCO FOSSERO
    INTESSUTI INSIEME.
    E COME PUNIRETE QUELLI IL CUI RIMORSO E' GIA PIU' GRANDE
    DEI LORO MISFATTI?E NON POSSIAMO IMPORRE IL RIMORSO A UN
    INNOCENTE,NE' STRAPPARLO DAL CUORE DEL COLPEVOLE.

    COMUNQUE IO CHE LAVORO COME UOMO IN DIVISA:
    E PER TANTO DOVREI ATTENERMI ALLE REGOLE..UMANE..
    RISPETTEREI IL CORSO DELLA LEGGE..ANCHE SE A FATICA..

    MA COME UOMO E PADRE: CHI SI PERMETTESSE DI FAR CALARE
    LA MORTE SU MIA FIGLIA..COSI CON VIOLENZA E SCEMPIO::
    GRGRGRGRGRGRGRGR....LO GIUSTIZIEREI..CON LE MIE MANI.

    POI DEL TUTTO NE RENDEREI CONTO.SOLO A DIO.
    scusate lo sfogo.

    alessandro.







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    Walko
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    00 10/04/2004 10:47
    Non riesco a comprendere i duri commenti di Dolf e di Fiordineve, perché sinceramente non trovo il nesso tra la causa e l'effetto, cioè tra quanto ho scritto nel mio commento e la reazione che ha provocato nei due suddetti amici, a differenza invece dei rilievi di Cri che trovo pertinenti, nonostante la persistente differenza di opinione su un determinato punto, il che peraltro non costituisce certo un dramma: se la pensassimo tutti allo stesso modo su tutto saremmo pronti per il Grande Fratello (non quello televisivo, quello descritto da Orwell nel suo "1984").
    Se qualcuno saltasse quel che ho scritto e leggesse i commenti di Dolf e di Fiordi si farebbe l'idea che io l'abbia grossolanamente "buttata in politica", attribuendo la colpa di tutto a Berlusconi, e abbia perorato la causa dell'assassino come se fossi il suo avvocato, invocando per lui indulgenza e attenuanti. Evidentemente non sono riuscito a spiegarmi e allora mi vedo costretto a cercare di farlo ora, sinteticamente.

    Non ho voluto entrare nel merito dell'episodio perché mi sembrava superfluo farlo; ho preferito scrivere le riflessioni che il post di Fiordineve mi aveva suscitato, evitando di soffermarmi su tutto ciò che sento diverso e lontano (il delitto, l'ambito, il contesto, il mostro), e indirizzando riflessioni e commento su quanto mi è più familiare e comprensibile, cioè su di noi, noi persone "normali", noi che certi delitti non riusciremmo nemmeno ad immaginarli, noi che quando la cronaca ci propone questi delitti rimaniamo atterriti, sconvolti, nauseati e travolti dalla rabbia e dal desiderio di giustizia e di vendetta. E lì mi si è presentato il problema, cioè il dubbio che forse persino la nostra coscienza individuale non è più libera, ma è diventata facilmente manipolabile ed omologabile entro ua sorta di contenitore delle coscienze, dove tutto ciò che attiene all'individuo si scioglie nel collettivo. Da questo deriva il nostro (mio, tuo, suo) risveglio della coscienza "a comando", quando la cronaca propone un evento di particolare risonanza e gravità, coscienza che rimane assopita e indifferente di fronte ad altre immani tragedie di cui pure si conosce l'esistenza, ma la cui risonanza viene mediata e stemperata dall'abitudine e soprattutto dalla mancanza di clamore. Per fare un esempio: allo stadio, durante una partita molto importante un ragazzo viene accoltellato e muore; la reazione è immensa con tutto il suo contorno di commenti e temi di riflessione: l'assurdità di morire per una partita di calcio, la bestialità degli accoltellatori, l'intervento dei genitori, di sociologi, psicologi, commentatori, la proposta di chiudere gli stadi, sospendere i campionati di calcio; una fiammata di orrore e di sdegno percorre il Paese per due o tre settimane, poi si tornerà a parlarne ad ogni anniversario. Intanto ogni giorno qualcuno muore sul lavoro: un trafiletto in cronaca locale, operaio soffocato in un pozzo, travolto da un macchinario, schiacciato da una pressa, disintegrato dall'esplosione di una caldaia, avvelenato da esalazioni di gas o fumo di scarico, precipitato da un'impalcatura. L'Italia è il Paese con la più alta incidenza di morti e infortuni sul lavoro in Europa ed è stata più volte richiamata dalla C.E. per la sua inadeguatezza legislativa in merito, per di più le normative già carenti non vengono quasi mai rispettate, al di fuori di ogni serio controllo; eppure non si verifica, non si è verificato mai alcun episodio di sdegno popolare, tacciono tecnici, sociologi e opinionisti, nessuna fiammata di orrore e di sdegno percorre il Paese e nessuno paga.
    Vedete, non c'entra la politica! Non è nemmeno il voler tacere certe cose per interesse di qualcuno. Ci sarà anche questo, ma è solo una componente, il nocciolo della questione è un altro. E' come quando a Milano, Roma, Napoli o Torino si rovescia un pulmino scolastico e muore un bambino: la notizia balza in testa ai titoli di apertura del Tg; magari a Kiev o a Montevideo si rovescia un altro pulmino e muoiono trenta bambini, ma la notizia è già fuori dai titoli, tra le varie notizie minori: il matrimonio di un cantante, il furto di un'opera d'arte poco nota, un ciclone abbattutosi sulle coste della Florida. E' una questione di audience.
    Sia chiaro: non butto croci addosso a nessuno! Ho anche fatto il giornalista, lo so come l'è dura certe volte, e che bocconi amari e spinosi bisogna mandar giù! E' il sistema che gira così!
    Tornando a noi, il centro delle mie riflessioni era tutto lì, inerente l'argomento della violenza: l'episodio eclatante ci infervora, mentre la violenza quotidiana ci scorre sotto gli occhi e sulla coscienza come acqua sul marmo levigato, eppure se c'è il frutto marcio dell'esplosione di violenza e brutalità vuol dire che c'è un terreno fertile intorno, e questo terreno fertile io lo vedo nel permissivismo sfrenato che viene spacciato per libertà, per progresso. Dici: non è giusto ed è immorale che un ragazzo di 16 anni o poco oltre esca di sabato alle 11 di sera e rientri alle 6 di domenica mattina spinellato a dovere; e subito senti qualcuno che ti risponde "euh, ma sei rimasto all'età della pietra!". Questo per dirne una terra terra.
    Mi agganciavo a questo parlando di Silvestri, che a mio parere si rivestito del ruolo di cattivo maestro. In questo contesto, rispondendo a Cri, ho citato come pessimi esempi due uomini molto in vista e molto potenti, due uomini che hanno rivestito e ricoprono importanti cariche pubbliche, non a caso prendendone uno per opposto schieramento, proprio per sottolineare che la politica non c'entrava un fico secco in quel discorso. Davvero trovo incomprensibile la reazione di Dolf: quando e dove mai ho veicolato il discorso su Berlusconi e ho fatto "d'ogni erba un fascio"?

    L'altra questione è quella del "perdono". Dove ho scritto qualcosa di simile ad una richiesta di perdono per l'assassino? Non vorrei si fosse ingenerato un equivoco sul mio rilievo alla frase di Fiordineve, che a mio parere è un luogo comune, riguardo il fato che l'uomo sarebbe peggiore degli animali. Ho semplicemente voluto precisare che in realtà l'uomo ha gli strumenti necessari per essere migliore, in quanto superiore agli istinti della legge naturale, cui pure è sottoposto, grazie alla ragione e alla morale che gli permette di avere coscienza del bene e del male, al di là dell'immediata convenienza e degli stessi desideri che l'istinto naturale gli propone, sapendo discernere il "lecito" dall' "illecito" nella misura in cui si percepisce che la soddisfazione di un determinato desiderio implica insoddisfazione, sottomissione, dolore, morte per uno o diversi propri simili. Proprio per questo l'uomo deve essere sottoposto ad un giudizio più severo, per cui rifacendomi all'esempio che già citavo: il leone che uccide i cuccioli di una leonessa per potervisi accoppiare non può essere condannato in base alla nostra morale, che non possiede, ma dovrà essere assolto a causa dell'istinto naturale al quale è interamente sottoposto; l'uomo che uccide il marito e i figli di una donna per potersi unire a lei senza ostacoli non può essere giudicato alla stregua di un animale che ha seguito il suo istinto, perché ha in possesso una morale e il suo codice che gli permette di discernere il bene dal male, e proprio per questo deve essere condannato come un criminale, senza alcuna attenuante.

    Rimane aperta la questione della ridotta o del tutto cancellata responsabilità del crimine in ordine alla comprovata menomazione intellettiva del soggetto che lo commette. Mi sembra ovvio che ad un demente totale che non ha la minima percezione di sé e del mondo circostante, quindi nessun controllo delle proprie azioni, non si possa attribuire colpa e tanto meno premeditazione, con conseguente condanna; in quel caso andrebbero giudicati e condannati duramente gli specialisti che hanno ritenuto non fosse il caso di mettere preventivamente quell'infelice nella condizione di non nuocere ai suoi simili e a se stesso. Non è questo certamente il caso intorno al quale stiamo dibattendo: l'assassino risulta persona in grado di intendere e volere, si tratta di uno stimato imprenditore. Non è affatto detto che chi compie certi atti bestiali sia infermo di mente, tanto più in una società permissiva come la nostra, dove la distinzione tra bene e male risulta vieppiù sfumata, compromessa e discussa, dove un teologo potrebbe senza tema d'errore affermare che "si è svuotato o perduto il senso del peccato"; ma questo non rappresenta un'attenuante per il reo, che ha deliberatamente accettato questo assai comodo e soddisfacente "nuovo corso" della morale. Quanto al "raptus", se questo vi è effettivamente stato a causa dell'uso di una sostanza stupefacente, come nel caso presente per cui si è parlato di cocaina, anche se l'assunzione della sostanza (peraltro pacificamente volontaria e cosciente) riduce la capacità di intendere e di volere del soggetto, a mio parere ciò non costituisce un'attenuante, ma semmai dovrebbe costituire un'aggravante sul piano penale.

    Ultimo argomento: il perdono.
    Io ritengo che su questo non vi sia nulla da discutere. Il perdono è prerogativa esclusiva della vittima, se ne ha l'opportunità, e delle persone vicine, direttamente colpite dal suo dolore e, quando avviene come in questo caso, dalla sua morte, cioè dalle persone che la amano o che l'amavano: congiunti, parenti, amici, colleghi. Il perdono degli altri non ha alcun senso né logica, quello collettivo o addirittura istituzionale è pura astrazione, follia giuridica, bestemmia morale. Solo io posso perdonare o no chi mi fa del male e giudicare se sia lecito e sensato il mio perdono o meno. Nel contempo io non ho alcun titolo per perdonare chi fa del male ad altri e nemmeno di giudicare la scelta di perdonare o no compiuta dalla vittima.

    Sicuramente non darò mai del cretino a chi ha voluto e si è sentito di perdonare chi gli ha fatto del male.



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    Dolf
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    00 10/04/2004 12:27
    Doverosa rettifica.
    Caro Walko,
    mi scuso per avere frainteso il tuo ben esposto concetto, spero di non aver in alcun modo alterato la stima che lega ogni singolo "inquilino" di questa antica bicocca.
    Perdona il mio sfogo dettato solo dalla mia recente paternità sentitasi minacciata dall'evento di cui si scriveva.

    Grazie per il chiarimento, a rileggerci presto.

    Vittorio
  • fiordineve
    00 10/04/2004 14:37

    Ok Walko, chiedo scusa pure io; purtroppo sarò banale e parlerò per luoghi comuni, sarò retorica, tutto quello che vuoi.
    Tu sei prolisso.
    Non intendevo assolutamente andare fuori tema, tu hai iniziato un dibattito sulle ingiustizie del mondo che sono sacrosante; io intendevo ESCLUSIVAMENTE parlare di questa storia sconvolgente.
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    Walko
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    00 11/04/2004 09:32
    Non è nemmeno il caso di scusarsi, anzi, vi ringrazio per avermi dato l'oppurtunità di precisare meglio i concetti che avevo esposto un po' velocemente.
    Dolf, puoi stare certo che la mia personale stima nei confronti tuoi e di tutti gli altri amici del luogo non è diminuita d'un ette, e nemmeno potrebbe mai subire ribassi od essere intaccata dal contrasto che può pur sempre legittimamente emergere in un dibattito di qualunque genere.
    Fiordi, proprio perché so bene che è lontanissimo dal tuo stile l'argomentare per luoghi comuni ho sottolineato la tua citazione di quella "frase fatta", forse perché è una delle frasi che più mi lasciano perplesso: "le bestie sono migliori degli uomini", usava spesso ripeterla nei suoi dialoghi e scritti Adolf Hitler; forse proprio per dare una dimostrazione empirica dell'assunto fece poi quel che fece. Ho inteso che il tuo voleva essere uno sfogo a freddo, cioè la partecipazione di una rabbia e di un dolore che con il passare dei giorni non diminuiva. Però mi conosci e sai che di fronte a qualunque tema che mi stuzzica a riflettere non riesco ad evitare di scavare e scavare e alla fine di partecipare in qualche modo a persone che stimo, com'è di questo luogo, il risultato di questi scavi, a volte in modo confuso e contorto, molto raramente o mai in modo sintetico. Come vedi anche l'essere prolissi a volte non basta, comunque qualcosa rimane fuori dal discorso o non ben specificato, ingenerando equivoci. Pensa se fossi stringato!




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    _fiordineve_
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    00 06/01/2011 17:51
    altri tempi, altri poeti...


    Erano altri tempi, altri poeti che, purtroppo non sono + tra noi.

    Sto cercando tutte le mie poesie; ho ritrovato Walko e Dolf.

    Giancarlo, lo potresti far avere ad Edgardo che sta raccogliendo tutto il materiale su Silvano, il mio "fine dicitore?"

    Grazie.


    ...

    Maria Antonietta

    Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Gesù di Nazareth
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    Cobite
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    00 09/01/2011 09:35

    Sono preziose queste pagine!

    Ho inviato la segnalazione all'amico Edgardo.

    Ciao

    Giancarlo


    ...

    - Quando le parole hanno la musica dentro e la strofa è canto, allora il pensiero è diventato poesia.- (Cobite)