FIORI DI PENSIERO: poesie, racconti, riflessioni... Fiori di Pensiero è nato per permettere agli autori dilettanti di pubblicare le loro emozioni principalmente con la parola scritta, ma anche con immagini e suoni, usando il supporto più moderna che esista: Internet. La poesia è la principale rubrica del forum, ma trovano posto adeguato anche racconti, pensieri, riflessioni, dediche, lettere e tutto ciò che il cuore può dettare ed il pensiero esprimere.

ROBERTO VECCHIONI, UN POETA TRA I CANTANTI

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  • fiordineve
    00 29/01/2004 04:36
    ROBERTO VECCHIONI (in ordine cronologico)
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    album PARABOLA




    Lui se ne è andato
    (Vecchioni)




    Lasciate andare un attimo le carte
    per aiutarmi
    lo ricordate quello
    che veniva sempre da noi?
    Oh certo, Sergio,
    certo che sto bene, perchè mi guardi?
    e tu cretino con quell'asso in mano
    non chiami il tre?

    Aveva gli occhi tristi di novembre
    ma ci credeva
    gli abbiamo fatto forse qualche sgarbo?
    Penso di no
    possibile che non lo ricordiate,
    state scherzando
    e tu, Francesco, piantala di dire sarà a New York,
    a New York!

    Poteva almeno andarsene in un giorno di sole
    poteva far rumore come sempre
    poteva non lasciare solo me e la sua paura
    poteva dirmi col dolore ho chiuso questa sera,
    stendi le mani...

    Che stupido che sono
    la sua donna chissà che pena!
    Avrà già perso tutte le speranze di rivederlo;
    bisognerà avvertirla che qui almeno non si fa vivo,
    ma darle la notizia con prudenza, non si sa mai...
    possibile che non lo ricordiate, state scherzando?
    E tu, Francesco, piantala di dire sarà a New York,
    a New York!
    È quel ragazzo che veniva sempre a dirci ho vinto
    e poi perdeva sempre, ma era sempre, meglio di noi!

    Poteva almeno andarsene in un giorno di sole,
    poteva far rumore come sempre
    poteva non lasciare solo me e la sua paura
    poteva dirmi: col dolore ho chiuso questa sera,
    stendi le mani...

    E adesso, sì, vi cadono le carte ma è troppo tardi
    ve l'hanno ucciso e voi non potevate dire di no,
    che anzi è andato via senza neppure lasciare un segno
    un indirizzo, un francobollo, un gesto per chi sta qui.

    E adesso voi quardate me negli occhi per rivederlo
    perchè fra tutti voi gli assomigliavo un po' di più
    inutili gli occhiali alla memoria: è un'ombra scura!
    Aveva troppe bande, pochi amori, meglio così.

    Poteva almeno andarsene in un giorno di sole
    poteva far rumore come sempre
    poteva non lasciare solo me e la sua paura
    poteva dirmi: col dolore ho chiuso questa sera...
    stendi le mani sul nostro amore, non ci lasciare mai.

    Povero ragazzo

    (Vecchioni - Lo Vecchio)

    Povero ragazzo, sapessi dov'è adesso la tua donna
    povero ragazzo, sì, la tua bambina,
    quella che tu credevi una bambina
    povero ragazzo, povero ragazzo
    sapessi cosa dice la tua donna
    povero ragazzo
    qui, fra le mie mani
    le stelle che le bruciano negli occhi
    le braccia strette forte sul mio cuore
    per non pensarti, non pensarti più.

    Povero ragazzo, sapessi quanta voglia avrei
    stasera di non farti male
    tu che in questo istante starai pensando a lei
    starai dicendo:"Come dorme bene!"
    Povero ragazzo! E a lei neppure passi per la mente
    mentre grida t'amo
    qui, fra le mie mani
    le stelle che le bruciano negli occhi
    le braccia strette forte sul mio cuore
    per non pensarti, non pensarti più.

    Povero ragazzo, io quasi quasi prendo
    e te la porto a casa
    ma ne val la pena? Oggi son io
    domani sarà un altro o un altro ancora
    povero ragazzo, sapessi cosa
    dice la tua donna, povero ragazzo
    qui, fra le mie mani
    le stelle che le bruciano negli occhi
    le braccia strette forte sul mio cuore
    per non pensarti, non pensarti più.

    Povero ragazzo, io sono con la
    donna che tu ami e un tempo amavo
    ma vorrei morire piuttosto di sapere
    che stasera la stai piangendo
    povero ragazzo, sapessi come odio
    la tua donna, povero ragazzo
    qui, fra le mie mani,
    le stelle che le bruciano negli occhi
    le braccia strette forte sul mio cuore
    per non pensarti, non pensarti più.


    Io non devo andare in via Ferrante Aporti

    (Vecchioni - Lo Vecchio)>


    Scusi, lei ch'è pratico di queste parti
    io non devo andare in via Ferrante Aporti
    dovunque, ma non davanti a lui:
    senta, guardi che non sto scherzando affatto
    qui se non mi ferma io ci vado dritto
    davanti a dirgli: hai vinto tu!

    E per una sera che son giù di vena
    provi a immaginarsi un po' che razza di scena:
    io che vinco per mestiere
    calar le braghe davanti a un ragioniere!
    Qui se se ne accorge Dio
    ci perdo anche il posto alla destra del suo.

    Senta, lei m'aiuti, lei lo so è un brav'uomo
    ecco, sì, mi mandi a visitare il duomo
    dovunque ma non in quella via...
    certo ne convengo non è affatto strano
    perdere la donna per un pubblicano
    ma il guaio è che dò ragione a lui.

    E per una sera che mi faccio pena
    provi a immaginarsi un po' che razza di scena:
    io che vinco per mestiere
    calar le braghe davanti a un ragioniere.
    Qui se se ne accorge Dio
    ci perdo anche il posto alla destra del suo.

    Io che vinco per mestiere
    calar le braghe davanti a un ragioniere
    qui se se ne accorge Dio
    ci perdo anche il posto alla destra del suo


    Speranza

    (Vecchioni - Pareti)

    Anche se nella vita voltandomi un mattino io non titroverò
    accanto a me basta soltanto la tua felicità
    lo conosco il tuo dolore credevi che oltre il monte ci fosse
    un giardino e invece hai trovato soltanto ilfango di una città.

    Io non posso giurarti che questo amore ti salverà
    e non posso aspettarmi che la ferita si chiuderà
    ma mi basta darti speranza, ma mi basta darti speranza,
    ma mi basta darti speranza, tu devi vivere.

    Nessuno ti ricorda a nessuno tu manchi quel ragazzo non
    può tornare e per questo soltanto vorresti finirla lì
    ma guarda che la vita non è la prima porta aperta in fretta
    senza bussare; è il balcone più grande che guarda sul mare.


    Io non posso giurarti che questo amore ti salverà
    ma mi basta darti speranza


    Improvviso paese

    (Vecchionì)

    Venezia bella, nei tuoi canali
    festival chiuso ho perso ancora
    allora parto, vado a trovare
    un vecchio amico ch'è militare
    giù nel Piceno, Fulvio Benetti
    farò la costa c'è tanto mare
    la sabbia copre povera e i figli tristi
    di ogni dipendente
    e all'improvviso mi salta fuori con le sue case
    mi copre il mare, giuro, credevo che fosse altrove,
    settembre
    è tardi, sono le nove

    io lo ricordo questo paese,
    ragazza bionda, ragazza bella
    non ho più in mente le tue parole
    ma quel tuo viso non si cancella
    avevi gli occhi rotondi e strani
    bruciavi come la paglia al sole
    strozzavo l'urlo di aver vent'anni
    nell'antracite del tuo calore
    ed era il tempo che ci credevo
    a questo schifo di mondo cane
    avevo tutto, ti sorridevo
    adesso è tardi per ritornare
    ma mi rivedo com'ero all'ora
    senza promesse da mantenere
    senza persone da sviolinare
    e te che sei stata il solo amore;
    e all'improvviso qui grida il sole
    non è settembre di aver trent'anni
    e luglio come quando credevo
    che tu m'avessi dato l'amore

    si alzi la prego qui non può stare
    sì è fatto tardi vada a dormire
    mi volto, è l'uomo col cane lupo
    l'uomo di guardia agli ombrelloni
    e non c'è sole nel vostro tempo
    è il mio settembre di aver trent'anni
    mica avrò pianto, mi vien da dire
    mentre risalgo per ripartire.

    Ascoli arrivo, corro di notte
    ed ecco, piove, piove sul mare
    ho la camicia piena di gocce
    ho l'acqua in faccia per non sognare
    Fulvio, mi aspetti e parleremo
    sì, delle nostre quattro avventure
    di quelle donne lasciate e prese
    senza l'amore di far l'amore
    berremo vino fino a domani
    e mi dirai: "Tu ci sai fare
    quante hai saputo prenderne in giro
    di tutto e tutti puoi fare a meno!"

    È vero, Fulvio, dimmi ch'è vero
    questa è la vita, io ci so fare
    devi gridarlo come la pioggia
    che prendo in faccia per non sognare
    È vero Fulvio, dimmi ch'è vero
    questa è la vita, guai ricordare
    devi gridarlo come la pioggia
    che prendo in faccia per non morire.


    Luci a San Siro

    (Vecchioni)

    Hanno ragione, hanno ragione
    mi han detto: "È vecchio tutto quello che lei fa,
    parli di donne da buon costume,
    di questo han voglia se non l'ha capito già"
    E che gli dico:"Guardi, non posso, io quando ho amato
    ho amato dentro gli occhi suoi,
    magari anche fra le sue braccia
    ma ho sempre pianto per la sua felicità"?


    Luci a San Siro di quella sera
    che c'è di strano, siamo stati tutti là:
    ricordi il gioco dentro la nebbia?
    Tu ti nascondi e se ti trovo ti amo là.
    Ma stai barando, tu stai gridando,
    così non vale, è troppo facile così
    trovarti, amarti, giocare il tempo
    sull'erba morta con il freddo che fa qui.

    Ma il tempo emigra, mi han messo in mezzo
    non son capace più di dire un solo no.
    Ti vedo e a volte ti vorrei dire
    ma questa gente intorno a noi che cosa fa?
    Fa la mia vita, fa la tua vita
    tanto doveva prima o poi finire lì
    ridevi e forse avevi un fiore
    non ti ho capita, non mi hai capito mai.

    Scrivi, Vecchioni, scrivi canzoni
    che più ne scrivi più sei bravo e fai danè
    tanto che importa a chi le ascolta
    se lei c'è stata o non c'è stata e lei chi è?
    Fatti pagare, fatti valere
    più abbassi il capo e più ti dicono di sì
    e se hai le mani sporche che importa
    tienile chiuse e nessuno lo saprà.

    Milano mia portami via, fa tanto freddo,
    ho schifo e non ne posso più,
    facciamo un cambio, prenditi pure
    quel po' di soldi, quel po' di celebrità
    ma dammi indietro la mia Seicento,
    i miei vent'anni e una ragazza che tu sai.
    Milano, scusa, stavo scherzando,
    luci a San Siro non ne accenderanno più.


    Il tamburo battuto

    (Vecchioní)


    Lo so d'aver vissuto in altri tempi
    la gioia d'essere vivo e stanco ma giovane, la gioia del tamburo battuto
    la mia vita difesa pensando ad alta voce.

    Ma poi calò la piana gioia del tamburo battuto
    l'aria mi si estingue,
    mio Dio, la voglia di gridare
    e solo un grido, oscuro sogno è in me
    l'essere vivo, come al gioco del domino interrotto
    come la notte se improvvisa mi sveglia la luna fra le dita.

    Lo so d'aver vissuto in altri tempi
    per tutto ciò che amavo e sentivo mio
    con tante parti di domino diverse
    e l'incerto sorriso di una donna nel cuore.

    Ma poi calò la piana gioia dei tamburo battuto
    l'aria mi si estingue,
    mio Dio, la voglia di gridare
    e solo un grido, oscuro sogno è in me
    l'essere vivo, come al gioco del domino interrotto,
    come la notte se improvvisa mi sveglia la luna fra le dita.

    Per la cruna di un ago


    (Vecchioni - Lo Vecchio)


    Tu sei beato già in partenza
    hai qualcosa in più, la sofferenza
    l'ha detto lui sulla montagna
    sei povero, ti aspetta la cuccagna
    tu tenta pure di salire, mal
    che ti vada hai sempre da pietire
    "Non ho mangiato mai la crema
    e se fallisco è colpa del sistema",
    e ti vien buona anche la fame
    per pianger sul destino infame
    mentre secondo te chi ha tutto
    che cosa porta a fare il lutto?

    Lui non passerà per la cruna di un'ago.
    Lui non passerà per un ago.

    Hai tante cose oggi da cantare
    le hai mai contate? Dimmi, sai contare?
    Le voci fuori al ballatoio
    tua madre stanca sopra il lavatoio
    la tua miseria sulla scena
    tira l'applauso grasso della pena
    il mio dolore non fa chiasso
    è un fiore al giorno che mi schiaccio addosso
    e finchè sono io il padrone
    a te perdere va benone
    finchè ti tiran via la lana
    hai sempre quella scusa buona.

    Lui non passerà per la cruna di un'ago.
    Lui non passerà per un ago
    No, non passerà, lui non passerà per la cruna di un ago.


    Che pacchia avere due talenti
    devi restituirne solo venti
    tu prova un po' ad averne cento
    e Dio che ti sta al pelo con il conto
    e adesso dimmi un po' chi è solo
    sei tu che non hai niente
    e canti in coro, oppure sono io
    che ho tutto e guardo giù:
    mi butto o non mi butto?
    dài prendi a calci la mia noia
    che a te da fuori sembra gioia
    dài, pecora, ch'è il tuo momento
    fa presto se no cambia il vento.

    E lui passerà per la cruna di un ago
    alla faccia tua e del mondo.
    E lui passerà per la cruna di un ago
    alla faccia tua e dei mondo.
    E lui non passerà per la cruna di un ago
    e lui non passerà...


    Parabola


    (Vecchioni - Lo Vecchio)


    Con la moglie del quale ruppe subito,
    ma non in tempo per evitare
    che gli nascesse un figlio naturale.
    Era vecchio, era saggio e non sbagliava mai
    e benché fosse falsa moneta
    tacque con tutti e lo chiamò Poeta.
    Da sua moglie poi ebbe un figlio vero
    uno che aveva sempre ragione
    e Ragioniere per questo fu il suo nome.
    Ragioniere cresceva molto algebrico
    Poeta aveva lo sguardo assente
    parlava tanto ma non rendeva niente.

    Ragazza, ragazza, perché tu quella sera
    giravi da sola per tutta la brughiera?
    Ragazza, dovevi restare a casa muta
    adesso c'è chi piange d'averti conosciuta

    e Poeta le disse: "Margherita, qui c'è la luna
    che ci fa lume, vieni a giocare
    inventeremo un fiume".
    Come attore non era proprio l'ultimo
    e le confuse tutte le idee
    facendo sfoggio di rose e di azalee:
    E poi corse dal padre subito a dirgli:
    "Ho fatto un fiume di primavera,
    oltre la valle, dentro la brughiera"
    "Che scemenza è mai questa, figlio mio,
    no, non c'è un fiume nella brughiera,
    lo so per certo, li ho fatti tutti io".

    "Io, padre, ti sfido, se tu sei il creatore
    tu prova a levarlo quel fiume dal suo cuore
    io padre ti sfido, se sei l'imperatore
    tu prova a levarci quel fiume e questo amore".

    Era vecchio, era saggio e non sbagliava mai
    prese da parte il figlio accorto
    gli tolse il libro cassa e lo mandò nell'orto
    là, nell'orto, piangeva Margherita
    soffriva tanto che lui la portò al mare
    il mare è facile, c'è poco da inventare
    e fu il vecchio a benedir le nozze dicendo:
    "Andate figli della terra
    voi siete giusti e non avete guerra"
    Poi, rivolto all'infame parolaio
    lo cacciò via col gesto di una mano
    la giara vuota non serve più a nessuno.
    "Per il mondo ch'è mio ti maledico
    avrai vent'anni tutta la vita
    ma non potrai che amare Margherita".


    Cambio gioco


    (Vecchioni)

    La pallina gira a vuoto, il mio numero non c'è
    tolgo la cravatta e nuoto,come tutti come te,
    cerco un pulpito ogni giorno per dimenticare me
    ma tu, almeno tu che puoi non dimenticarmi mai.
    Se qualcuno viene a dirti:" È cambiato non è lui"
    tu rispondigli:" Non ci credo, lui non può cambiare mai.
    Se un amore? Me lo chiedi? Certo, e grande più di te
    sono un uomo, non lo vedi? So la vita che cos'è:
    è viaggiare in capo al mondo, dire" Prego prima lei"
    se oggi vesto da leopardo non dimenticarmi mai.
    Se qualcuno viene a dirti:" È cambiato non è lui"
    tu rispondigli:" Non ci credo, lui non può cambiare mai".
    Tutto bene, resto a galla ed è facile lo sai
    fuggo dove non si tocca, fuori a largo non sto mai,
    guardo fuori e all'improvviso tutti parlano di me
    ma quell'altro che tu sai non dimenticarlo mai.
    Se qualcuno viene a dirti" È cambiato non è lui
    tu rispondigli;" Non ci credo, lui non può cambiare mai
    Prendo quella che sorride per sembrare come voi
    coi ricordi faccio l'asta, c'è chi compera e chi no
    vendo a tutti il crocefisso di un dolore che non ho
    ma tu, almeno tu che sai non dimenticarmi mai.
    Se qualcuno viene a dirti" È cambiato non è lui"
    tu rispondigli:" Non ci credo, lui non può cambiare mai".
    La pallina gira a vuoto, il mio numero non c'è
    quasi quasi cambio gioco, tutta colpa dei croupier.
    Giocherò con la pistola come quando ero cowboy
    solo invece che alle vacche
    sparerò fra gli occhi miei.

    FIORE


    [Modificato da fiordineve 02/02/2004 11.56]

  • fiordineve
    00 29/01/2004 04:43

    album SALDI DI FINE STAGIONE



    Archeologia

    (Vecchioni)

    Chissa perchè ricordo te stasera
    non vale più la scusa dell'amore
    eppure mi succede che la mano
    stavolta non la trova la parola
    il mio mestiere è fatto di testate
    sul muro della gente che lavora
    per un'idea dò il regno, dò il cavallo
    ma quando non mi viene alla malora
    chissà perchè ricordo te stasera
    chissà perchè ricordo te stasera.

    Vuoi ridere? Oggi penso all'avvenire
    io che se la sera avevo mille lire
    me le bruciavo come punizione
    perchè ogni giorno vale una canzone
    e mentre mi si spengono le stelle
    e il mondo fa le macchie sulla pelle
    tu non mi hai chiesto niente in quel cortile
    oggi l'amore è un lascito mensile
    chissà perchè ricordo te stasera
    chissà perchè ricordo te stasera.

    Rallegrerò l'inverno di mio padre
    con un bambino eletto re di spade
    farò felice quella che mi ha amato
    l'asino resta in piedi finchè ha fiato;
    ma quando rivedrò la primavera
    saltarmi addosso come un'avventura
    scusatemi se scenderò le scale
    c'è un piano che non so dimenticare
    chissà perchè ricordo te stasera
    chissà perchè ricordo te stasera.

    Sarà perchè ricordo te stasera
    sarà perchè sei stata la più sola
    come un pagliaccio che non dice niente
    non sa come far ridere la gente
    sarà, ma c'è l'inverno di mio padre
    l'amore di una donna che ci crede
    o forse è stata solo una parola
    che come te mi resta nella gola
    chissà perchè ricordo te stasera
    chissà perchè ricordo te stasera.

    Aiace


    (Vecchioni-Pareti)

    E non sembravi più quello
    che dalle porte Scee guardando il cielo
    gridava a Dio con tutta la sua voce
    "Sterminaci se vuoi, ma nella luce..."
    E il mare è grande quando vien la sera
    e Dio è lontano per la tua preghiera
    qui c'è chi parla troppo e c'è chi tace
    tu sei ti questi, e al popolo non piace.
    Chi ha vinto è là che vomita il suo vino
    e quel che conta in fondo è l'intestino.


    La la la la la la Aiace la la la la la la

    È il coro degli achei che si diletta
    hai perso e questo è il meno che ti aspetta
    ti stanno canzonando mica male
    va' un po' a spiegare quando un uomo vale.
    Dovevi vincer tu, lo sanno tutti
    tu andavi per nemici e lui per gatti
    ma il popolo è una pecora che bela
    gli fai passar per fragola una mela.
    Chi ha vinto è là che vomita il suo vino
    e quel che conta in fondo è l'intestino.


    La la la la la la Aiace la la la la la la

    E tu fai fuori mezzo accampamento
    ne volano di teste cento e cento
    salvo far l'inventario e veder poi
    che non sono i tuoi giudici, son buoi.
    Allora per un mondo che è un porcile
    ti val bene la pena di morire;
    duimmi cosa si prova in quel momento
    con la spada sul cuore e intorno il vento?
    Fa grande sulla tenda le ombre il fuoco
    ma dài, che è stato solamente un gioco


    La la la la la la Aiace la la la la la la

    Per tirare avanti


    (Vecchioni)

    E i ragazzi parlano, parlano, parlano
    dico niente,e parlano parlano se parlano,
    sanno tutto loro, sì, ora ci salvano
    stiamo qui da bravi che loro ci salvano
    sputano nel piatto ma se han fame ci mangiano
    fatemeli smettere, i miei figli piangono
    per tirare avanti quando passa l'avventura
    per tirare avanti quando il giorno fa paura.

    E i ragazzi crescono, crescono, crescono
    rompono il soffitto e su crescono, crescono
    han la testa in cielo e lì vedono, vedono
    e siccome Dio non c'è fumano, fumano
    dicono che amarci può salvar capra e cavolo
    non potevo averla io 'sta grande idea del diavolo
    per tirare avanti quando passa l'avventura
    per tirare avanti quando il mondo fa paura.

    Ma i ragazzi credono, credono, credono
    loro almeno credono, questo sì, ci credono
    dopo come uomini andranno a rotoli
    passa il fiume e leviga, leviga i ciottoli
    ne verranno altri con parole bellissime
    altri dopo gli altri, ma siam sempre qui a contarcela
    per tirare avanti quando passa l'avventura
    per tirare avanti quando il mondo fa paura
    per tirare avanti quando hai già creduto a tutto
    per tirare avanti quando quando guardi sotto il letto


    se c'è niente sotto il letto.

    La leggenda di Olaf


    (Vecchioni - Lo Vecchio)

    Fu allora che madonna gli disse:" Hai gli occhi belli
    vorrei che accarezzassi stanotte i miei capelli"
    Fu allora che rispose: "Grazie madonna no!
    Io sono un cavaliere e il re non tradirò"
    E a lei non valse niente comprare la memoria
    di sentinelle e servi mandati a far baldoria
    e a lui negli occhi grigi l'amore ritornò
    l'attesa di una vita per dover dire no
    "Che fai sotto le stelle? chi vuoi dimenticare?"
    Socchiuse gli occhi e volle andarsene, sparire
    sognò,sognò,sognò,sognò,sognò,sognò,sognò
    poi, come tutti, si risvegliò
    sognò,sognò,sognò,sognò,sognò,sognò,sognò
    poi, come tutti, si risvegliò.

    Tornò di lì a tre giorni il re dalla gran caccia
    e lei gli corse incontro graffiandosi la faccia
    l'ira le fece dire: "Puniscilo perchè
    lui non portò rispetto alla moglie del re".
    E a lui non valse a niente il sangue sui castelli
    Rocroi, la spada e il sole sul viso nei duelli
    quando sentì di dire di dover dire sì
    con un cavallo e l'acqua fu cacciato di lì.
    "Che fai sotto le stelle? chi vuoi dimenticare?"
    Socchiuse gli occhi e volle andarsene, sparire
    sognò,sognò,sognò,sognò,sognò,sognò,sognò
    poi, come tutti, si risvegliò
    sognò,sognò,sognò,sognò,sognò,sognò,sognò
    poi, come tutti, si risvegliò.

    Capì d'aver ucciso per essere qualcuno
    capì d'aver amato il giorno di nessuno.
    La strada all'improvvíso, la strada si accorciò
    e sotto un fico moro la gola s'impiccò.
    Sentì tagliar la corda, gli tesero una mano
    ma dentro c'era l'oro, l'oro del suo sovrano
    il re ti paga e chiede di non parlare mai
    monta il cavallo e fila più lontano che vai.
    "Che fai sotto le stelle? chi vuoi dimenticare?"
    Socchiuse gli occhi e volle andarsene, sparire
    sognò,sognò,sognò,sognò,sognò,sognò,sognò
    ma quella volta non si svegliò
    sognò,sognò,sognò,sognò,sognò,sognò,sognò
    ma quella volta non si svegliò
    sognò,sognò,sognò,sognò,sognò,sognò,sognò
    ma quella volta non si svegliò
    sognò,sognò,sognò,sognò,sognò,sognò,sognò
    ma quella volta...

    Fratelli


    (Vecchioni)


    Partire insieme ed esser tanti
    la luce è quella là davanti
    per settimane e settimane
    dividi il vino, spezza il pane
    e dove andiamo cosa importa
    più siamo e più la strada è corta
    per settimane e settimane
    amarci e bere alle fontane.

    Amore, il mondo è solo amore
    siamo diversi di colore
    ma cosa importa se non è diverso il cuore.

    Ma il viaggio è lungo e il giorno viene
    e c'è chi si chiede: "mi conviene?"
    Jahvè lo guida dal passato
    e fissa i prezzi del mercato;
    quegli altri nascon perdenti
    sarà che i labbri li han pendenti
    il bianco sfrutta e fa il padrone
    per un rimorso a colazione.

    L'amore muore e dove muore
    non è che nasca sempre un fiore.
    L'amore muore e dove muore c'è dolore.

    E mentre volano i coltelli
    che bello dirsi "Siam fratelli!
    Avanti, su, ricominciamo,
    siam tutti uguali e poi ci amiamo".
    Amiamoci che poi vuol dire:
    "Amate voi per cominciare"
    ognuno pensa a sè soltanto
    e se va male giù col pianto.

    Ragazzo, passami da bere
    li metto tutti nel bicchiere
    le loro facce, i loro dei e le bandiere.
    E cantavamo una canzone
    la cantavamo tutti insieme
    ma passa il tempo, brucia il sole
    chi le ricorda più le parole?

    La tua assenza

    (Vecchíoní)


    È nel gesto di un vecchio colto stanco
    nel suo paltò che manca di tintura
    è nei poveri svegli la mattina
    venuti a portar via la spazzatura;
    è nel volto di un bimbo che sorride,
    come per dirmí: "Vedi, ti saluto"
    è nella corsa ansante di sua madre
    perchè di qualche macchina ha temuto.

    Ma che cosa vedevi sul soffitto
    oltre il mio corpo, oltre il mio respiro?
    Sono forse guerrieri alla deriva
    le lunghe ombre di chi fa l'amore?
    Di chi fa l'amore...

    Mia madre dissacrata è la tua assenza
    si è capovolto il fiume con la barca
    mia madre ricreata è la tua assenza
    è lei che guida un cieco coi suoi occhi;
    è sulle nostre scale la tua assenza
    quando apparivi lungo la ringhiera
    ma è un santo non riuscito la tua assenza
    l'unico santo senza una preghiera.

    Ma che cosa vedevi sul soffitto
    quando stringevi lacrime e parole?
    sono forse cavalli fra le onde
    le lunghe ombre di chi fa l'amore
    di chi fa l'amore...

    È nel sette del dado la tua assenza
    ho sempre dato il cinque e il sei agli amici
    è nell'olio dei quadri la tua assenza
    son morti i miei paesi suggeriti
    tu eri il vespro, il vespro e non la messa
    eri il compieta e non l'elevazione
    a messa si va pure senza fede
    ma il vespro è veramente di chi crede.

    Ora so cosa hai visto sul soffitto
    l'ultima volta che ti sei distesa
    sbarrasti gli occhi e ti spezzasti il cuore.
    Tu l'hai visto finire il nostro amore...
    Il nostro amore...

    Sarà nella mia vita la tua assenza
    il figlio a cui vorrò più bene, credi.

    Ragazzo che parti, ragazzo che vai

    (Vecchioni)


    E quello che credevi dov'è?
    forza, inventa qualche scusa
    i figli, l'amore, la strada che va
    tra i fiori, verso casa. Non so,
    neppure io so perchè t'ho invitato
    a questa cena.
    Siamo di fronte adesso io e te.
    Siamo la stessa persona

    Ragazzo Che parti, ragazzo che vai
    quest'uomo fa pena, fa pena e lo sai
    voleva tenersi le tue verità
    ma poi gli hanno detto "non esca di qua".
    Ragazzo, ricordi, ricordi Lucia?
    Fa' presto,ti prego, mi portano via
    su, dimmi, era bella, adesso che fa?
    Ma tu sei passato, non vedi fin qua.

    Che buffa cosa rivedere me,
    col sorriso di una volta
    con addosso la rabbia di dirgli "Chi sei?"
    a questa gente qua
    portano il dolce e tu te ne vai
    va' là, che sei il migliore,
    il Pinocchío a rovescio sono io
    però sono un dottore.

    Ragazzo che parti, ragazzo che vai
    quest'uomo fa pena, fa pena e lo sai
    voleva tenersi le tue verità
    ma poi gli hanno detto "Non esca di qua".
    Ragazzo, ricordi, ricordi Lucia?
    Fa' presto, ti prego, mi portano via
    su, dimmi, era bella, adesso che fa?
    Ma tu sei passato, non vedi fin qua.


    I pazzi sono fuori

    (Vecchioni-Pareti)


    Fuori col pigiama
    Napoleone a Waterloo
    passa l'uomo bianco
    e chiede a tutti "State bene o no?"
    Venga qui, dottore
    c'ho un raffreddore che non passa più
    la mia Nina scrive:
    "Ad ammazzarmi non sei stato tu".

    E i pazzi sono fuori
    non cercateli qui
    il mondo dietro i muri
    è più disperato di qui.

    Nebbia la mattina
    il vecchio rosso non discute più
    scalda la panchina
    mirava in alto adesso guarda giù.
    Non gli puoi parlare
    si accende in cuore, grida, salta su
    via di qui, dottore
    voglio morire almeno in libertà.

    E i pazzi sono fuori
    non cercateli qui
    il mondo dietro i muri
    è più disperato di qui.

    Oggi a colazione
    ci sono i dolci che volevi tu:
    Rocco Sansimone
    è smorto come l'ultimo Gesù.
    Pensa all'anarchia
    e quella bomba che gli si inceppò
    nella fantasia
    diventa grande grande sempre più.

    E i pazzi sono fuori
    non cercateli qui
    il mondo dietro i muri
    è più disperato di qui.

    Visite, parenti
    un'elemosina di carità
    facce sorridenti
    vedrai, tra poco vieni via di qua.
    Chiedi a quel ragazzo
    perchè sua madre non ci viene mai
    dice: "La nascondo,
    su nell'armadio tra i vestiti miei".

    E i pazzi sono fuori
    non cercateli qui
    il mondo dietro i muri
    è più disperato di qui.

    FIORE


    [Modificato da fiordineve 11/02/2004 2.07]

  • fiordineve
    00 29/01/2004 04:52
    Album L'UOMO CHE SI GIOCA IL CIELO A DADI




    L'uomo che si gioca il cielo a dadi

    (Vecchioni)



    Chi guarda dalla strada
    non ci crederebbe mai
    io vado a letto adesso
    e tu sei in piedi dalle sei
    tu stai pescando ed io,
    sta notte ho amato chissà chi
    ho la camicia fuori e sono qui,



    Ti leggo dentro gli occhi:
    "Figlio mio come ti va?"
    E come vuoi che vada,
    come sempre, siamo qua:
    ti vedo così poco
    ma soltanto tu sei tu,
    con quelli là non ce la faccio più



    Papà, lasciamo tutti e andiamo via
    Papà, lasciamo tutto e andiamo via


    Tu li hai giocati tutti
    senza avere in mano i re,
    pien e cavalli o niente:
    tutto il resto che cos'è?

    Ti sei giocato donne
    che impazzivano per te,
    eppure un giorno hai pianto in un caffè



    Ci sono stati giorni
    da piantare tutto lì&i
    eppure li hai giocati
    sorridendomi così
    per te l'estate non comincia
    e non finisce mai
    è vivere la vita come fai



    papà, lasciamo tutti e andiamo via
    papà, lasciamo tutto e andiamo via






    scommetto che ti giochi
    il cielo a dadi anche con Dio
    e accetterà lo giuro
    perchè in cielo, dove sta,

    se non ti rassomiglia che ci fa?



    Luci a San Siro

    (Vecchioni)



    Hanno ragione, hanno ragione
    mi han detto:"E' vecchio tutto quello che lei fa,
    parli di donne da buon costume,
    di questo han voglia se non l'ha capito già"
    E che gli dico:"Guardi non posso, io quando ho
    amato
    ho amato dentro gli occhi suoi,
    magari anche fra le sue braccia
    ma ho sempre pianto per la sua felicità"



    Luci a San Siro di quella sera
    che c'è di strano siamo stati tutti là,
    ricordi il gioco dentro la nebbia?
    Tu ti nascondi e se ti trovo ti amo là.
    Ma stai barando, tu stai gridando,
    così non vale, è troppo facile così
    trovarti amarti giocare il tempo
    sull'erba morta con il freddo che fa qui



    Ma il tempo emigra mi han messo in mezzo
    non son capace più di dire un solo no
    Ti vedo e a volte ti vorrei dire
    ma questa gente intorno a noi che cosa fa?
    Fa la mia vita, fa la tua vita
    tanto doveva prima o poi finire lì
    ridevi e forse avevi un fiore
    ti ho capita, non mi hai capito mai




    Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni
    che più ne scrivi più sei bravo e fai danè
    tanto che importa a chi le ascolta
    se lei c'è stata o non c'è stata e lei chi è?
    Fatti pagare, fatti valere
    più abbassi il capo più ti dicono di si
    e se hai le mani sporche che importa
    tienile chiuse e nessuno lo saprà

    Milano mia portami via, fa tanto freddo,
    ho schifo e non ne posso più,
    facciamo un cambio prenditi pure
    quel po' di soldi quel po' di celebrità
    ma dammi indietro la mia seicento,
    i miei vent'anni e una ragazza che tu sai
    Milano scusa stavo scherzando,
    luci a San Siro non ne accenderanno più.



    Sono solamente stanco da morire

    (Vecchioni - Pareti)



    Tutti i muri sono buoni per restare su
    la cravatta l'ho lasciata a chissà chi
    pieno d'alcool fumo dentro l'anima
    devo andare ma son sempre qui
    ho venduto la mia croce per non essere io
    questo amore che fa male non c'è più



    Fammi passare, fammi capire...
    sono solamente stanco da morire!
    Fammi passare, fammi capire...
    sono solamente stanco da morire!
    Forse sto sognando, fate qualcosa per me
    perchè io sto perdendo lei!
    perchè io sto perdendo lei!



    Che grand'uomo, sono i fili che mi muovono!
    non amato chi dovevo non c'è più
    la mia storia è stata scritta già
    e alla fine c'è chi applaudirà!
    steso al buio dopo la recita ricorderò
    di esser stato un giorno un uomo pure io!



    Fammi passare, fammi capire...
    sono solamente stanco da morire!
    Fammi passare, fammi capire...
    sono solamente stanco da morire!
    Forse sto sognando, fate qualcosa per me
    perchè io sto perdendo lei!
    perchè io sto perdendo lei!



    (ad libitum)

    perchè io sto perdendo lei!



    Povero ragazzo


    (Vecchíoni - Lo Vecchio)



    Povero ragazzo, sapessi dov'è adesso la tua donna
    povero ragazzo, si, la tua bambina,
    quella che tu credevi una bambina
    povero ragazzo, povero ragazzo,
    sapessi cosa dice la tua donna,
    povero ragazzo,


    qui, fra le mie mani, le stelle che le bruciano negli occhi
    le braccia strette forte sul mio cuore
    per non pensarti, non pensarti più


    Povero ragazzo, sapessi quanta voglia avrei
    'sta sera di non farti male
    tu che in questo istante starai pensando a lei
    starai dicendo:"Come dorme bene!"
    povero ragazzo! e a lei neppure passi per la mente
    mentre grida t'amo


    qui, fra le mie mani,
    le stelle che le bruciano negli occhi
    le braccia strette forte sul mio cuore
    per non pensarti, non pensarti più


    Povero ragazzo, io quasi quasi prendo
    e te la porto a casa
    ma ne vai la pena? oggi son io,
    domani sarà un'altro o un'altro ancora
    povero ragazzo, sapessi cosa
    dice la tua donna, povero ragazzo


    qui, fra le mie mani,
    le stelle che le bruciano negli occhi
    le braccia strette forte sul mio cuore
    per non pensarti, non pensarti più


    Povero ragazzo, io sono con la
    donna che tu ami e un tempo amavo
    ma vorrei morire piuttosto di sapere
    che 'sta sera la stai piangendo
    povero ragazzo, sapessi come odio
    la tua donna, povero ragazzo


    qui, fra le mie mani,
    le stelle che le bruciano negli occhi
    le braccia strette forte sul mio cuore
    per non pensarti, non pensarti più



    Il fiume e il salice


    (Vecchioni - Pareti)


    La musica è parola
    buttata fra la gente:
    suonarmela da solo
    non porta proprio niente
    il salice ha bisogno
    del fiume che lo bagna
    e il fiume nasce al sole
    che scioglie la montagna
    e in questo senso d'armonia profondo
    vorrei che si vivesse sempre al mondo


    Facciamo come il salice
    facciamo come il fiume
    cerchiamoci davvero
    chiamiamoci per nome


    Ma si fa presto a dire:
    "Io canto e tu m'ascolti"
    Io c'ho provato e ho avuto
    risate, sputi, insulti
    e passi per le pietre
    e i gesti con la mano
    ma il nome che mi han dato
    non vale il mio: Tristano
    Dov'è quel senso d'armonia profondo
    quando t'accorgi d'esser solo al mondo?


    E quando muore il salice
    e quando muore il fiume
    chiamiamoci, se serve
    ma non col vero nome


    "Che belle" - mi dicesti -
    son le canzoni tue,
    non siamo ancora tutti,
    ma t'amo e siamo in due"
    E mentre ascoltavamo
    insieme il nostro fiato
    il drago ci ha lasciato
    E dove noi ci siamo addormentati
    nascono fiori per gli innamorati


    E adesso siamo il salice
    e adesso siamo il fiume
    cerchiamoci davvero
    chiamiamoci per nome



    La tua assenza


    (Vecchíoní)

    È nel gesto di un vecchio colto stanco
    nel suo paltò che manca di tintura
    è nei poveri svegli la mattina
    venuti a portar via la spazzatura;
    è nel volto di un bimbo che sorride,
    come per dirmí: "Vedi, ti saluto"
    è nella corsa ansante di sua madre
    perchè di qualche macchina ha temuto.

    Ma che cosa vedevi sul soffitto
    oltre il mio corpo, oltre il mio respiro?
    Sono forse guerrieri alla deriva
    le lunghe ombre di chi fa l'amore?
    Di chi fa l'amore...

    Mia madre dissacrata è la tua assenza
    si è capovolto il fiume con la barca
    mia madre ricreata è la tua assenza
    è lei che guida un cieco coi suoi occhi;
    è sulle nostre scale la tua assenza
    quando apparivi lungo la ringhiera
    ma è un santo non riuscito la tua assenza
    l'unico santo senza una preghiera.

    Ma che cosa vedevi sul soffitto
    quando stringevi lacrime e parole?
    sono forse cavalli fra le onde
    le lunghe ombre di chi fa l'amore
    di chi fa l'amore...

    È nel sette del dado la tua assenza
    ho sempre dato il cinque e il sei agli amici
    è nell'olio dei quadri la tua assenza
    son morti i miei paesi suggeriti
    tu eri il vespro, il vespro e non la messa
    eri il compieta e non l'elevazione
    a messa si va pure senza fede
    ma il vespro è veramente di chi crede.

    Ora so cosa hai visto sul soffitto
    l'ultima volta che ti sei distesa
    sbarrasti gli occhi e ti spezzasti il cuore.
    Tu l'hai visto finire il nostro amore...
    Il nostro amore...

    Sarà nella mia vita la tua assenza
    il figlio a cui vorrò più bene, credi.



    Io non devo andare in via Ferrante Aporti


    (Vecchioni - Lo Vecchio)



    Scusi, lei ch'è pratico di queste parti
    io non devo andare in via ferrante aporti
    d'ovunque, ma non d'avanti a lui
    senta, guardi che non sto scherzando affatto
    qui se non mi ferna io ci vado dritto
    davanti a dirgli: hai vinto tu!



    E per una sera che son gi@ di vena
    provi a immaginarsi un pò che razza di scena
    io che vinco per mestiere
    calar le braghe davanti a un ragioniere



    Qui se se ne accorge dio
    ci perdo anche il posto alla destra del suo



    Senta, lei m'aiuti, lei lo so è un brav'uomo
    ecco, si, mi mandi a visitare il duomo
    d'ovunque ma non in quella via
    certo ne convengo non è affatto strano
    perdere la donna per un pubblicano
    ma il guaio è che do ragione a lui



    E per una sera che mi faccio pena
    provi a immaginare un pò che razza di scena
    io che vinco per mestiere
    calar le braghe davanti a un ragioniere
    qui se se ne accorge dio
    ci perdo anche il posto alla destra dei suo



    Io che vinco per mestiere
    calar le braghe davanti a un ragioniere
    qui se se ne accorge dio
    ci perdo anche il posto alla destra dei suo



    Io che vinco per mestiere
    calar le braghe davanti a un ragioniere
    qui se se ne accorge dio

    ci perdo anche il posto alla destra del suo


    Archeologia


    (Vecchioni)


    Chissa perchè ricordo te stasera
    non vale più la scusa dell'amore
    eppure mi succede che la mano
    stavolta non la trova la parola
    il mio mestiere è fatto di testate
    sul muro della gente che lavora
    per un'idea dò il regno, dò il cavallo
    ma quando non mi viene alla malora
    chissà perchè ricordo te stasera
    chissà perchè ricordo te stasera.

    Vuoi ridere? Oggi penso all'avvenire
    io che se la sera avevo mille lire
    me le bruciavo come punizione
    perchè ogni giorno vale una canzone
    e mentre mi si spengono le stelle
    e il mondo fa le macchie sulla pelle
    tu non mi hai chiesto niente in quel cortile
    oggi l'amore è un lascito mensile
    chissà perchè ricordo te stasera
    chissà perchè ricordo te stasera.

    Rallegrerò l'inverno di mio padre
    con un bambino eletto re di spade
    farò felice quella che mi ha amato
    l'asino resta in piedi finchè ha fiato;
    ma quando rivedrò la primavera
    saltarmi addosso come un'avventura
    scusatemi se scenderò le scale
    c'è un piano che non so dimenticare
    chissà perchè ricordo te stasera
    chissà perchè ricordo te stasera.

    Sarà perchè ricordo te stasera
    sarà perchè sei stata la più sola
    come un pagliaccio che non dice niente
    non sa come far ridere la gente
    sarà, ma c'è l'inverno di mio padre
    l'amore di una donna che ci crede
    o forse è stata solo una parola
    che come te mi resta nella gola
    chissà perchè ricordo te stasera
    chissà perchè ricordo te stasera.




    Fratelli



    (Vecchioni)


    Partire insieme ed esser tanti
    la luce è quella là davanti
    per settimane e settimane
    dividi il vino, spezza il pane
    e dove andiamo cosa importa
    più siamo e più la strada è corta
    per settimane e settimane
    amarci e bere alle fontane.

    Amore, il mondo è solo amore
    siamo diversi di colore
    ma cosa importa se non è diverso il cuore.

    Ma il viaggio è lungo e il giorno viene
    e c'è chi si chiede: "mi conviene?"
    Jahvè lo guida dal passato
    e fissa i prezzi del mercato;
    quegli altri nascon perdenti
    sarà che i labbri li han pendenti
    il bianco sfrutta e fa il padrone
    per un rimorso a colazione.

    L'amore muore e dove muore
    non è che nasca sempre un fiore.
    L'amore muore e dove muore c'è dolore.

    E mentre volano i coltelli
    che bello dirsi "Siam fratelli!
    Avanti, su, ricominciamo,
    siam tutti uguali e poi ci amiamo".
    Amiamoci che poi vuol dire:
    "Amate voi per cominciare"
    ognuno pensa a sè soltanto
    e se va male giù col pianto.

    Ragazzo, passami da bere
    li metto tutti nel bicchiere
    le loro facce, i loro dei e le bandiere.
    E cantavamo una canzone
    la cantavamo tutti insieme
    ma passa il tempo, brucia il sole
    chi le ricorda più le parole?

  • fiordineve
    00 29/01/2004 05:02

    album IL RE NON SI DIVERTE



    Intervallo (I)


    (Vecchioni)


    Han fucilato ieri un professore
    e tutti i suoi pensieri
    l'esecuzione si è estesa
    a tutte le vecchie Lucie disoccupate
    senza più rami di laghi
    o manie di fidanzati coi capponi in mano.


    Teatro


    (Vecchioni)


    Ed arrivai mezzo truccato
    che già calavano la scena
    al primo atto e in piena luce
    l'avevan tutto sbottonato
    tutto gli avevano levato
    tranne la maschera e la voce
    e mi guardava e sorrideva
    e mi guardava e mi diceva:
    "Continua tu che tanto è un gioco
    che sia una farsa o una tragedia
    meglio che stare su una sedia
    per dopo battere le mani
    fa' la mia parte e lì vedrai
    son lì che non protestan mai
    è troppo comodo quel posto
    e si accontentano di questo:

    tre passi avanti, due a sinistra
    rimani sempre bene in vista
    e non guardarli mai negli occhi
    di? solo cose che san già
    che sia Romeo o Pulcinella
    la fin del viaggio resta quella
    ringrazia, sei un artista
    questa è la loro realtà".

    Non è che abbia strabiliato
    nessuna volta in un teatro
    ma è qui, mi parla e sta morendo
    ed è con lui che ho cominciato
    e quella sera l'ho adorato
    che pianse, rise, improvvisando.

    "Io quella sera non ho riso
    e tanto meno ho pianto
    l'avrai creduto tu, io
    stavo solo lavorando".
    "No, non è vero, ci credevi
    è stata la tua vita ed è la mia
    e se non è così il teatro è una follia".

    Tre passi avanti, due a sinistra
    rimani sempre bene in vista
    e non guardarli mai negli occhi
    di? solo cose che san già
    che sia Romeo o Pulcinella
    la fin del viaggio resta quella
    ringrazia, sei un artista
    questa è la loro verità
    tre passi avanti
    tre passi avanti
    tre passi.

    Intervallo (II)


    (Vecchioni)


    Han fucilato ieri un professore
    e tutti i suoi pensieri
    l'esecuzione si è estesa
    a tutte le vecchie Lucie disoccupate
    senza più rami di laghi
    o manie di fidanzati coi capponi in mano.

    Con facce da studenti
    ma le divise da carabinieri
    l'han fatto fuori: sul maciapiedi
    colavano lente le declinazioni
    e morì bene pensando:
    "Per oggi non ho lezioni, né correzioni".




    Il re non si diverte


    (Vecchioni)


    Per divertirlo, giuro, abbian chiamato
    buffoni, nani, gente di teatro
    sua moglie ride nel suo bel vestito
    e che si sappia non l'ha mai tradito.
    Il vescovo gli ha pure perdonato
    peccati di cui non si è mai pentito..

    E allora perché
    se ha tutto, il mio re
    stasera si è nascosto sotto il tavolo?
    Presto, che già dalle scale sale
    profumo di torta di mele, mele,
    qualcuno lo deve tirare fuori
    insomma non fanno così i signori
    oggi è il compleanno di sua maestà
    e il popolo alla porta bussa già
    lo vuole vedere con scettro e corona
    e vuole che abbia sorrisi alla buona
    tiratelo fuori da sotto la panca
    mettetegli in viso un aria meno stanca.


    "I campi ormai non fioriranno più
    che resti qui o che ritorni su
    non è per me che i giorni vanno via
    e l'aria non è mia
    di campi, poi, io non ne ho visti mai
    soldati sì, battaglie quante vuoi
    può chieder tutto e tutto gli darai
    ma il re non si diverte, mai".

    Vinceva ma gli ha dichiarato pace
    il re nemico per farlo felice
    il suo più grande amore abbiam cercato
    e coi capelli sciolti adesso è qui
    il suo più grande amore si è abbassato
    e sotto la tovaglia gli ha parlato:
    "Vieni facciamo l'amore come una volta,
    come una volta".

    E allora perché ha detto di no,
    grida che il suo Posto è sotto il tavolo?
    Tardi, adesso si è fatto tardi
    la fiamma si è spenta nei candelieri
    vi prego, scusatelo, cavalieri, viziato
    ma questo lo è sempre stato
    fuori la luna nel cielo è alta già
    dormono i cavalli di sua maestà
    da sotto la tavola il vino sta uscendo
    è certo ubriaco, starà già dormendo
    la macchia si allarga, si spande pian piano
    ma Dio, ma che strano colore quel vino.



    Giuda
    (Se non hai capito...)



    (Vecchioni)

    È bello avere i tuoi trentatre anni
    e accarezzare il capo di Giovanni
    e dire a Pietro:"Queste son le chiavi
    e ti perdono il monte degli Ulivi".
    Manca soltanto lui e ben gli sta
    come ci insegnano si impiccherà.
    Ma il primo a uccidersi
    per farti re è stato quello che non salverai
    e ti serviva un uomo da usare e gettar via
    appeso ai nostri buoni "Così sia".

    Messina


    (Vecchioni)


    Amore grande, amore eterno
    di più di questo non sai dare
    con te ho salito i sette piani
    cercando appigli con le mani
    ma non trovare all'improvviso
    la tua presenza e il tuo viso

    Sarebbe come una mattina
    svegliarsi ed essere a Messina
    città ch'è degna d'ogni stima
    ma che vuoi che ci faccia io a Messina?

    Buon usuraio dal naso storto
    chiedi pietà e un passaporto
    con me hai sbagliato posta e gioco
    tu vendi troppo io compro poco
    d'amarti non mi domandare
    ti mando a buco quest'affare, perché

    sarebbe come una mattina
    svegliarsi ed essere a Messina
    città ch'è degna d'ogni stima
    ma che vuoi che ci faccia io a Messina?

    Potrei provare le tue illusioni
    o su acque chiare far canzoni
    ma in India non ci sono stato
    e il tema non l'ho mai copiato
    potrei far quello che non rischia
    e come scarpe inventar dischi
    ma fare credere alla gente
    che se mi compra è intelligente

    sarebbe come una mattina
    svegliarsi ed essere a Messina
    città ch'è degna d'ogni stima
    ma che vuoi che ci faccia io...



    Ninna nanna

    (Vecchioni)


    Invecchierai senza cambiare mai
    perdonerai a tutti e non a te
    aspetterai come è tuo solito
    finché verrà la luna a prenderti
    e parlerai di me con tutti quanti
    so che parlerai e che ci credo
    e che son l'unico dirai, ma sbaglierai.
    Invecchierai, sarà difficile
    vederti più, quasi impossibile
    e non dovrai star con le carte su
    non tornerò mai più per ultimo,
    ricorderai di me le sere
    che parlavo insieme a te
    di un vecchio amore che non è finito mai
    e il mio dolore rivedrai.
    Invecchierai guardando fuori ma
    cucinerai cipolle insipide fin quando puoi
    leggera come sei tu volerai, oh sì che volerai
    e sognerai, che tanto
    non ti costa niente, sognerai
    che io sia grande come mi vorresti tu
    e piegherai la testa, e allora dormirai.


    Sabato stelle

    (Vecchioni)


    Il tempo d'essere un equilibrista
    e per entrare aprire una finestra
    e mentre ho quattro piani sotto i piedi
    tu dal tuo letto salti su e mi chiedi:
    "Che cosa fai sul filo?"
    "Io? Mi alleno, e invece a te ne dànno di veleno".
    "Dài, vieni dentro, che vorrei toccarti
    le senti, le ricordi le mie mani?
    Domenica son libera di uscire
    domenica, domenica è domani..."

    "Domani faccio solo figli giusti
    domani vado nelle Due Sicilie".
    "Ma dove vai, ma dove vai senza di me?
    Oh, certo, hai cose che non so
    e che non ti chiedo, così sei tu:
    perdonerai, ti illuderai, ci morirai
    e non ricorderai perché
    e brucerai tutte le stelle
    non del sabato, soltanto dentro te
    sarò felice, sai
    però tu mi hai amato
    tu mi hai amato e non mi aspetterai
    mancava così poco, sai
    ero quasi guarita
    eppure tu mi hai amatotu mi hai amato e non mi aspetterai".


    "Che vuoi? Qui dentro sei così tranquilla
    felice no, ma in fondo chi è felice?
    E poi ti trovo come sempre bella
    io devo stare al passo con i tempi
    succede a tutti, noi non siamo i primi
    così va il mondo e non si può cambiare
    vedessi come è dura star là fuori
    tu no, ma io ci devo ritornare".
    "Ma dove vai?
    Ma dove vai senza di me?"

    "Che cosa credi? Sai la gioia
    andare via, lasciarti qui?"
    "Ma cosa dici, come vivi
    cosa inventi, non ti riconosco più".

    "Sta' zitta, smettila di urlare
    che non serve
    cosa vuoi capire tu?
    Io vivo a modo mio, io, io ti ho amato
    io ti ho amato, non t'aspetterò
    mancava poco, è vero che eri guarita
    eppure io, io ti ho amato, io ti ho amato
    e non t'aspetterò".

  • fiordineve
    00 29/01/2004 05:04
    album BARBAPAPA'



    Ecco arrivare i Barbapapà

    Come è divertente aiutare papà

    Chi ce l'ha un'idea

    Il miglior amico degli animali

    Barbapapà rock

    La canzone di Barbapapà

    La famiglia di Barbapapà

  • fiordineve
    00 02/02/2004 02:47
    ALBUM IPERTENSIONE



    Irene


    (Vecchioni - Des Rossiers)


    Oh, certo che può sembrare inutile
    una stazione a chi non parte mai
    ma i treni che davvero portan via
    non han fiori sui sedili
    ma da fuori non lo sai
    devi entrarci per sapere dove vai.
    Irene, non aspettare più
    la spiaggia era d'oro per illuderci
    col vantaggio di non pensarci su
    non è il tempo della volpe
    ora è il corvo il mio dio,
    questo niente nella mano sono finalmente io.

    Corri via, scappa via
    ma devi farlo da te
    senza starlo a chiedere
    come fai, sempre fai
    con tutto quel che hai.
    Corri via, via, scappa via
    insieme o contro di me
    non importa, basta che
    cerchi tu, solo tu
    di scegliere chi sei.

    I gufi che porti sulla spalla tua
    ti mangiano gli occhi e non li mandi via
    (c'è il vantaggio di non pensarci su)
    è una vita che ti dicono:
    "Da sola tu non puoi"
    che ti dicono: "poi ci ringrazierai..."
    E a volte la musica non viene più
    e allora vorrei che mi capissi tu,
    e guardassi con rabbia insieme a me
    tutto il tempo da borghesi
    perso a coltivar ninfee
    senza mai capire gli uomini e le idee.


    Corri via, scappa via
    ma devi farlo da te
    senza starlo a chiedere
    come fai, sempre fai
    con tutto quel che hai.
    Corri via, via, scappa via
    insieme o contro di me
    non importa, basta che
    cerchi tu, solo tu
    di scegliere chi sei.

    Canzone per Laura


    (Vecchioni)

    Al primo amore si fermò
    scese dalla filovia
    e allora il mondo gli sembrò
    una drogheria, una drogheria.
    L'ultima volta che lo videro
    era col circo del "pensateci un po' voi"
    dove leoni, clown e acrobati,
    stavan fermi come lui:

    va da sé che Laura non crede,
    non crede più,
    passa il sale, chiacchiera, siede
    e guarda giù.

    Fu re Riccardo il primo che
    salutò la compagnia,
    si tolse l'elmo e disse "Tiè!"
    ma con cortesia, ma con cortesia
    era una guerra un po' del cavolo,
    mancava un senso , un apriscatole, un'idea,
    eppure tutti comandavano
    a che cosa non si sa: va da sé che Laura non crede,
    non crede più,
    passa il sale, chiacchiera, siede
    e guarda giù.

    E Marco Polo li fregò
    doge, moglie, turchi, idee
    partì da Chioggia ed arrivò
    non più giù di Bari,
    non più giù di Bari
    poi disse "Ho visto Orienti magici",
    ma almeno aveva avuto della fantasia;
    i veneziani che applaudivano
    solo invidia e ipocrisia: va da sé che Laura non crede,
    non crede più,
    passa il sale, chiacchiera, siede
    e guarda giù.

    Poi quel bimbo si voltò
    e contò le nostalgie
    scese dal palco e disse "No!"
    Sono cose mie, solamente mie".
    E mentre tutti si aspettavano
    la giravolta, il salto doppio, la poesia
    gridò a chi stava a capotavola:
    "Stacci attento e fila via!".
    Perché adesso Laura ci crede
    ci crede sì
    Perché adesso Laura ci crede
    ci crede sì
    chiude gli occhi e dentro sorride
    adesso sì.


    I poeti

    (Vecchioni)

    I poeti son giovani e belli
    e portano in cuore
    la luce del sole
    e un canto d'uccelli
    e la strada del borgo natio
    la pioggia sui tetti
    la povera gente amata da Dio.

    Poesia, poesia,
    deh proteggimi ovunque io sia
    poesia, poesia.

    I poeti son vecchi signori
    che mangian le stelle
    distesi sui prati
    delle loro ville
    e s'inventano zingare e more
    per farsi credibili agli occhi del mondo
    col loro dolore.

    Poesia, poesia, poesia, poesia.

    I poeti si fanno le pippe
    coi loro ricordi
    la casa, la mamma, le cose che perdi
    e poi strisciano sui congiuntivi
    se fossi, se avessi, se avessi e se fossi,
    se fossimo vivi.

    Poesia, poesia
    deh, proteggimi ovunque io sia
    poesia, poesia.

    I poeti hanno visto la guerra
    con gli occhi degli altri
    che tanto per vivere han perso la pelle
    così scrivon piangendo cipolle
    su barbe profetiche intinte nel vino
    che pure gli serve.

    Poesia, poesia, poesia, poesia.

    I poeti son liberi servi di re e cardinali
    che van ripetendo: noi siam tutti uguali
    e si tingono di rosso vivo
    ciascuno pensando:""Il giorno del nobel
    farò l'antidivo".

    Poesia, poesia,
    deh, proteggimi ovunque io sia
    poesia, poesia.

    I poeti sono litri di vino bevuti per noia
    per scriver parole davanti al mattino
    mentre sognano bambine nude
    che uscendo da scuola
    li prendon per mano e gli dànno la viola.

    Poesia, poesia, poesia, poesia.

    I poeti son giovani stanchi che servon lo Stato
    sputandogli in faccia perché sia dannato
    e sbandierano cieli e fontane
    messaggi e colombe
    a noi le campane, ai ricchi le trombe.

    Poesia, poesia.

    Canzonenoznac

    (Vecchioni)


    Il leader della parte scura
    dietro una barba quasi nera
    diceva cose alla sua gente
    a voce bassa come sempre
    e ricordava cose antiche
    proibite ma pur sempre vive
    come il Martini con le olive.
    Dal millenovecentottanta
    anno di grazia e d'alleanza
    felice e immobile la gente
    viveva solo del presente.
    ma lui a quei pochi che riuniva
    come una nenia ripeteva
    quel suo programma che chiedeva
    Fosse permesso ricordare
    fosse permesso ricordare
    poi ricordò che era vietato
    nel mondo nuovo anche il passato.

    Il leader della parte chiara
    con quella cicatrice amara
    sul mento a forma di radice
    gridava:"Abbasso questa pace".
    Coi pochi giovani insultava
    la polizia che costringeva
    soltanto ad essere felici
    ed abbatteva e rifaceva
    palazzi d'arte e di cultura
    e delle bibite e del niente
    sì, ma soltanto con la mente
    e all'occorenza le prendeva
     davanti ai giudici abiurava,
    ma appena uscito risognava
    fosse possibile cambiare
    fosse possibile sperare
    ma la speranza era un difetto
    nel mondo ormai così perfetto.

    E il leader con la cicatrice
    credeva l'altro più felice
    e l'altro, quello con la barba,
    di lui diceva "È pieno d'erba".
    Si sospettavano a vicenda
    di fare solamente scena
    d'essere schiavi del sistema
    e l'uno l'altro beffeggiava
    e l'altro l'uno ricambiava
    pur descrivendo alla rinfusa
    due volti di una stessa accusa
    che era impossibile cambiare,
    tornare indietro, andare avanti
    avere voglia di sbagliare.
    Come ad esempio ricordare
    Come ad esempio ricordare
    questo ricordo era un difetto
    nel mondo ormai così perfetto
    né si poteva più cambiare
    né si poteva più sperare
    questa speranza era un difetto
    nel mondo ormai così perfetto.

    E il leader della parte chiara
    pianse di rabbia quella sera
    seduto sopra la sua vita
    perduta come una partita
    ma il servofreno dentro il cuore
    che scatta al minimo segnale
    gli eliminò tutto il dolore.
    E il leader della parte scura
    contando i passi e la paura
    si avvicinò alle parti estreme
    dove correva un giorno il fiume
    ricostruendo da un declivio
    l'ultima chiesa, un vecchio bivio,
    l'acqua e l'amore che non c'era.
    Si sentì stanco in quel momento
    tolse la barba e sopra il mento,
    apparve a forma di radice
    quella sua vecchia cicatrice.



    Alighieri

    (Vecchioni)


    Quando tornerai,
    mi decevo, e sai,
    ci si mangia il cuore a volte
    per resistere
    ma poi vivi e dài
    e ti accorgi che
    non è tempo più
    di bandiere appese
    E si cambia, sai,
    non si aspetta più quando tornerai.
    Tu quel giorno avrai
    mille anni in più
    tutti gli anni messi in conto
    all'abitudine,
    e mi accorgerò
    che non basta più
    camuffare il tempo per sentirsi
    quelli che
    che si amavano, che ridevano.

    Cinquantamila e non h aperto...
    e che può avere? Tre fanti?
    Chissà perché Francesco
    non capisce mai gli altri.
    Signora, non posso fare sempre canzoni
    che piacciono a tutti, andare incontro
    facilitare, semplificare...
    O forse tre donne, eh, potrebbe avere
    anche tre donne quello lì.
    Egregio professore, questo Provveditorato,
    presa visione dei suoi metodi d'insegnamento
    è spiacente di comunicarle che deve
    destituirla dall'incarico di...

    Aspettarti, sai,
    mi fa ridere,
    a vent'anni aveva un senso
    adesso è inutile,
    e poi il fegato
    non mi regge più
    e la faccia mia
    non la reggo io...
    E se fossi in te
    non ci proverei
    non ritornerei
    ma tu tornerai
    senza dirmelo
    e ad un tratto avrai quel gesto
    che non scordo più
    e risentirò
    quella forza mia
    di spaccare il mondo
    insieme a te
    ma non basterà
    per sentire che
    sono ancora io.

    - Alle otto e mezza, Perfetto, vengo alle
    otto e mezza a cena son lei
    siamo d'accordo, sì, siamo d'accordo.
    - Le aragoste sono come i poveri:
    le parti migliori sono le braccia.
    - Buona questa colonnello!
    - Ma cosa vogliono questi studenti, sono
    quattrocento anni che fanno casino, un casino
    immemorabile!
    -Certo, sì, lei ha ragione colonnello, ma vede,
    lei ha sempre le cinque lire di resto...
    Le sale affollate, i leccapiedi, pardon,
    i pratici, si dice "i pratici",
    e questa donna, questa donna che ho sposato
    avrà ragione anche lei, sì, mi fanno un po' senso
    quei due gufi che ha sulle spalle... ma è
    giusta, no, no, no, io non la cambierei
    affatto, è giusta così com'è, è giusta, lei almeno
    mi capisce, a volte, tu invece niente, niente.

    Non ti ho amato mai,
    non ti ho amato mai.
    Ma che cosa ti credevi, vecchia stupida!
    Figurarsi se,
    uno come me,
    fa il pupazzo per le cosce tue
    e poi gli anni e poi
    non ne ho voglia, sai
    non ti aspetto più.

    Nei tre canti di Cacciaguida
    si descrive una Firenze "sobria e
    pudica", quando non era, "ancor giunto
    Sardanapalo" a mostrar ciò che in
    camera si puote. E da Firenze il discorso
    si espande a tutto il mondo: diventa
    universale. Ed è qui che l'Alighieri troneggia,
    in un crescendo di malinconia
    e passione che definirei come... che definirei
    quasi... che definirei come...





    Tutta la vita in un giorno


    (Vecchioni)

    Gioia e lavoro è il motto della gioventù tedesca, noi daremo
    un primo esempio, noi prendiamo ora l'iniziativa,
    molti dei migliori giovani di tutte le fabbriche faranno
    una crociera verso le regioni del Nord,
    gioia e lavoro è il motto della gioventù tedesca
    e così oggi in centinaia di officine e scuole speciali i giovani si
    preparano per esplicarvi poi con buon successo i compiti loro affidati
    dalla patria, ci sono poi le scuole professionali, le adunate
    sociali e le ditte-scuola del mondo del lavoro.(Discorso tenuto in occasione del giuramento della polizia motorizzata tedesca).
    Ah, ecco Miss Italia nel salone dell'hotel Regina, quella sera
    vi fu una vera kermesse d'eleganza, superbi abiti, alcuni dei quali
    ricchissimi indossati dalle concorrenti, le più note case di moda
    hanno vissuto anch'esse un po' la loro battaglia, dalla piccina che
    li ha recapitati, al modellista, alla sartina che li ha cuciti e ha
    sognato forse in cuor suo di poterli indossare almeno una volta nella
    vita in una occasione come questa.
    Miss Italia è stata eletta, la giuria, rappresentata da uomini di
    lettere, artisti, impresari, si fa attenta, perché l'esame è più
    laborioso e complesso di quanto si possa credere.
    Ileana Mammarella, rappresentante l'Abruzzo, Letizia Rega, anche lei l'Abruzzo,
    la romana Maria Gheffai... le è stato affidato il soprannome
    di "gattina", un'altra romana, la signorina Paolucci, rappresenta il Lazio.
    Un'ultima occhiata alla pettinatura, un ultimo sorriso allo specchio
    prima di quello finale ai giudici e poi l'incoronazione di quella che la
    giuria avrà decretato la più bella d'Italia. Un nuovo volto si è
    aggiunto alla collezione già numerosa di fanciulle cui la Giviemme
    organizzatrice del concorso ha come il re della favola antica,
    cambiato il corso della vita con un tocco magico di bacchetta,
    sfogliando le riviste della raccolta dell'archivio Giviemme, vediamo
    come quasi tutte le partecipanti al concorso Miss Italia abbiano
    avuto fortuna.
    Miss Italia è stata eletta...
    Tutta la vita in un giorno
    tutta la vita in un giorno
    tutta la vita in un giorno...

    Pesci nelle orecchie

    (Vecchioni)


    A parte che nel mare c'era
    gente insospettabile,
    (persino gli idealisti
    ci nuotavano benissimo)
    e poi cambiavo pelle
    e non sapevo e non capivo che
    andarci dentro è facile
    tornare no;
    e quanti pesci nelle orecchie
    adesso ho.

    la verità nel bosco è
    dare un senso a tutti gli alberi
    e per sentieri assurdi
    cercar posti delle fragole.
    ma c'è un'uscita sempre
    ed io d'uscire non l'ho chiesto mai
    e quanti pesci nelle orecchie
    adesso ho
    contarli forse sì
    levarli più non so.

    E forse invidio i giovani
    che sanno sempre tutto già
    il vero, il bello, il giusto, quel che
    ha un senso e quel che non ne ha
    si fanno addosso frasi
    che continuamente applaudono
    le loro stanze non han muri
    questo no
    ma per entrarci
    paghi i loro "io lo so".

    Amico amico mio di Spagna
    amico uomo, amico libertà
    amico mio di Grecia
    amico sangue, amico senza età
    amico, non ti ho visto
    né cercato, amico, scusami,
    ma per amare il mondo come l'ami tu
    dovevo odiare troppo
    odiare un po' di più.

    Padroni grassi sempre in cerca
    di montagne magiche,
    di religioni, filtri
    e assoluzioni per difendervi
    di vendo, vendo, vendo
    vendo, vendo, e piùvendo e sono io
    avere pesci nelle orecchie
    che vi fa?
    Voi ve li nascondete ma
    vi puzzan già.

    Amico mio di vino, di canzoni
    e grandi alibi
    amico sbronzo fatto e poi
    fumato sopra i tavoli,
    tu che sei tanto bravo, che alzi il pugno
    e fai l'anarchico,
    insegnami a cantare come canti tu
    mezzo milione a sera
    o perdi la virtù.

    E quante madri,
    madre, ho sovrapposto alla tua immagine
    per ritornarti in ventre
    con la voglia di essere piccolo,
    per non sentirmi idiota
    quando canto e non capiscono,
    e quanti pesci nelle orecchie
    adesso ho,
    contarli forse sì
    levarli più non so.

    Ragazza mia, che invecchi
    lentamente, come Dorian Gray,
    ti ho disegnato barba e baffi
    per potermi dire che
    le luci di San Siro sono state solo fatti miei
    dicevo: nelle mani quanti sogni ho
    li vuoi cantar con me?
    Da solo io non so.

    Amore mio di oggi
    sei la gaffe di un altro uguale a me
    lui si era accorto che vendevo l'aria
    a prezzi altissimi
    e quando mi ha sparato
    lo faceva per difendersi
    sì ma la palla
    dalla testa non va via
    e lui fa il grande adesso
    con la vita mia.

    Amore mio che prendo
    come scusa molto abile,
    amore mentalmente
    fatto a pezzi rimontabili,
    amore non è vero
    amore t'amo, amore ascoltami
    quante volte ti volevo dire, sai
    ":se non ci fossi tu"
    poi non l'ho detto mai.

  • fiordineve
    00 02/02/2004 02:54
    SAMARCANDA



    Samarcanda

    (Vecchioni)

    C'era una gran festa nella capitale
    perché la guerra era finita.
    I soldati erano tornati tutti a casa ed avevano gettato
    le divise.
    Per la strada si ballava e si beveva vino,
    i musicanti suonavano senza interruzione.
    Era primavera e le donne potevano, dopo tanti anni,
    riabbracciare i loro uomini. All'alba furono spenti i falò
    e fu proprio allora che tra la folla,
    per un momento, a un soldato parve di vedere
    una donna vestita di nero
    che lo guardava con occhi cattivi.


    Ridere, ridere, ridere ancora
    ora la guerra paura non fa,
    brucian le divise dentro il fuoco la sera,
    brucia nella gola vino a sazietà
    musica di tamburelli fino all'aurora
    il soldato che tutta la notte ballò
    vide tra la folla quella nera Signora
    vide che cercava lui e si spaventò.

    "Salvami, salvami, grande sovrano
    fammi fuggire, fuggire di qua
    alla parata leimi stava vicino
    e mi guardava con malignità".
    "Dategli, dategli un animale,
    figlio del lampo, degno di un re
    presto, più presto, perché possa scappare
    dategli la bestia più veloce che c'è.

    "Corri, cavallo, corri ti prego
    fino a Samarcanda io ti guiderò
    non ti fermare, vola, ti prego
    corri come il vento che mi salverò...
    oh oh, cavallo, oh oh, cavallo, oh oh, cavallo,
    oh oh, cavallo, oh oh".

    Fiumi poi campi, poi l'alba era viola,
    bianche le torri che infine toccò,
    ma c'era tra la folla quella nera Signora
    stanco di fuggire la sua testa chinò.
    "Eri tra la gente nella capitale,
    so che mi guardavi con malignità
    son scappato in mezzo ai grilli e alle cicale
    son scappato via ma ti ritrovo qua!"

    "Sbagli, t'inganni, ti sbagli, soldato
    io non ti guardavo con malignità,
    era solamente uno sguardo stupito,
    cosa ci facevi l'altro ieri là?
    T'aspettavo qui per oggi a Samarcanda
    eri lontanissimo due giorni fa,
    ho temuto che per ascoltar la banda
    non facessi in tempo ad arrivare qua.

    Non è poi così lontana Samarcanda,
    corri cavallo, corri di là...
    ho cantato insieme a te tutta la notte
    corri come il vento che ci arriverà.
    "Oh oh, cavallo, oh oh, cavallo, oh oh, cavallo,
    oh oh, cavallo, oh oh".



    Vaudeville


    (Vecchioni)


    E spararono al cantautore
    in una notte di gioventù,
    gli spararono per amore
    per non farlo cantare più
    gli spararono perché era bello
    ricordarselo com'era prima,
    alternativo, autoridotto,
    fuori dall'ottica del sistema.

    Scemo, scemo...

    Mentre cadeva giù dalle tasche
    gli rotolavan di qua e di là
    soldi di Giuda, bucce di pesche
    e tante altre curiosità,
    mentre cadeva,buono tra i buoni
    e si anniebbiava vieppiù la vista
    fece di getto due o tre canzoni,
    segno che era un grande artista.

    Scemo, scemo...

    E spararono al cantautore
    in un eccesso di gioventù,
    gli spararono per ricordarlo
    com'era stato e non era più.
    E con il mento fra le due assi,
    steso sul palco con gli occhi bui,
    sentì gridare dietro quei passi:
    "Se lo mangiamo siam come lui".



    Due giornate fiorentine

    (Vecchioni)


    E fu proprio mentre portavo due bicchieri
    che mi dicesti: "Indovina chi è venuto ieri?"
    Io chiesi: "Chi?", però sapevo di sapere,
    e il primo amante in fondo è come il primo amore.

    Pomeriggio: da solo in un po' troppa Toscana,
    ho pensato: "Ma brava", vabbe', ho pensato: "Puttana",
    poi che io non c'entravo e che eri stata felice
    con chi non importa e la storia non dice.

    Le mie tasche eran piene di varie ed eventuali
    ma i tuoi giorni con me sono stati tutti uguali:
    con lui eri Firenze, i monumenti, il cielo, il letto;
    con me oggi una noia da sala d'aspetto.

    E la sera per cena mi sono pure travestito,
    per spiare quel gesto che ti avrebbe tradito;
    ma il naso a palla e gli occhiali con la corda
    mi segavano in due la parte che ricorda.

    E sono esperimenti questi da non più tentare,
    perché andando a svestirmi per tornar normale,
    non seppi più che togliermi di vero e di finto
    e confusi me stesso con la barba al mento:

    come avevo confuso per giorni e giorni e giorni
    il senso dei sorrisi e quello dei ritorni
    senza aver capito che tu stavi cambiando
    e gridavi da sola e poi stavi vivendo...

    All'uomo della Chevron
    che non aveva capito
    ripetei sillabbando:
    "Ho paura del lupo, paura
    paura, paura del lupo".

    E lui con la pompa in mano
    e con il tappo nel guanto
    come stesse nel mondo
    a dar benzina soltanto
    mi guardava stupito
    chiedendomi: "Quanto?"

    "Tanto che a Lodi non ci arrivo mai
    si nasconde là dietro finché sto qui, ma poi
    quello m'insegue fino a casa mia,
    stia qui, mi faccia un pò di compagnia..."

    E l'uomo della Chevron
    che non aveva capito,
    fece tre passi indietro,
    non pulì neanche il vetro,
    disse: "Mamma mi aspetta",
    e fuggì nella notte.

    E adesso che sto fermo e sento meglio il vento,
    adesso che non ne parliamo più da tanto tempo
    c'è tua madre che non sbaglia mai e la cena con gli amici
    e a volte a far l'amore siamo quasi felici:
    le mie tasche sono piene di varie ed eventuali

    ma i miei giorni con te son quasi sempre uguali
    e un giorno ti dirò: "Indovina chi è venuto?"
    Ora son cresciuto: "Guarda, non è bello il mio lupo?"



    Blu(e)Notte

    (Vecchioni)

    E il vecchio con gli occhiali di tartaruga
    mi regalò sei sigarette e mi disse:
    "Guarda, ho tante porte indietro,
    tante porte avanti,
    ma è sempre la stessa cosa. I
    I bar sono tutti uguali".
    E il barman si toccò l'orecchio
    come per dirmi: "Non ci faccia caso, è pazzo".
    E io, io gli avrei preso la testa
    e gli avrei fatto mangiare il banco...
    E il vecchio capì e mi disse:
    "Perché te la prendi tanto?
    Uscito di qui, tornerari a casa come tutti;
    non dirmi che non hai anche tu
    una bella famiglia che ti aspetta e quello che
    in fondo vale, e una figlia, e un po'
    di stima per il mondo normale..."



    Per un vecchio bambino
    (Vecchioni)


    E il tempo diventava ieri
    e con il tempo non crescevi
    eri la mia disperazione...
    Io ti dicevo: "Non si fa,
    insomma un po' di serietà";
    e rispondevi: "Stà tranquillo,
    adesso è presto, adesso no,
    ma un giorno o l'altro crescerò".

    E tutto quello che volevi
    giusto o sbagliato lo prendevi
    senza pensarci su un minuto,
    e poi non obbedivi mai
    e combinavi sempre guai...
    Che si trattasse di una gara,
    un colpo il mondo e un colpo tu,
    a chi stupiva un po' di più?

    Bimbo, bimbo mio, bimbo, bimbo mio,
    bimbo, bimbo mio, bimbo, bimbo mio,
    che strano sogno
    voltarsi intorno
    e non vederti più.

    E una domenica i cavalli,
    le carte, le scommesse, i sogni,
    vennero a dirmi: "Lo lasciamo:
    adesso è grande, adesso, sai
    non ha bisogno più di noi"
    ed io con tutte le parole
    che in vita ho scritto, ho pianto e so
    non li ho convinti a dire no.

    E a volte un po' soprapensiero
    in qualche foglio, in qualche cielo
    non riesco a disegnar le stelle,
    ho voglia di vedere te,
    soltanto il tempo di un caffè,
    e la tua faccia e l'allegria...
    Ma al bar mi dicono che tu
    sei sempre appena andato via.

    Bimbo, bimbo mio, bimbo, bimbo mio,
    Bimbo, bimbo mio, bimbo, bimbo mio,
    che strano sogno
    voltarsi intorno
    e non vederti più.

    E a volte penso che io e Sergio
    a dirti ciao quel pomeriggio
    eravamo un po' bevuti:
    e io tiravo mamma in qua
    e lui pendeva un po' di là,
    vabbe', l'ammetto, si è mancato,
    si è mancato in serietà,
    l'avresti fatto pure tu...

    Bimbo, bimbo mio, bimbo, bimbo mio,
    Bimbo, bimbo mio, bimbo, bimbo mio,
    che strano sogno
    voltarsi intorno
    e non vederti più
    bimbo, bimbo mio, bimbo, bimbo mio.

    Tornava una rondine al nido
    l'uccisero, cadde tra spini,
    portava nel becco un insetto,
    la cena dei suoi rondinini.

    Hai mai perso un ragazzo, ragazzo?
    Ha detto; "Ciao", è andato,
    ha detto: "Sono stanco d'amare".
    È diventato abbastanza lontano
    su quella sua bicicletta.
    Quand'ero giovane dicevo "Perduto",
    certo piangevo, ma perduto lui ce n'era
    un altro; però da vecchio pesa il respiro.
    Lo vedevo giocare, lo guardavano tutti.
    Quante volte ho pensato:
    " Basta sto male". quante volte ho detto:
    "Basta, camminami avanti..."
    Ma il fanciullo che avanti a te cammina
    e non lo chiami, non sarà più quello...




    Canzone per Sergio


    (Vecchioni)


    Il ladro di cavalli non era lui,
    ma fu impiccato per comodità
    e l'uomo di profilo non si bastò
    partì cercando l'altra sua metà
    il capitano Achab non torna più
    dal viaggio contro l'impossibile...
    Oh Sergio, non ho tempo di scriverti,
    ma, d'altra parte, non ti ho scritto mai
    e come ti potevo sorridere?
    Erano stati tutti amici miei.

    A volte sentono che bussano:
    non è niente, niente, niente;
    non sono loro che tornano:
    solo vento, vento, vento...
    Ne avrò di tempo per amare
    prima che entri lei?

    Il grande orologiaio non passa più
    e gli orologi li aggiustiamo noi;
    adesso costruiamo le macchine,
    vedessi, come sono belle, sai;
    a volte c'incontriamo sugli argini,
    e ci contiamo, e manchi sempre tu...
    Oh, Sergio, non ho tempo di scriverti,
    ma d'altra parte non ti ho scritto mai,
    oh, sì, di cose qui ne succedono
    ma ci illudiamo d'inventarle noi

    Siamo un passaggio di allodole:
    con un colpo andiamo giù;
    mentre cerchiamo di scegliere
    se volare a nord o a sud...
    E gli anni indietro, e gli anni ,Sergio,
    e quando c'eri tu...

    Il tempo mischia bene le bibite
    gli imperativi e quel che mando giù
    qualcuno vede ancora negli occhi miei
    quel che gli specchi non rifletton più:
    si spezza la collana, le idee van gi&ugrve;,
    stan rotolando un po' di qua e di là
    e tutti a dirmi come raccoglierle,
    non c'è nessuno qui che non lo sa;
    non riesco a immaginarmi di vivere
    illuminato dalla verità,
    la risposta nel vento dov'è, dov'è?
    Sarà la stessa per ognuno di noi?
    Oh , Sergio, non ho tempo di scriverti,
    ma un giorno o l'altro mi rincontrerai.

    Ci appoggeremo sui gomiti
    quando il sole viene giù,
    mi accadrà di sorridere,
    come non speravo più...
    E l'occhio azzurro avrà un momento
    uguale all'occhio blu...



    L'ultimo spettacolo

    (Vecchioni)


    Ascolta,
    ti ricordi quando venne
    la nave del fenicio a portar via
    me, con tutta la voglia di cantare
    gli uomini, il mondo, e farne poesia...
    Con l'occhio azzurro io ti salutavo
    con quello blu io già ti rimpiangevo
    e l'albero tremava e vidi terra,
    i greci, i fuochi e l'infinita guerra...

    Li vidi ad uno ad uno
    mentre aprivano la mano
    e mi mostravano la sorte
    come a dire: "Noi scegliamo,
    non c'è un dio che sia più forte".
    E l'ombra nera che passò
    ridendo ripeteva: "no..."

    Ascolta,
    ero partito per cantare
    uomini grandi dietro grandi scudi
    e ho visto uomini piccoli ammazzarre
    piccoli, goffi, disperati e nudi...
    Laggiù conobbi pure un vecchio aedo
    che si accecò per rimaner nel sogno
    con l'occhio azzurro invece ho visto e vedo,
    con l'occhio blu mi volto e ti ricordo...

    Ma tu non mi parlavi
    e le mie idee come ramarri
    ritiravano la testa dentro il muro
    quando è tardi
    perché è freddo, perché è scuro
    e mille solitudini
    e i buchi per nascondersi...

    Ho visto fra le lampade un amore:
    e lui che fece stendere sul letto
    l'amico con due spade dentro il cuore,
    e gli baciò piangendo il viso e il petto...
    E son tornato per vederti andare
    e mentre parti e mi saluti in fretta
    fra tutte le parole che puoi dire
    mi chiedi: "Me la dai una sigaretta?"

    Io di Muratti, mi dispiace, non ne ho
    il marciapiede per Torino, sì lo so
    ma un conto è stare a farti un po' di compagnia,
    altro aspettare che il treno vada via:
    perché t'aiuto io ad andare non lo sai,
    sì, questo a chi si lascia non succede mai,
    ma non ti ho mai considerata roba mia,
    io ho le mie favole, e tu una storia tua.

    Ma tu non mi parlavi
    e le mie idee come ramarri
    ritiravano la testa
    dentro il muro, quando è tardi
    perché è freddo, perché è scuro...
    E ancora solitudini
    e buchi per nascondersi...

    E non si è soli quando un altro ti ha lasciato,
    si è soli se qualcuno non è mai venuto
    però scendendo perdo i pezzi per le scale
    e chi ci passa su non sa di farmi male:
    ma non venite a dirmi
    adesso lascia stare
    o che la lotta deve continuare
    perché se questa storia fosse una canzone
    con una fine mia
    tu non andresti via.

  • fiordineve
    00 02/02/2004 03:01

    CALABUIG



    Stranamore (Pure questo è amore)

    (Vecchioni)


    E lui che torna a casa sbronzo quasi tutte le sere
    e quel silenzio tra noi due che sembra non finire
    quando lo svesto, lo rivesto e poi lo metto a letto,
    e quelle lettere che scrive e poi non sa spedirmi...
    forse lasciarlo sulle scale è un modo di salvarmi.


    E tu che hai preso in mano
    il filo del mio treno di legno
    che per essere più grande avevo dato in pegno:
    e ti ho baciato sul sorriso per non farti male
    e ti ho sparato sulla bocca invece di baciarti
    perché non fosse troppo lungo il tempo di lasciarti.

    Forse non lo sai ma pure questo è amore.

    E l'alba sul Danubio a Marco parve fosforo e miele
    e una ragazza bionda forse gli voleva dire
    che l'uomo è grande, l'uomo è vivo
    l'uomo non è guerra;
    ma i generali gli rispondono che l'uomo è vino
    combatte bene e muore meglio
    solo quando è pieno.

    E il primo disse: "Ah sì?
    non vuoi comprare il nostro giornale?!"
    E gli altri: "Lo teniamo fermo tanto per parlare"
    ed io pensavo: "Ora gli dico: Sono anch'io fascista" -
    ma ad ogni pugno che arrivava dritto sulla testa
    la mia paura non bastava a farmi dire basta.

    Forse non lo sai ma pure questo è amore.

    Ed il più grande
    conquistò nazione dopo nazione,
    e quando fu di fronte al mare si sentì un coglione
    perchè più in là
    non si poteva conquistare niente;
    e tanta strada per vedere un sole disperato
    e sempre uguale e sempre
    come quando era partito.

    Bello l'eroe con gli occhi azzurri dritto sopra la nave
    ha più ferite che battaglie, e lui ce l'ha la chiave.
    Ha crocefissi e falci in pugno e bla bla bla fratelli
    ed io ti ho sollevata figlia per vederlo meglio
    io che non parto e sto a guardarti
    e che rimango sveglio.

    Forse non lo sai ma pure questo è amore.



    A te


    (Vecchioni)

    A te che avevi un gatto
    indifferente il giorno
    che son venuto a dirti
    domani non ritorno.

    A te che immaginavi
    ad ogni mia parola
    la vita di mia moglie
    che forse è sola:
    e ti sforzavi di non ricordare
    quell'uomo che tornava
    soltanto per picchiare
    tua madre che aspettava,
    quando scappavi a letto
    dicendo a tua sorella:
    "Vedrai che passa tutto
    la vita è bella".

    A te che gli anni e gli occhi
    si mentono ogni sera
    anche se negli specchi
    la vita è dura.

    A te che mi hai ascoltato
    cercando di capire
    uno che parla al buio
    e non sa cosa dire.

    A te che mi hai truccato
    il mazzo delle carte
    perchè vincessi ancora
    da qualche parte.

    A te con i tuoi forse
    e la tua Valentina
    che in fondo è solo il nome
    di una bambina.

    A te che non c'è un solo uomo
    a cui non hai creduto,
    amando il suo dolore anche
    se si era addormentato.

    A te che nascondevi
    ridendo la paura
    che fosse solamente
    un'avventura.

    A te che mi dicevi:
    "Sai chi ho scopato ieri?"
    per non farmi capire
    che ero nei tuoi pensieri.

    A te che mi hai contato
    i passi sulle scale
    e viene sempre il giorno
    che non si sale.

    A te nemmeno un sogno
    nemmeno un'emozione
    a te non ho lasciato
    che una brutta canzone.

    Calabuig (strumentale)


    Sette meno uno
    (il cane, la volpe, la cívetta, il fagiano, il cavallo, il falco)


    (Vecchioni)

    Sette cavalieri,
    sette, giacche rosse,
    sette cani neri
    come pensieri;
    e le loro donne
    hanno sette gonne,
    sette gli stallieri
    amati ieri;
    suona cupo il corno,
    manca un dito al giorno,
    e a giocar la sorte
    di una volpe.

    Scura come il cielo,
    chiara come un velo,
    grida sulla vetta
    una civetta;
    noia di risate,
    noia di bevute
    noia di castelli
    e di duelli;
    guarderanno indietro,
    guarderanno il vetro
    della loro vita
    sempre più vuota.

    Guarderanno tutti, capirà uno solo
    guarderanno tutti, capirà uno solo
    rivedrà le lunghe cene sotto il tiglio
    il fagiano che non copre lo sbadiglio.
    Torneranno tutti, mancherà uno solo
    torneranno tutti, mancherà uno solo
    non sarà la morte, non sarà una fuga,
    correrà nel vento insieme ad una strega.

    Sette cavalieri,
    sette finte giacche
    finte come i loro
    sette pensieri
    suona falso il corno,
    falso pure il giorno
    e di vero forse
    solo la volpe
    vanno verso il ponte
    vanno all'orizzonte
    d'illusione fieri
    come guerrieri.

    Torneranno tutti, mancherà uno solo
    torneranno tutti, mancherà uno solo
    troveranno il suo cavallo mentre beve
    troveranno solo un guanto nella neve.
    Torneranno tutti, mancherà uno solo
    torneranno tutti, mancherà uno solo
    non un passo, non un segno tutt'intorno
    solo un falco nero in un silenzio eterno.



    Il Capolavoro

    (Vecchioni)

    Si svegliò, guardò nell'alba e l'alba
    era lì senza memoria;
    camminò la Terra ormai da anni
    senza tempo e senza storia.
    E fin dove gli occhi andavano
    non un suono, non un fiore.

    Rise e raddrizzò le sagome
    dei suoi alberi in cartone;
    strinse in tasca i semi inutili
    come il torto e la ragione.
    Nel cervello già sfumava l'ombra
    e con l'ombra ci viveva...
    S'infilò come abitudine
    l'ago, quello di ogni sera
    e i fantasmi ritornarono
    per tenerlo vivo ancora.

    "Dormi ora, dormi piano:
    sei bambino sui sentieri,
    l'orzo cresce, l'aria è buona
    proprio come ieri;
    dormi, forse c'è qualcuno
    dormi, forse non sei solo;
    dormi, è l'ultimo possibile capolavoro,
    dormi, è l'ultimo possibile capolavoro".

    Ma il silenzio dei fantasmi intorno
    si riempì con un rumore
    e un cavallo appena nato un giorno
    lo guardò senza capire;
    annusò quel poco d'alba
    fece un passo ma cascò.

    Gli cercò per valli e giorni e mesi
    l'erba e l'erba non trovò:
    e sudò per farlo stare in piedi
    ci provò e ci riprovò
    qualche favola degli uomini
    ogni sera gli inventò.

    ma era disperato e inutile
    dargli fiato lì vicino,
    era come allontanarsi un po'
    la pistola di un mattino...

    "Dormi ora, dormi piano,
    che le stelle vanno via;
    dormi, ti alzerai domani
    cosa vuoi che sia?
    Dormi e tornerà la neve
    dormi, il grano sarà d'oro;
    dormi e vivi, tu sei l'ultimo capolavoro
    tu sei l'ultimo possibile capolavoro".


    Il castello


    (Vecchioni)


    E se passate fate piano
    che Fata dorme dal mattino
    che l'uomo per la guerra le partì
    e dietro la collina si sbiadì
    e nel castello sopra il fiordo,
    la luce sfiora per ricordo
    le coppe che restarono così;
    e il vento smuove le vetrate
    e a volte un'eco di risate
    un tempo risuonavano da lì
    ma non passateci d'aprile
    che non potreste più vedere
    le rose come quando lui era qui;.

    E quando c'era lui le sale
    erano piene mille sere
    di gente e luci e scherzi di buffoni,
    e feste fino all'alba e poi canzoni;
    e lui stringeva fra le dita
    la pietra verde della vita
    e chi partiva sempre ritornò
    tornò anche un figlio trovatore
    scappato senza far rumore
    per altre luci che poi non capì
    e un drago fatto con la paglia
    bruciava all'alba sulla soglia
    perche il dolore non entrasse lì.


    Tu che ne sai che passi e guardi
    di Fata e tutti i suoi ricordi
    del sogno che ha battuto la realtà?
    La polvere si è fatta antica
    e sul sentiero c'è l'ortica
    ma Fata non ci crede e non lo sa.
    Ha fretta e l'abito è sgualcito
    ma è la gran sera che ha aspettato
    e il conto della sabbia è fermo già
    e lui che bussa e lui che torna qua,
    e si riaccendono le luci
    ad una ad una stanze e voci
    e servi e cani ancora tutti là:
    è lui, sorride sulla porta
    è lui, lo stesso di una volta
    ma chiede scusa e non l'abbraccerà;
    ha gli occhi stanchi, è sempre bello
    ma tiene addosso quel mantello
    che non si toglie e non si toglierà.


    L'estraneo (infiniti ritorni)


    (Vecchioni)


    Lontano, lontano
    qualcuno mi darà la mano
    lontanto, lontano...

    Dai dottori di Smirne ho imparato
    il triangolo e il libro della vita
    scorreva piano fra le dita;
    coi mercanti di Tebe ho giocato
    tutti i sensi di scacchi e di pedine
    coi chicchi bianchi e le palline;
    e dai profughi celti ho visto segni
    per capaire le stelle e aprire un velo
    e far salire menhir al cielo.

    Sotto i portici di Toledo
    ho preso un bimbo sero per la mano
    e mi portavano lontano i suoi occhi;
    e correvo nelle mille sere,
    con i dadi fermi nel bicchiere
    e intorno amore, amore, amore, amore...

    E in un attimo di Granada
    ho ucciso per due volte uno stesso uomo
    e non chiedevano perdono i suoi occhi...
    e correvo nelle mille sere,
    con i dadi fermi nel bicchiere
    e intorno amore, amore, amore, amore...

    E il mio vecchio che sa la verità
    guarda il tramonto dalla collina:
    da qualche punto lontano
    suo figlio tornerà.

    E ho imparato le mille posizioni
    fra le gambe di donne e di bambini
    le loro bocche come fiori
    e ho giocato le cento rivoluzioni
    la mia rabbia e le cento delusioni
    che son mille e son tante
    e son belle e son sante il giorno dopo.
    E provai ogni droga più che vino,
    il linguaggio del bruco e l'assassino
    e a saper tutto senza parole.

    E in una sera di Gerusalemme
    dal vecchio ebreo che contrattava gemme
    ho visto un dio che mi veniva incontro
    e ho provato tutto per scappare,
    ma lui insisteva: "Dài, fatti salvare,
    ho tanto amore, amore, amore...".

    E in un cortile di Gerusalemme
    che aveva sceltto lui da chissà quanto
    mi abbracciò e baciò e stava delirando,
    e aver capito tutto in un istante
    fu come morir le morti tutte quante
    e non volere essere più niente, niente, niente...

    E il mio vecchio che sa la verità
    guarda il tramonto dalla collina:
    da qulache punto lontano
    suo figlio tornerà.

  • fiordineve
    00 02/02/2004 11:55
    ROBINSON



    Signor giudice (Un signore così così)


    (Vecchioni)



    Signor giudice
    le stelle sono chiare
    per chi le può vedere
    magari stando al mare.
    Signor giudice
    chissà chissà che sole
    si copra, per favore
    che le può fare male
    immaginiamo che avrà
    cose più grandi di noi
    forse una moglie
    troppo giovane
    e ci scusiamo con lei
    d'importunarla così
    ma ci capisca
    in fondo siamo uomini così così.

    Abbiamo donne, abbiamo amici così così
    leggiamo poco, leggiamo libri così così
    e nelle foto veniamo sempre così così.

    Signor giudice
    lei venga quando vuole
    più ci farà aspettare
    più sarà bello uscire.
    Signor giudice
    si compri il costumino, si mangi l'arancino
    col suo pomodorino
    noi siamo tanti, siam qua, già la chiamiamo papà
    di quei papà
    che non si conoscono
    quel giorno quando verrà giudichi senza pietà
    ci vergognamo tanto d'essere uomini
    così così.

    Sogniamo poco, sogniamo sogni così così
    abbiamo nonne, abbiamo mamme così così
    e quasi sempre sposiamo mogli così così
    se ci riusciamo facciamo figli così così.
    Abbiamo tutti le stesse facce così così
    viaggiamo poco, vediamo posti così così
    ed ogni sera ci ritroviamo così così.

    Signor giudice, noi siamo quel che siamo
    ma l'ala di un gabbiano può far volar lontano.
    Signor giudice, qui il tempo scorre piano
    ma noi che l'adoriamo col tempo ci giochiamo.
    L'ombra sul muro non è una ragazza
    però ci fai l'amore per abitudine
    lei certamente farà quello che è giusto
    per noi che ci fidiamo e continuiamo
    a vivere così così così.

    Sappiamo poco, sappiamo cose così così
    ci accontentiamo perchè noi siamo così così
    a casa nostra ci sono quadri così così
    e se c'è sole è sempre sole così così.
    Sogniamo poco, sogniamo sogni così così
    e nelle foto veniamo sempre così così
    ed ogni sera ci ritroviamo così così.


    Roland (Chanson de geste/Chanson sans geste)


    (Vecchioni)


    Chanson de geste
    Piangete passeri, piangete fiori,
    tutte le lacrime che non so versare
    che io non veda più luci e colori,
    senza la luce dei mio amore
    Roland che sorrideva
    Roland con gli occhi di rugiada
    Roland coi suo cavallo e la sua spada
    Se l'è portato il vento
    Se l'è portato il vento.

    Chanson sans geste
    Piccola pietra, piccola canzone
    vento di Francia e donne affatturate
    lui vi servì di uguale devozione
    in guerra e nelle stanze più appartate
    donne, Roland fu come non sapete
    cappone e leccapiedi dei cristiani
    e grande solamente in spacconate
    dei tipo: "Valgo dieci musulmani"
    Roland è fort
    Roland è fort
    Roland è mica tanto fort.

    "Mamma, li turchi sono proprio tanti"
    disse guardando in ogni direzione
    non fece in tempo ad infilarsi i guanti
    che si trovò già eroe nella canzone...
    volevo solo vivere la vita
    quello era pazzo, sadico e cretino
    ma un giorno finalmente l'ha pagata
    e ha finito di fare l'assassino.
    Roland è fort
    Roland è fort
    Roland è mica tanto fort
    Roland è mort
    Roland è mort
    Roland è finalmente mort.

    Mi manchi
    (Vecchioni)

    Così a distanza d'anni aprì la mano
    e aveva tre monete d'oro finto
    forse per questo non sorrise
    forse per questo non disse: "ho vinto".
    Richiuse il pugno, roba di un minuto
    per non sentirlo vuoto
    e mi manchi.

    E la ragazza fece op-là una sera
    e fu un op-là da rimanerci incinta
    vestì di bianco ch'era primavera
    e nella polaroid sorrise convinta
    fecero seguito invitati misti
    e dodici antipasti
    e mi manchi, mi manchi, e mi manchi.

    E quando dodici anni fa dal bagno
    gli disse: "È tardi, devo andare..."
    pensò che si trattasse di un impegno
    non dodici anni senza ritornare.
    Da allora vinse quasi sempre tutto
    e smise di pensare
    e mi manchi, mi manchi, e mi manchi.

    Ma finché canto ti ho davanti
    gli anni sono solo dei momenti
    tu sei sempre stata qui davanti.


    Luci a San Siro


    Come salvarsi la vita

    (Vecchioni)

    Salvarsela con un Martini
    salvarsela con i cretini
    salvarla quando gira il vento
    giurare il falso incrociando le dita
    però salvarsela la vita.

    Salvarla con el figurine
    salvarla con le patatine
    con il rimorso di arrivaare
    soltanto quando la nave è partita
    però salvarsela la vita.

    Lettera da Marsala


    (Vecchìoni)


    Lettera da Marsala
    ad un'ipotesi di donna
    che non ricorda più in che posto sia
    lettera da Marsala
    per dirle che la penso sempre
    ma non è proprio tutta 'a vita mia
    e fuori ci sarà qualcuno
    ('a vita mia m'a porto 'n pietto)
    qualcuno fuori ascolterà
    ('o core mio fa oilì oilà)
    mica saremo tutti...

    Lettera da Marsala
    solo tre righe di biglietto
    il resto l'ho pensato ma non l'ho scritto
    lettera da Marsala
    a un amicizia ch'è finita
    ma che m'mporta, i' canto e chesta è 'a vita
    'a vita mia m'a porto 'n pietto
    (e fuori ci sarà qualcuno)
    'o core mio fa oilì oiià
    (mica saremo tutti qua)
    e nun va dongo pe' dispetto
    'sta libertà...



    Robinson

    (Vecchioni)


    Il bambino segue un sogno
    l'avventura fuori dal cortile
    onda piena nelle notti chiare
    la sorpresa di una fata
    che dal niente fa una palizzata
    una nave persa fra le stelle
    quando il grillo dal camino canta e non si sa dov'è
    ma l'eroe sorride ed è con te
    quando il vento ha il suono di una voce dentro l'albero
    e la luna fa sognare io da grande sarò
    come Robinson, Robinson, Robinson...

    L'orologio dei trent'anni
    batte colpi che non lascian segni
    e non ne ha lasciati il tuo fucile;
    qui la notte è solo vento
    roba consumata, è un fuoco finto,
    chi non dorme aspetta le astronavi
    qui l'amore passa e passa il tempo di cantarselo
    nel cortile chi ti aspetta più?
    Sotto il cielo, sulla spiaggia, un vecchio mago zingaro
    e la luna fa pensare; " io da grande sarò
    come Robinson, Robinson, Robinson..."

    Ma il bambino sulla nave non ha fantasia
    quando torna crede di andar via
    ora chiude a chiave la sua roba per difenderla
    ha il fucile nella mano
    e dallo specchio gli sorride
    Robinson, Robinson, Robinson...


    Lo stregone e il giocatore

    (Vecchioni)

    Quando arrivò lo fece molto piano
    e il vecchio con la mente era lontano
    e poi neppure il cane si svegliò,
    non abbaiò, rimase immobile.

    Così pensò che fosse qualche amico,
    o una rondine, o lo spirito dei lupo,
    o il vento, perchè il vento
    quando entra è svelto più di una lucertola.

    E niente più da perdere
    e niente da aspettare
    gli disse: "Appendi pure il tuo cappello
    facciamo finta di giocare".

    Gli anziani gliel'avevan raccontato:
    portava i dadi e il gioco era truccato
    ma t'incantava il fondo di un sorriso,
    su quel viso ancora giovane.

    E poi sentì ululare forte il lupo
    e quando aveva già quasi perduto,
    vide che sulla luna gli sfuggì
    la sua vita e se ne innamorò.

    "Io sono un vecchio inutile
    puoi prendere di meglio
    tu dammi ancora un giorno
    e in cambio ti darò
    mio figlio".

    Allonsanfan

    (Vecchioni)


    Allonsanfan de la patrie
    allonsanfan de la patrie
    allonsanfan allonsanfan
    de la patrie.

    Salvarsela con un ricordo
    salvarsela con un ritardo
    salvarsela con vigliaccheria
    tradire tutti facendo la spia
    però salvarla perché mia.

    Allonsanfan de la patrie
    allonsanfan de la patrie
    allonsanfan allonsanfan
    de la patrie.

    Salvarsela con un'illusione
    salvarsela con una canzone
    salvarsela scrivendo t'amo,
    scrivendo t'odio soltanto a matita
    però salvarsela la vita.

    Allonsanfan de la patrie
    allonsanfan de la patrie
    allonsanfan allonsanfan
    de la patrie...

    Vorrei

    (Vecchioni)


    Tu sei bella anche se non ridi
    sai cadere quasi sempre in piedi
    io non ho la giacca ed il coltello
    ma sul muro il tuo sorriso è bello.

    Io vorrei
    rivederti per tutte le sere
    che ho guardato
    la tua foto in un vaso di mele.

    Non ti ho mai voluto tanto bene
    vedi, quasi quasi ti conviene;
    ti ho mai scritto lettere d'amore
    quando stavi sveglia ad aspettare?

    Sì lo so
    che poi sei ritornata, lo so
    ma qui dentro
    io continuo a vederti partire...

    Io vorrei
    fare a pezzi il ricordo di un treno
    i tuoi treni
    e quell'uomo che vedi e che tieni...

    Io vorrei
    ammazzarlo per farti tornare
    sulle scale
    con la voglia di ricominciare.

    Hai ragione, forse sono solo
    ho comprato il cielo ma non volo
    sono piccolo come un bambino
    puoi tenermi tutto in una mano.

    Io vorrei
    rivederti per fare l'amore
    non sognarti
    quando il sogno comincia a finire.

    Io vorrei
    fare il cambio con te per scoprire
    tu chi sei
    ed accorgermi che siamo uguali.

    E vorrei contare i tuoi capelli
    fino all'ultimo senza sbagliare
    e alla fine
    dire che son belli
    e confonderli e ricominciare.

  • fiordineve
    00 03/02/2004 01:21
    MONTECRISTO



    La Città Senza Donne

    Stavolta parto davvero
    Con un vento leggero
    Che mi soffia alle spalle.
    Tu dormi bene il tuo sonno
    Dove vado lo sanno
    Solo le stelle.
    Una città senza donne
    Una città senza amori
    E senza fortuna
    Una città senza tempo
    Una città senza musica
    E senza luna.

    Amore amore lontano
    Amore del quinto piano
    E ballerino
    Sei solo un'ombra sul cuore
    Se ti penso di sera
    Ma ci dormirò...
    Mi porto dietro soltanto
    II tuo fischietto d'argento
    Io, poi, le cose le perdo
    II giorno che mi hai sorriso
    II giorno che mi hai deluso
    Nessun altro ricordo

    Amore dietro la porta
    Amore con la valigia
    Ti senti solo?
    Amore fotocopiato
    Amore parli d'amore
    Oppure no
    Amore troppo vicino
    Amore che sei lontano
    Solo un anno e un giorno

    Ma mi abituerò

    Amore senza rimorsi
    Amore all'ultimo piano
    E ballerino
    Mi giuri forse domani
    Se diventi lontana
    Ti avrò vicino
    Amore se lo volessi
    Amore, amore a due passi
    Mi sento solo...
    Dal giorno che mi hai sorriso
    Al giorno che mi hai deluso
    Ma mi abituerò.

    Una città senza donne
    Una città senza amori
    E portafortuna
    Una città senza tempo
    Una città senza musica
    E senza luna.

    Stavolta parto davvero
    Quanto vento stasera
    Che mi soffia alle spalle
    C'è solo un'ombra sul cuore
    Silenziosa e leggera
    Ma ci dormirò.


    » Ciondolo «
    E tintinnò, da dove non si sa, lei lo portava al
    piede
    E tintinnò dietro di lui che la vide e le sorrise
    Poi si trovò ad appendere i quadri alle cornici
    E a decidere se erano meglio i topi o gli amici
    Da navigante prese barca ma non andò lontano
    A chi intendeva "Hai due sette solamente" disse
    "Era un'altra mano"
    A chi intendeva "Ricordi" disse "Non ho più
    monete
    Le ho spese tutte in baci perugina nelle ore liete"

    E se qualcuno lo chiamava
    E se qualcuno lo riconosceva
    E se qualcuno lo fermava
    Sapete cosa rispondeva?
    Non sono io, non sono io, non sono io, non sono
    io

    E cambiò faccia e sussurri e maniera di fare
    l'amore
    Fece la punta al suo coltello per difendere il suo
    soffio al cuore

    Tirò col naso dove si sa che ha sede l'intelligenza
    Per annusare molto meglio la gente con più
    pazienza

    E ogni volta che una donna gli diceva "E' ora che
    io vada"
    Le regalava i sassolini per farle ritrovare la
    strada
    Ma le infilava nella tasca la foto di un altro uomo
    Perchè chiedesse indifferentemente scusa o
    perdono

    E se qualcuno lo chiamava
    E se qualcuno lo riconosceva
    E se qualcuno lo fermava
    Sapete cosa rispondeva?
    Non sono io, non sono io, non sono io, non sono
    io
    E i pompieri dì Milano ogni tanto lo vanno a
    cercare
    Per quello scherzo della casa da cui disse "Me ne
    voglio andare"
    E se non fosse per questo avrebbe avuto la
    coscienza pura
    E non avrebbe mai avuto odore di magistratura

    Ma aveva scritto tante buone parole da meritarsi
    un santuario
    E poi reggeva i palloni sul naso in un modo
    straordinario
    Sapeva ridere quando non succedeva proprio
    niente
    E una ragazza sarda lo trovò persino intelligente

    E se qualcuno lo fermava
    E se qualcuno lo riconosceva
    E se qualcuno lo chiamava
    Sapete cosa rispondeva?
    Non sono io, non sono io, non sono io, non sono
    io

    E tintinnò da dove non si sa, lei lo portava ai
    piede
    E tintinnò nella sua testa da sbronzo un martedì
    di fine mese
    E tintinnò come la prima volta che lei venne a
    letto
    Quel suo ciondolo, ciondolo d'oro, maledetto

    E allora prese molto bene la mira perchè era un
    entusiasta
    E lo fece nel preciso momento di calare la pasta
    E lo fece tirando, tirando dritto nel naso
    Perchè sparire a tutti sembrasse proprio un caso
    se qualcuno lo ha chiamato
    se qualcuno lo ha fermato
    se qualcuno lo ha parlato

    e se qualcuno lo ha deluso

    non sono io non sono io
    non sono io non sono io
    non sono io


    » Montecristo «


    Visto dall'alto mi sembrava un paradiso in mezzo
    a quei sentieri
    Di tutto mi aspettavo tranne che una spiaggia di
    carabinieri
    Ci han chiuso dentro tutti tranne l'avvocato
    Che si porta a letto la sua scimmia
    Chissà in che mari ne ha lanciati di messaggi
    Chiusi bene dentro la bottiglia
    Sorrido sempre sto aspettando che mi cresca il
    mio primo dentino
    Non apro più gli armadi per non incontrare quelli
    di torino
    Da un po' di tempo c'è al mio posto
    Quando viene gente un manichino di cartone
    Così lui ascolta gli altri e io mi posso
    Dedicare in pace alla masturbazione

    Montecristo Montecristo Montecristo...

    Il tuo ritratto me lo tengo stretto stretto
    con la mano sopra il cuore
    0 grande amore solo amore
    per fortuna mio finito amore
    Nella mia cella non si stava tanto male
    C'era il frigo con le noccíoiine
    Ed ogni tanto mi veniva a visitare per studiarmi
    Un gruppo di bambine

    Hanno sparato cento volte
    in cento posti ad ottime persone
    Sinceramente non mi ha mai colto
    una crisi di disperazione
    Sono sconvolto dagli insetti
    Che continuano a far figli tutti a casa mia
    Per non parlare della piccola cinese
    Che mi ha dato solo un bacio e via

    Montecristo Montecristo Montecristo...

    Oggi ho scavato un buco
    che non porta in nessun posto come ieri
    Ho messo sotto terra il frigorifero
    ed un po' dei tuoi pensieri
    Le ballerine di provincia ballano
    Due volte al giorno senza fantasia
    E tu mi vieni a dire che quel rosso
    Nei miei occhi è stata solo malattia


    Il vento non ha mai sfiorato i tuoi capelli
    (che sciocchezza è questa?!?)

    Al vento, s'è un po' serio,
    certe idee non vengono neanche in testa
    E il vecchio intanto mi diceva:
    "fuggi dentro il sacco, fuggi, questa è una
    prigione"
    e il vecchio mi diceva: "fuggi che ti faccio ricco
    questa si ch'è un'occasione!"

    Montecristo Montecristo Montecristo...


    » Reginella (e cinquecento catenelle d'oro) «


    Reginè quanno stive cu mmico,
    nun magnave che pane e cerase
    nuie campavamo 'e vase - e che vase!
    tu cantave e chiagnive per me... e 'o cardillo cantava cu ttico: lireginè 'o vo bene a stù re"
    T'aggio bene a te...
    Tu maie coluto bene a me!
    Mo nun 'nce amammo cchiù!
    A 'e vvote, tu, distrattamente, pienze a me!

    (e cinquecento catenelle d'oro hanno legato il tuo cuore con il mio e l'hanno fatto così stretto il nodo che non lo scioglierà ne tu ne io e l'hanno fatto un nodo così forte che non si scioglierà fino alla...


    L'anno che è venuto via

    Caro amico non scrivermi, vado via
    Da stasera non abito a casa mia
    Il disordine arriva già fino al tetto
    Qui restare significa finire matto
    Sento voglia di vivere la mia vita
    La sua faccia di rimmel si è scolorita
    Per le antiche scale c'è un poeta nuovo
    Troppo giovane per dire "mi sento solo..."

    Lei ritorna tardissimo dal dentista
    Io la spio dietro i sacchi dalla mia finestra
    Ha due gambe da musica giapponese
    E una bocca ch'è buona per tutte le scuse

    Bella la sua testa da assassina
    Da senza sogni, da malandrina
    Ha cambiato tutto cambierà mariti
    Cambieranno i suoi amici travestiti

    E l'anno che è venuto
    E' solo un anno che è venuto
    E l'anno che è venuto
    E' solo un anno che è passato
    E l'anno che è passato
    E' solo un anno che se n'è andato via...

    Caro amico non scrivermi vado via
    Da bambino giocavo con la nostalgia
    Oggi lascio da autentico gentiluomo
    E pensandoci bene, poi, forse non l'amo...

    Belle le sue calze, bello il suo balcone
    Il suo letto, la sua conversazione
    Non avrò più paura di farmi male

    E l'anno che è venuto
    E' solo un anno che è venuto
    E l'anno che è venuto
    solo un anno che è passato
    E l'anno che è passato
    E' solo un anno che ho vissuto
    E l'anno che è passato
    E' solo un anno che se n'è andato via.


    » Canzone da lontano «


    Il passero ti seguirà
    Non sarai piccola sempre, piccola sempre
    Ma ti seguirà, ti seguirà
    Il falco ti difenderà
    Non sarai debole sempre, debole sempre
    Ma ti difenderà, ti difenderà
    "Lontano" mi chiedi
    "Ma dov'è questo lontano
    Lontano è un paese che non ti do la mano
    Com'è lontano questo lontano...

    La volpe ti incanterà
    Le volpi vestono bene, le volpi parlano bene
    Ma non le ascolterai, non le ascolterai
    E il vento ingarbuglierà
    I tuoi pensieri, l'amore e i tuoi capelli
    E ti cambierà, ti cambierà

    Lontano vuoi dire che
    Domani non ritorno
    Lontano vuo, dire sempre un altro giorno
    Com'è lontano questo lontano

    La luna ti sorveglierà
    Quando avrai sonno e nel sonno avrai paura
    E ti passerà, ti passerà
    E il grillo ti racconterà
    Che mi assomigli negli occhio e nelle stelle
    E gli chiederai, gli chiederai

    E quando ti sento dire:
    "Fa presto che ti aspetto"
    Quando so che mi pensi andando a letto
    Non è lontano questo lontano


    » La strega «



    È vestita d'argento e di sonaglierre
    ma se bussa alla porta non farla entrare
    è venuta per farti dimenticare
    un uomo, un ricordo, un amore...

    Con le ali di porpora e d'amaranto
    voi farfalle volatele tutte incontro
    lei che vive di notte, di dentro e di fuori
    è grigia: non sopporta i colori.

    Chi la ferma la strega sulla strada di casa
    di casa mia?
    Chi la ferma la strega sulla porta di casa
    dic asa mia?
    Chi la brucia la strega, chi la caccia di casa
    chi la caccia via?
    Fuori da casa mia
    fuori da casa mia
    fuori dai piedi
    fuori di casa
    casa, casa, casa, casa mia...

    Principessa, va bene che donna è bello
    ma il mio letto è diverso dal tuo castello
    non ti pungere ancora con l'arcolaio
    non bere, non mangiaaaare le mele.

    Principessa, quei giorni sono lontani
    non ricordi nemmeno i sette nani
    questa strega vuol farti dimenticare
    un uomo, una storia, un dolore...

    Chi la ferma la strega sulla strada di casa
    di casa mia?
    Chi la ferma la strega,chi la salva la sposa
    la sposa mia?
    Chi la brucia la strega, chi la caccia di casa
    via da casa mia?
    Fuori da casa mia
    fuori da casa mia
    fuori dai piedi
    fuori di casa
    casa, casa, casa, casa mia...

    Gatto, gatta, gattini, restate all'erta
    aspettatela tutti sulla mia porta
    accendetele gli occhi come tizzoni
    di luce, non sopporta la luce...

    Sette anni di lacrime che ho versato
    sette paia di scarpe che ho consumato
    sette boschi di querce che ho attraversato
    da solo, per poterla incontrare...

    Chi la ferma la strega sulla strada di casa?
    La fermo io!
    Chi la ferma la strega sulla porta di casa?
    la brucio io!
    Chi la ferma la strega, chi la caccia di casa?
    La caccio io!
    Fuori da casa mia
    fuori da casa mia
    fuori dai piedi
    fuori di casa

    casa, casa, casa, casa mia...



    » La città senza donne (Finale) «

    Una città senza donne
    Una città senza amori
    E portafortuna
    Una città senza tempo
    Una città senza musica
    E senza luna.
    Stavolta parto davvero
    Quanto vento stasera
    Che mi soffia alle spalle
    C'è solo un'ombra sul cuore
    Silenziosa e leggera...
    ma ci dormirò.

  • fiordineve
    00 03/02/2004 01:32

    HOLLYWOOD HOLLYWOOD



    Hollywood Hollywood

    (Vecchioni-Paoluzzi)


    E vieni amore che ti diverti
    e vieni vieni con gli occhi aperti
    ti dò una notte da ricordare
    ti dò un ricordo da raccontare
    siamo gente veramente molto divertente.

    La festa inizia con il finale
    la fine cambia ma è sempre uguale
    io la mia parte la so a memoria
    e a volte penso che è poco seria
    ma la storia è molto divertente.

    E bussa forte, bussa forte
    che la porta una notte sola si aprirà
    la mia bambina solamente un anno prima
    non sapeva quello che ora sa.

    Nella taverna dei sette mari
    c'è la mia donna dagli occhi chiari
    c'è la mia donna con i fidanzati:
    sette peccati dimenticati
    torna indietro molto piano che li rivediamo.

    Sette ubriachi nella taverna
    per la mia donna che non ritorna
    ad uno ad uno se li è giocati
    ma i sette anelli me li ha lasciati
    è una donna veramente molto divertente.

    E bussa forte, bussa forte
    che la porta una notte sola si aprirà
    la mia bambina solamente un anno prima
    non sapeva quello che ora sa.

    Hollywood, Hollywood, Hollywood,
    Hollywood, Hollywood, Hollywood.

    Ma se ci pensi non era amore
    lei ti ha cercato due notti sole
    due notti sole in sette anni
    e le altre tutte con i donGiovanni
    bella gente veramente molto divertente.

    E voi qui sotto, voi fate finta
    qualcuno copia qualcuno inventa
    la vita è sogno, la luce è accesa
    però la porta rimane restano a guardare.

    E stai correndo lungo il viale dei tramonto:
    foglie gialle dove passi tu
    il vecchio canta, e come al solito gli manchi
    ma era peggio quando c'eri tu.

    Hollywood, Hollywood, Hollywood
    Hollywood, Hollywood, Hollywood.



    Ricetta di donna, (Fellini 8 1/2)

    (Bardotti - Vanoni - Savio - Cassella - Zarrillo)



    Costano
    le donne costano
    più dei gioielli, dei motori e delle lacrime.

    Ballano
    le donne ballano,
    ma quelle vere sono rare e non ritornano.

    puoi farle piangere,
    ma non rimpiangere...

    Robert, Robert, Robert, Robert...


    Dentro gli occhi


    (Vecchioni)


    Noi ci ritroveremo ancora insieme
    davanti a una finestra,
    ma molte, molte lune in là
    e poche stelle in meno

    e forse sarai stanco per la corsa del topo
    probabilmente vecchio per inventare un nuovo gioco
    dimmi come t'inganni
    e quando avrò i tuoi anni?

    Lei ci avrà già lasciato
    in fondo a qualche data
    probabilmente a maggio
    ma lei per te sarà meno di un'ombra
    l'ombra di un'altro viaggio
    perchè i ricordi cambiano come cambia la pelle
    e tu ne avrai di nuovi e luminosi come le stelle
    e comunque vada
    guardami dentro gli occhi
    gli occhi ch'eran bambini
    guardami dentro gli occhi.

    E non verranno i briganti
    a derubarti di notte
    perchè tutti i briganti
    prenderanno le botte
    e non verranno i pirati
    ad aboordare la nave
    perchè tutti i pirati
    andranno in fondo al mare.

    E non verranno i piemontesi
    ad assalire Gaeta
    con le loro Land Rover,
    con le loro Toyota
    e se verranno gli indiani
    con i lunghi coltelli
    noi daremo le botte
    le botte anche a quelli.
    E adesso chiudi i tuoi occhi
    chiudi gli occhi che ho sonno
    son vent'anni che guardo
    e che non dormo.

    E i nostri figli se ne andranno per il mondo
    come fogli di carta
    sopra lunghi stivali silenziosi
    e li avremo già persi
    ed una incontrerà tutti quelli che io sono già stato
    e ci farà l'amore come in un sogno disperato
    scriverà sui cerini
    parole da bambini.

    E le parole invece tu
    le mischierai tutte dentro un cappello
    alla tua età scrivere una canzone
    non sarà più che quello
    e non so che vedrai, chi farai,
    se crederai a qualcuno,
    se ci sarà una donna con te
    o forse - meglio - nessuno
    ma comunque vada
    guardami dentro gli occhi
    gli occhi ch'eran bambini
    guardami dentro gli occhi.

    E non verranno i briganti
    a derubarti di notte
    perchè tutti i briganti
    prenderanno le botte
    non verranno i pirati
    ad abbordare la nave
    perchè tutti i pirati
    andranno in fondo al mare
    e non verranno i piemontesi
    ad assalire Gaeta
    con le loro Land Rover,
    con le loro Toyota
    e se verranno gli indiani
    con i lunghi coltelli
    noi daremo le botte, le botte
    anche a quelli.

    E adesso chiudi i tuoi occhi
    chiudi gli occhi che ho sonno
    son vent'anni che guardo
    e che non dormo.

    Sestri Levante


    (Vecchioni)



    Poi Forse quest'inverno sarà freddo
    e ci sarà la neve
    e conterò ordinatamente i figli
    quelli persi in teatro
    quelli lasciati agli altri
    mi curerò le zampe dalle schegge di vetro
    farò più lunghi i passi
    per non guardare indietro.
    Parlerò con le stelle
    parlerò con le stelle
    parlerò con le stelle.

    E la ragazza andava via leggera
    che pareva volare
    si portò via ordinatamente i sogni
    a ogni passo piccina
    così bene lontana
    guardandola di schiena
    pensai: "È la prima volta
    che lei sta con un altro
    e che non me ne importa"
    e ho finito di amarla
    oggi ho smesso di amarla
    ho finito di amarla.

    Darei unn soldino per un tuo pensiero
    se pesasse una piuma
    ed è un po' poco quando in altri tempi
    ti ho promesso la luna
    e l'ho presa fra i denti:
    così ho detto ai soldati
    che non c'è più battaglia
    molti scrivono a casa
    qualcuno se la squaglia.
    Ma faranno l'amore
    ma faranno l'amore
    ma faranno l'amore.

    Io èerderò i capelli lentamente
    vicino a qualche donna
    lei sarà lei d'estate fra la gente
    come un granchio di sabbia
    felice finalmente
    e guardandola uscire dall'ultimo concerto
    pensai che forse è meglio
    per lei avermi perso
    oggi a Sestri Levante
    oggi a Sestri Levante
    oggi a Sestri Levante.


    Parigi (o cara)


    (Vecchionì)


    Per cercare le stelle chiuse nella tua mano
    quante volte nel buio io l'ho stretta ma piano
    trovai forse mille, forse più
    forse più forse più parole
    cantai così tanto
    che la notte gridò che così non vale
    non è più amore:
    e il sole di maggio ricomincia a bruciare
    non aspetto i tuoi passi, non le guardo le scale
    di quando partivi senza più
    senza più senza più tornare
    adesso ritorni e ora che, ora che, ora che mi parli
    sai che mi perdi.

    Parigi, Parigi
    Parigi, Parigi è lontana
    ma oramai ci so arrivare
    io la vedo e tra un momento
    la potrò toccare.
    Parigi, Parigi
    Parigi, Parigi è vicina,
    è una stella nella sera
    dove fuggono i ricordi di una notte scura
    e vanno via.

    Fino a quando mi lasci, fino a dove mi aspetti
    sono tanti i miei giochi per passare le notti
    ma dopo ogni notte riapro e richiudo la porta
    e fuori è già l'alba,
    non c'eri e non c'è nessun'altra eri la sola;
    e cammina cammina solo per i tuoi occhi
    li vedevo vicini ma era un gioco di specchi
    o forse fu in sogno, forse fu, forse fu, forse fu in sogno
    o forse era vero quello che, quello che, quello che sognavo
    ed io non c'ero.

    Parigi, Parigi
    Parigi, Parigi è lontana
    è una luce sopra il mare
    è l'amico che hai lasciato
    e che ti sa aspettare.
    Parigi, Parigi,
    Parigi Parigi è un momento
    è una stella nella sera
    dove fuggono i ricordi di una notte scura
    e vanno via.

    Parigi, Parigi
    Parigi Parigi è lontana
    è una stella nella sera
    e il tuo viso che mi manca non mi fa paura.
    Parigi, Parigi
    Parigi, Parigi è vicina
    e oramai ci so arrivare
    io la vedo e tra un momento la potrò toccare.

    Robert, Robert, Robert, Robert...
    Duchamp, les amants, les boulevards,
    Montmartre, Sartre, Baudelaire, Jarry,
    è tempo di riaccendere le stelle consigliere
    là sopra le lamiere della Tour Eiffel
    expo, metrò, bistrot, gigolo,
    Rimboud veleggerà sul tetto della città
    nuvola artificiale di alluminio.
    E costruiremo riformatori più grandi e luminosi
    i delinquenti di oggi saranno i dirigenti di domani
    Duchamp, les amants, les boulevards,
    la prima volta che mi uccisi, là,
    sopra le lamiere della Tour Eiffel
    lo feci solamente per far rabbia alla mia amante
    ormai son solo al mondo e se muoio anch' io
    non avrò più nessuno.
    Robert, Robert, Robert, Robert...




    Hollywood Hollywood (seconda parte)

    (Vecchioni - Paoluzzi - Vecchioni)


    La carrozzina va per le scale
    la corazzata non vuol partire
    la carrozzina si è rovesciata
    non è partita la corazzata
    è una scena veramente molto commovente
    e vieni amore che ti diverti
    e vieni, vieni se vuoi vederti
    il primo piano è da rifare
    ma il resto è bello da ricordare
    è una storia veramente molto divertente
    torna indietro piano piano che la rivediamo...


    Casa dolce casa


    (Vecchioni - Romano)



    Al terzo piano c'era scritto
    "Vado e torno" proprio sulla soglia.
    Entrava gente ed ogni tanto
    uno chiedeva: "Sì, ma tu chi sei?"
    Ed io coi fiori in una mano
    e dentro l'altra sempre la bottiglia
    pensavo: "Guarda com'è bello
    stare tutti insieme, noi".
    Ma venne l'uomo del destino
    e da quel giorno non staccò il cappello.
    Vide la donna, poi la casa
    e di tutt'e due s'innamorò.
    Misero insieme un grande sogno
    in due vetrine ed era tanto bello
    che lei mi disse: "Adesso è meglio
    che tu vada, per un po'..."

    Casa, dolce casa mia
    dove passa qualcuno e fa l'amore
    io cantavo e tu restavi ad ascoltare
    casa, dolce casa mia
    non ricordo nemmeno più chi sei
    io che ti camminavo al buio senza lei.

    E cambio strada, cambio gioco
    cambio modo di restare insieme.
    La donna indiana innamorata
    per sei mesi in volo mi portò
    poi chiese: "Caro, ti dispiace
    se ti tolgo dalla porta il nome?"
    Ed io con la bottiglia in mano
    le risposi: "Non lo so".
    E lei cantava e le passava
    quella strana luce dentro gli occhi.
    "Vivremo sempre insieme"
    stava già per dire ed io pensai:
    "Nessuna donna può fermare
    quelli fatti come noi, my darling"
    volto il cavallo e addio per sempre nel tramonto
    non pensarmi più.

    Casa, dolce casa mia
    quante notti eravamo io e te da soli
    e nel silenzio io scrivevo e tu ascoltavi.
    Casa, dolce casa mia
    t'allontani nel sole in un momento
    e adesso, amica mia, tu sei soltanto vento.

    Casa, nuova casa mia, dove
    forse qualcuno sta aspettando
    noi due faremo un viaggio
    grande intorno al mondo.
    Casa, vecchia casa mia
    se la notte qualcuno fa l'amore
    fa' pure finta di dormire insieme a me.



    Morgana (Luce di giorni passati)


    (Vecchioni - Romano)


    E come sempre arrivo al solito posto
    a raccontarle quello che non ho visto
    e come sempre questo giorno è passato
    e non ricordo come e quando sia stato
    lei nel fuoco si vede e non si vede
    non conosco i suoi anni ma sorride:
    è la sua mano come un velo sottile
    e mi piega il capo per farmi bene
    e come tutte le altre volte nel letto
    fa l'amore, mi addormenta sul petto
    mi accarezza alla luce di una fiamma
    e mi canta una strana ninna nanna.

    Tu che torni, quando torni
    non ritorni, tu non torni mai
    sono giorni, sono sogni
    tu ritorni ma non torni mai.
    Tu che torni, quando torni
    non ritorni, tu non torni mai
    ora dormi, che se dormi
    mentre sogni forse tornerai.

    Ho un solo tempo quando il cielo è già scuro
    e sono un servo, un saltimbanco, un guerriero
    ma non ricordo le figure del giorno
    ed ogni volta è sera quando mi sveglio
    oggi ho quasi vent'anni e sono biondo
    l'altra volta quaranta e l'altra cento
    e mi risveglio mentre sono a cavallo
    e sfioro gli alberi aggrappato al suo collo
    e le racconto sempre un'altra mia vita
    e lei fa finta che non l'abbia inventata
    ora è piena di luci la capanna
    e lei canta una vecchia ninna nanna.

    Tu che torni, quando torni
    non ritorni, tu non torni mai
    sono giorni, sono sogni
    tu ritorni ma non torni mai.
    Tu che torni, quando torni
    non ritorni, tu non torni mai
    ora dormi, che se dormi
    mentre sogni forse tornerai.

  • fiordineve
    00 03/02/2004 01:43
    IL GRANDE SOGNO




    » Il grande sogno «


    E naviga, naviga, musica naviga va
    tienimi forte stasera qualcuno verrà
    ma perché in questa notte di luna tu dimmi perché
    vado in giro a pescare ricordi e a scordarmi di te
    l'importante è chi il sogno ce l'ha più grande
    l'importante è di avercela la gioventù

    voglio Pepita Moreno la diva del jazz
    voglio ballarle sul seno nell'atrio del Ritz
    voglio tutto, lo voglio stanotte, ne voglio di più
    voglio subito, lo voglio adesso, puoi darmelo tu?

    E voglio la donna che ride, la voglio di più
    noi due soli nell'alba dorata dei mari del sud
    e fatine dagli occhi turchini, zecchini per me
    e portamele tutte nell'isola che adesso c'è
    l'importante è chi il sogno ce l'ha più grande
    l'importante è di avercela la gioventù

    Mamma mia, ma che notte di stelle stanotte per noi
    canta tu, canto io, l'importante è non smettere mai
    mamma mia, ma che notte stanotte di stelle e di idee
    sempre quelle, però sono belle perchè sono mie

    l'importante è chi il sogno ce l'ha più grande
    l'importante è di avercela la gioventù

    Mamma mia, ma che notte stanotte di stelle per noi
    sempre quelle, però così belle le hai viste mai?
    Guardami, parlami, aspettami, canto per te
    per te che adesso mi ascolti e sei pazza di me
    mamma mia, ma che notte stanotte di stelle per noi
    sempre quelle, però così belle le hai viste mai?


    » Lettera da Marsala «


    Lettera da Marsala ad un'ipotesi di donna
    che non ricorda più in che posto sia
    lettera da Marsala per dirle che la penso sempre
    ma non è proprio tutt'a vita mia
    'A vita mia m'a porto n'pietto
    'o core mio fa oili oilà
    e nun v'à rongo pé dispietto
    'sta libertà.

    » Signor giudice «

    Signor giudice
    le stelle sono chiare
    per chi le può vedere
    magari stando al mare.
    Signor giudice
    chissà chissà che sole
    si copra per favore
    che le può fare male
    immaginiamo che avrà
    cose più, grandi di noi
    forse una moglie
    troppo giovane
    e ci scusiamo con lei
    d'importunarla così
    ma ci capisca in fondo siamo uomini così, così
    abbiamo donne abbiamo amici così, così
    leggiamo poco leggiamo libri così, così
    e nelle foto veniamo sempre così, così
    Signor giudice
    lei venga quando vuole
    più ci farà aspettare
    più sarà bello uscire
    signor giudici
    si compri il costumino si mangi l'arancino col suo pomodorino
    noi siamo tanti siam qua, già la chiamiamo papà
    di quei papà
    che non si conoscono
    quel giorno quando verrà giudichi senza pietà
    ci vergognamo tanto d'essere uomini
    così, così
    sogniamo poco sogniamo sogni così, così
    abbiamo nonne abbiamo mamme così, così
    e quasi sempre sposiamo mogli così, così
    se ci riusciamo facciamo figli così, così
    abbiamo tutti le stesse facce così, così
    viaggiamo poco, vediamo posti così, così
    ed ogni sera ci ritroviamo così, così

    signor giudice noi siamo quel che siamo
    ma l'ala di un gabbiano può far volar lontano
    signor giudice qui il tempo scorre piano
    ma noi che l'adoriamo col tempo ci giochiamo
    l'ombra sul muro non è una ragazza
    però ci fai l'amore per abitudine
    lei certamente farà quello che è giusto
    per noi che ci fidiamo e continuiamo
    a vivere così, cosìcosì, cosìcosì, cosìcosì, così
    così, così

    Sappiamo poco sappiamo cose così, così
    ci accontentiamo perché noi siamo così, così
    a casa nostra ci sono quadri così, così
    e se c'è sole è sempre sole così, così
    sogniamo poco sogniamo sogni così, così
    e nelle foto veniamo sempre così, così
    ed ogni sera ci ritroviamo così, così.


    » Mi manchi «


    Così a distanza d'anni aprì la mano
    e aveva tre monete d'ora finto
    forse per questo non sorrise
    forse per questo non disse "ho vinto"
    richiuse il pugno, roba di un minuto,
    per non sentirlo vuoto
    e mi manchi.
    E la ragazza fece op-là una sera
    e fu un op-là da rimanerci incinta
    vestì di bianco ch'era primavera
    e nella polaroid sorrise convinta
    fecero seguito invitati misti
    e dodici antipasti
    e mi manchi, mi manchi, e mi manchi

    e quando dodici anni fa dal bagno
    gli disse " È tardi, devo andare..."
    pensò che si trattasse di un impegno
    non dodici anni senza ritornare
    da allora vinse quasi sempre tutto
    e smise di pensare
    e mi manchi, mi manchi, e mi manchi

    Ma finché canto ti ho davanti
    gli anni sono solo dei momenti
    tu sei sempre stata qui davanti.


    » Dentro gli occhi «

    Noi ci ritroveremo ancora insieme
    davanti a una finestra
    ma molte molte lune in là
    e poche stelle in meno
    e forse sarai stanco per la corsa del topo
    probabilmente vecchio per inventare un nuovo gioco
    e dimmi come t'inganni
    e quando avrò i tuoi anni?
    Lei ci avrà già lasciati in fondo a qualche data
    probabilmente a maggio
    ma lei per te sarà meno di un'ombra
    l'ombra di un altro viaggio
    perché i ricordi cambiano come cambia la pelle
    e tu ne avrai di nuovi e luminosi come le stelle
    e comunque vada

    guardami dentro gli occhi
    gli occhi ch'eran bambini
    guardami dentro gli occhi

    E non verranno i briganti a derubarti di notte
    perché tutti i briganti prenderanno le botte
    non verranno i pirati ad abbordare la nave
    perché tutti i pirati andranno in fondo al mare

    non verranno i piemontesi ad assalire Gaeta
    con le loro Land Rover con le loro Toyota
    e se verranno gli indiani con i lunghi coltelli
    noi daremo le botte le botte anche a quelli

    E adesso chiudi i tuoi occhi
    chiudi gli occhi che ho sonno
    son vent'anni che guardo
    e che non dormo

    E i nostri figli se ne andranno per il mondo
    come fogli di carta
    sopra lunghi stivali silenziosi
    e li avremo già persi
    e una incontrerà tutti quelli che io sono già stato
    e ci farà l'amore come in un sogno disperato
    scriverari sui cerini
    parole da bambini

    E le parole invece tu le mischierai
    tutte dentro un cappello
    alla tua età scrivere una canzone
    non sarà più che quello
    e non so chi vedrai, che farai, se crederai a qualcuno
    se ci sarà una donna insieme a te o forse
    -meglio- nessuno
    ma comunque vada

    guardami dentro gli occhi
    gli occchi ch'eran bambini
    guardami dentro gli occhi.

    E non verranno i briganti a derubarti di notte
    perché tutti i briganti prenderanno le botte
    non verranno i pirati ad abbordare la nave
    perché tutti i pirati andranno in fondo al mare

    non verranno i piemontesi ad assalire Gaeta
    con le loro Land Rover con le loro Toyota
    e se verranno gli indiani con i lunghi coltelli
    noi daremo le botte le botte anche a quelli

    E adesso chiudi i tuoi occhi
    chiudi gli occhi che ho sonno
    son vent'anni che guardo
    e che non dormo


    » La città senza donne «


    Stavolta parto davvero
    con un vento leggero
    che mi soffia alle spalle.
    Tu dormi bene il tuo sonno
    dove vado lo sanno
    solo le stelle.
    Una città senza donne
    una città senza amori
    e senza fortuna
    una città senza tempo
    una città senza musica
    e senza luna.

    amore amore lontano
    amore del quinto piano
    e ballerino
    sei solo un'ombra sul cuore
    se ti penso di sera
    ma dormirò...

    Mi porto dietro soltanto
    il tuo fischietto d'argento
    io, poi, le cose le perdo:
    il giorno che mi hai sorriso
    il giorno che mi ha deluso
    nessun altro ricordo

    Amore dietro la porta
    amore con la valigia
    ti senti solo?
    Amore fotocopiato
    amore parli d'amore
    oppure no
    amore troppo vicino
    amore che sei lontano
    solo un anno e un giorno
    sei come un'ombra sul cuore
    silenziosa e leggera
    ma mi abituerò

    Amore senza rimorsi
    amore all'ultimo piano
    e ballerino
    mi giuri forse domani
    se diventi lontana
    ti avrò vicino
    amore se lo volessi
    amore, amore a due passi
    mi sento solo...
    dal giorno che mi hai sorriso
    al giorno che mi hai deluso
    ma mi abituerò.

    Una città senza donne
    una città senza amori
    e portafortuna
    una città senza tempo
    una città senza musica
    e senza luna.

    Stavolta parto davvero
    quanto vento stasera
    che mi soffia alle spalle
    c'è solo un'ombra sul cuore
    silenziosa e leggera
    ma ci dormirò.


    Samarcanda


    C'era una gran festa nella capitale
    perché la guerra era finita.
    I soldati erano tornati tutti a casa ed avevano gettato le divise.
    Per la strada si ballava e si beveva vino,
    i musicanti suonavano senza interruzione.
    Era primavera e le donne potevano, dopo tanti anni,
    riabbracciare i loro uomini. All'alba furono spenti i falò
    e fu proprio allora che tra la folla,
    per un momento, a un soldato parve di vedere
    una donna vestita di nero
    che lo guardava con occhi cattivi.


    ridere, ridere, ridere ancora,
    Ora la guerra paura non fa,
    brucian le divise dentro ilfuoco di sera,
    brucia nella gola vino a sazietà,
    musica di tamburelli fino all'aurora,
    il soldato che tutta la notte ballò
    vide tra la folla quella nera signora,
    vide che cercava lui e si spaventò.

    "Salvami, salvami, grande sovrano,
    fammi fuggire, fuggire di qua,
    alla parata mi stava vicino,
    e mi guardava con malignità"
    "Dategli, dategli un animale,
    figlio del lampo, degno di un re,
    presto, più presto perché possa scappare,
    dategli la bestia più veloce che c'è

    "corri cavallo, corri ti prego
    fino a Samarcanda io ti guiderò,
    non ti fermare, vola ti prego
    corri come il vento che mi salverò
    oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh,

    Fiumi poi campi, poi l'alba era viola,
    bianche le torri che infine toccò,
    ma vide tra la folla quella nera signora
    e stanco di fuggire la sua testa chinò:
    "Eri fra la gente nella capitale,
    so che mi guardavi con malignità,
    son scappato in mezzo ai grillie alle cicale,
    son scappato via ma ti ritrovo qua!"

    "Sbagli, t'inganni, ti sbagli soldato
    io non ti guardavo con malignità,
    era solamente uno sguardo stupito,
    cosa ci facevi l'altro ieri là?
    T'aspettavo qui per oggi a Samarcanda
    eri lontanissimo due giorni fa,
    ho temuto che per ascoltar la banda
    non facessi in tempo ad arrivare qua.

    Non è poi così lontana Samarcanda,
    corri cavallo, corri di là...
    ho cantato insieme a te tutta la notte
    corri come il vento che ci arriverà
    oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh


    » Calle mai più, II «

    Correvano i bambini
    si sentivano tranquillamente stonare i violini
    le mogli degli artisti
    i giovani leoni
    e gli ottimisti
    da quando cambio casa
    io parlo con le scimmie e i pappagalli
    e noto con sorpresa
    che meno penso e più divento bello
    Da piccolo ero grande
    e riconosco modestamente che le ho pensate tutte
    ma desso non fa niente
    se vinco, perdo, prendo e do le botte
    rimangono dei figli
    gli lascerò la strada per un sogno
    e molti, molti fogli
    di queste cose non c'è bisogno

    In calle mai più
    In calle mai più
    In calle mai più
    In calle mai più
    In calle mai più
    In calle mai più
    In calle mai più
    In calle mai più.


    » Ridi Laura «

    » A. R. «


    La miseria di una stanza a Londra
    le fumerie di Soho:
    già si buttava via.
    E sua madre nel fienile, nel ricordo:
    vecchia, scassata borghesia.
    Ribaltare le parole, invertire il senso
    fino allo sputo,
    cercando un'altra poesia.
    E Verlaine che gli sparava e gli gridava:
    "non lasciarmi, no, non lasciarmi, vita mia"...
    E nave, porca nave vai
    la gamba mi fa male, dai
    le luci di Marsiglia non arrivan mai.
    Un hydrolat lacrimal lave les yeux vert-chou, les yeux vert-chou,
    sous l'arbre tendronnier
    qui bave vous cautchous...

    Portoghesi, inglesi e tanti altri
    uccelli di rapina
    scelse per compagnia;
    quella voglia di annientarsi, di non darsi,
    e basta, basta poesia;
    e volersi far male al punto di finire, lui,
    mercante d'armi
    fra l'Egitto e la follia,
    e una negra grande come un ospedale
    da aspettare
    e poi la gamba e l'agonia

    e nave, porca nave vai,
    fa freddo e manca poco, dai,
    le luci di Marsiglia non arrivan mai:
    Ho visto tutto e cosa so,
    ho rinunciato, ho detto "no",
    ricordo a malapena quale nome ho:
    Arthur Rimbaud,
    Arthur Rimbaud,
    Arthur Rimbaud,
    Arthur Rimbaud...


    » Ulisse e L'Aamerica «

    Ulisse
    ecco uno che tutto sommato ha la faccia
    salato tritato begli anni negli Hilton d'Arabia
    e Dio, se scopava...
    e Mery
    mi ha chiesto la strada, lo svicolo, il ponte, l'imbuto
    e poi si è sorpresa, correva? Guardava le stelle?
    L'America è senza ricordi
    e che lingua strana per dire
    "Le voglio parlare"
    le voci non erano più quelle

    Ho preso dai figli moltissimi vizi
    succhiarmi le dita
    sapere che questo è un sapore da amare
    guardare la luna dall'angolo retto
    sporcarmi, pulirmi
    ripetere sempre le stesse parole che aspetto.


    » Pagando, s'intende «
    E il conte al sommo della gloria
    fece a pezzi la sua vita,
    a pezzi la memoria,
    a pezzi i rubinetti e il sole,
    anche il cavallo si mangiò;
    gridando "adesso so chi sono,
    più mi ci abituerò".
    Di quello che non ho fermato
    e che valeva oggi mi pento;
    ma è tardi e non ho pianto.
    Forse qualcosa muore dentro
    forse è perché non amo più;
    ho perso tutto questo tempo
    e non vi abbraccerò mai più.

    E tutto quello che so dire
    è che sovente il mio dolore
    sa farmi divertire;
    la rabbia mi mantiene calmo,
    e abbasso questa libertà;
    un vecchio amico, un vecchio incontro
    oggi sarebbe sì una novità.

    Vorrei dirti sempre che t'amo
    ma non quando è facile oppure
    le braccia conserte
    si guarda quel muro davanti
    si ascolta il rumore
    vorrei lo sapessi non sono il migliore
    ho un patto con gli anni
    cavalco, ho paura,
    mi tengo da sempre una mano sul petto
    dovesse mai smettere, ascolta, di battermi il cuore


    » Il grande sogno «


    E naviga, naviga musica, naviga va
    tienimi forte stasera qualcuno verrà
    mamma mia, ma che notte di stelle e di idee
    sempre quelle però sono belle, però sono mie
    L'importante è chi il sogno ce l'ha più grande
    l'importante è di avercela la gioventù

    Voglio scappare con quella che ride di più
    voglio amarla al tramonto dorato dei mari del sud
    oh Calcutta dai lunghi battelli tra i fiori di thè
    voglio correre nudo, verrò a San francisco con te

    E voglio arrivare per primo da solo però
    voglio ritornare bambino per dire di no
    mamma mia, ma che notte stanotte di stelle per noi
    sempre quelle, però così belle le hai viste mai?

    L'importante è chi il sogno ce lpha più grande
    l'importante è di avercela la gioventù


    » Canzone in cerca d'autore «

    Chi è,
    ma guardatelo adesso
    con quell'aria da stiro
    e ti ammiro
    chi è ama solo se stesso
    e si porta ogni tanto
    un pò in giro
    Così
    starò tutta la vita
    a levargli quel sasso dal cuore
    perché
    quando arriva quell'ombra
    lui confonde
    la gioia e il dolore

    Ma tu
    non lasciarmi la mano
    forse è solo questione d'amore.


    » Carnival «


    Si diventa grandi
    sulla propria pelle
    sulle proprie palle e su poche stelle
    si diventa grandi
    e niente fa più male al cuore
    e se provi a cercare
    le tue parole
    non fanno nostalgia
    come quello che è stato
    o non è stato
    che resta e che va via
    E ci trucchiamo per Carnival
    e ci vestiamo da Carnival
    e ci trucchiamo da Carnival

    Si diventa grandi
    a guardarle il culo
    si diventa vecchi a sentirsi solo
    e col passare del tempo
    non t'importa nemmeno
    chi le bacia gli occhi chi le tocca il seno
    senza di lei soltanto
    un anno prima
    credevi di morire
    e all'improvviso
    non ne vale più la pena
    nemmeno di capire

    E ci trucchiamo per Carnival
    e ci vestiamo da Carnival
    e ci trucchiamo da Carnival

    si diventa vecchi
    come un vecchio indiano
    e di finge forte e si canta piano
    non c'è nessun ricordo
    a cui ti puoi impiccare
    perchè nessun ricordo ormai ti fa più male
    tutte le idee tutti gli amori tuoi di prima
    finiti sulla luna
    col tempo la sua faccia
    e la sua pelle scura
    te le ricordi appena

    E ci trucchiamo per Carnival
    e ci vestiamo da Carnival
    e ci trucchiamo da Carnival
    finché val.

  • fiordineve
    00 03/02/2004 01:50

    BEI TEMPI



    » Bei tempi «

    Era tanto tempo fa
    poi è già poi
    sul portone non c'è più lei
    forse ho sognato
    forse tutto si è già fermato
    d'estate quando c'era il mare
    e avevo voglia di guardare
    Era tanto tempo fa
    poi c'ero io
    che pensavo vedrai domani
    io che leggevo
    e facevo discorsi strani
    a Laura quando le dicevo
    che il mondo è bello e ci credeva

    Erano tempi erano bei tempi
    erano tempi di parole che correvo che rompevo e che scappavo
    e coi tuoi occhi ci giocavo

    Erano tempi erano bei tempi
    erano tempi di parole che correvano da sole
    ed era veramente amore

    Era tanto tempo fa
    io con la radio
    e mio padre con il giornale
    io con l'esame
    e che parlo con il mio cane
    però d'estate c'era il sole e avevo voglia di scappare.

    Era tanto tanto tempo fa
    io con la radio
    e mio padre con il giornale
    io con l'esame
    e che parlo con il mio cane
    però d'estate c'era il sole
    e avevo voglia di scappare

    Era tanto tanto tempo fa
    io, io con voi
    quando non dormivamo mai
    e quante sere
    a parlarci del primo amore
    e Laura che mi sorrideva
    e Laura che non ritornava

    Erano tempi erano bei tempi
    erano tempi di parole che correvo che rompevo e che scappavo
    e coi tuoi occhi ci giocavo

    Erano tempi erano bei tempi
    erano tempi di parole che correvano da sole
    ed era veramente amore.


    » Livingstone «

    Freulein darf ich mit sie glukich sein?)
    (Signorina posso essere felice con lei?)
    Lo so
    può succedere a tutti
    di passare un'estate a Riccione
    però
    lui non era previsto
    col costume da bagno arancione

    E corre
    col pallone di gomma
    ma lo sa che è in età da marito
    e in fondo
    basterebbe una donna
    per dimenticare un amico

    Che brutta gente senza cuore
    che brutta gente senza onore
    che poi ti passa anche la voglia di cantare
    gente che è meglio non sapere
    gente che è meglio non vedere
    meriterebbe di soffrire per amore
    ma di un amore quello vero
    ma di un amore quello che

    È lei
    con quegli occhi sinceri
    che gli stira camicie e pensieri
    gli brucia
    la sua vena migliore
    e lui ride beato d'amore
    ed io non riesco a dormire
    e ogni notte lo sento cantare


    » La mia ragazza «

    La mia ragazza è alta
    e ha lunghi sguardi duri
    si voltano a guardarla
    per i suoi occhi scuri
    si mangiano le mani
    quelli che non ce l'hanno
    che l'hanno conosciuta
    e non la rivedranno
    La mia ragazza ha un figlio
    e lunghe calze nere
    si mette un dito in bocca
    prima di far l'amore
    si muove come il mare
    fra l'Africa e la Spagna
    voi non ci crederete
    la mia ragazza sogna.
    Amore mio che sogni
    amore ballerino
    che corri sopra il filo ed io cammino
    legato al tuo sorriso
    cammino sopra il fuoco
    prendi una carta che ti insegno un gioco

    Amore come il vento
    amore divertente
    che corri sui pensieri della gente
    qualcuno ti ha sorriso
    qualcuno dice che
    la mia ragazza è
    la mia ragazza è

    La mia ragazza è bella
    bella che non ragiono
    bella che più ci parlo
    e più mi sembra un uomo
    si mangiano le mani
    quelli che non ce l'hanno
    che l'hanno conosciuta
    ma non la rivedranno

    Amore mio che sogni
    amore ballerino
    tu corri sopra il filo ed io cammino
    capelli neri neri
    capelli rosso fuoco
    gira la carta che cambiamo gioco

    Gira la carta e sogna
    il vento e la fortuna
    la mia ragazza vola sulla luna
    ma chi l'ha vista giura
    che rassomiglia a me
    la mia ragazza è
    la mia ragazza è
    il mio mestiere
    è il mio mestiere


    » Piccolo amore «


    Piccolo amore piccolo amore
    che pena quelli con un grande amore
    quelli con la pistola in mano
    se guardi un altro oppure ci lasciamo
    che bella novità
    la prossima carezza che verrà
    Piccolo mondo
    dove ti prendo
    e piccolo tornare sorridendo
    piccolo letto
    dove puoi dormire
    che è un altro modo poi di far l'amore
    e stare insieme a te
    con tutta la dolcezza che c'è in me

    Ma in fondo son parole
    che il giorno che ti ho perso
    chissà che cada a pezzi
    l'universo
    e non farei che dire
    e non saprei che fare
    di tutti i giorni che ti ho detto amore

    Di tutti i giorni che ti ho detto amore
    di tutti i giorni che ho pensato amore
    di tutti i giorni che ho inventato amore
    sognato amore
    cantato amore
    di tutti i giorni che ti ho detto amore
    di tutti i giorni che ti ho scritto amore
    piccolo amor non c'è niente al mondo
    più grande in fondo
    di questo amore

    Che piano piano muove i tuoi capelli
    e si risveglia nei tuoi occhi belli
    e che ogni giorno come fosse il primo
    si guarda intorno come un bambino

    Piccolo amore
    piccolo amore
    che bravi quelli con un grande amore
    verrà l'inverno e chi ci vuol male
    per noi non sarà niente di speciale
    e se ci lasceremo
    sarà per poco sai
    ci rivedremo

    Ma queste son parole
    che il giorno che ti ho perso
    chissà che cada a pezzi l'universo
    e non farei che dire
    e non saprei che fare
    di tutti i giorni che mi hai detto amore

    Di tutti i giorni che ti ho detto amore
    di tutti i giorni che ho pensato amore
    piccolo amore non c'è niente al mondo
    più grande in fondo
    di questo amore
    che muove l'aria e muove i tuoi capelli
    e si risveglia nei tuoi occhi belli
    e che ogni giorno come fosse il primo
    si guarda intorno come un bambino.


    » Gaston e Astolfo (La vera storia di) «


    Partiamo partiamo
    partiamo partite
    partiamo partiamo
    partiamo partite
    evviva bambini
    ci son le crociate
    Partiamo partiamo
    partiamo partite
    partiamo partiamo
    ci son le crociate
    Partiamo partiamo
    partiamo partite
    partiamo partiamo
    partiamo partite
    partiamo partiamo
    partiamo partite
    E quando só partiti li crociati
    con mille e mille e mille bei vestiti
    Gaston francese e Astolfo l'italiano
    s'innamoraro d'un amore amaro
    s'innamoraro d'un amore amaro

    E só passati gli anni e só tornati
    Astolfo la sua donna s'è sposato
    e di Gerusalemme s'è scordato ...
    di Gaston de la Seine
    non si seppe plus rien


    Millenovantanove

    Il male del ritorno Astolfo
    è questo non trovarsi più
    percorrere gli spalti fino all'alba
    senza sonno su e giù
    non sentire una voce
    se non l'eco nella sala d'armi
    e chiedersi i ritratti sul muro
    cosa avranno da guardarmi
    il male non è stare senza donne
    di puttane ne ho da non poterne più
    il male è quella finestra
    dove dietro c'è la donna che eri tu
    il giorno che mi vestivi e dicevi
    la guerra non è un fatto tuo
    e il giorno che mi insegnavi
    Gerusalemme la prendiamo per Dio
    per Dio
    per Dio
    non è perché lo voglio io
    amore amore amore amore mio
    per Dio
    per Dio
    ma la sera ti baciavo io
    amore amore amore
    amore mio

    Se devo credere ai mercanti di Fiandra
    stai con quella che ride di più
    tiri la spada con la tua ombra
    e sei felice, va bè o suppergiù
    chissà se stai scrivendo ancora poesia
    chissà con che sorriso le dici anima mia
    Gaston è vecchio, Gaston è sempre bello
    beve ogni sera quanto vale il tuo cuore
    Gaston ricorda tutto ogni duello
    e i nemici e le tue ferite amore
    e ricorda parole che il vento era una brezza
    e la prima volta che ti ha dato una carezza

    E Dio
    e Dio
    quella tua storia insieme a Dio
    amore amore amore amore mio
    e Dio
    e Dio
    va bene si perfino Dio
    però la sera
    ti baciavo io

    Se dormo sogno di sfidarti sempre
    e farti un buco proprio dentro il cuore
    farti sentire tutto il senso
    di questo inutile avere dolore
    e riempirti la pancia con la tua stessa spada
    perché tu non sei più lo stesso
    e perché non ti veda

    E Dio
    e Dio
    ti salverebbe adesso Dio
    amore amore amore amore mio
    e Dio
    e Dio
    tientilo stretto Dio
    amore amore amore
    amore mio



    » Fata «


    E i vecchi parlano di fata
    che sta aspettando addormentata
    l'uomo che per la guerra le partì
    e dietro la collina si sbiadì
    E nel castello sopra il fiordo
    la luna sfiora per ricordo
    le coppe che restarono così
    e l'albero di mele che fiorì

    e fata tiene fra le dita
    la pietra verde della vita
    la pietra verde che le regalò
    quando le disse "un giorno tornerò"

    E lei correva nelle sale
    e illuminava le sue sere
    di gente giochi e scherzi di buffoni
    e le feste fino all'alba e poi canzoni

    Ma il drago fatto con la paglia
    si è bruciato sulla soglia
    e fata se ne è andata non è qui
    e torna il figlio trovatore
    pensando le ho spezzato il cuore
    e maledice il giorno che partì

    Ma nel castello sopra il fiordo
    la fata non me la ricordo
    non c'è mai stata o forse non capì
    o forse avran sognato che era lì
    o forse avran sognato che era lì.


    » Fratel coniglietto «


    Vi ho mai parlato di fratel coniglietto
    che si credeva perfetto perfetto
    e dell'orecchio che teneva dritto
    e lo zampino rotto
    sfidava tutte le tartarughe
    credendosi un leprotto
    e non voleva mai
    farsi la tana sotto
    farsi la tana sotto
    E vi ho mai detto di quel passerotto
    che gli volava sul tetto sul tetto
    e della volta che gli aveva scritto
    mi sembri tutto matto
    e questo correre
    piace soltanto al gatto
    piace soltanto al gatto

    Ma quando venne Trudy la farfalla
    presero tutt'e due una bella sberla
    uno ci andava insieme tutto il giorno
    l'altro faceva il turno
    ma poi arrivarono la stessa notte
    volarono le botte
    e se ne andarono
    senza più darsi retta
    senza più darsi retta
    con tutte le ossa rotte

    E vi ho mai detto che ora stanno insieme
    e che si vogliono perfino bene
    uno non pensa d'esser più leprotto
    l'altro ha trovato un tetto
    e sfidano insieme le tartarughe
    facendogli dispetto
    e poi si contano
    le stelle sopra il letto
    le stelle sopra il letto
    le stelle sopra il letto.


    » Calle mai più «


    E tornano le mode
    e passano tranquillamente i suoi occhi sulle strade
    e passa nei suoi letti
    la storia universale degli insetti
    qui l'unica avventura
    è ricordarti senza aver paura
    è cambiare al mattino
    tutto Moravia per un Paperino
    E passano le mode
    e ritornano continuamente i tuoi occhi nella notte
    coi saluti dal mare
    dell'uomo che mi odia e che mi aspetta
    ho fatto anche dei figli
    e gli darò magari il tirassegno
    con molti molti fogli
    di queste cose non ce n'è bisogno

    In Calle mai più
    In Calle mai più
    In Calle mai più
    In Calle mai più
    In Calle mai più
    In Calle mai più
    In Calle mai più
    In Calle mai più.


    » Pesci nelle orecchie «


    A parte che nel mare
    c'era gente insospettabile,
    persino gli idealisti
    ci nuotavano benissimo,
    e poi cambiavo pelle
    e non sapevo
    e non capivo che
    andarci dentro è facile,
    tornare no;
    e quanti pesci nelle orecchie
    adesso ho,
    la verità nel bosco
    è dare un senso a tutti gli alberi,
    e per sentieri assurdi
    cercar posti delle fragole,
    ma c'è un'uscita sempre,
    ed io d'uscire
    non l'ho chiesto mai
    e quanti pesci nelle orecchie
    adesso ho
    Contarli forse sì,
    levarli più non so.

    E quante madri, madre,
    ho sovrapposto alla tua immagine,
    per ritornarti incontro
    con la voglia di essere piccolo,
    per non sentirmi idiota
    quando canto e non ascoltano,
    e quanti pesci nelle orecchie
    adesso ho
    e quante madri madre
    che capir non so

    Ragazza mia
    che invecchi, lentamente,
    come Dorian Gray,
    ti ho disegnato barba e baffi
    per potermi dire che
    le luci di S. Siro
    sono state solo fatti miei,
    dicevo "Nelle mani quanti sogni ho,
    li vuoi cantar con me?
    Da solo io non so."

    Amore mio di ieri
    in qualche tempo, in qualche posto fa,
    hai sospettato che
    vendevo l'aria a prezzi altissimi
    e quando mi hai sparato
    è stato solo
    per difenderti,
    ho dato mille notti
    della vita mia
    e tu ti accontentavi
    di una botta e via

    Amore mio
    che prendo come scusa
    molto abile
    amore mentalmente
    fatto a pezzi rimontabili
    amore non è vero
    amore t'amo
    amore ascoltami
    quante volte ti volevo dire
    sai
    "Se non ci fossi tu"...
    poi non l'ho detto mai.

  • fiordineve
    00 06/02/2004 01:14
    IPPOPOTAMI



    Sogni d'oro


    E ti saluto, perché sono stufo
    va avanti tu, mi vien da ridere stasera
    per aver scritto tante parole
    solo per dire:"Mi ricordo di un amore".
    Ninna oh, ninna oh,
    il mio bimbo a chi lo do?

    E arrivederci, è l'ora di scordarci
    di quelle donne che han pensato di lasciarci
    di quelle sere che c'è mancato il cuore
    di aver creduto o fatto credere o sognare.

    Ninna oh, ninna oh,
    il mio bimbo a chi lo do?

    E ti saluto per quello che hai voluto
    e ti saluto per il tempo che hai buttato
    per le tue mille contraddizioni
    e per il buffo coso che hai nei pantaloni.

    E buonanotte, e se non dormi bene
    cambia la posizione, il sonno poi ti viene
    domani è adesso, domani è già passato:
    scrivi una bella canzoncina per chi hai amato.

    Ninna oh, ninna oh,
    il mio bimbo a chi lo do?
    Lo daremo all'orco nero
    o alla fata se è sincero.


    » Indiscreto «


    Quando ti vesti e poi ti spogli
    e ti domandi a chi assomigli
    quando ti guardi dimmi: cosa sogni?
    Quando sorridi e ti nascondi
    quando ti parli e ti rispondi
    quando cammini dimmi: cosa sogni?

    E dimmi cosa sogni
    quando non puoi dormire
    ti chiudi nello specchio e non vuoi uscire.

    E dimmi cosa sogni
    quando ti senti sola
    e tiri calci sotto le lenzuola.

    Lontano più lontano
    qualcuno sta cantando
    qualcuno nella strada sta correndo.

    Lontano più lontano
    dove comincia il mondo
    dove la notte quasi sta finendo.

    E un po' ti sembra amore
    e un po' non lo vuoi dire
    che cosa sogni se non puoi dormire.

    E cerchi la tua stella
    capelli come il mare
    poi t'addormenti
    ed io
    ti sto a guardare.


    » Aimez vous Chopin? (Una serata normale) «




    Non sono stanco di guardare te
    scendo soltanto a prendere un caffè
    è tanto tempo che non dico più bugie
    Dove lo porto il portachiavi?
    Al porto per veder le navi
    quando lo chiamo mi risponde
    e la sua voce è dolce fra le onde
    oh, mama sweet mama

    Con un poeta non parlare
    racconta storie senza uscita
    vuole una donna che scompare
    la sola musica della sua vita
    oh, mama, sweet sweet mama

    Un'automobile cammina tra la polvere
    e il sudore
    e il tempo batte lentamente l'orologio
    e le sue ore...
    se andate a letto zitti zitti
    vi verrò a cullare
    c'era una volta un uomo che rideva
    per amore oh, mama, sweet mama
    oh, mama, sweet sweet mama

    Il resto è quella musica sentita
    da bambino...
    il resto è solo musica
    e una voce da lontano...


    » Oltre il giardino «




    Papà
    voglio ancora giocare
    ma se sparo non devi cadere
    non devi farmi vincere sempre
    io lo so che sei tu il migliore
    ...E poi
    mi lasciavi la mano
    poi le voci, la strada, il rumore.


    » Chiari di luna «
    C'est un jour de joie que je viens de vivre
    c'est un jour d'ennui que je vais d'avoir:
    Le premier qui passe comme
    le dernier qui vient
    sont toujours deux jours que je sais d'aimer.
    Nous aurons deux jours: et voilà le vivre
    le premier en avril
    le dernier comme en hiver
    parmi le souris d'une femme
    qui va et qui vient
    parmi les enfants
    qui sommes nous memes.

    J'ai seulment deux jours: et voilà le vivre
    ce sont deux jours trop courts pour pouvoir chanter
    mais je suis un homme et je ne veux rien oublier
    ce sont tuojours deux jours que je sais d'aimer

    Nous aurons seulment des reves à vivre
    le premier c'est l'amour
    le dernier c'est ton amour
    mal joui comme un ami
    qui va et qui vient
    e joui vite
    pour n'etre pas nous memes.

    (È un giorno di gioia che ho appena vissuto
    è un giorno di noia che sto per incontrare:
    il primo che se ne va così
    come l'ultimo che viene
    sono sempre due giorni che so d'amare.

    Noi avremo due giorni: e "voilà le vivre"
    il primo in aprile
    l'ultimo come in inverno
    fra i sorrisi di una donna
    che parte e che torna
    in mezzo a quei bambini
    che siamo proprio noi.

    Io ho solo due giorni: e "voilà le vivre"
    sono due giorni troppo brevi per poter cantare
    ma io sono un uomo e non voglio dimenticare niente
    sono sempre due giorni che so d'amare.

    Noi avremo soltanto sogni da vivere:
    il primo è l'amore
    l'ultimo il tuo amore
    goduto male come un amico
    che viene e va
    e goduto in fretta
    per non essere noi stessi).


    » Ippopotami «



    Gli ippopotami vivono: e non sono molto contenti
    a fotografarli mostrano tutti i denti
    e dimenano i sederi
    oggi molto più di ieri
    gli ippopotami ti sorridono volentieri.
    Si racconta che un tempo eran pallidi ed impulsivi
    ma era il tempo che c'erano i buoni e i cattivi
    i più vecchi ogni tanto
    rimpiangono la fanghiglia
    i più giovani stanno benissimo in famiglia.

    Gli ippopotami non hanno pensieri, ma sembrano meditare
    e si dicono tutti che ogni ippopotamo è uguale
    anche tra loro c'è chi suda
    chi scende e chi sale
    ma un ippopotamo vero resta normale
    ma un ippopotamo serio resta normale.

    Ippopotami, pà pà potami
    Ippopotami, pà pà potami
    d'estate in montagna, d'inverno in riviera
    li vedi passare vestiti da sera
    Ippopotami, pà pà potami
    Ippopotami, pà pà potami
    discendono il fiume se c'è la corrente
    si stancano poco, pochissimo o niente...

    Gli ippopotami ballano quando nessuno li vede
    e ogni tanto ballando ballando si pestano un piede
    ma si chiedono scusa perché
    maleducati non son
    e poi quelli che sanno il francese dicon pardon.

    Gli ippopotami non fanno niente, basta la presenza
    ippopotami non si nasce, si diventa
    e se li vedi con gli occhi socchiusi
    non è vero che stanno a dormire
    fanno finta per non farsi infastidire.

    Gli ippopotami una volta litigavano con le jene
    ma anche quelle per loro oramai sono bestie per bene
    e poi questa è una libera scelta
    e va rispettata
    perché l'acqua che hanno bevuto è acqua passata
    tutta l'acqua che hanno bevuto è acqua passata.

    Ippopotami, pà pà potami
    Ippopotami, pà pà potami
    galleggiano lenti, rotondi e contenti
    la faccia però è solo quella coi denti
    Ippopotami, pà pà potami
    Ippopotami, pà pà potami
    annusano il vento di terre lontane
    si accoppiano stanchi contando le lune...

    Gli ippopotami li puoi dividere in padri, madri e figli
    però in fondo non ce n'è uno che si assomigli
    quando mangiano è l'ora più bella
    mangiano di tutto
    solo un altro ippopotamo può dire a un ippopotamo: "Sei brutto".

    E alla fine si riuniscono tutti a guardare le stelle
    perché uno gli ha detto una volta:"Noi veniamo da quelle".
    Ma siccome nonhanno le mani
    per farsi una scala
    tornan tutti nell'acqua aspettando la prossima sera
    tornan tutti nell'acqua aspettando la prossima sera.

    Ippopotami, pà pà potami
    Ippopotami, pà pà potami
    il primo dell'anno van tutti in crociera
    e cantando in coro "bel tempo di spera".
    Ippopotami, pà pà potami
    Ippopotami, pà pà potami
    e sognano dietro gli occhiali da sole
    domani si cambia, domani si vola.
    Ippopotami, pà pà potami
    Ippopotami, pà pà potami
    dichiarano seri alla televisione
    che i giovani vogliono un mondo migliore
    Ippopotami, pà Pà potami
    Ippopotami, pà Pà potami
    distesi nel sole sbadigliano piano
    e sembrano fermi, ma vanno lontano...


    » Notturno «


    Lontano
    qualcuno stanotte cammina
    va oltre le luci, le insegne, gli hamburgher,
    le scarpe in vetrina
    va oltre lo sport in diretta, la moglie, i bambini,
    la cena, la pioggia, le vecchie canzoni
    va oltre le facce di quelli che tornano a casa
    aggrappati al volante
    intorno c'è tutto di tutto ed il meglio di niente
    intorno la notte
    e stanotte
    qualcuno cammina.

    » Nel Regno di Napoli «
    a) Miseria e nobiltà
    Paese di sole, paese di cielo, paese di mare,
    paese di una noia mortale
    io, pieno di nostalgia per la mia Parigi,
    sono qui, a Napoli, circondato da barbari
    e mangio pesce
    cucinato senza amore.

    Quelquefois
    moi, le prince d'Artois
    pour le vouloir du roi
    comandant à Naples; qualquefois
    quand j'ai mangé très mal
    ce poisson de barbars
    cuit sans amour..

    En voyant Paris
    dans un jour d'avril
    je me desepère
    mais seulment quelquefois...

    ...E sempre stu mare passa e va
    e sempre ce ricon'e cantà
    e passa e vva la storia
    e nuie stamm'à guardà
    e sempe, senza sapé pecché
    tenimm'a meglio spigola po'rre...
    nuie simm' gente'e core
    e' o core nun vo' sapé...

    Qulquefois
    je fais bien ma toilette
    et depuis je m'apprette
    j'ecris des lettres quelquefois
    qualquefois
    dans le rues de sa ville
    je me sens mourir
    ceux sont des primitifs...
    Je me souviens de Paris
    a droite et à gauche
    oh, les vols au vent, oh mes brioches!

    . b) L'oro di Napoli.

    Eran belli quei signori che venivan da fuori
    tu che hai visto solo il mare ti facevano sognare
    e parlavano un po' strano (son venuti da lontano),
    ti hanno preso per il cuore e pensavi: "forse è amore".

    Nenna Nè, ma com'è bello l'amore con te,
    Nenna Nè, ma com'è bello l'amore con te.

    E passò l'americano con le stelle sulla mano
    era bello come un santo e ti ha preso il sentimento
    e promesse e cioccolata per l'Italia liberata
    torna l'onda e torna il mare, tu non vuoi più ritornare.

    Nenna Nè, tu fai l'amore e l'amore dov'è?
    Nenna Nè, tu fai l'amore e l'amore non c'è:

    Eran belli quei signori che venivano da fuori:
    qualche volta fu un inglese, qualche volta fu un francese...

    c)Le voci di dentro
    Quelquefois
    quand le sjours &afrave; Naples
    sont des miracles
    pleins de soleil
    quelquefois
    qualche giovane dolce
    come un succo di noce
    m'insegnan l'italien...

    Pe mme c'o tiempo pass'e vva pe mme nun ce sta maje qualquefois
    ce sta stu sempe, e che male ca fa.


    » Così lontani dalla riva «


    Così lontani dalla riva
    e più lontani dal rumore
    rapiti dalla luna nuova
    che ci confonde le parole
    Dove ti giri è sempre mare
    la notte passa nelle vele
    ma continuiamo a navigare
    c'era una volta un viaggiatore...


    » E noi, le voci e le parole «
    E noi le voci e le parole
    e noi lontani dal rumore
    e un libro ancora da sfogliare
    e una coperta e il suo calore...
    Così lontani dal rumore
    che neanche il vento si sentiva
    e il tempo, quello, ci sfiorava
    ma poi una notte un viaggiatore...

  • fiordineve
    00 06/02/2004 01:41
    CAMPER





    » Voglio una donna «


    Una canzone di Natale che le prenda la pelle
    E come tetto solo un cielo di stelle;
    abbiamo un mare di figli da pulirgli il culo:
    Che la piantasse un po' di andarsene in giro
    La voglio come Biancaneve coi sette nani,
    noiosa come una canzone degli "Intillimani"
    Voglio una donna "donna",
    donna "donna"
    donna con la gonna,
    gonna gonna
    Voglio una donna "donna"
    donna "donna"
    donna con la gonna
    gonna gonna

    Prendila te quella col cervello,
    che s'innamori di te quella che fa carriera,
    quella col pisello e la bandiera nera
    la cantatrice calva e la barricadera
    che non c'e mai la sera.....

    Non dico tutte: me ne basterebbe solo una,
    tanti auguri alle altre di più fortuna
    Voglio una donna, mi basta che non legga Freud,
    dammi una donna così che l'assicuro ai "Lloyd"
    preghierina preghierina fammela trovare,
    Madonnina Madonnina non mi abbandonare;

    Voglio una donna "donna"
    donna "donna"
    donna con la gonna
    gonna gonna
    Voglio una donna "donna"
    donna "donna"
    donna con la gonna
    gonna gonna

    Prendila tu la signorina rambo
    che fa l'amore a tempo
    che fa la corsa all'oro
    veloce come il lampo
    tenera come un muro
    padrona del futuro. ...

    Prendila te quella che fa il "Leasing"
    che s'innamori di te la Capitana Nemo,
    quella che va al "Briefing",
    perchè lei è dei ramo,
    e viene via dai Meeting
    stronza come un uomo
    sola come un uomo.


    » Stranamore (pure questo è amore) «

    E' lui che torna a casa sbronzo quasi tutte le sere
    e quel silenzio tra noi due che sembra non finire,
    quando lo svesto. lo rivesto e poi lo metto a letto,
    e quelle lettere che scrive e poi non sa spedirmi...
    forse lasciarlo sulle scale è un modo di salvarmi
    E tu che hai preso in mano
    il filo del mio treno di legno,
    che per essere più grande avevo dato in pegno:
    e ti ho baciato sul sorriso per non farti male,
    e ti ho sparato sulla bocca invece di baciarti
    perchè non fosse troppo lungo il tempo di lasciarti:

    Forse non lo sai ma pure questo è amore.

    E l'alba sul Danubio a Marco parve fosforo e miele
    e una ragazza bionda forse gli voleva dire
    che l'uomo è grande, l'uomo è vivo,
    l'uomo non è guerra;
    ma i generali gli rispondono che l'uomo è vino,
    combatte bene e muore meglio
    solo quando è pieno.

    E il primo disse "Ah sì,
    non vuoi comprare il nostro giornale?!"
    e gli altri "Lo teniamo fermo tanto per parlare"
    ed io pensai - ora gli dico "Sono anch'io fascista" -
    ma ad ogni pugno che arrivava dritto sulla testa
    la mia paura non bastava a farmi dire basta.

    Forse non lo sai ma pure questo è amore

    Ed il più grande
    conquistò nazione dopo nazione,
    e quando fu di fronte al mare si sentì un coglione
    perchè più in là
    non si poteva conquistare niente:
    e tanta strada per vedere un sole disperato,
    e sempre uguale e sempre
    Bello l'eroe con gli occhi azzurri dritto sopra la nave,
    ha più ferite che battaglie, e lui ce l'ha la chiave,
    Ha crocefissi e falci in pugno e bla bla bla fratelli,
    ed io ti ho sollevata figlia per vederlo meglio,
    io che non parto e sto a guardarti
    e che rimango sveglio.

    Forse non lo sai ma pure questo è amore.


    » La mia ragazza «

    La mia ragazza è alta
    e ha lunghi sguardi duri
    si voltano a guardarla
    per i suoi occhi scuri
    si mangiano le mani
    quelli che non ce l'hanno
    che l'hanno conosciuta
    e non la rivedranno
    La mia ragazza ha un figlio
    e lunghe calze nere
    si mette un dito in bocca
    prima di far l'amore
    si muove come il mare
    fra l'Africa e la Spagna
    voi non ci crederete
    la mia ragazza sogna.
    Amore mio che sogni
    amore ballerino
    che corri sopra il filo ed io cammino
    legato al tuo sorriso
    cammino sopra il fuoco
    prendi una carta che ti insegno un gioco

    Amore come il vento
    amore divertente
    che corri sui pensieri della gente
    qualcuno ti ha sorriso
    qualcuno dice che
    la mia ragazza è
    la mia ragazza è

    La mia ragazza è bella
    bella che non ragiono
    bella che più ci parlo
    e più mi sembra un uomo
    si mangiano le mani
    quelli che non ce l'hanno
    che l'hanno conosciuta
    ma non la rivedranno

    Amore mio che sogni
    amore ballerino
    tu corri sopra il filo ed io cammino
    capelli neri neri
    capelli rosso fuoco
    gira la carta che cambiamo gioco

    Gira la carta e sogna
    il vento e la fortuna
    la mia ragazza vola sulla luna
    ma chi l'ha vista giura
    che rassomiglia a me
    la mia ragazza è
    la mia ragazza è
    il mio mestiere
    è il mio mestiere.

    » Dentro gli occhi «


    Noi ci ritroveremo ancora insieme
    davanti a una finestra.
    ma molte molte lune in là
    e poche stelle in meno
    e forse sarai stanco per la corsa del topo
    probabilmente vecchio per inventare un nuovo gioco
    dimmi come t'inganni
    e quando avrò i tuoi anni?
    Lei ci avrà già lasciato
    in fondo a qualche data
    probabilmente a maggio
    ma lei per te sarà meno di un'ombra
    l'ombra di un'altro viaggio
    perchè i ricordi cambiano
    come cambia la pelle
    e tu ne avrai di nuovi e luminosi
    come le stelle
    e comunque vada
    guardami dentro gli occhi
    gli occhi ch'eran bambini
    guardami dentro gli occhi
    E non verranno i briganti
    a derubarti di notte
    perchè tutti i briganti
    prenderanno le botte
    e non verranno i pirati
    perchè tutti i pirati
    andranno in fondo al mare.
    E non verranno i piemontesi
    ad assalire Gaeta
    con le loro land rover,
    con le loro toyota
    e se verranno gli indiani
    con i lunghi coltelli
    noi daremo le botte le botte
    anche a quelli
    e adesso chiudi i tuoi occhi
    chiudi gli occhi che ho sonno
    son vent'anni che guardo
    e che non dormo.

    E i nostri figli se ne andranno per il mondo
    come fogli di carta
    sopra lunghi stivali silenziosi
    e li avremo già persi
    ed una incontrerà tutti quelli
    che io sono già stato
    e ci farà l'amore
    come in un sogno disperato
    scriverà sui cerini
    parole da bambini.
    E le parole invece tu
    le mischierai tutte dentro un cappello
    alla tua età scrivere una canzone
    non sarà più che quello
    e non so che farai, chi vedrai,
    se crederai a qualcuno,
    se ci sarà una donna con te
    o forse - meglio - nessuno
    ma comunque vada
    guardami dentro gli occhi
    gli occhi ch'eran bambini
    guardami dentro gli occhi.

    E non verranno i briganti
    a derubarti di notte
    perchè tutti i briganti
    prenderanno le botte
    e non verranno i pirati


    e non verranno i pirati
    ad abbordare la nave
    perchè tutti i pirati
    andranno in fondo al mare
    e non verranno i piemontesi
    ad assalire Gaeta
    con le loro land rover,
    con le loro toyota
    e se verranno gli indiani
    con i lunghi coltelli
    noi daremo le botte
    le botte anche a quelli.
    E adesso chiudi i tuoi occhi
    chiudi gli occhi che ho sonno
    son vent'anni che guardo
    e che non dormo.


    » Milady «


    Passano gli anni passano
    crescono i bimbi crescono
    Ritorni come un brivido
    su questo palcoscenico
    però ti sento timida, timida

    Tu che tenevi tutti i fili del cuore
    con due mani così lievi
    che sentivo dolore solo un po'...
    Non ti ho più vista piangere
    Non ti ho più vista ridere
    eri una voce fragile, fragile

    Abbiamo smesso d'inventare parole
    senza mai trovare quella che voleva dire
    vivere, vivere

    Milady non lasciarmi mai,
    ti voglio bene come sei,
    Milady madre amante e figlia,
    la sola che mi rassomiglia;
    Milady smettila di bere,
    ti spacco in testa quel bicchiere,
    sei vecchia e sembri un bambina,
    e vesti ancora da regina,
    Milady goccia su una foglia
    Milady... io non ne ho più voglia...

    Sono cambiato? Dimmelo;
    sei tu diversa? Parlami,
    sei sempre stata piccola, piccola:

    Io ti perdevo e mi sentivo vincente,
    ma non c'è stato mai verso
    di cambiarti con niente come te;
    non ti ho venduto l'anima,
    lasciami in pace, lasciami
    come mi sento stupido, stupido:

    Voglio una storia d'amore più vera,
    una donna che mi parla
    e che mi aspetta la sera vattene,
    vattene

    Milady non lasciarmi mai,
    senza di te cosa farei,
    Milady cipria sotto gli occhi,
    Milady persa negli specchi;
    Milady non hai voce e canti,
    in un teatro a fari spenti,
    Milady bolla di sapone,
    e ballerina di balcone:
    Milady il tempo è un soldatino
    che scrive lettere a nessuno

    Milady non lasciarmi mai,
    ti voglio sempre come sei,
    Milady strada di Parigi,
    Natale con i tre re magi;
    Milady ho perso la tua spilia
    Milady, Dio, come sei bella.


    » Mi manchi «

    Così a distanza d'anni aprì la mano
    E aveva tre monete d'oro finto
    Forse per questo non sorrise
    Forse per questo non disse "ho vinto"
    Richiuse il pugno, roba di un minuto
    Per non sentirlo vuoto
    E mi manchi.
    E la ragazza fece op-là una sera
    E fu un op-là da rimanerci incinta
    Vestì di bianco ch'era primavera
    E nella polaroid sorrise convinta
    Fecero seguito invitati misti
    e dodici antipasti
    E mi manchi, mi manchi, e mi manchi

    E quando dodici anni fa dal bagno
    Gli disse "è tardi, devo andare..."
    Pensò che si trattasse di un impegno
    Non dodici anni senza ritornare
    Da allora vinse quasi sempre tutto
    E smise di pensare
    E mi manchi, mi manchi, e mi manchi

    Ma finchè canto ti ho davanti
    Gli anni sono solo dei momenti
    Tu sei sempre stata qui davanti.




    Per amore mio (Ultimi giorni di Sancho P.) «


    Ragazzo noi siamo bugie del tempo
    appesi come foglie al vento di Mistral
    non eri ancora nata e già ti avevo dentro
    come stanotte in questa casa di Alcazar
    ma più bello di averti
    è quando di disegno
    niente ha più realtà del sogno
    il mondo non esiste
    il mondo non è vero
    e ho sognato di me.
    Per amore , solo per amore
    dei miei occhi, delle mie parole
    con la frutta marcia fra le mani
    con la donna che non c'è domani.
    Per amore, solo per amore
    del bambino perso sulle scale
    per tenermi se le gambe tremano
    e vedere dove gli altri guardano
    no, Sancho non muore.

    Ho combattuto il cuore dei mulini a vento
    insieme a un vecchio pazzo che si crede me
    ho amato Dulcinea insieme ad altri cento
    ho cantato per lei, ma perché?
    In un paese d'ombre
    fra la terra e il cielo ora sogno di te.
    Per amore, solo per amore
    dei miei gesti, delle mie parole
    delle notti che me li confondo insieme
    e del vino lento fiume nelle vene.
    Per amore, solo per amore
    di quel viso che non può tornare
    della stella che non può cadere già
    la tua mano che non sa tenermi più.
    Per amore, solo per amore
    di quel viso che non può tornare
    della stella che non può cadere giù
    la tua mano che non sa tenermi più.
    Per amore, solo per amore mio
    ho giocato sempre a strabiliare.
    Per amore, solo per amore mio
    dietro un velo che non puoi arrivarci tu.
    Per amore, solo per amore mio



    » Vorrei «

    Tu sei bella anche se non ridi
    sai cadere quasi sempre in piedi
    io non ho la giacca ed il coltello
    ma sul muro il tuo sorriso è bello
    Io vorrei
    rivederti per tutte le sere
    che ho guardato
    la tua foto in un vaso di mele

    Non ti ho mai voluto tanto bene
    vedi, quasi quasi ti conviene
    ti ho mai scritto lettere d'amore
    quando stavi sveglia ad aspettare?

    Si lo so
    che poi sei ritornata lo so
    ma qui dentro
    io continuo a vederti partìre...

    Io vorrei
    fare a pezzi il ricordo di un treno
    i tuoi treni
    e quell'uomo che vedi e che tieni...

    Io vorrei
    ammazzarlo per farti tornare
    sulle scale
    con la voglia di ricominciare
    hai ragione forse sono solo
    ho comprato il cielo ma non volo
    sono piccolo come un bambino
    puoi tenermi tutto in una mano

    Io vorrei
    rivederti per fare l'amore
    non sognarti
    quando il sogno comincia a finire

    io vorrei
    tu chi sei
    ed accorgermi che siamo uguali

    E vorrei contare i tuoi capelli
    fino all'ultimo senza sbagliare
    e alla fine
    dire che son belli
    e confonderli e ricominciare.


    » Tommy «


    Tommy era lì davanti
    e sorrideva
    ma sul quel piatto di riso
    mi lasciava
    per non farsi capire
    parlò dei denti
    e che avevo bisogno
    di altri appuntamenti.
    Se l'hai messo vicino
    a un assassino
    toglilo di lì Signore.
    Tommy non aveva niente
    da sognare
    aveva già passato tutto
    il suo avvenire
    nel suo giardino degli alberi incrociati
    dove i dolori non sono segnati.
    Notte lunga notte breve
    notte impossibile per la neve
    notte nera come il mare
    notte che correvo senza mai arrivare.
    Ora facciamo due conti
    io e te Signore
    quel giorno Tommy tirò
    una corda al cielo
    poi non si vide più
    non c'era niente
    così metterla al collo
    gli sembrò divertente
    ma Tommy è smarrito
    così piccino
    che non puoi abbracciarlo... almeno.
    Fa che sia una notte breve.
    Fa che l'inverno gli sia lieve
    quando poi sarà il momento
    digli che io c'ero e non ho fatto in tempo.
    Dagli un attimo di madre
    contro i tuoi regolamenti
    fallo, tanto chi ti vede
    toglilo dai miei che ne ho già avuti tanti.


    » Samarcanda «

    C'era una gran festa nella capitale
    perché la guerra era finita.
    I soldati erano tornati tutti a casa ed avevano gettato le divise.
    Per la strada si ballava e si beveva vino,
    i musicanti suonavano senza interruzione.
    Era primavera e le donne potevano, dopo tanti anni,
    riabbracciare i loro uomini. All'alba furono spenti i falò
    e fu proprio allora che tra la folla,
    per un momento, a un soldato parve di vedere
    una donna vestita di nero
    che lo guardava con occhi cattivi.
    ridere, ridere, ridere ancora,
    Ora la guerra paura non fa,
    brucian le divise dentro ilfuoco di sera,
    brucia nella gola vino a sazietà,
    musica di tamburelli fino all'aurora,
    il soldato che tutta la notte ballò
    vide tra la folla quella nera signora,
    vide che cercava lui e si spaventò.

    "Salvami, salvami, grande sovrano,
    fammi fuggire, fuggire di qua,
    alla parata mi stava vicino,
    e mi guardava con malignità"
    "Dategli, dategli un animale,
    figlio del lampo, degno di un re,
    presto, più presto perché possa scappare,
    dategli la bestia più veloce che c'è

    "corri cavallo, corri ti prego
    fino a Samarcanda io ti guiderò,
    non ti fermare, vola ti prego
    corri come il vento che mi salverò
    oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh,

    Fiumi poi campi, poi l'alba era viola,
    bianche le torri che infine toccò,
    ma vide tra la folla quella nera signora
    e stanco di fuggire la sua testa chinò:
    "Eri fra la gente nella capitale,
    so che mi guardavi con malignità,
    son scappato in mezzo ai grillie alle cicale,
    son scappato via ma ti ritrovo qua!"

    "Sbagli, t'inganni, ti sbagli soldato
    io non ti guardavo con malignità,
    era solamente uno sguardo stupito,
    cosa ci facevi l'altro ieri là?
    T'aspettavo qui per oggi a Samarcanda
    eri lontanissimo due giorni fa,
    ho temuto che per ascoltar la banda
    non facessi in tempo ad arrivare qua.

    Non è poi così lontana Samarcanda,
    corri cavallo, corri di là...
    ho cantato insieme a te tutta la notte
    corri come il vento che ci arriverà
    oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh



    » Il grande sogno «


    E naviga, naviga, musica naviga va
    tienimi forte stasera qualcuno verrà
    ma perché in questa notte di luna tu dimmi perché
    vado in giro a pescare ricordi e a scordarmi di te
    l'importante è chi il sogno ce l'ha più grande
    l'importante è di avercela la gioventù

    voglio Pepita Moreno la diva del jazz
    voglio ballarle sul seno nell'atrio del Ritz
    voglio tutto, lo voglio stanotte, ne voglio di più
    voglio subito, lo voglio adesso, puoi darmelo tu?

    E voglio la donna che ride, la voglio di più
    noi due soli nell'alba dorata dei mari del sud
    e fatine dagli occhi turchini, zecchini per me
    e portamele tutte nell'isola che adesso c'è
    l'importante è chi il sogno ce l'ha più grande
    l'importante è di avercela la gioventù

    Mamma mia, ma che notte di stelle stanotte per noi
    canta tu, canto io, l'importante è non smettere mai
    mamma mia, ma che notte stanotte di stelle e di idee
    sempre quelle, però sono belle perchè sono mie

    l'importante è chi il sogno ce l'ha più grande
    l'importante è di avercela la gioventù

    Mamma mia, ma che notte stanotte di stelle per noi
    sempre quelle, però così belle le hai viste mai?
    Guardami, parlami, aspettami, canto per te
    per te che adesso mi ascolti e sei pazza di me
    mamma mia, ma che notte stanotte di stelle per noi
    sempre quelle, però così belle le hai viste mai?


    » Il capolavoro «

    Si svegliò, guardò nell'alba e l'alba
    era lì senza memoria;
    camminò la terra ormai da anni
    senza tempo e senza storia:
    e fin dove gli occhi andavano
    non un suono, non un fiore
    rise e raddrizzò le sagome
    dei suoi alberi in cartone;
    strinse in tasca i semi inutili
    come il torto e la ragione:

    nel cervello già sfumava l'ombra
    e con l'ombra ci viveva...
    s'infilò come abitudine
    l'ago, quello di ogni sera
    e i fantasmi ritornarono
    per tenerlo vivo ancora

    "Dormi ora, dormi piano:
    sei bambino sui sentieri,
    l'orzo cresce, l'aria è buona
    proprio come ieri;
    dormi, forse c'è qualcuno
    dormi, forse non sei solo;
    dormi, è l'ultimo possibile capolavoro,
    dormi, è l'ultimo possibile capolavoro"

    Ma il silenzio dei fantasmi intorno
    si riempì con un rumore
    e un cavallo appena nato un giorno
    lo guardò senza capire;
    annusò quel poco d'alba
    fece un passo ma cascò.

    Cercò per valli e giorni e mesi
    l'erba e l'erba non trovò:
    e sudò per farlo stare in piedi
    ci provò e ci riprovò
    qualche favola degli uomini
    Ogni sera gli inventò:
    ma era disperato e inutile
    dargli fiato vicino,
    era come allontanarsi un po'
    la pistola di un mattino...

    "Dormi ora, dormi Piano,
    che le stelle vanno via;
    dormi, ti alzerai domani
    cosa vuoi che sia?
    Dormi e tornerà la neve
    dormi, il grano sarà d'oro;
    dormi e vivi tu sei l'ultimo capolavoro:
    tu sei l'ultimo Possibile capolavoro"


    Ninni

    » Tema del soldato eterno e degli aironi «


    Ho sparato nel profumo
    delle viole a Waterloo
    fra le rose
    sulla linea Maginot
    cavalcavano ragazze
    muli lenti sui sentieri
    con le gambe larghe
    per i nostri cuori.
    Sono stato vecchio ad Alamo
    bambino a Mantova.
    Ogni idea. l'ultima,
    era buona.
    Ho tradito sempre tutti
    tutti mi hanno perdonato
    non l'ho fatto
    e mi hanno fucilato.
    Tornerò a settembre
    tornerò a novembre
    un giorno tornerò
    e farò l'amore
    mi farai capire il senso
    che non so.
    Tu sola in tutto il mondo puoi
    spiegarmi cos'è vero.
    Passerà settembre
    passerà novembre
    ed io non tornerò
    forse manca poco
    forse è solo un gioco
    poi ti abbraccerò
    amore, amore aiutami
    io non so più chi sono
    ma so chi sei

    questa guerra di Crimea
    è piena dei tuoi occhi
    che non ho
    e domani contro franco
    morirò.
    Dormono gli aironi dormono
    come fiori su un gambo solo
    troppo grande il cielo
    per capirlo al volo.
    Scrivimi stanotte scrivimi
    stanotte parlami di te.
    Non lasciarmi solo, scrivimi
    ti prego spiegami perchè
    soltanto tu puoi dirmelo
    io non so più chi sono.
    Passerà settembre
    passerà novembre
    io non tornerò
    non mancava poco
    no non era un gioco
    non ti abbraccerò
    amore, amore è inutile
    io ti ho inventata
    e non ci sei



    » Velasquez «



    Ahi Velasquez, dove porti la mia vita?
    un fiore di camposi è impigliato fra le dita,
    e tante stelle, tante nelle notti chiare,
    e mille lune, mille dune da scoprire.
    Ahi Velasquez, non ti avessi mai seguito,
    con te non si torna una volta sola indietro:
    in mezzo ai venti, sempre genti da salvare,
    sei morto mille volte senza mai morire.

    Un vecchio zingaro ungherese
    di te parlando mi giurò
    che c'eri prima di suo padre,
    più in là nel tempo non andò.
    I cerchi del tuo tronco sono
    ferite d'armi e di parole
    che mai nessuno vendicò

    Ahi Velasquez, com'è duro questo amore.
    Mi pesa la notte prima di ricominciare:
    e tante veglie, come soglie di un mistero,
    per arrivare sempre più vicino al vero...

    Ahi Velasquez certe sere quanta voglia,
    fermare la vela e ritornare da mia moglie;
    e tu mi dici: "Fatti scrivere", è normale,
    per te bisogna sempre scrivere e lottare.

    E la tempesta ci sorprese
    due miglia dopo Capo Horn:
    se ne rideva delle offese,
    in mezzo al ponte si distese
    e fino all'alba mi cantò
    Ragazze, terre, contadini,
    da sempre popoli e padroni,
    fu lì che tutto comincò.

    Ahi Velasquez fino a quando inventeremo
    un nido di rose ai piedi dell'arcobaleno,
    e tante stelle, tante nelle notti chiare
    per questo mondo, questo mondo da cambiare?

    ahi Velasquez, ahi chitarra come spada,
    mantello di sabbia, orecchio mozzo, antica sfida,
    eterna attesa, corda tesa da spazzare,
    e tanta voglia, tanta voglia di tornare...



    » Signor giudice «


    Signor giudice
    Le stelle sono chiare
    Per chi le può vedere
    Magari stando al mare
    Signor giudice
    Chissà chissà che sole
    Si copra per favore
    Che le può fare male
    Immaginiamo che avrà
    Cose più grandi di noi
    Forse una moglie
    Troppo giovane
    E ci scusiamo con lei
    D'importunarla così
    Ma ci capisca
    In fondo siamo uomini così così
    Abbiamo donne abbiamo amici così così
    Leggiamo poco leggiamo libri così così
    E nelle foto veniamo sempre così così

    Signor giudice
    Lei venga quando vuole
    Più ci farà aspettare
    Più sarà bello uscire
    Signor giudice
    Si compri il costumino si mangi l'arancino
    coi suo pomodorino
    Noi siamo tanti siam qua, già la chiamiamo papà
    Di quei papà
    Che non si conoscono

    Quel giorno quando verrà giudichi senza pietà
    Ci vergognamo tanto d'essere uomini
    così così

    Sogniamo poco sogniamo sogni così così
    Abbiamo nonne abbiamo mamme così così
    E quasi sempre sposiamo mogli così così
    Se ci riusciamo facciamo figli così così
    Abbiamo tutti le stesse facce così così
    Viaggiamo poco, vediamo posti così così
    Ed ogni sera ci ritroviamo così così

    Signor giudice noi siamo quel che siamo
    Ma l'ala di un gabbiano può far volar lontano
    Signor giudice qui il tempo scorre piano
    Ma noi che l'adoriamo coi tempo ci giochiamo
    L'ombra sul muro non è una regola
    Però ci fai l'amore per abitudine
    Lei certamente farà quello che è giusto
    Per noi che ci fidiamo e continuiamo
    A vivere così così così

    Sappiamo poco sappiamo cose così così
    Ci accontentiamo perchè noi siamo così così
    A casa nostra ci sono quadri così così
    E se c'è sole è sempre sole così così
    Sogniamo poco sogniamo sogni così così
    E nelle foto veniamo sempre così così
    Ed ogni sera ci ritroviamo così così


    » Robinson «

    Il bambino segue un sogno
    l'avventura fuori dal cortile
    onda piena nelle notti chiare
    la sorpresa di una fata
    che dal niente fa una palizzata
    una persa fra le stelle
    quando un grillo dal camino canta
    e non si sa dov'è ma l'eroe sorride ed è con te
    quando il vento ha il suono di una voce dentro l'alber
    la luna fa sognare
    io da grande sarò
    come Robinson Robinson Robinson.,.
    L'orologio dei trent'anni
    batte colpi che non lasciano segni
    e non ne ha lasciati il tuo fucile
    qui la notte è solo vento
    roba consumata, un fuoco finto
    chi non dorme aspetta le astronavi
    qui l'amore passa e passa il tempo di cantarselo
    nel cortile chi ti aspetta più?
    sotto il cielo sulla spiaggia un vecchio mago zingaro
    e la luna fa pensare io da grande sarò
    come Robinson Robinson Robinson...

    Ma il bambino sulla nave non ha fantasia
    quando torna crede di andar via
    ora chiude a chiave la sua roba per difenderla
    ha il fucile nella mano
    e dallo specchio gli sorride
    Robinson Robinson Robinson...


    » Montecristo «



    Visto dall'alto mi sembrava un paradiso in mezzo
    a quei sentieri
    Di tutto mi aspettavo tranne che una spiaggia di
    carabinieri
    Ci han chiuso dentro tutti tranne l'avvocato
    Che si porta a letto la sua scimmia
    Chissà in che mari ne ha lanciati di messaggi
    Chiusi bene dentro la bottiglia
    Sorrido sempre sto aspettando che mi cresca il
    mio primo dentino
    Non apro più gli armadi per non incontrare quelli
    di torino
    Da un po' di tempo c'è al mio posto
    Quando viene gente un manichino di cartone
    Così lui ascolta gli altri e io mi posso
    Dedicare in pace alla masturbazione

    Montecristo Montecristo Montecristo...

    Il tuo ritratto me lo tengo stretto stretto
    con la mano sopra il cuore
    0 grande amore solo amore
    per fortuna mio finito amore
    Nella mia cella non si stava tanto male
    C'era il frigo con le noccíoiine
    Ed ogni tanto mi veniva a visitare per studiarmi
    Un gruppo di bambine

    Hanno sparato cento volte
    in cento posti ad ottime persone
    Sinceramente non mi ha mai colto
    una crisi di disperazione
    Sono sconvolto dagli insetti
    Che continuano a far figli tutti a casa mia
    Per non parlare della piccola cinese
    Che mi ha dato solo un bacio e via

    Montecristo Montecristo Montecristo...

    Oggi ho scavato un buco
    che non porta in nessun posto come ieri
    Ho messo sotto terra il frigorifero
    ed un po' dei tuoi pensieri
    Le ballerine di provincia ballano
    Due volte al giorno senza fantasia
    E tu mi vieni a dire che quel rosso
    Nei miei occhi è stata solo malattia

    Il vento non ha mai sfiorato i tuoi capelli
    (che sciocchezza è questa?!?)

    Al vento, s'è un po' serio,
    certe idee non vengono neanche in testa
    E il vecchio intanto mi diceva:
    "fuggi dentro il sacco, fuggi, questa è una
    prigione"
    e il vecchio mi diceva: "fuggi che ti faccio ricco
    questa si ch'è un'occasione!"

    Montecristo Montecristo Montecristo...


    » L'ultimo spettacolo «

    Ascolta, ti ricordi quando venne
    la nave del fenicio a portar via
    me, con tutta la voglia di cantare
    gli uomini, il mondo, e farne poesia...
    con l'occhio azzurro io ti salutavo,
    con quello blu io già ti rimpiangevo,
    e l'albero tremava e vidi terra,
    i Greci, i fuochi e l'infinita guerra
    li vidi ad uno ad uno
    mentre aprivano la mano
    e mi mostravano la sorte
    come a dire "Noi scegliamo,
    non c'è un Dio che sia più forte"
    e l'ombra nera che passò,
    ridendo ripeteva no...

    Ascolta, ero partito per cantare
    uomini grandi dietro grandi scudi,
    e ho visto uomini piccoli ammazzarre,
    piccoli, goffi, disperati e nudi...
    laggiù conobbi pure un vecchio aedo
    che si accecò per rimaner nel sogno,
    con l'occhio azzurro invece ho visto e vedo,
    con l'occhio blu mi volto e ti ricordo...

    Ma tu non mi parlavi
    e le mie idee come ramarri
    ritiravano la testa
    dentro il muro, quando è tardi
    perché è freddo, perché è scuro:
    e mille solitudini
    e i buchi per nascondersi...

    E ho visto fra le lampade un amore:
    e lui che fece stendere sul letto
    l'amico con due spade dentro il cuore,
    e gli baciò piangendo il viso e il petto...
    e son tornato per vederti andare,
    e mentre parti e mi saluti in fretta,
    fra tutte le parole che puoi dire
    mi chiedi "Me la dai una sigaretta?"

    Io di Muratti, mi dispiace, non ne ho
    il marciapiede per Torino, sì lo so;
    ma un conto è stare a farti un po' di compagnia,
    altro aspettare che il treno vada via,
    Perché t'aiuto io ad andare non lo sai,
    sì, questo a chi si lascia non succede mai,
    ma non ti ho mai considerata roba mia,
    io ho le mie favole, e tu una storia tua

    Ma tu non mi parlavi
    e le mie idee come ramarri
    ritiravano la testa
    dentro il muro, quando è tardi
    perché è freddo, perché è scuro...
    E ancora solitudini
    e buchi per nascondersi...

    E non si è soli quando un altro ti ha lasciato,
    si è soli se qualcuno non è mai venuto
    però scendendo perdo i pezzi per le scale,
    e chi ci passa su, non sa di farmi male.
    Ma non venite a dirmi adesso lascia stare
    o che la lotta deve continuare,
    perché se questa storia fosse una canzone
    con una fine mia, tu non andresti via.



    » Luci a San Siro «


    Hanno ragione, hanno ragione
    mi han detto:"E' vecchio tutto quello che lei fa,
    parli di donne da buon costume,
    di questo han voglia se non l'ha capito già"
    E che gli dico:"Guardi non posso, io quando ho
    amato
    ho amato dentro gli occhi suoi,
    magari anche fra le sue braccia
    ma ho sempre pianto per la sua felicità"
    Luci a San Siro di quella sera
    che c'è di strano siamo stati tutti là,
    ricordi il gioco dentro la nebbia?
    Tu ti nascondi e se ti trovo ti amo là.
    Ma stai barando, tu stai gridando,
    così non vale, è troppo facile così
    trovarti amarti giocare il tempo
    sull'erba morta con il freddo che fa qui

    Ma il tempo emigra mi han messo in mezzo
    non son capace più di dire un solo no
    Ti vedo e a volte ti vorrei dire
    ma questa gente intorno a noi che cosa fa?
    Fa la mia vita, fa la tua vita
    tanto doveva prima o poi finire lì
    ridevi e forse avevi un fiore
    ti ho capita, non mi hai capito mai

    Scrivi vecchioni, scrivi canzoni
    che più ne scrivi più sei bravo e fai danè
    tanto che importa a chi le ascolta
    se lei c'è stata o non c'è stata e lei chi è?
    Fatti pagare, fatti valere
    più abbassi il capo più ti dicono di si
    e se hai le mani sporche che importa

    tienile chiuse e nessuno lo saprà

    Milano mia portami via, fa tanto freddo,
    ho schifo e non ne posso più,
    facciamo un cambio prenditi pure
    quel po' di soldi quel po' di celebrità
    ma dammi indietro la mia seicento,
    i miei vent'anni e una ragazza che tu sai
    Milano scusa stavo scherzando,
    luci a San Siro non ne accenderanno più.

  • fiordineve
    00 06/02/2004 01:46
    MILADY




    » Alessandro e il mare «


    Il tramonto era pieno di soldati ubriachi di futuro
    fra i dadi le bestemmie e il sogno di un letto più sicuro;
    ma quando lui usciva dalla tenda non osavano
    nemmeno guardare:
    sapevano che c'era la sua ombra sola davanti al mare.
    Poi l'alba era tutta un fumo di cavalli,
    gridi e risate nuove;
    dove si va, passato il Gange,
    Generale, parla, dicci solo dove:
    e lui usciva dalla tenda bello come la mattina il sole:
    come in una lontana leggenda,
    perduta chissà dove...

    tornava bambino,
    e tornava bambino,
    quando stava da solo a giocare nei viali
    di un immenso giardino;
    la fontana coi pesci
    dai riflessi d'argento,
    che poteva soltanto guardarla,
    mai buttarcisi dentro.

    Non un capello fuori posto
    mentre entrava a cavallo nel mare,
    e il cuore, il cuore gli batteva addosso
    come a una donna che si va a sposare;
    e tutti lo seguirono cantando
    senza nemmeno sospettare,
    e gli andarono dietro contenti
    di dover annegare.

    tornava bambino,
    e tornava bambino,
    quando stava da solo a giocare nei viali
    di un immenso giardino;
    la fontana coi pesci
    dai riflessi d'argento
    che poteva solo guardarla
    mai buttarcisi dentro.

    E mentre si voltava indietro
    non aveva niente da vedere;
    e mentre si guardava avanti
    niente da voler sapere;
    ma il tempo di tutta una vita
    non valeva quel solo momento:
    Alessandro, così grande fuori, così piccolo dentro.


    » Poesia scritta in un bar «


    Poesia scritta in un bar
    sopra l'onda dei mar
    butta male corsar:
    la luna è piena
    Tutti quelli che dan
    tutti questi che san
    caravan caravan
    l'aria è serena

    Tu mi cerchi di dir
    jo no quiero entendir
    voglio solo tenir
    la mia cabeza

    Strette strette le man
    per fermare ma invan
    i pensieri che van
    con la cerveza

    Sono stata puttana
    coi miei dieci mariti
    uno per settimana
    ma li ho tutti traditi
    non ho fatto godere
    mai l'amore a nessuno
    mi son fatta pagare dieci per uno
    Dove cresce il limon
    lì c'è l'uomo che è bon
    canta tante canzon
    e un po' si incazza

    Dove cresce il milion
    lì c'è l'uomo che è bon,
    gli altri tutti coglion:
    l'è un'altra razza

    Si potrebbe anche far
    quasi come aspettar
    tanto sono una star
    e chi m'ammazza?
    Poesia scritta in un bar
    sul Martini a versar
    basterebbe trovar
    una carezza.

    Sono stata puttana
    coi miei dieci mariti
    uno per settimana
    ma li ho tutti traditi
    non ho fatto godere
    mai l'amore a nessuno
    mi son fatta pagare
    dieci per uno

    Sono stata puttana
    coi miei dieci sorrisi
    uno per settimana
    e li avevo decisi
    non li ho fatti godere
    mai per niente a nessuno
    ma li ho fatti pagare
    uno per uno.


    » Certezze «



    » Mariù «


    È passato anche il tempo peggiore
    è passato anche il tempo creduto migliore
    è passato fischiando, come il treno per Yuma;
    sollevando la polvere, un fiore, una spina, una piuma.
    Serenata leggera, che leggera è la sera,
    e i bambini rimangono in piedi
    a guardare la luna;
    serenata serena, che serena è la sera,
    ma quel rosso nel fondo dei cielo
    mi fa solo paura...
    Parlami d'amore Maríù
    Parlami d'amore Mariù
    E stanotte non voglio
    né carezze né baci,
    e non voglio nemmeno sapere
    se mi credi o mi piaci, solo
    parlami d'amore Mariù
    parlami d'amore Mariù.

    E lontano lontano in un sogno,
    sono stato bambino chissà in quale regno
    dove il tempo era un mago
    con la voce incantata
    e la notte era un principe,
    un drago, un gigante, una tata,
    serenata leggera, che leggera è la sera.
    E mi alzavo in silenzio a vedere
    com'è bella la luna,
    serenata serena, che serena e la sera,
    ma quel rosso nel fondo dei cielo
    mette solo paura...

    Parlami d'amore Mariù
    parlami d'amore Mariù.
    E stanotte non voglio ne carezze ne baci
    e non voglio nemmeno sapere
    se mi credi o mi piaci, solo
    parlami d'amore Mariù
    parlami d'amore Mariù.


    » Milady «



    Passano gli anni passano
    crescono i bimbi crescono
    Ritorni come un brivido
    su questo palcoscenico
    però ti sento timida, timida

    Tu che tenevi tutti i fili del cuore
    con due mani così lievi
    che sentivo dolore solo un po'...
    Non ti ho più vista piangere
    Non ti ho più vista ridere
    eri una voce fragile, fragile

    Abbiamo smesso d'inventare parole
    senza mai trovare quella che voleva dire
    vivere, vivere

    Milady non lasciarmi mai,
    ti voglio bene come sei,
    Milady madre amante e figlia,
    la sola che mi rassomiglia;
    Milady smettila di bere,
    ti spacco in testa quel bicchiere,
    sei vecchia e sembri un bambina,
    e vesti ancora da regina,
    Milady goccia su una foglia
    Milady... io non ne ho più voglia...

    Sono cambiato? Dimmelo;
    sei tu diversa? Parlami,
    sei sempre stata piccola, piccola:

    Io ti perdevo e mi sentivo vincente,
    ma non c'è stato mai verso
    di cambiarti con niente come te;
    non ti ho venduto l'anima,
    lasciami in pace, lasciami
    come mi sento stupido, stupido:

    Voglio una storia d'amore più vera,
    una donna che mi parla
    e che mi aspetta la sera vattene,
    vattene

    Milady non lasciarmi mai,
    senza di te cosa farei,
    Milady cipria sotto gli occhi,
    Milady persa negli specchi;
    Milady non hai voce e canti,
    in un teatro a fari spenti,
    Milady bolla di sapone,
    e ballerina di balcone:
    Milady il tempo è un soldatino
    che scrive lettere a nessuno

    Milady non lasciarmi mai,
    ti voglio sempre come sei,
    Milady strada di Parigi,
    Natale con i tre re magi;
    Milady ho perso la tua spilia
    Milady, Dio, come sei bella


    » Leonardo Cohen «


    C'è soltanto un albergo a Venezia
    è l'albergo di quando mi ami
    quando i figli non c'erano ancora
    ed io solo baciavo i tuoi seni
    quando i fogli volavano in alto
    quando tutto quel poco era molto
    perché ti amavo
    oh se ti amavo
    quanto ti amavo
    E la gente sorride a Venezia
    si ricorda di quando passavi
    coi pensieri che avevano fretta
    e le gambe che non le mostravi
    ricorda che c'era anche un uomo
    due occhi di un altro mattino
    Perché ti amava
    se ti amava
    quanto di amava

    c'è un vecchio cortile a Venezia
    dove vanno a finire i ricordi
    se hai voglia di quella carezza
    ci porto perché sono verdi
    gli alberi di quella sera
    la luna che c'era e non c'era
    Perché mi ami
    e non mi ami
    quanto mi ami

    Ho imparato che il tempo è bellezza
    ho imparato anche a fare l'amore
    noi due siamo rimasti a Venezia
    ci saremmo capiti ugualmente
    Perché ti amo
    Oh se ti amo
    Quanto ti amo


    » Gli anni «


    Cos'è rimasto delle gioie
    e dei miei improbabili dolori?
    dov'è finito il tempo
    dei miei straordinari batticuori?
    avessi inventato qualcosa,
    si fa per dire una pietanza;
    fossi stato un genio
    o almeno un terzino dell'Atalanta;
    mia madre mi diceva sempre:
    "Smettila di bere!"
    e non sapeva ancora
    che dovevo ancora cominciare
    io mi toccavo freneticamene
    pensando alle sue amiche
    alle idee già
    da allora le mie preferite
    Gli anni t'inseguono
    quando sei solo
    gli anni ti parlano
    ma non è vero

    Gli anni rimangono
    silenziosi, leggeri,
    stanno dove li metti
    e si nascondono
    negli odori, nei fogli,
    nel wysky, nei cassetti
    gli anni si impigliano
    e si aggrovigliano

    Vorrei parlarti
    vorrei spiegarti
    vorrei lasciarti
    e poi cercarti

    Vorrei sognare
    che è stato solo un sogno
    che mi hanno raccontato
    senza dormire
    perché il mondo non c'è
    quando io sono addormentato
    e poi dormire
    con una poesia
    che da sempre so a memoria
    senza sognare
    e la ragazza usciva
    lentamente dalla storia

    gli anni continuano
    telefona almeno per dirmi
    come ti va la scuola
    fatti guardare
    come ti sei fatta bella,
    è vero, il tempo vola
    gli anni t'imbrogliano
    io non so più se
    sono buoni o cattivi gli indiani
    però non vale
    che stavo in piedi a vedere
    con chi usciva lei domani
    gli anni sorridono
    e un'altra donna leggera
    leggera danza sulle dita
    corrono avanti
    e colori, persone,
    giochi giorni, l'Inter, la partita

    Gli anni che passano
    non sono mai tanti
    gli anni miei...
    gli anni, gli anni, gli anni.


    » Polo sud «

    Ma chi ce l'ha fatto fare
    di partire e non tornare
    a me e a te?
    Com'è bianco questo bianco
    cosi bianco che più bianco
    non si può, o no...
    cosa c'era da provare,
    cosa c'era da giocare
    per chi, e proprio qui?
    in quest'angolo banale
    l'orizzonte è sempre uguaie:
    dov'è? chissà se c'è"

    Solo qualche steila fredda
    che non brilla e non ti guarda

    e poi chi siamo noi?,
    Noi seduti nella sera a sfidare la bufera:
    gli eroi!
    lo qui ai poio che ci faccio,
    non nìi piace neanche il ghiaccio
    e il pack, fa crack;
    forse a far i'esploratore
    era meglio i'Equatore
    e là, che caldo fa!
    Qui i'estate non arriva
    c-è un pinguino alla deriva
    che va, ma dove va?
    io ho imparato ad abbaiare
    per potere chiacchierare
    e tu, non parli Più
    ma confondo cani e vento,
    quando ho riso e quando ho pianto
    e lei, e lei dOV'è?
    così uno fa l'amore solamente a ricordare
    com'è...

    atesta in giù
    da due mesi ho un occhio chiuso
    poi mi cola sempre il naso
    e tu, dove sei tu?
    Sarà bella l'avventura
    sarà bello ma non dura
    chi va un po' più in là
    ma vuoi mettere il calore
    di una strada, di un rumore
    coi blu di quaggiù!

    Quando andranno sulla Luna,
    io quel giorno per fortuna
    io no, non ci sarò:
    sulia Luna c'è un castello
    che finché lo sogno e bello poi no...

    Ma chi ce l'ha fatto fare
    ai partire e non tornare
    a me e a te?
    com'è bianco questo bianco
    cosi bianco che più bianco
    non si può o no...
    o no o no....
    Polo Sud Polo sud
    Polo sud Polo sud
    non finisce mai la sera
    Polo sud
    poi la notte è bianca e nera
    Polo sud
    ma noi, noi siamo eroi!
    Polo sud
    cosa c'era da cercare?
    Polo sud
    cosa c'era da scoprire?
    Polo sud
    lassù o quaggiù
    Polo sud
    a me prima di partire
    Polo sud
    mi sembrava d'impazzire
    Polo sud
    chissà come sarà?
    Polo sud...

  • fiordineve
    00 06/02/2004 01:54
    » Blumùn «




    » Blumùn «


    parlato Gene Gnocchi:
    Vecchioni, Vecchioni... già il nome che hai avuto in sorte,
    Vecchioni... ma non ti dice niente? E continui a
    rubarmi giorno dopo giorno, anno dopo anno... e io
    a concederli questi anni e sai perché?
    Ogni anno che passa, mi piace vedere la tua faccia
    da viaggiatore di commercio che ha scoperto al
    casello che c'è lo sciopero e non si paga e fa la
    faccia seria ma dentro... ride.

    Non mi dire più niente, sì lo so!
    che ti ho fregato sugli anni, se lo so!
    Ma gli anni io li ho amati da incosciente,
    ad uno ad uno senza preferenze:
    e ridarteli indietro brucia un po'.

    Non rimpiango le cose che non ho, oh no,
    sono molte, molte di più quelle che ho;
    da Viaggiatore di malinconie
    mi trovo a corto di furfanterie:
    le stelle della mia sera sono mie

    Blumun, evanescente Blumun blu
    Blumun, un po' invadente Blumun blu
    Blumun, Blumun blu

    Questa luna nel cielo sembra panna,
    che voglia di una lontana ninna nanna!
    Ho tanti amori, tanti figli addosso,
    che pare brutto salutarli adesso:
    sono un uomo felice, lo confesso.

    I marinai che se ne vanno via
    non hanno limiti di nostalgia:
    vado nella mia sera, perchè è mia

    Blumun, è la mia sera, Blumun blu,
    Blumun, è la mia vita, Blumun blu,
    Blumun, Blumun blu

    Blumun, a luci spente, Blumun blu,
    Blumun, dolore niente, Blumun blu,
    Blumun, Blumun blu

    Quando ci vedremo (spero tardi
    e non m'importa come),
    mettimi in un posto con la donna
    e con gli amici miei;
    lasciami un buco
    per guardare in fondo,
    vorrei vedere
    qualche volta il mondo,
    il mio mondo...

    Blumun, ti voglio bene, Blumun blu,
    Blumun, vi voglio bene, Blumun blu,
    Blumun, Blumun blu
    Blumun, ho tanto sonno, Blumun blu,
    Blumun, in questo sogno, Blumun blu,
    Blumun, Blumun blu


    » Angeli «


    Angeli vi guardo
    e mi ricordo
    quand'ero insieme luce
    e approssimato sgorbio
    Angeli veri
    e angeli di merda
    tenuti su dal cielo
    con la corda

    Angeli musicanti
    e soli
    mandati a scuola
    per imparare i cori

    Carichi di sperma
    e di segnali
    ma cosÌ lenti
    a strascicar le ali

    Fragili, fragili, fragili, fragili:
    non sanno cosa
    svanirà,svanirà,svanirà.

    angeli splendenti
    e replicanti
    moltiplicati per il raggio
    dei loro denti

    angeli d'allevamento
    nutriti bene
    per diventare uomini
    o sirene

    Sogni di mezza estate,
    sogni,
    frusciare d'ali;
    a casa dopo i temporali

    Angeli incoscienti,
    lascia che sia,
    la morte è solo un salto
    di corsia

    Fragili, fragili, fragili, fragili:
    non sanno cosa
    svanirà,svanirà,svanirà.

    angeli ragazzi strepitanti
    naviganti al sole,
    malinconia di cavalcare l'aria

    come voi:
    angeli che rabbia che mi fate
    disperato amore
    degli anni che non ci capivo niente
    e che nemmeno mi saltava in mente
    d'esser uomo.

    angeli in amore
    e disamore:
    stesso modo di
    stracciarsi il cuore

    Angeli mitragliati
    di parole
    che non li aiutano
    a capire

    Angeli indifesi
    e generosi,
    perciò fregati sempre
    in tutti i casi

    angeli di sera:
    c'è chi fa le foglie
    e qualcun altro spara
    sulla moglie

    Fragili, fragili, fragili, fragili:
    non sanno cosa
    svanirà,svanirà,svanirà.

    Angeli ragazzi travolgenti
    naviganti al sole,
    polvere e stelle americane
    che non rivedrò:
    angeli che rabbia che mi fate
    belli da lontano,
    luce di stelle che mi arriva in mano,
    quando oramai le stelle non ci sono
    e c'incontriamo;
    angeli, cadere mai, ma scivolare sul cielo,
    facendo finta di seguire l'onda
    che non c'è
    angeli che gioia che mi date
    quando vi rivedo,
    perché continuo a non capirci
    niente
    e questo è il solo modo,
    finalmente, d'esse uomo.


    » Euridice «


    Morirò di paura
    e venire là in fondo,
    maledetto padrone
    del tempo che fugge,
    del buio e del freddo:
    ma lei aveva vent'anni
    e faceva l'amore,
    e nei campi di maggio,
    da quando è partita,
    non cresce più un fiore ...
    E canterò,
    stasera canterò,
    tutte le mie canzoni canterò,
    con il cuore in gola canterò:
    e canterò la storia delle sue mani
    che erano passeri di mare,
    e gli occhi come incanti d'onde
    scivolanti ai bordi delle sere;
    e canterò le madri che
    accompagnano i figli
    verso i loro sogni,
    per non vederli più, la sera,
    sulle vele nere dei ritorni;
    e canterò finché avrò fiato,
    finché avrò voce di dolcezza e rabbia
    gli uomini, segni dimenticati,
    gli uomini, lacrime nella pioggia,
    aggrappati alla vita che se ne va
    con tutto il furore dell'ultimo bacio
    nell'ultimo giorno dell'ultimo amore;
    e canterò finché tu piangerai,
    e canterò finché tu perderai,
    e canterò finché tu scoppierai
    e me la ridarai indietro.

    Ma non avrò più la forza
    di portarla là fuori,
    perché lei adesso è morta
    e là fuori ci sono la luce e i colori:
    dopo aver vinto il cielo
    e battuto l'inferno,
    basterà che mi volti
    e la lascio nella notte,
    la lascio all'inverno...

    e mi volterò
    le carezze di ieri
    mi volterò
    non saranno mai più quelle
    mi volterò
    e nel mondo, su, là fuori
    mi volterò
    s'intravedono le stelle
    mi volterò perché l'ho visto il gelo
    che le ha preso la vita,
    e io, io adesso, nessun altro,
    dico che è finita;
    e ragazze sognanti m'aspettano
    a danzarmi il cuore,
    perché tutto quello che si piange
    non é amore.
    e mi volterò perché tu sfiorirai,
    mi volterò perché tu sparirai,
    mi volterò perché già non ci sei
    e ti addormenterai per sempre.


    » Rossana Rossana (Berg e Rac) «


    Rossana, Rossana,
    non ce la faccio più
    a vivere col cuore
    dentro il naso;
    lontana, lontana
    bellezza che eri tu,
    lo specchio per sorridere di me
    Io sono quello di ieri
    che ti cantava nella notte,
    e ho nelle mani soltanto
    stelle rotte:
    l'ombra perduta tra i rami
    che non potevi mai vedere,
    mentre quell'altro saliva
    e ti faceva l'amore, l'amore, l'amore...
    Rossana, Rossana,
    il tempo vola e ah,
    non è più tempo
    di chiamarti amore;
    Rossana, rossana,
    che brutta eternità
    desiderarti e non averti mai.

    Io sono l'altro di ieri
    che non cantava nella notte,
    aprivo solo la bocca,
    facevo finta forte;
    e ti ho bagnato d'amore
    che non ne ho più nessuna voglia:
    mentre quell'altro sognava,
    sognava dietro la soglia, sognava

    Rossana, Rossana,
    che fame, amore mio,
    ma quante bocche avevi
    e quante mani?
    vicina, vicina
    ancora e sempre più
    che bello fu distruggerci così

    Rossana, Rossana,
    adesso non lo so
    se ho vinto io
    o lui che ti sognava:
    Rossana, canzone
    che non ho scritto mai,
    ma ripeteva all'infinito te


    » Paco «


    Dormi dormi amico mio
    vecchio ladro di conigli,
    scopatore senza fine,
    zio e nonno dei tuoi figli;
    ti ho pescato in mezzo ai fiumi,
    con le spine nel sedere,
    navigante nei pattumi
    con gli amici di quartiere;
    mi sei morto cento volte
    e sei vivo non so come,
    sublimando come un'arte
    la rapina e l'evasione;
    sì lo so che c'era amore
    quando mi mettevi sotto,
    e che stavi sempre in piedi
    quando non andavo a letto...

    ma con quegli occhi da pazzo
    spalancati nella notte,
    a te andava soltanto
    di scopare e fare a botte:

    Dormi, ma perché non dormi mai?
    Pensavo: dormi, pure tu ti stancherai!":
    non dormivi mai

    Ma sei stanco e il tempo passa,
    fai fatica se ti chiamo,
    sulla tua poltrona rossa
    come un vecchio gentiluomo;
    come se volessi ancora
    far le corse contro il treno;
    come quando ti accorgevi
    dei miei passi da lontano;

    Stai tranquillo che abbiamo chiuso
    tutte le persiane;
    e bambini nessuno te li tocca,
    stanno bene:

    Dormi, sei stato un grande cane
    adesso dormi, hai fatto tutto bene:
    ora è il turno mio, resto sveglio io.


    » Saggio di danza classica e moderna «


    L'ora preferibile è la sera prima delle nove,
    l'ideale poi sarebbe farlo mentre fuori piove;
    lei dovrebbe stare perlomeno nella stessa stanza;
    pare strettamente indispensabile la sua presenza:
    anche se un'altra scuola di pensiero
    dice che sia meglio senza.
    Per la posizione, quand'è comoda, io la rispetto,
    ma personalmente preferisco stare sempre sotto;
    molto poi dipende anche da come ti risponde il letto:
    e non rovinare la finzione, che è metà di tutto;
    e non accendere la luce:
    questo scherzo può costarti brutto

    Su e giù, va beh, ma su e giù
    va pure un ascensore,
    non basta andare dentro e fuori
    per chiamarlo amore;
    non bisogna aver la pretesa
    di voler strafare:
    essere porci perlopiù,
    però poeti nel momento clou.

    Ma la condizione indispensabile è di non parlare,
    fino alla finezza irraggiungibile di non pensare;
    devi prendere l'esempio dalle trote che
    ci sanno fare,
    ché non si è mai visto di una trota che
    non sa godere:
    o almeno credo supponendo
    che non abbiano un granché da fare.

    Su e giù, va beh, ma su e giù
    va pure un ascensore,
    questo "dimmi dammi che ti do"
    non puoi chiamarlo amore;
    sei o no la punta di diamante
    dell'evoluzione?
    essere porci perlopiù,
    però poeti nel momento clou.

    quando sei partito e niente al mondo
    ti può più fermare,
    qualche variazione laterale non ci sta poi male;
    ma per carità non la lasciare sola in mezzo al mare
    per l'insopprimibile bisogno di voler finire:
    ché dopo tutta sta canzone
    ti fai dare pure del coglione.


    » Gli amici miei «


    In questa storia che diventa tempo
    in questo tempo che diventa amore,
    ho conosiuto ragazze ridenti fuggenti
    nel giro di poche ore,
    e con due ali di cera mi sono permesso
    di andare a toccare il sole;
    qualche sorriso di madre fa
    crescere in fretta
    fa bene alla pelle e al cuore.
    E adesso ho vinto, se pure si vince
    che è tutto da dimostrare;
    ho ereditato la terra che aveva
    mio padre,
    ovvero le sue parole;
    e guardo l'alba che insegue il tramonto,
    che insegue la notte per far l'amore;
    e sento te che mi riempi la stanza
    e la vita
    ché niente può farmi male,
    e penso

    Dove saranno gli amici miei,
    quelli del tempo che c'era lei?
    come vorrei... cosa darei...
    dove saranno gli amici miei?

    amore, amore, tienimi forte la mano
    e aiutami a ricordare:
    io sono un piccolo uomo sotto un
    piccolo vetro
    che non si può più spezzare;
    vorrei mandare in frantumi
    memoria, pensieri, almeno per un
    saluto;
    e avere ancora vent'anni, ancora
    tutto da dire per un minuto.

    E chiudo gli occhi più forte del tempo,
    però tu non mi lasciare; e
    all'improvviso li vedo: lontani, vicini,
    gli stessi di mille sere;
    e sento tutte le voci: la dolce,
    l'acuta, la tenue la disperata;
    e devo chiedere scusa a qualcuno,
    ricordo... ma forse è una puttanata,
    stasera

    Tornano tutti gli amici miei,
    forse non sono partiti mai:
    erano qui dentro di me
    e non l'avevo capito mai;
    tornano tutti gli amici miei,
    noi non ci siamo lasciati mai,
    e sono qui dentro di me,
    tornano tutti gli amici miei.


    » Mago della pioggia «


    Io lo farò per te,
    perché ho soltanto te;
    quando qualcuno se ne andrà,
    se un tuo figlio soffrirà,
    dove quell'ombra tornerà...
    Mi basta solo un gesto, sai?
    non credi? Guarda e lo vedrai:
    io so cambiare la realtà
    e vivera sarà
    farti sorridere sorridere con me:
    io sono il mago della pioggia,
    niente è impossibile per me...

    Guarda, guarda,
    batterò le mani e finirà il dolore;
    dove tu piangevi inventerò un amore
    grande, grande;
    così grande che nemmeno mi sta
    addosso,
    che vorrei abbracciarlo tutto, ma
    non posso

    Io lo farò per te
    sì lo farò per te!
    Per tutto quello che tu sei,
    per le carezze che mi dai
    e quelle che dimenticai.

    Io lo farò per te,
    perché ho soltanto te!

    Con un mio gesto riderai,
    con un soffio volerai,
    con un bisbiglio dormirai:
    io sono il mago della pioggia,
    niente è impossibile per me...

    Guarda, guarda,
    batterò le mani e finirà il dolore;
    ma non vedi com'è forte questo
    amore grande, più grande
    delle pagine del tempo e di me stesso,
    così grande che nemmeno mi sta
    addosso,
    Io lo farò per te,
    Io lo farò per te,
    Io lo farò per te.


    » Tornando a casa (Nostalgia di odiare) «




    A casa, si ritorna a casa
    dopo il temporale;
    la guerra c' è a chi dice bene
    c' è a chi dice male;
    signor nemico quel tuo ghigno
    da animale morto
    ficcatelo in quel posto;
    non eri tu ad averlo duro
    dentro i pantaloni?
    La storia si è fermata
    adesso che hanno vinto i buoni;
    e paghi, caro mio se paghi,
    tutte ce le paghi,
    per i nostri sogni
    e le tue visioni.
    Le vedo già le nostre donne
    ad aspettarci al porto;
    staremo con i vecchi amici
    dal sorriso aperto;
    e giocheremo a carte fino all'alba
    senza litigare,
    scordando di pagare.
    Daremo feste popolari con dei ricchi premi,
    berremo meno vino
    e molto succo di limoni,
    perché saremo sempre buoni
    solamente buoni, finalmente buoni
    milioni di milioni!
    Come saremo buoni!

    Bella mia aspettami che torno;
    via di qui, fuori da questo inferno;
    senza te il mare sembra eterno;
    da domani con te sarà
    amore notte e giorno
    A casa, si ritorna a casa
    dopo il temporale,
    e non c'è più un nemico al mondo
    che può farci male:
    il cane fa le feste a tutti
    senza più abbaiare, si lascia
    accarezzare;
    ma stranamente il cieolo sembra
    di una noia mortale,
    il tempo è un orizzonte immobile
    di vecchie suore;
    e niente, niente più da perdere,
    niente da vincere, non è possibile
    che pareggiare...
    Che voglia di un nemico vero
    o perlomeno vivo,
    bastardo come ai vecchi tempi,
    meglio se cattivo:
    di quelli che han ragione sempre,
    che tu perdi sempre,
    che son nati solo per fargli male:
    che nostalgia di odiare...

    Bella mia, aspettami che torno;
    finirà pure 'sto mare eterno;
    tienmi tu, quando verrà l'inverno;
    non so come resisterò
    senza un nemico intorno.
    Bella mia, aspettami che torno;
    metti via l'amore per l'inverno;
    tienmi tu, quando verrà quel giorno;
    non so come ce la farò
    senza un nemico intorno.


    » Fammi vedere tu «


    C'è solo un po' d'amore
    che mi è rimasto qui,
    e non so dove metterlo
    un amore così:
    vedessi come canta,
    vedessi come danza,
    vedessi quante volte si sposta,
    si muove per la stanza;
    e dice di conoscermi,
    di essere qui per me;
    di tanto in tanto mi ricorda
    qualcuno che non c'è:
    però mi sembra strano
    non rivederti più
    conosci questo amore tu?
    C'è un filo di dolore
    che mi hai lasciato qui,
    però non mi fa troppo male
    un dolore così:
    cammina con i passi lievi
    di un bruco sopra il cuore,
    se mi distraggo un attimo
    e ti risento dire:
    "Sali sul palco, muoviti,
    fagli vedere tu!
    dai, và là fuori e mangiali,
    fagli vedere tu"
    E allora adesso sbrigati,
    fammi vedere tu,
    come si fa per non pensarti
    mai più.
    Guarda se si può piangere,
    per un amico, poi,
    come nessuna donna al mondo
    mi ha fatto pianger mai!
    E vienilo a riprendere,
    non lo lasciare a me;
    è piccolo e mi chiede sempre di te.


    » Blumun (Reprise) «

    parlato Gene Gnocchi:
    Ma non ti sei mai chiesto Roberto
    se questi nuovi anni li hai avuti
    come premio?
    Ma io credo che capirai tutto
    davvero soltanto all'ultimo pezzo
    quando la
    mano dell'ultimo amico o
    dell'ultima donna ti sfiorerà
    appena per salutarti.

  • fiordineve
    00 08/02/2004 01:10
    IL CIELO CAPOVOLTO




    » Le mie ragazze «


    Hanno vent'anni in più
    le mie ragazze:
    questi vent'anni e un foglio
    sopra il cuore,
    dove c'è scritto
    di aspettarle ancora,
    sempre a quel posto,
    sempre a quel dolore;
    hanno vent'anni e un basco
    con la stella,
    un lampo
    d'inguaribile sorriso,
    e tenerezze
    dietro un muro d'ansia;
    ma sanno sempre dire
    un "no" deciso.

    E sono sempre belle da morire
    che di più belle al mondo non ce n'è:
    belle di sogni, belle da stordire,
    perchè le mie ragazze
    sono uguali a me.

    Hanno vent'anni in più
    le mie ragazze:
    un uomo, nessun uomo
    da aspettare,
    e figli
    ed altre simili scommesse,
    perdute e vinte
    senza mai mollare;
    e parlano di una piccola
    "seicento",
    dov'era bello avere
    mal di cuore,
    e se ha tentato di fregarle
    il tempo,
    hanno fottuto il tempo
    con l'amore.

    Passano via così come acquiloni,
    corrono dietro un vento che non c'è:
    vincono a sogni, perdono a emozioni
    le mie ragazze,
    proprio come me;
    una me la ricordo più di tutte:
    che strano, è proprio quella che non c'è;
    manca una luce sola questa notte;
    però la vita, che gran cosa è!


    » Dove? «


    Nazarene chiare
    che parlan d'amore,
    Nazarene scure
    che vanno lontano:
    tutto questo vento,
    tutto questo sole,
    tutto questo amarsi,
    frugarsi, lasciarsi,
    aggrapparsi, socchiudere
    porte, richiuderle
    senza vedere...
    tutto questo dolore...
    via Giovanni Bormida,
    piazza Leopardi,
    corso Indipendenza,
    via Giulio Rinaldi,
    largo Cimarosa,
    viale Gino Crosa...
    dunque mi dicevi
    ma il rosso era nero
    ti cade il vestito
    mi mangio la biro
    qualcuno ha gridato
    così, senza motivo
    vogliono portarmi via,
    vogliono portarmi via,
    dove?
    vogliono portarmi via,
    vogliono portarmi via,
    dove?

    Tutti i miei sorrisi,
    le volte che ho pianto:
    io non sono stato
    distratto un momento;
    e i poeti greci,
    tutte queste voci;
    rabbia tra le gambe,
    dolcezza nel cuore,
    mia figlia che nasce,
    mio padre che muore,
    tu dentro il mio viaggio:
    c'era, infine, un passaggio!

    E mi porteranno via,
    E mi porteranno via;
    dove?
    E mi porteranno via,
    E mi porteranno via,
    dove?

    ad libitum...


    » Le lettere d'amore (chevalier de pas) «

    Fernando Pessoa chiese gli occhiali
    e si addormentò
    e quelli che scrivevano per lui
    lo lasciarono solo
    finalmente solo...
    così la pioggia obliqua di Lisbona
    lo abbandonò
    e finalmente la finì
    di fingere fogli
    di fare male ai fogli...

    e la finì di mascherarsi
    dietro tanti nomi,
    dimenticando Ophelia
    per cercare un senso che non c'è
    e alla fine chiederle "scusa
    se ho lasciato le tue mani,
    ma io dovevo solo scrivere, scrivere
    e scrivere di me..."
    e le lettere d'amore,
    le lettere d'amore
    fanno solo ridere:
    le lettere d'amore
    non sarebbero d'amore
    se non facessero ridere;
    anch'io scrivevo un tempo
    lettere d'amore,
    anch'io facevo ridere:
    le lettere d'amore
    quando c'è l'amore,
    per forza fanno ridere.

    E costruì un delirante universo
    senza amore,
    dove tutte le cose
    hanno stanchezza di esistere
    e spalancato dolore.

    Ma gli sfuggì che il senso delle stelle
    non è quello di un uomo,
    e si rivide nella pena
    di quel brillare inutile,
    di quel brillare lontano...

    e capì tardi che dentro
    quel negozio di tabaccheria
    c'era più vita di quanta ce ne fosse
    in tutta la sua poesia;
    e che invece di continuare a tormentarsi
    con un mondo assurdo
    basterebbe toccare il corpo di una donna,
    rispondere a uno sguardo...

    e scrivere d'amore,
    e scrivere d'amore,
    anche se si fa ridere;
    anche quando la guardi,
    anche mentre la perdi
    quello che conta è scrivere;
    e non aver paura,
    non aver mai paura
    di essere ridicoli:
    solo chi non ha scritto mai
    lettere d'amore
    fa veramente ridere.

    Le lettere d'amore,
    le lettere d'amore,
    di un amore invisibile;
    le lettere d'amore
    che avevo cominciato
    magari senza accorgermi;
    le lettere d'amore
    che avevo immaginato,
    ma mi facevan ridere
    magari fossi in tempo
    per potertele scrivere...


    » Il cielo capovolto «

    Che ne sarà di me e di te,
    che ne sarà di noi?
    L'orlo del tuo vestito,
    un'unghia di un tuo dito,
    l'ora che te ne vai...
    che ne sarà domani, dopodomani
    e poi per sempre?
    Mi tremerà la mano
    passandola sul seno,
    cifra degli anni miei...
    A chi darai la bocca, il fiato,
    le piccole ferite,
    gli occhi che fanno festa,
    la musica che resta
    e che non canterai?
    E dove guarderò la notte,
    seppellita nel mare?
    Mi sentirò morire
    dovendo immaginare
    con chi sei...

    Gli uomini son come il mare:
    l'azzurro capovolto
    che riflette il cielo;
    sognano di navigare,
    ma non è vero.
    Scrivimi da un altro amore,
    e per le lacrime
    che avrai negli occhi chiusi,
    guardami: ti lascio un fiore
    d'immaginari sorrisi.

    Che ne sarà di me e di te,
    che ne sarà di noi?
    Vorrei essere l'ombra,
    l'ombra che ti guarda
    e si addormenta in te;
    da piccola ho sognato un uomo
    che mi portava via,
    e in quest'isola stretta
    lo sognai così in fretta
    che era passato già!

    Avrei voluto avere grandi mani,
    mani da soldato:
    stringerti forte
    da sfiorare la morte
    e poi tornare qui;
    avrei voluto far l'amore
    come farebbe un uomo,
    ma con la tenerezza,
    l'incerta timidezza
    che abbiamo solo noi...

    gli uomini, continua attesa,
    e disperata rabbia
    di copiare il cielo;
    rompere qualunque cosa,
    se non è loro!
    Scrivimi da un altro amore:
    le tue parole
    sembreranno nella sera
    come l'ultimo bacio
    dalla tua bocca leggera.


    » Il tuo culo e il tuo cuore «



    La tua intelligenza
    non ha limiti:
    è fuori discussione.
    Io però con quella,
    amore scusami,
    non ci faccio una canzone...
    preferisco
    quel tuo modo unico
    di piangere e sognare,
    ma confesserò
    che non sottovaluto
    di vederti camminare:

    più del portamento
    è quel modo di "sgabbiare";
    più che l'indumento
    è quel modo di ondeggiare
    lento, lento,lento,lento

    e tu ci sei, e tu mi fai,
    e passano negli occhi tuoi
    paesi lontanissimi
    e un posto per sorriderti;
    guardatela la sua allegria
    di questa grande donna mia,
    lasciatemela vivere
    la gioia del suo culo
    e del suo cuore!

    Qando tu cammini
    sembri un angelo
    d'incerta tradizione;
    quando tu t'inchini
    è insostenibile,
    disumana tentazione;

    ci son notti che
    starei a guardartelo
    per ore ed ore, ed ore
    altre notti che
    vorrei farmi piccolo
    tra le pieghe del tuo cuore

    e guardarci dentro
    per capire il tuo dolore,
    il tuo sentimento,
    quella voglia di sognare:
    dimmi, dimmi, dimmi, dimmi

    che tu ci sei, che tu non vai
    e passano negli occhi tuoi
    malinconie brevissime
    e fuggitivo ridere;
    ragazza mia,
    grande donna mia,
    non farti mai portare via
    la gioia del tuo culo
    e del tuo cuore!

    Cos'avrò fatto mai
    di tanto strano,
    perché tu capitassi
    proprio a me?
    O sono
    di un gran bello io,
    o si era un po'
    distratto Dio
    quel giorno...

    abbracciami
    insegnami
    malinconie brevissime
    e fuggitivo ridere:
    ragazza mia,
    grande donna mia,
    non farti mai portare via
    la gioia del tuo culo
    e del tuo cuore!


    » L'amore mio «


    E si svegliò
    di un soffio impercettibile
    che appena appena
    se ne accorse il cuore;
    e vide il mondo,
    fino allora incomprensibile,
    avere finalmente un senso
    nelle tue parole...
    e s'inventò la forza
    di venirti a prendere
    e reggerti ubriaco
    sulle scale:
    la tenerezza
    di vederti piangere,
    stringendoti
    per farti addormentare:
    che pensarlo al di fuori di noi
    non è possibile:
    per come l'hai voluto tu
    e lo difendo io
    l'amore mio.

    Sono stata in ansia
    per i tuoi ritorni,
    viva nell'illuminarsi
    dei tuoi giorni,
    mi ha colpita la felicità
    come un addio;
    amore mio,
    io dormivo sotto la tua mano
    e il tempo
    mi ha portato via qualcosa
    qui da dentro,
    come un piccolo ricordo
    di quand'era mio
    l'amore mio...

    Sei così sempre tu
    da togliermi il respiro,
    e solo i sogni tuoi
    son quelli buoni:
    gli altri, i piccoli, i miei,
    quelli che vivo,
    sono biglietti persi
    nei tuoi pantaloni:
    chiudo gli occhi al riparo da te,
    rincorro il tempo e scrivo;
    e nonostante te
    lo sento vivo
    l'amore mio.

    Ma non posso naufragare
    nelle tue maree,
    come una parola
    dentro le tue idee,
    questa notte è lunga, aiutami,
    ci sono anch'io...
    amore mio,
    non so vivere, non voglio,
    senza ricordare;
    non so correre e nemmeno
    forse camminare,
    ma ho bisogno di trovarlo adesso
    un posto mio,
    il posto mio...

    farà male, dovrai scegliere,
    dovrai sparire,
    insultarmi o consolarmi
    prima di capire
    che non sei soltanto tu,
    ma sono anch'io
    l'amore mio...

    amore mio.


    » Il mio piccolo genio «



    Ha gli occhi nella notte
    che non guardano niente:
    può sembrare a tutti
    un deficiente;
    ma io che lo conosco
    e che so leggergli dentro...
    oh, se sapeste come sta soffrendo!
    il tempo gli rimbalza addosso
    come una palla,
    per gli amori persi
    lui ci sballa!
    E piange mentre scrive
    e scrive che sta piangendo:
    mio dio, ma che mestiere tremendo!

    Genio al lavoro, genio al lavoro,
    il mio piccolo genio al lavoro...
    Genio al lavoro, genio al lavoro,
    il mio piccolo genio al lavoro...

    Il mio piccolo genio
    ha una piccola stella,
    tu gli parli, lui ti guarda,
    ma non c'è che quella;
    non sa mai cosa mangia,
    non sa cosa beve,
    ha due occhi stretti come
    pisci nella neve
    quando è al lavoro,
    quando è al lavoro,
    il mio piccolo genio al lavoro
    genio al lavoro, genio al lavoro,
    il mio piccolo genio al lavoro.

    Lui gioca co trenino
    della letteratura,
    lui non scrive mica
    spazzatura!
    I suoi dolori sono
    i soli drammi del mondo:
    gode... com'è profondo!

    Guardatelo, sognatelo,
    ma non toccatelo;
    e per amor del cielo
    non disturbatelo!
    e non vi venga in mente
    di parlargli dei figli, della moglie
    o di altri vuoti dettagli!

    Genio al lavoro, genio al lavoro,
    il mio piccolo genio al lavoro...
    non disturbate il lavoro,
    il capolavoro
    del mio piccolo genio al lavoro!

    Il mio piccolo genio
    ha una piccola luna,
    tu gli pali, lui ti guarda,
    ma non sei nessuna;
    la tua voce è un fastidioso
    inutile rumore
    proprio mentre sta scrivendo
    una canzone d'amore...
    genio al lavoro, genio al lavoro,
    il mio piccolo genio al lavoro...
    genio al lavoro,
    genio al lavoro,
    il mio piccolo genio al lavoro!

    ad libitum...


    » Piccoli stupidi «


    No, non svegliarmi,
    sto sognando,
    e in sogno vedo te
    com'eri allora,
    e tu sai quando,
    che non credevo in me:
    che mi tremava
    anche il pensiero
    di averti tutta lì...
    e il sogno
    è proprio così vero
    che sembra adesso
    e qui
    com'eravamo piccoli,
    com'eravamo stupidi,
    e "dove vai? Ritorna!
    Io non volevo...
    scusa... è inutile;
    dammi la mano,
    ho freddo da morire:
    toglimi questo assurdo
    male al cuore...
    per un lontano amore
    che sta finendo qui..."

    E ce ne vuole, sai,
    per diventare
    un uomo grande,
    e non un grande uomo:
    uno dei tanti
    che sa un po' cantare,
    ma il solo
    che sa leggerti la mano;
    il tempo sfuma tutte
    le mie cose,
    non quelle amate insieme:
    quelle
    son ferme nei tuoi occhi,
    e io con loro
    sto bene

    e come siamo piccoli,
    e come siamo stupidi,
    a improvvisare i giorni,
    e quando torni,
    e chi non torna più;
    e sempre lì
    a commuoverci per niente,
    e a credere nei sogni
    della gente:
    ma quando cambierai?
    io non lo so, tu mai!

    Saremo sempre piccoli,
    saremo sempre stupidi,
    e lascia che ti guardi
    e faccia tardi
    a misurarti il cuore:
    io sono sempre lì,
    lo stesso uomo,
    e anche se può far ridere
    qualcuno,
    non ti ho tradito mai
    e non ho amato mai
    che te.


    » Hotel dei giorni immobili «


    All'hotel dei giorni immobili
    non brillano le stelle:
    qualche volta s'intravede appena
    il fondo della valle;
    c'è un odore di salsedine,
    ma il mare non si vede...
    dai sentieri che ci arrivano
    non ripartono più strade...
    All'hotel dei giorni immobili
    da sempre c'è un soldato,
    ma la guerra non spiegò
    se c'era morto o c'era nato;
    e se c'era nato o morto
    non lo seppe mai il poeta
    che perdeva il tempo a chiedersi
    se un'entrata è anche un'uscita.

    E una notte innominabile
    ci transitò un mercante,
    e vendeva tutto a tutti
    e tutti non avevan niente;
    e vendeva per non piangere
    di non aver venduto
    e le lacrime bagnavano
    sciupavano il broccato.

    Han mandato un messaggero,
    forse arriva questa sera;
    passsa i monti, passa il gelo,
    passa il tuono e la bufera;
    passa il fuoco dell'inferno
    con un foglio tra le mani;
    han mandato un messaggero,
    forse arriverà domani.

    All'hotel dei giorni immobili
    ci venne anche un sovrano:
    ordinò, salì con comodo,
    prese tutto il terzo piano:
    e ci venne un accademico
    con un trucco madornale,
    ma nel buio s'illuminarono
    solo gli angoli e le scale.

    E una notte senza nuvole
    si presentò un pensiero;
    e si cominciò a distinguere
    buio falso e buio vero;
    e una notte con le nuvole
    lì si smarrì un ricordo,
    e si continuò a confondere
    l'apparenza di uno sguardo.

    S'è perduto il messaggero
    s'è perduto sul confine,
    tra il principio delle cose
    e le cose della fine;
    s'è perduto il messaggero
    col cavallo e con i cani,
    tutto è ritornato nero
    dietro il grido dei gabbiani;
    s'è perduto il messaggero
    con un foglio tra le mani:
    non arriverà stasera
    non arriverà domani.

    All'hotel dei giorni immobili
    nel sogno di una donna
    tutto è chiaro, tutto è limpido,
    la penombra non inganna;
    e bastò guardarla un'attimo
    per leggerle nel cuore
    che lei già sapeva tutto
    prima ancora di sognare:

    e fu finalmente giorno,
    fu bambino e fu canzone,
    e fu gioia del ritorno
    e fu "dormi",e fu persone;
    e fu finalmente cielo
    con la luna e con le stelle,
    e fu finalmente mare
    con il vento e con le vele...

    e fu subito chitarra,
    e fu abbraccio e fu ferita,
    e fu "guardami!" e fu terra,
    e fu vivere e fu vita;
    così il giorno tornò giorno
    e la notte fu la notte;
    l'orizzonte all'orizzonte
    e le stelle in cielo, tutte.


    » Conversazione con una triste signora blu «



    Felice di smentirti ancora
    triste signora blu;
    non è la vita ad ispirare le canzoni,
    come credi tu...
    son le canzoni che costringono la vita
    ad essere com'è
    e come non è...
    E allora, mi dirai, perchè si piange?
    Cosa si ricorda?
    che i sentimenti a questo punto, i sentimenti,
    sono solo merda...
    e invece no, e invece no,
    guarda come ti posso far soffrire
    con una finzione...
    senti qui che passione!

    Tu, dove sarai
    a disperare il volo
    degli anni miei?
    E ancora dove
    ti perderai
    da tutto questo amarti
    che viene a sera
    e muore?

    E poi triste signora blu tutte le storie
    nascono finite:
    le ho già decise io soltanto
    per averle immaginate...
    e vivere è qualcosa come fingere
    di aver dimenticato...
    e ricordare

    tu mi lascerai
    perchè io sto scrivendo ora
    che te ne andrai...
    e allora tu,
    in quel momento,
    ripeterai un dolore
    che già sto vivendo:
    e non c'è niente,
    non ci sarà mai niente
    che non sia stato, prima,
    nel cuore.

  • fiordineve
    00 08/02/2004 01:12
    » Roberto Vecchioni raccolta «




    CD 1

    Luci a San Siro
    L'uomo che si gioca il cielo a dadi
    Morgana (luci di giorni passati)
    Lui se n'è andato
    La tua assenza
    Dentro gli occhi
    Il re non si diverte
    La farfalla giapponese
    Sestri Levante
    Casa dolce casa
    Aiace
    Per la cruna di un ago
    Ricetta di donna (Fellini 8 e mezzo)
    Per tirare avanti
    I pazzi sono fuori

    CD 2

    Signor giudice (Un signore così così)
    Archeologia
    Il fiume e il salice
    Hollywood Hollywood
    Ninna nanna
    Leggenda di Olaf
    Parigi (o cara)
    Parabola
    Mi manchi
    Ragazzo che Parti, ragazzo che vai
    Cambio gioco
    Lo stregone e il giocatore
    Vorrei
    Fratelli?
    Io non devo andare in via Ferrante Aporti

  • fiordineve
    00 08/02/2004 01:18
    EL BANDOLERO STANCO




    » El bandolero stanco «


    Sarà forse il vento
    che non l'accarezza più,
    sarà il suo cappello
    che da un po' non gli sta su,
    sarà quella ruga
    di ridente nostalgia,
    o la confusione
    tra la vita e la poesia:
    non assalta treni
    perché non ne passan mai;
    non rapina banche,
    perché i soldi sono i suoi;
    vive di tramonti
    e di calcolati oblii
    e di commoventi,
    ripetuti lunghi addii
    struggenti addii...

    el bandolero stanco
    col cuore infranto
    stanotte va;
    va, su un cavallo bianco,
    col suo tormento
    lontano va,

    dov'è silenzio,
    dov'è silenzio, dove...
    dov'è silenzio,
    dov'è silenzio,
    dov'è silenzio, dove...

    ha una collezione
    insuperabile di taglie;
    molte, tutte vuote
    già da tempo, le bottiglie;
    dorme sul cavallo
    che non lo sopporta più,
    e si è fatto un mazzo
    per la pampa su e giù.

    Ogni notte passa
    e getta un fiore a qualche porta,
    rosso come il sangue
    del suo cuore di una volta,
    poi galoppa via
    fino all'inganno dell'aurora,
    dove qualche gaucho
    giura di sentirlo ancora,
    cantare ancora...

    Ah bandolero stanco,
    stanotte ho pianto
    pensando a te:
    c'è un po' della mia vita
    nella tua vita
    che se ne va

    dov'è silenzio,
    dov'è silenzio, dove
    dov'è silenzio,
    dov'è silenzio, dove

    Se chiudo gli occhi, dentro gli occhi
    sei di nuovo quello vero,
    quando sorridevo, quando ti credevo:
    ascoltami, guardami, sta' fermo:
    è ancora vivo questo amore,
    tutto questo amore, tutto il nostro amore:
    e tu lontano non ci vai
    a morire come una puttana,
    prima del mio cuore,
    al posto del mio cuore:
    non mi lasciare solo in questa
    notte che non vedo il cielo:
    torna bandolero! torna bandolero!
    torna bandotero!

    dov'è silenzio,
    dov'è silenzio, dove
    dov'è silenzio,
    dov'è silenzio, dove...


    » La stazione di Zima «


    C'è un solo vaso di gerani
    dove si ferma il treno,
    e un unico lampione
    che si spegne se lo guardi,
    e il più delle volte
    non c'è ad aspettarti nessuno,
    perché è sempre troppo presto
    o troppo tardi.
    -Non scendere- mi dici,-
    continua con me questo viaggio!-
    e così sono lieto di apprendere
    che hai fatto il cielo
    e milioni di stelle inutili
    come un messaggio,
    per dimostrarmi che esisti,
    che ci sei davvero:
    ma vedi, il problema non è
    che tu sia o non ci sia:
    il problema è la mia vita
    quando non sarà più la mia,
    confusa in un abbraccio
    senza fine,
    persa nella luce tua
    sublime,
    per ringraziarti
    non so di cosa e perché

    Lasciami
    questo sogno disperato
    di esser uomo,
    lasciami
    quest'orgoglio smisurato
    di esser solo un uomo:
    perdonami, Signore,
    ma io scendo qua,
    alla stazione di Zima.

    Alla stazione di Zima
    qualche volta c'è il sole:
    e allora usciamo tutti a guardarlo,
    e a tutti viene in mente
    che cantiamo la stessa canzone
    con altre parole,
    e che ci facciamo male
    perché non ci capiamo niente.

    E il tempo non s'innamora
    due volte
    di uno stesso uomo;
    abbiamo la consistenza lieve
    delle foglie:
    ma ci teniamo la notte, per mano,
    stretti fino all'abbandono,
    per non morire da soli
    quando il vento ci coglie:
    perché vedi, l'importante non è
    che tu ci sia o non ci sia:
    l'importante è la mia vita
    finché sarà la mia:
    con te, Signore
    è tutto così grande,
    così spaventosamente grande,
    che non è mio, non fa per me

    Guardami,
    io so amare soltanto
    come un uomo:
    guardami,
    a malapena ti sento,
    e tu sai dove sono...
    ti aspetto qui, Signore,
    quando ti va, alla stazione di Zima.


    » La corazzata Potemkin «


    Siamo i poeti, i nani sui giganti,
    non si direbbe, eppure siam viventi;
    metaforiamo, metaforiamo tutto,
    da non capirci più se c'era un senso sotto.
    Abbiamo in testa idee meravigliose,
    che raramente coincidono con le cose:
    voliamo alto, se non capite niente
    peggio per voi, mica scriviamo per la gente...

    e parte la corazzata Potemkin
    in un tripudio di bandiere festanti,
    e si consegnano premi,
    e si proclamono geni
    e gli altri tutti dietro
    in barca a remi...
    qua e là sul ponte gira un verso d'amore
    un po' spaesato in mezzo a tanto splendore:
    sinestesie fulminanti,
    allitterati non sensi,
    mani morte senza complimenti,
    due battutine sui colleghi assenti,
    piccole piccole, così innocenti:

    tira l'ancora, gira l'elica,
    com'è bello andar
    liberi sul mar!

    Non hanno scampo le goffe imitazioni
    di 4 o 5 scribacchini di canzoni:
    loro non sanno scavare la parola
    fino a ridurla come un torsolo di mela!

    Giù nella stiva, fra i topi e l'olio cuore
    c'è ancora posto per qualche cantautore
    e qualche critico, parziale od imparziale
    secondo il ritmo della sua vita sessuale...

    che bella la corazzata Potemkin!
    La ciurma impavida non teme confronti:
    in mezzo stanno i veggenti,
    a prua le nuove correnti,
    a poppa le correnti ricorrenti;
    ti ruba gli occhi mentre fila sul mare,
    se andasse a sbattere sarebbe immortale
    mentre Giovanni declama,
    "Zanzi" va fuori tema,
    ed Edoardo mette lì un poema
    col cruciverba della settimana
    e i logaritmi della sera prima...

    ehi, voi di lassù,
    bella gioventù,
    c'è qualcuno che
    è rimasto giù!
    Butta l'ancora!
    Ferma l'elica!
    Vergognatevi,
    manca Laura P.!
    manca Laura P.,
    manca Laura P.,
    senza Laura P.
    nun se pò partì...
    senza Laura P.
    nun se pò partì!


    » Canto notturno (di un pastore errante dell'aria) «



    Il navigante si perse in un sogno
    di stelle irrangiugibili;
    da allora tutti i dati trasmessi
    sono illeggibili:
    ogni tanto ci arrivano segni
    che registra solo il cuore:
    forse, forse, non c'è stato mai,
    e sono tutte storie.
    In questa notte seminata di nuvole
    che non una luce trema,
    ogni domanda è la risposta a una domanda
    della risposta prima;
    ogni ritorno è una falsa partenza,
    l'illusione di un movimento,
    come questo bagno di lacrime
    che non ho pianto.

    Troppo cielo;
    troppe foglie ha buttato il pensiero;
    troppi nomi per dirne uno solo;
    troppe, queste lezioni di volo:
    fammi scendere, portami via, via, via,
    portami via con te,
    portami a casa mia,
    tienimi sempre,

    via, via, via,
    un tempo io sognai,
    prima di te sognai,
    solo di ombre,
    solo di ombre.

    Nella memoria del mondo ci sono battaglie
    e nostalgie del cielo,
    grandi navi portano a spasso
    la luce del pensiero:
    ma io ricordo soltanto quel bacio,
    quel giorno di primavera:
    tutta la storia non vale
    il tuo bacio di una sera.

    Io ti amo:
    ho paura ogni istante che abbiamo;
    ho paura di averti di meno;
    come un cieco ti ho dato la mano;
    non lasciarmela, portami via, via, via,
    portami via con te,
    portami a casa mia,
    tienimi sempre

    via, via, via,
    un tempo io sognai,
    prima di te sognai,
    solo ombre,
    e adesso...


    » Quest'uomo «


    Com'è difficile
    avervi dato il cuore,
    la pelle, i nervi, gli occhi, i piedi...
    perfino il mio odore
    e nemmeno una sola ragione,
    una sola, qualunque,
    anche vaga ragione
    di essere qui.
    Sembro invincibile,
    quando uscite la sera
    senza darmi un bacio;
    sembro invisibile,
    perso nei miei pensieri,
    quando vi incrocio:
    «nostro padre
    ha una tale riserva di sogni
    che non è possibile batterlo:
    lui non può perdere mai ... »
    Ma guardate quest'uomo,
    che vi ha insegnato a vivere
    fermando il tempo,
    con un solo vestito
    per tutte le stagioni,
    che vi ha insegnato a correre
    controvento,
    e che vedete sul palco
    a sbranare emozioni,
    a serrare nei pugni
    le cose che vanno via,
    perché il bello degli uomini
    è che non hanno mai perso,
    e vi ha insegnato la grandezza
    della malinconia,
    perché siamo i soli padroni
    dell'universo,
    ma guardate quest'uomo,
    guardatelo adesso, guardate
    questo buffo uomo ridicolo
    che sta sulla porta,
    questo buffo uomo ridicolo
    che fuma dietro alla porta,
    questo buffo uomo ridicolo
    che aspetta solo che torniate
    e tutto il resto è un puttanaio
    di puttanate...
    un puttanaio di puttanate.
    Così fa il tempo,
    e non insegna a nessuno
    come restargli dietro;
    così fa il tempo
    e ti mette nelle tasche
    diamanti di vetro...
    il ragazzo guardava le stelle,
    le stelle guardavano il buio,
    nel buio vi ho dato la mano...
    non badate a quest'uomo,
    che sarà forse il freddo,
    sarà forse il fumo,
    ha chiuso gli occhi ma dentro
    ci continua a vedere,
    come il suo vecchio perso
    nel bosco di Colono,
    o il suo Valerio sfinito
    di gotta e d'amore,
    quest'uomo mai finito
    e avvinghiato ad un sogno,
    rivenduto in pacchetti
    di musica e parole,
    che scorreva la vita
    e non trova più il segno
    dove stava per leggere
    il senso dei dolore,
    ma guardate quest'uomo,
    guardatelo adesso,
    guardatelo, guardate
    questo buffo uomo ridicolo
    che sta sulla porta,
    questo buffo uomo ridicolo
    che fuma dietro la porta,
    questo buffo uomo ridicolo
    che si aspetta che voi amiate
    proprio quello stesso puttanaio
    di puttanate,
    il suo puttanaio...

    » La gallina Maddalena «

    Venne con la luna rossa,
    venne con la luna piena,
    dalle ceneri di Gramsci
    democratica e serena.
    Mangia, mangia per la strada
    si credette faraona,
    e fu invece solamente
    la gallina Maddalena.
    Era una gallina vecchia,
    ma sembrava sempre nuova,
    e ingrassò per quarant'anni,
    senza fare mai le uova;
    ma un bel giorno venne il giorno
    di ridare tutto indietro:
    è rimasta Maddalena
    senza penne sul di dietro.

    E si dispera
    mattina e sera:
    "papà rubbava
    ma io sso bbrava!"

    Tutta colpa dei tacchini,
    delle papere e dei polli,
    se da grandi i miei pulcini
    non diventeranno uccelli;
    Maddalena dei lamenti,
    che stà lì, che aspetta e spera,
    Maddalena senza denti,
    vittimista di carriera;
    Maddalena dei padroni
    che van bene tutti quanti:
    le stan tutti sui coglioni,
    però manda gli altri avanti

    cambia bandiera
    e si dispera,
    la cambia ancora
    e dura un'ora...
    Maddalena, Maddalé
    Maddalena dei miracoli
    paghi uno e ne vuoi tre
    Maddalena, Maddalé.
    Maddalena, Maddalé
    Maddalena dei colpevoli
    tutti quanti tranne te
    Maddalena, Maddalé
    cambia bandiera
    e si dispera,
    la cambia ancora
    e dura un'ora...

    coro: chi non salta è una gallina Maddalena;
    figurarsi se me ne va bene una;
    chi non salta è una gallina Maddalena;
    io mi sbatto dalla sera alla mattina;
    chi non salta è una gallina Maddalena;
    mi fregate perché sono una gallina
    chi non salta è una gallina Maddalena;
    sono un pollo ma non sono mica scema;
    questo amore per il gallo mi consuma;
    tutta colpa della gente che sta a Roma;
    chi non salta è una gallina Maddalena;
    io mi sbatto dalla sera alla mattina;
    chi non salta è una gallina Maddalena;
    mi fregate perché sono una gallina
    chi non salta è una gallina Maddalena;
    sono un pollo ma non sono mica scema;

    parlato: qui si fanno tutti i loro porci comodi:
    io mi faccio solamente i fatti miei.
    Al suo posto mi sarei fatta sentire:
    io, le cose, non le mando mica a dire...
    Io, le cose, non le faccio alle spalle:
    sono buona e tutti quanti ne approfittano.
    Vado via di casa per cercare me stessa:
    se mi trova qualcun altro avvertimi.
    Non è vero che io non abbia mai torto:
    sono gli altri che non hanno mai ragione.


    E non ha pane e non ha vino,
    e becca il cane
    e il contadino

    Maddalena, Maddalé,
    Maddalena dei funamboli:
    prima c'era e poi non c'è,
    Maddalena, Maddalé,
    Maddalena, Maddalé,
    Maddalena dei tuoi comodi:
    basta che va bene a te,
    Maddalena, Maddalé.
    Maddalena, Maddalé,
    Maddalena dei pronostici:
    "io l'avevo detto che..."
    Maddalena, Maddalé.
    Maddalena, Maddalé,
    Maddalena dei colpevoli:
    tutti quanti tranne te,
    Maddalena, Maddalé.


    » Celia de la cerna «


    Non scrivi più
    e non ti sento più,
    so quel che fai
    e un po' ho paura, sai.
    Son senza sole
    le strade di Rosario,
    fa male al cuore
    avere un figlio straordinario:
    a saperti là
    sono orgogliosa e sola,
    ma dimenticarti...
    è una parola...
    bambino mio,
    chicco di sale,
    sei sempre stato
    un po' speciale,
    col tuo pallone,
    nero di lividi e di botte,
    e quella tosse, amore,
    che non passava mai la notte;
    e scamiciato, davanti al fiume ore e ore,
    chiudendo gli occhi,
    appeso al cuore.

    O madre, madre,
    che infinito, immenso cielo
    sarebbe il mondo
    se assomigliasse a te!
    Uomini e sogni
    come le tue parole,
    la terra e il grano
    come i capelli tuoi.

    Tu sei il mio canto,
    la mia memoria,
    non c'è nient'altro
    nella mia storia;
    a volte sai,
    mi sembra di sentire
    la "poderosa"
    accesa nel cortile:
    e guardo fuori:"Fuser,
    Fuser è ritornato",
    e guardo fuori, e c'è solo il prato.

    O madre, madre,
    se sapessi che dolore!
    Non è quel mondo
    che mi cantavi tu:
    tu guarda fuori,
    tu guarda fuori sempre,
    e spera sempre
    di non vedermi mai;
    sarò quel figlio
    che ami veramente,
    soltanto e solo
    finché non mi vedrai.


    » Companeros «

    Saludos compañeros
    de mi vida e de mi muerte,
    forse un po' rincoglioniti
    dalla "coca" e dalla suerte:
    Felipe è diventato un
    un pezzo grosso della destra,
    Sebastiano vende idee,
    Ramon lattine di minestra
    Juliano ha il suo giornale
    di previste previsioni,
    Pancho è l'unico rimasto
    sulla nuvola in calzoni.
    E in fondo a quella strada
    non ci sono mai arrivati,
    per malinconia del tempo,
    o, forse, il tempo li ha ingannati.

    Avevan gli occhi stretti
    a furia di guardare il sole,
    il sole,
    che non sorgeva mai sul mare.
    Avevan mani grandi
    a furia di abbracciare il mondo,
    e il mondo,
    non si faceva mai abbracciare:
    parlavano cantando
    e innamoravano ragazze belle
    e perse dentro i loro occhi
    scintillanti come stelle
    compañeros
    compañeros
    compañeros,oh, oh.

    Però non v'illudete,
    non passiamo mai la mano,
    nella luce del tramonto
    più ne partano e più siamo.
    Compañeri si è dentro
    e non abbiamo vie d'uscita:
    è il sogno d'esser uomo
    in questa e non nell'altra vita.

    amore, amore, amore
    metti un fiore alla finestra,
    che continuino a vederlo
    e che chinino la testa:
    in fondo a quella strada
    c'è un campo di mimose;
    forse non ci arriveremo...
    ma non cambiano le cose.

    Abbiamo gli occhi stretti
    a furia di guardare il sole,
    e questo
    è solo un modo di guardare,
    abbiamo mani grandi
    a furia di abbracciare il mondo,
    e questo è il solo modo di
    abbracciare:
    e siamo in ogni strada
    in ogni angolo del tempo, vivi,
    e ci riconosciamo da un sorriso
    che non è mai spento:
    compañeros,
    compañeros,
    compañeros, oh, oh.


    » O primm'ammore «

    S'io fusse stato, ammore,
    'o primmo nnmmurato tuje,
    nun me tuccasse i nierve
    chillo tiempo senz'e nuje;
    ch'aggia sunnà cumm'ere
    quanno nun penzav'a mme:
    'na dia 'e guagliona che runzava
    'munno attuorn'a tte;
    ch'aggia sunna quanno tenive
    sule sirici anni,
    e s'abbruciava ll'aria e mare
    ca te steva attuorno...
    t'aggia rrubba nu vase doce,
    doce comme'a luna;
    aggia a pruvà ch'e mmane
    che re 'o fatto da suttana:
    t'avesse a sbattere int'o scuro
    a 'o cinema Eccelsior
    cu sti capille ca profumano
    'e Christian Dior;
    t'aggia vedé nt'all'uocchie
    bella comme a chella llà,
    pecché vurria sapé si mmo
    tu si chiu bbella assaje:
    e tutt'o iuorno
    penz'a tte comme a chell'ata
    penz'a tte si fusse stata:
    comme fusse stata tu

    'o primm'ammore
    'o primm'ammore
    ca te fotte sempe,
    e nun t'o lieve d'o core;

    'o primm'ammore
    'o primm'ammore
    te fotte sempe,
    ma 'o primm è sempe 'o "migliore".

    S' i' fusse stato, ammore,
    'o primmo nnammurato tuje,
    nun me truvasse mo' a sunnà
    'stu tiempo e tut'e duje,
    addò putesse chiagnere pe tte
    dint'a na sera,
    n' appiccicata 'e niente,
    'ntussecato 'a 'sta manera;
    e o iuorno roppo fora a scola
    cu o cappiello 'n mano,
    i' me facesse perdunà
    parlanno chiano, chiano.
    E mmo me vire:
    penzo a tte comm'a chell'ata
    penz'a tte si fusse stata,
    comme fusse stata tu

    'o primm'ammore
    'o primm'ammore
    ca te fotte sempe,
    e nun t'o lieve d'o core;

    'o primm'ammore
    'o primm'ammore
    te fotte sempe,
    ma 'o primm è sempe 'o "migliore".

    (lei) Ammore, songo sempe nnammurata
    comme 'na guagliona,
    ma 'o tiempo perzo
    quanno nun ce stive,
    nun mo dà nisciuno:
    i' te vurria veré cumm'ere,
    pe ssentì stu core,
    che sbatte forte comme l'onna
    scura dint' o mare.

    E tutto o iourno
    penz'a tte comm'a chell'ata
    penz'a tte pecché si statta,
    penz'a tte pecché si ttu:
    'o primm'ammore
    'o primm'ammore
    ca te fotte sempe,
    e nun t'o lieve d'o core;

    'o primm'ammore
    'o primm'ammore
    te fotte sempe,
    ma 'o primm è sempe 'o "migliore".


    » Love song «
    Vai, ora vai,
    ora, sai,
    va tutto bene:
    ho forti stelle,
    ho chi mi dà la mano;
    non ha più senso
    che stiamo insieme.
    Tu sei con me,
    dentro me,
    da quando vivo,
    da quando inseguo
    tutto questo amore,
    da quando piango,
    da quando scrivo,

    ma non c'è più tempo,
    non ho più tempo
    per seguirti ancora,
    mi resta un momento
    soltanto,
    per una frase sola:
    sono grande, ora!"

    Ho gli occhi tuoi
    la tua voce,
    gli stessi sguardi:
    questo mi porterò di te
    per sempre
    ora che parti,
    ora che è tardi:

    e non c'è più tempo;
    nel tempo
    ho una strada sola;
    ma dentro i miei sogni,
    i tuoi sogni
    sono come allora:
    e che voglia di vivere,
    ancora!

  • fiordineve
    00 08/02/2004 01:22
    » Vecchioni studio collection «



    Verrà la notte e avrà i tuoi occhi

    Quando continuerà
    il tempo dove tu manchi,
    senza nostalgia
    di strofinare i tuoi fianchi;
    quando ti fermerò
    tra i due miracoli
    di averti amata e perduta,
    e li ti schiaccierò
    e li sarai finita...

    Quando di questo amore
    saranno sparse le foglie,
    e morirà l'orgoglio
    nel mio inventario di stelle;
    quando ti avrò battuta,
    cacciata sulla luna,
    dimenticata per sempre
    e avrò cantato il giorno
    che tu non sei più niente...

    Verrà la notte e avrà i tuoi occhi,
    verrà la notte con i tuoi occhi.

    Io viaggerò l'inverno
    io giocherò con il mio cane;
    mi vestirò di nuovo
    sentirò sete e avrò fame,
    quando aprirò la stanza
    dov'ero chiuso a chiave
    fra le tue immagini spente
    e sarò "io": quel giorno
    che non sarai più niente...

    Verrà la notte e avrà i tuoi occhi,
    verrà la notte con i tuoi occhi.


    El bandolero stanco
    La stazione di Zima
    Il cielo capovolto
    Il tuo culo e il tuo cuore
    Le lettere d'amore
    Le mie ragazze
    Blumun
    Angeli
    Euridice
    Gli amici miei
    Per amore mio (Ultimi giorni di Sancho P.)
    Piccole donne crescono
    Tommy
    Che dire di lei
    Tema del soldato eterno e degli aironi
    Voglio una donna
    Stranamore
    Velasquez
    Samarcanda
    Luci a San Siro
    Milady
    Ippopotami
    Bei tempi
    La mia ragazza
    Piccolo amore
    Il grande sogno
    Signor giudice (Un signore così così)
    Mi manchi
    Dentro gli occhi

  • fiordineve
    00 08/02/2004 01:31
    SOGNA, RAGAZZO SOGNA



    » Sogna, ragazzo sogna «


    E ti diranno parole
    rosse come il sangue, nere come la notte;
    ma non è vero, ragazzo,
    che la ragione sta sempre col più forte; io conosco poeti
    che spostano i fiumi con il pensiero,
    e naviganti infiniti
    che sanno parlare con il cielo.
    Chiudi gli occhi, ragazzo,
    e credi solo a quel che vedi dentro;
    stringi i pugni, ragazzo,
    non lasciargliela vinta neanche un momento;
    copri l'amore, ragazzo,
    ma non nasconderlo sotto il mantello;
    a volte passa qualcuno,
    a volte c'è qualcuno che deve vederlo.

    Sogna, ragazzo sogna
    quando sale il vento
    nelle vie del cuore,
    quando un uomo vive
    per le sue parole
    o non vive più;
    sogna, ragazzo sogna,
    non cambiare un verso
    della tua canzone,
    non fermarti tu...

    Lasciali dire che al mondo
    quelli come te perderanno sempre;
    perchè hai già vinto, lo giuro,
    e non ti possono fare più niente;
    passa ogni tanto la mano
    su un viso di donna, passaci le dita;
    nessun regno è più grande
    di questa piccola cosa che è la vita

    E la vita è così forte
    che attraversa i muri senza farsi vedere
    la vita è così vera
    che sembra impossibile doverla lasciare;
    la vita è così grande
    che quando sarai sul punto di morire,
    pianterai un ulivo,
    convinto ancora di vederlo fiorire

    Sogna, ragazzo sogna,
    quando lei si volta,
    quando lei non torna,
    quando il solo passo
    che fermava il cuore
    non lo senti più ;
    sogna, ragazzo, sogna,
    passeranno i giorni,
    passerrà l'amore,
    passeran le notti,
    finirà il dolore,
    sarai sempre tu ...

    Sogna, ragazzo sogna,
    piccolo ragazzo
    nella mia memoria,
    tante volte tanti
    dentro questa storia:
    non vi conto più;
    sogna, ragazzo, sogna,
    ti ho lasciato un foglio
    sulla scrivania,
    manca solo un verso
    a quella poesia,
    puoi finirla tu.


    » Vorrei essere tua madre «


    Per amarti senza amare prima me
    vorrei essere tua madre...
    Per vedere anche quello che non c'è
    con la forza di una fede
    per entrare insieme
    nel poema del silenzio
    dove tu sei tutto quello che sento;
    per amarti senza avere una ragione,
    tranne quella che sei viva,
    e seguire il fiume della tua emozione
    stando anche sulla riva;
    leggerei il dolore
    da ogni segno del tuo viso
    anche nell'inganno di un sorriso.
    Vorrei essere tua madre
    per guardarti senza voglia,
    per amarti d'altro amore;
    e abitare la tua stanza
    senza mai spostare niente,
    senza mai fare rumore:
    prepararti il pranzo
    quando torni e non mi guardi,
    ma riempire tutti i tuoi ricordi.

    Ma il problema vero è se ci tieni tu
    ad avermi come madre:
    fatalmente non dovrei spiegarti più
    ogni gesto, ogni mia frase:
    mi dovresti prendere
    per quello che io sono,
    non dovrei più chiederti perdono.
    Vorrei essere tua madre
    anche per questo,
    e mille e mille altre ragioni:
    ti avrei vista molto prima,
    molto presto,
    e avrei scritto più canzoni:
    forse ti avrei messo in testa
    qualche dubbio in più,
    cosa che non hai mai fatto tu...
    Forse ti avrei fatto
    pure piangere di più,
    ma non hai scherzato neanche tu...


    » Vedrai «


    Mi senti?
    Io non credevo di sentirti mai dire:
    "come siamo distanti";
    questo è l'amore che avevamo difeso
    con le unghie e coi denti;
    questo è l'amore che sfidava
    un esercito di giganti;
    non è possibile che debba finire
    come uno dei tanti.
    Ascolta:
    dammi la mano per passare la notte
    almeno questa volta;
    ti lascio tutte le ragioni del mondo,
    cosa me ne importa;
    vedrai, domani rideremo di nuovo
    come fosse niente;
    vedrai ritorneremo quelli di prima,
    come quelli di sempre,
    di sempre, di sempre, di sempre

    Vedrai
    tutto l'amore che io non so spiegarti mai
    tutto l'orgoglio che ho di vivere con te
    tutti i ricordi delle cose uguali a noi
    tutta la storia dei sorrisi tuoi per me.

    Mi senti?
    Ci sono giorni che mi sembra impossibile
    andare avanti;
    ci sono giorni che continuano ad uscire
    numeri perdenti,
    giorni di rabbia infinita, impotente,
    giorni di dolore,
    ma il solo giorno che mi segna la vita
    è quando dici amore,
    amore.

    Vedrai
    ti porterò per sempre dove tu non sai,
    ti farò entrare dove non sei stata mai;
    c'è un gran silenzio di parole dentro me:
    ti prego, aiutami a capire che cos'è
    Vedrai
    ti porterò per sempre dove tu non sai,
    ti farò entrare dove non sei stata mai;
    c'è un gran silenzio di parole dentro me;
    ti prego, aiutami a capire che cos'è.
    Vedrai
    tutto l'amore che non ti ho spiegato mai,
    tutto l'orgoglio che ho di vivere con te;
    il primo bacio uguale all'ultimo vedrai
    in questo giorno interminabile tra noi.


    » Canzone per Alda Merini «


    Noi qui dentro si vive in un lungo letargo,
    si vive afferrandosi a qualunque sguardo,
    contandosi i pezzi lasciati là fuori,
    che sono i suoi lividi, che sono i miei fiori.
    Io non scrivo più niente, mi legano i polsi,
    ora l'unico tempo è nel tempo che colsi:
    qui dentro il dolore è un ospite usuale,
    ma l'amore che manca è l'amore che fa male.
    Ogni uomo della vita mia
    era il verso di una poesia
    perduto, straziato, raccolto, abbracciato;
    ogni amore della vita mia
    ogni amore della vita mia
    è cielo è voragine,
    è terra che mangio
    per vivere ancora

    Dalla casa dei pazzi, da una nebbia lontana,
    com'è dolce il ricordo di Dino Campana;
    perchè basta anche un niente per essere felici,
    basta vivere come le cose che dici,
    e divederti in tutti gli amori che hai
    per non perderti, perderti, perderti mai.

    Cosa non si fa per vivere,
    cosa non si fa per vivere,
    guarda... Io sto vivendo;
    cosa mi è costato vivere?
    Cosa l'ho pagato vivere?
    Figli, colpi di vento...
    La mia bocca vuole vivere!
    La mia mano vuole vivere!
    Ora, in questo momento!
    Il mio corpo vuole vivere!
    La mia vita vuole vivere!
    Amo, ti amo, ti sento!

    Ogni uomo della vita mia
    era il verso di una poesia
    perduto, straziato, raccolto, abbracciato;
    ogni amore della vita mia
    ogni amore della vita mia
    è cielo è voragine,
    è terra che mangio
    per vivere ancora


    » I commedianti «


    Fu una notte di neve
    una notte che intorno
    ci sono gli elfi e i nani;
    una notte che nel porto
    di Malmoe stridevano
    forte i gabbiani:
    la notte che mio padre
    ammazzava il maiale,
    ed eravamo in tanti,
    che per la prima volta
    nella mia vita vidi
    i commedianti.
    Avevo dodici anni,
    un bastone per le oche,
    nessuna ragazza:
    mi sembraron giganti,
    sollevati dal suolo
    nel fondo della piazza;
    e come per incanto
    sparirono le case
    sparì tutta la gente;
    e fu come se al mondo,
    a parte io e loro
    non ci fosse più niente...

    Li avrei seguiti allora,
    li avrei seguiti ovunque,
    li avrei seguiti in capo al mondo,
    ma ero soltanto un bambino
    e non potevo fare di più;
    si persero nel buio,
    si persero nella notte,
    nella voce di mia madre
    che mi gridava di tornare indietro,
    e non sarei tornato più,
    perchè chiudevano il tempo
    in una scatola d'oro,
    e non so cosa avrei dato
    per partire con loro.

    Li rividi da uomo
    che era appena finita
    la guerra dei trent'anni;
    preparano il palco
    la sera per la festa
    di San Giovanni:
    e mi prese dal cuore
    di quand'ero ragazzo
    la stessa emozione,
    come quando ricordi
    le parole che hai perso
    di una canzone...

    Li avrei seguiti sempre
    li avrei seguiti ovunque
    in mezzo al cielo, in fondo al mare,
    se non avessi avuto un figlio
    e una donna da amare;
    così li vidi partire
    e li lasciai partire,
    perchè dovevo scegliere
    fra dividere il cuore
    e fuggire con loro,
    che nascondevano il tempo
    in una sera infinita
    a beffare il destino
    e a inventare la vita

    Ora non ho più niente,
    mi porta in giro il tempo
    come una foglia morta,
    ora che vi rivedo
    forse per l'ultima volta;
    le luci sono spente,
    la vita è finalmente
    l'ombra di là, di un sogno:
    adesso, questo è il momento
    di non lasciarvi mai più:
    se sono ancora in tempo
    prendetemi per mano,
    commedianti, vi prego,
    portatemi lontano.


    » Alamo «

    Il generale Santa Ana
    che si credeva Dio
    ci diede una settimana
    e fece suonare l'addio
    per una resa senza condizioni...
    Noi lo spernacchiavamo,
    gli davamo del frocio,
    gli facevamo vedere le corna
    e le chiappe del culo
    da sopra i bastioni...
    ...Ed erano i giorni del sole alto
    e del cielo basso;
    erano i giorni di Alamo
    che non si arrendeva;
    e a nessuno, a nessuno di noi due
    sarebbe venuto in mente
    di aprire quella porta
    di consegnarsi al nemico
    in quella primavera...

    ...Quando i tuoi capelli neri
    mi bruciavano sopra il cuore
    quando i tuoi capelli neri
    non mi facevano respirare
    quando ad Alamo c'eravamo
    noi due soli in tutto il mondo:
    e non mi accorgevo allora
    non capivo di avere tanto.

    E da Alamo
    o si vien via coi piedi avanti
    oppure ci si traveste da messicani:
    e tu hai pensato che questo
    fosse il modo migliore.
    Così dicesti: scusami,
    ma quelli sono così tanti
    che avranno pure ragione;
    non possiamo mica restare
    tutta la vita qui
    a fare l'amore ...

    ...E ti vidi per l'ultima volta
    sulla tua piccola "Renault"
    assassinare la strada
    insieme a uno che mi assomigliava:
    e rimasi lì, perchè Alamo c'è
    finchè qualcuno ci crede;
    rimasi come il guardiano
    di un tempo che non ritornava...

    ...Quando i tuoi capelli neri
    mi bruciavano sopra il cuore
    quando i tuoi capelli neri
    non mi facevano respirare:
    quando non tornava il giorno
    finchè noi non volevamo:
    dov'è andato tutto questo,
    tutto quello che eravamo?

    E se passerai ricordati
    di portarmi i miei vestiti,
    chè qui ad Alamo fa freddo
    e senza te non ne ho comprati;
    e salutami quell'uomo
    che ti ama e mi assomiglia:
    io da qui ti penso sempre,
    e tu scrivimi, se ne hai voglia.


    » Incubi ricorrenti del sognatore Olsen «


    Io l'ho incontrato:
    aveva un viso
    da uomo invecchiato,
    un occhio chiuso
    ed un altro sbarrato,
    un solitario sorriso
    annebbiato,
    e non sapeva
    di essere nato
    coro: come si chiamava?
    il sognatore Olsen
    coro: cosa si sognava?
    sognava cose perse
    coro: e come si spiegava?
    parlando fra la tosse
    coro: e come si aiutava?
    con bandierine rosse...

    ...Sognava sempre un uomo
    col berretto da fantino
    senza bocca, senza denti
    che andava al mare con sua madre
    per vedere i bastimenti,
    e la metteva incinta
    di un'artista senza troppa vocazione
    che assomigliava ad Olsen,
    era Olsen, era un suo doppione

    "Ma chi sei, cosa vuoi?"
    gridava Olsen nei deliri suoi,
    "Ma chi sei? come fai,
    che sono sveglio e non sparisci mai?
    Oh madre, madre
    hai concepito due volte
    un solo figlio,
    quasi come
    tirar fuori un cilindro
    da un coniglio, da un coniglio!"

    coro:ma che storia triste
    vi giuro è tutta vera
    coro: non era lui l'artista
    però lui lo credeva
    coro: e come andò a finire?
    che non sognò più quello
    coro: ha smesso di dormire?
    no, ha un incubo più bello ...


    » Ho sognato di vivere «


    Ho sognato di vivere
    ed era un posto molto, molto strano:
    tutte le cose lì si toccano,
    s'intende da vicino, non da lontano.
    Ho sognato di vivere:
    è un posto col passato e col presente,
    e le cose succedono
    o prima o dopo, separatamente
    Era un sogno di tramonti
    rossi come le tue labbra,
    di persone sorridenti,
    di malinconie e di rabbia;
    c'era pure il mal di denti
    e qualcuno da evitare,
    ma la musica era bella e poi
    d'estate c'era sempre il mare;
    e sembrava tutto vero:
    il tuo viso, le tue mani,
    i miei figli, il mio pensiero,
    anche il sole di domani;
    non sembrava che passasse,
    non sembrava un'illusione:
    ma tu vedi un pò che scherzi fa,
    che scherzi ti può fare
    la suggestione...

    Ho sognato di vivere,
    di far l'amore quasi tutti i giorni,
    e di provare ogni male fisico,
    compresa l'ansia quando tu non torni.
    Gli altri uomini come me
    suppongo che sognassero anche loro,
    ma non sapendo che stavano a sognare
    a volte si ammazzavan di lavoro.

    E sembrava importantissima
    una rete di Ronaldo,
    o una lettera d'amore
    che arrivava un po' in ritardo;
    la canzone che scrivevo male
    o che scrivevo bene,
    e una sbronza con gli amici e poi
    pisciare tutti quanti insieme;
    ma eran cose senza senso,
    di nessunissima importanza,
    tra una luce limpidissima
    e il buio di una stanza,
    dove ti ricordo bella, in piedi,
    a tenermi per la mano,
    mentre ora son qui con Dio
    che non ti rassomiglia nemmeno.

    E sembrava importantissima
    una rete di Ronaldo,
    o una lettera d'amore
    che arrivava un po' in ritardo;
    la canzone che scrivevo male
    o che scrivevo bene,
    e una sbronza con gli amici e poì
    pisciare tutti quanti insieme;
    ma eran cose senza senso,
    di nessunissima importanza,
    tra una luce limpidissima
    e il buio di una stanza,
    dove ti ricordo bella, in piedi,
    a tenermi per la mano,
    mentre ora sono qui con Dio
    che non ti rassomiglia nemmeno.


    » Ritratto di signora in raso rosa «

    Non scalerò montagne per te
    e non attraverserò deserti:
    e ci sono anche poche possibilità
    che varchi gli oceani a nuoto, solo per vederti...
    non t'illuminerò una piazza,
    non scriverò il tuo nome nel cielo,
    non ti andrò a prendere nessuna stella...
    non combatterò per te né draghi,
    né mulini a vento, né demoni dell'inferno...
    no, per te non farò niente di tutto questo...


    Per te mi venderò,
    per te farò il buffone,
    mi darò sempre torto
    anche quando avrò ragione,
    appenderò il violino
    a una stella che tu sai,
    perché soltanto tu,
    soltanto tu lo suonerai;
    sarò la tua signora
    vestita in raso rosa,
    antica come un quadro,
    bella, altera, un po' sdegnosa,
    il passero che a sera
    danza sui ginocchi tuoi,
    sarò l'eroe dei sogni
    che nessuno ha fatto mai.

    Perché mi batterò per te
    con un esercito di idraulici
    condomini, dentisti, rompipalle, bottegai,
    mi coprirò delle ferite della noia,
    quelle che nessuno vede
    e non sanguinano mai,
    per te... per te...
    per te... per te...
    per te... per te...
    per te... per te...
    Per te io mentirò
    giurando su mia madre,
    e laverò anche i vetri
    agli incroci delle strade;
    mi toglierò le ali
    affittate a un baraccone,
    perché volar da soli
    è solamente un'illusione.

    Non mi confonderò mai più
    con questa compagnia di geni
    sempre soli,
    sempre con il «coso» in mano
    a dirsi «quanto siamo bravi,
    Dio, ma come siamo bravi...»
    e che da piccoli era meglio
    che giocassero al meccano:
    è più difficile spostare l'esistenza
    un po' più giù del cielo
    e diventare un uomo, per te.


    » Il più grande spettacolo del mondo «

    Venghino, venghino signori, a vedere l'ottava meraviglia:
    si chiama "uomo", muove pure le dita
    e devo dire che mi rassomiglia.
    Venghino, venghino, finch'é c'è eternità,
    finché ci son biglietti a disposizione,
    non si paga, è la mia più grande attrazione...
    Però crearli non è stato niente facile,
    ho messo insieme un pò di cacca e un pò di angeli,
    e per fortuna non si sono rotti subito,
    come le prime mie galassie e dinosauri;
    cosa ci stanno a fare al mondo? Niente, amano:
    non so perchè, ma mi piaceva questa regola;
    ma la trovata più geniale è stata l'anima,
    con quella lì chi se ne frega anche se muoiono

    papaparaparapapapara
    papaparaparapapapara
    uhè,uhè,uhè,uhè,uhè

    Ma la tua testa non viene fuori dalle nuvole
    e le preghiere della sera non ci bastono;
    e siamo soli qui, con tutta questa musica,
    colori e versi che inventiamo per non perderci;
    serpeggia un pò di confusione sulle origini
    e non capiamo cosa mai ci stiamo a fare qui:
    se è solo nostra o se è più tua la solitudine,
    la tua infelicità di essere e non vivere
    papaparaparapapapara
    papaparaparapapapara
    uhè,uhè,uhè,uhè,uhè

    Beh, Dovete capirli... è la loro "prima",
    sono un pò emozionati...
    comunque dopo lo spettacolo si possono anche visitare...
    siete pregati di non avvicinarvi troppo...
    di non dargli niente da mangiare...
    e di non dargli altre idee, chè hanno già le mie


    Noi ci guardiamo in fondo agli occhi
    per capire quanto tempo abbiamo,
    se il giorno lasciato indietro
    è proprio quello che volevamo;
    se alla fine del viaggio
    ci sarà qualcosa come una memoria,
    se tutti i baci, gli abbracci, gli addii
    resterenno sospesi nell'aria...
    Ma ci guardiamo negli occhi,
    non importa quanto tempo abbiamo;
    non importa se il giorno lasciato indietro
    è proprio quello che volevamo;
    se alla fine del viaggio
    nessuna delle tue stelle
    ne avrà mai memoria,
    perchè i baci, gli abbracci, gli addii
    sono la nostra storia, sono noi, noi, noi
    papaparaparapapapara
    papaparaparapapapara
    uhè,uhè,uhè,uhè,uhè

    Eh, però, se ve la prendete così...
    e allora me ne vado via...
    insomma per Dio, la cosa più bella che faccio...
    E la faccio male... Ma non è possibile...
    Andavate così bene che avevo pensato anche di
    è un'eternità che vi penso... siete venuti una schifezza?
    Non vi faccio più... la prossima volta non vi faccio più,
    e sono cazzi vostri...



  • fiordineve
    00 08/02/2004 01:34
    CANZONI E CICOGNE



    » Canzoni e cicogne «


    Ne ho aspettate canzoni,
    ne ho aspettate di cicogne
    che nascessero fuori o dentro il cuore;
    ed erano i miei figli beduini,
    venuti ad assomigliarmi
    in parole d'amore.
    Le canzoni hanno fame,
    hanno freddo le cicogne
    e il bambino ha lo sguardo troppo stanco;
    e mai fu lungo un bacio
    o breve un viaggio,
    o ingannata la memoria
    del suo dolore al fianco.

    Com'era bello, quella sera
    il tuo vestito giallo;
    com'eri bella tu...
    mi sembra quasi di toccarlo.

    Sai, vorrei tornare indietro
    e rivederti lì
    mi basterebbe solo stringerti di più,
    perché non c'ero,
    non ci sono stato mai tutti quei giorni
    che mi hai amato solo tu;
    e vorrei dirti cose come "vita mia",
    stronzate assurde tipo "fammi compagnia",
    e che son solo
    e so che pure tu lo sei,
    vorrei, vorrei...
    vederti giovane, vorrei.

    Ho cantato da solo
    questa vita per mestiere
    per due lacrime
    perse in un bicchiere...
    E intanto se ne andavano i tuoi occhi

    Com'eri bella, quella sera, Daria:
    com'è lontana quella sera...

    Sai, vorrei tornare indietro
    e non lasciarti mai;
    mi basterebbe
    solo stringerti di più,
    per tutti i giorni
    che con te non c'ero mai,
    per tutti i giorni
    che mi hai amato solo tu.

    Sarai la sera
    quando non mi perderò,
    la rabbia vera
    di un pensiero che non ho,
    l'ombra che scende per dimenticare me,
    la ninna nanna
    di un dolore che non c'è
    la storia farà scempio
    di uomini e parole,
    gli uomini non saranno più
    frasi d'amore,
    ma nel continuo disperarci
    che c'è in noi
    io so per sempre che tu ci sei.


    » Vincent «


    Guarderò le stelle
    com'erano la notte ad Arles,
    appese sopra il tuo boulevard;
    io sono dentro agli occhi tuoi,
    Víncent.
    Sognerò i tuoi fiori,
    narcisi sparpagliati al vento,
    il giallo immenso e lo scontento
    negli occhi che non ridono,
    negli occhi tuoi,
    Vincent.

    Dolce amico mio,
    fragile compagno mio,
    al lume spento della tua pazzia
    te ne sei andato via,
    piegando il collo
    come il gambo di un fiore:
    scommetto un girasole.

    Sparpagliato grano,
    pulviscolo spezzato a luce
    e bocche aperte senza voce
    nei vecchi dallo sguardo che non c'è
    poi le nostre sedie
    le nostre sedie così vuote
    così "persone",
    così abbandonate
    e il tuo tabacco sparso qua e là.

    Dolce amico,
    fragile compagno mio
    che hai tentato sotto le tue dita
    di fermarla, la vita:
    come una donna amata alla follia
    la vita andava via:
    e più la rincorrevi
    e più la dipingevi a colpi rossi

    gialli come dire "Aspetta!",
    fino a che i colori
    non bastaron più...
    e avrei voluto dirti, Vincent,
    questo mondo non meritava
    un uomo bello come te!

    Guarderò le stelle,
    la tua, la mia metà del mondo
    che sono le due scelte in fondo:
    o andare via o rimanere via.

    Dolce amico mio,
    fragile compagno mio,
    io, in questo mare,
    non mi perdo mai;
    ma in ogni mare sai
    "tous le bateaux
    vont à l'hazard pour rien".
    Addio, da Paul Gauguin.

  • fiordineve
    00 08/02/2004 01:39
    IL LANCIATORE DI COLTELLI



    » Figlio, figlio, figlio «

    Figlio chi t'insegnerà le stelle
    se da questa nave non potrai vederle?
    Chi t'indicherà le luci dalla riva?
    Figlio, quante volte non si arriva!
    Chi t'insegnerà a guardare il cielo fino a rimanere senza respiro?
    A guardare un quadro per ore e ore fino a avere i brividi dentro il cuore?
    Che al di là del torto e la ragione contano soltanto le persone?
    Che non basta premere un bottone per un'emozione?
    Figlio, figlio, figlio, disperato giglio, giglio, giglio
    luce di purissimo smeriglio, corro nel tuo cuore e non ti piglio
    dimmi dove ti assomiglio figlio, figlio, figlio
    soffocato giglio, giglio, giglio, figlio della rabbia e dell'imbroglio,
    figlio della noia e lo sbadiglio,
    disperato figlio, figlio, figlio.

    Figlio chi si è preso il tuo domani?
    Quelli che hanno il mondo nelle mani.
    Figlio, chi ha cambiato il tuo sorriso?
    Quelli che oggi vanno in paradiso.
    Chi ti ha messo questo freddo nel cuore?
    Una madre col suo poco amore.
    Chi l'ha mantenuto questo freddo in cuore?
    Una madre col suo troppo amore.
    Figlio, chi ti ha tolto il sentimento?
    Non so di che parli, non lo sento.
    Cosa sta passando per la tua mente?
    Che non credo a niente.

    Figlio, figlio, figlio, disperato giglio, giglio, giglio
    luce di purissimo smeriglio, corro nel tuo cuore e non ti piglio
    dimmi dove ti assomiglio figlio, figlio, figlio
    spaventato giglio, giglio, giglio, figlio della rabbia e dell'imbroglio,
    figlio della noia e lo sbadiglio,
    disperato figlio, figlio, figlio.

    Figlio, qui la notte è molto scura,
    non sei mica il primo ad aver paura;
    non sei mica il solo a nuotare sotto
    tutte due ci abbiamo il culo rotto:
    non ci sono regole molto chiare,
    tiro quasi sempre ad indovinare;
    figlio, questo nodo ci lega al mondo:
    devo dirti no e tu andarmi contro, tu che hai l'infinito nella mano
    io che rendo nobile il primo piano;
    figlio so che devi colpirmi a morte e colpire forte.

    Figlio, figlio, figlio, disperato giglio, giglio, giglio
    luce di purissimo smeriglio, corro nel tuo cuore e non ti piglio
    dimmi dove ti assomiglio figlio, figlio, figlio
    calpestato giglio, giglio, giglio, figlio della rabbia e dell'imbroglio,
    figlio della noia e lo sbadiglio,
    adorato figlio, figlio, figlio.

    Dimmi, dimmi, dimmi cosa ne sarà di te?
    Dimmi, dimmi, dimmi cosa ne sarà di te?
    Dimmi cosa, dimmi cosa ne sarà di me?


    » Shalom «

    C'è un tempo per combattere e un un tempo per sognare,
    un tempo per raccogliere, uno per seminare;
    e un tempo per andarsene:
    ora quel tempo è mio, arrivederci padre, illuminato da Dio.
    Un dio che sollevava il mare come una punizione,
    per distinguere gli altri uomini dalla sua vera nazione:
    ma padre, qui, c'era un popolo, piantato nella terra,
    e la terra non può darla Dio, ma la fame, l'amore di averla.
    Come mi pesa questo canto, padre, tu non sai quanto!
    Ma non lo senti che è più forte la vita della morte?
    Shalom, padre, shalom, io vado via.
    Ma dov'è casa mia?

    A furia di tenerci insieme per salvare quel che siamo,
    ci mancan, padre, gli altri, gli altri,
    quello che noi non siamo;
    ci manca, anche se avessimo soltanto noi ragione,
    l'umiltà di non vincere che fa eguali le persone.
    E invece li strappiamo via in nome del signore,
    come sterpaglia e funghi d'acqua,
    nati qui per errore,
    dovesse mai succederci,
    ad esser troppo buoni di fare,
    chissà poi per chi, la figura dei coglioni.
    Arrivederci padre o forse addio: mio nonno, era mio nonno il padre mio!

    Dio come brucia questo canto brucia più del mio pianto,
    padre perdonami, ma è più forte la vita della morte;
    shalom, padre, shalom, io vado via.
    Ma dov'è casa mia?

    Arrivederci padre o forse addio:
    era mio nonno il vero padre mio,
    cancellato come un numero dalla lista delle spese,
    ma così tanto più grande delle offese.

    Dio, se mi brucia questo canto brucia più del mio pianto,
    ma tu non senti che è più forte la vita della morte;
    shalom, padre, shalom, io vado via.
    Ma dov'è casa mia?


    » La bellezza (Gustav e Tadzlo) «



    Passa la bellezza nei tuoi occhi neri,
    scende sui tuoi fianchi e sono sogni i tuoi pensieri...
    Venezia "inverosimile più di ogni altra città
    è un canto di sirene, l'ultima opportunità
    ho la morte e la vita tra le mani coi miei trucchi da vecchio senza dignità:
    se avessi vent'anni ti verrei a cercare,
    se ne avessi quaranta, ragazzo, ti potrei comprare,
    a cinquanta, come invece ne ho ti sto solo a guardare ...
    Passa la bellezza nei tuoi occhi neri
    e stravolge il canto della vita mia di ieri;
    tutta la bellezza, l'allegria del pianto che mi fa tremare
    quando tu mi passi accanto...
    Venezia in questa luce del lido prima del tramonto
    ha la forma del tuo corpo che mi ruba lo sfondo,
    la tua leggerezza danzante come al centro del tempo e dell'eternità:
    ho paura della fine non ho più voglia di un inizio;
    ho paura che gli altri pensino a questo amore come a un vizio;
    ho paura di non vederti più, di averla persa...
    tutta la bellezza che mi fugge via e mi lascia in cambio i segni di una malattia.
    Tutta la bellezza che non ho mai colto,
    tutta la bellezza immaginata che c'era sul tuo volto,
    tutta la bellezza se ne va in un canto,
    questa tua bellezza che è la mia muore dentro un canto.

    » Malinconia leggera «


    Malinconia leggera, com'è bella questa notte nei tuoi occhi,
    che bello questo rivedermi uguale in mille differenti specchi;
    malinconia, puttana che mi fotti con il tempo e la distanza,
    e butti là che le persone amate non le ho amate mai abbastanza:
    ho come l'impressione che ho vissuto qualche cosa d'importante,
    ma senza te mi sembra che in passato non mi sia successo niente:
    sto tra un addio che viene e un altro addio che va
    con compiaciuta viltà.
    Malinconia, ragazza nella nebbia di stazioni di frontiera,
    donna di mare in piedi sulla spiaggia ad aspettare la mia vela!
    Io non so dirti quando tornerò
    perché ho giornate molto belle,
    e i segni della notte mi confondono la luce delle stelle
    e tra un addio che viene e un addio va vivo diviso a metà,
    e tra un addio che viene e un altro addio va passa di qui la realtà.

    Averlo qui, non perderlo, sentirlo tutto quello che ho vissuto,
    riviverlo continuamente come se non fosse mai finito:
    ma chi lo dice ai figli che ho paura di cantare e di volare
    e che volare è facile
    ci vuol più fantasia per camminare:
    e tra un addio che viene e un altro addio che va
    ridersi senza pietà
    e tra un addio che viene e un altro addio che va
    frignare con dignità


    » Storia e leggenda del lanciatore «

    Mio nonno li lanciava sempre spalle al bersaglio,
    senza voltarsi mai, senza il minimo sbaglio:
    e io stavo a guardarlo innamorato perso sulla riva del fiume,
    seguendo i suoi coltelli volare leggeri come piume...
    E mio padre m'insegnò a lanciarli ad occhi chiusi,
    perché si mira con il cuore,
    perché un vero lanciatore di coltelli ricama la vita,
    non tira mica per colpire;
    e mio padre m'insegnò che i venti cambiano sempre
    e ti imbrogliano le dita e non c'è memoria dei tiri precedenti
    perché ogni volta è una scommessa infinita.
    E volavano su nel cielo lungo invisibili fili d'oro
    i coltelli di mio padre e di mio nonno,
    ogni tiro era un capolavoro,
    ogni lama prendeva una stella,
    ogni stella si sparpagliava nel cielo,
    e potevi finalmente vederla la vita vederla, vederla davvero...

    E così imparai a lanciarli senza essere bravo,
    forse per imitarli, o forse perché amavo...
    E volavano su nel cielo lungo invisibili fili d'oro:
    ma questi erano i "miei" coltelli e lo vedevo che assomigliavo a loro;
    e ogni volta ero senza fiato, e ogni volta mi guardavo la mano,
    "ma come ho fatto? Ma com'è che è stato?
    Com'è che vanno così lontano?"

    E volavano su nel cielo come ricordi, come paure,
    queste piccole cose di uomo che sono ritorni, che sono avventure
    e anch'io ogni tanto prendevo una stella,
    e illuminavo uno sputo di cielo e potevo finalmente
    vederla la vita vederla, vederla davvero!

    All'alba raccoglievo i coltelli di mio padre e di mio nonno;
    e loro non mi dissero mai che viaggiavano dentro un sogno;
    che finito il momento magico del suo coltello in volo,
    il lanciatore è solo.


    » Ma che razza di Dio c'è nel cielo? «


    L'infinito silenzio sopra un campo di battaglia quando il vento ha la pietà di accarezzare;
    l'inspiegabile curva della moto di un figlio che a vent'anni te lo devi scordare...
    Sentire d'essere noi le sole stelle sbagliate in questa immensa perfezione serale;
    e non capirci più niente nel viavai di messia discesi in terra per semplificare.
    Ma che razza di Dio c'è nel cielo?
    Ma che razza di Dio c'è nel cielo?
    Ma che razza di guitto mascherato da Signore sta giocando col nostro dolore?
    Ma che razza di disperato, disperato amore,
    lo potrà mai consolare?

    Aprire gli occhi e morire in un fruscio di farfalla
    neanche il tempo di una ninna nanna;
    l'idiozia della luna, la follia di sognare,
    la sterminata noia che prova il mare;
    e a questa assurda preghiera di parole, musica, colori,
    che Gli continuiamo a mandare,
    non c'è nessuna risposta,
    salvo che è colpa nostra e che ci dovevamo pensare.

    Ma che razza di Dio c'è nel cielo?
    Ma che razza di Dio c'è nel cielo?
    Ma che razza di disperato, disperato amore,
    può tagliare la notte e il dolore?
    Ma che razza di disperato, disperato amore più di questo
    respirare, più di tutto lo strisciare?
    più di questo insensato dolore?

    Ma che razza di Dio c'è nel cielo?
    Ma che razza di buio c'è nel cielo?
    Ma che razza di disperato, disperato amore
    più di questo insensato dolore?
    Ma che razza di Dio c'è nel cielo?
    Ma che razza di buio c'è nel cielo?
    Ma che razza di disperato, disperato amore più
    di questo non capire, non sapere sbagliare e lasciarsi perdonare?
    Ma chi è l'altro Dio che ho nel cuore?
    Ma che razza d'altro Dio c'è nel mio cuore,
    che lo sento quando viene,
    che lo aspetto non so come
    che non mi lascia mai,
    non mi perde mai e non lo perdo mai.



    » Viola d'inverno «


    Arriverà che fumo o che do l'acqua ai fiori,
    o che ti ho appena detto:
    "scendo, porto il cane fuori",
    che avrò una mezza fetta di torta in bocca,
    o la saliva di un bacio appena dato,
    arriverà, lo farà così in fretta
    che non sarò neanche emozionato...
    Arriverà che dormo o sogno,
    o piscio o mentre sto guidando,
    la sentirò benissimo suonare mentre sbando,
    e non potrò confonderla con niente,
    perché ha un suono maledettamente eterno:
    e poi si sente quella volta sola
    la viola d'inverno.
    Bello è che non sei mai preparato,
    che tanto capita sempre agli altri,
    vivere in fondo è scontato
    che non t'immagini mai che basti
    e resta indietro sempre un discorso
    e resta indietro sempre un rimorso...
    E non potrò parlarti, strizzarti l'occhio,
    non potrò farti segni,
    tutto questo è vietato da inscrutabili disegni,
    e tu ti chiederai che cosa vuole dire tutto quell'improvviso starti intorno
    perché tu non potrai,
    non la potrai sentire la mia viola d'inverno.
    E allora penserò che niente ha avuto senso
    a parte questo averti amata,
    amata in così poco tempo;
    e che il mondo non vale un tuo sorriso,
    e nessuna canzone è più grande di un tuo giorno
    e che si tenga il resto,
    me compreso, la viola d'inverno.
    E dopo aver diviso tutto:
    la rabbia, i figli, lo schifo e il volo,
    questa è davvero l'unica cosa
    che devo proprio fare da solo
    e dopo aver diviso tutto
    neanche ti avverto che vado via,
    ma non mi dire pure stavolta
    che faccio di testa mia:
    tienila stretta la testa mia.

    » La mia stanza «


    La chitarra riempie la tua stanza
    come te la riempivano gli amori,
    forse a diciott'anni non c'è distanza
    tra le cose dentro e quelle fuori,
    forse a diciott'anni si canta e basta:
    essere sentita o non sentita non ti cambia la vita.
    Io non ho l'età
    e ho le palle piene di vedermi questa gente intorno:
    managers cazzuti, falchi e iene,
    ti farò sapere quando torno
    ma ti lascio un sacco di parole
    e quel po' di roba che mi avanza
    qui nella mia stanza...

    Passerà tutto questo vivere,
    questo andare e venire di treni,
    questa lettera da leggere e da scrivere;
    passerà questo vivere nei tuoi occhi
    da non poterlo più tenere dentro,
    da farti credere che il cuore ti scoppi,
    e allora canta, canta, canta, canta,
    canta, canta, canta, canta,
    canta, canta, canta, amore mio
    finché ti batte il cuore.
    canta, canta, canta, canta
    canta, canta, canta, canta
    canta, canta, canta, finché ti basta il cuore.

    Tutto questo c'è nella mia stanza,
    giuro, non lo so se è poco o molto,
    so che non sapevo mai starci senza
    e mi vien da ridere se mi volto:
    se ti va puoi entrarci,
    se no pace!
    vedi di giocartela a testa o croce,
    ma con la tua voce.

    Passerà tutto questo vivere,
    questo fottutissimo tempo stupendo,
    questo dolore che ci fa ridere;
    passerà questo vivere nei tuoi occhi
    da non poterlo più tenere dentro,
    da farti credere che il cuore ti scoppi,
    e allora canta, canta, canta, canta,
    canta canta, canta, canta, canta
    canta canta, amore mio,
    finché ti batte il cuore;
    canta, canta, canta, canta,
    canta, canta, canta, canta,
    canta, canta, canta, amore mio,
    finché ti basta il cuore.
    canta, canta, canta, canta,
    canta, canta, canta, canta,
    canta, canta, canta, amore mio,
    finché ti basta il cuore
    e se non basta il cuore,
    canta con il mio cuore.


    » Il lanciatore di coltelli «


    A puttane il tempo...
    a puttane i nostri sogni...
    oggi il lanciatore di coltelli
    si è disteso lungo il fiume
    e guarda il cielo:
    guarda il cielo come se dovesse
    da un momento all'altro venir fuori Dio,
    e si scatta qualche polaroid
    che forse gli pubblicherà un tablid.
    E a puttane pure il cielo...
    che non c'è,
    non è neanche vero...
    oggi il lanciatore di coltelli
    conta tutte le parole
    e scrive "zero":
    ho tentato tutto quello che ho potuto,
    come l'ho potuto,
    fino a non poterci niente,
    ma tu mi conosci molto bene,
    tu che mi sei stata sempre insieme
    non confondermi mai,
    non confondermi mai col vento e le stagioni
    e non confonderti mai,
    non confonderti mai con gli altri suoni;
    e non mi mettere mai,
    non mi mettere mai tra i cattivi o tra i buoni:
    io sono solamente quel che sono
    un vero lanciatore di coltelli...
    Ma di tanto amore, di così tanto amore
    io mi sento addosso quel profumo
    che dà un petalo di rosa secco al sole,
    vivo ancora l'illusione eterna di potere sbattere le braccia
    e alzarmi in volo,
    e tu che mi conosci molto bene
    tu che mi sei stata sempre insieme
    non confondermi mai,
    non confondermi mai con i geni o coi coglioni
    e non confonderti mai, mai, mai,
    mai coi ciarlatani:
    se ti verrano a dire, e ti verrano a dire,
    che non so più chi sono,
    rispondigli che sono ancora e sempre
    un grande lanciatore di coltelli e il tuo uomo.

    » Il Mago di Oz «


    E quando venne il ciclone
    Dorothy perse la sua casa;
    perse la bambola,
    chissà come anche i soldi della spesa:
    povera Dorothy,
    venne giorno, perse la strada del ritorno,
    le restarono al fondo del vento solo due...
    scarpette d'argento.
    Lungo il sentiero del non ricordo
    incontrò uno spaventapasseri,
    un uomo di latta, un leone codardo
    che ancora prima di conoscerli
    "dove vai?" le chiesero in coro,
    "dove vai?" le chiesero in coro,
    unisciti a noi che andiamo da un mago che fa miracoli...
    col suo "zigozago"
    Lui è il mago di Oz!
    Magnifico mago di Oz!
    Lui è il mago di Oz!
    "e se non fosse il mago di Oz?"
    Lui è il mago di Oz!
    l'unico mago di Oz!
    e se non fosse il mago di Oz,
    sarebbe un altro,
    più o meno simile al mago di Oz.

    "E chi è, dove abita?"
    Dorothy chiese,
    "E chi è? Può ridarmi la casa?":
    "una casa? Per lui è uno scherzo"
    rispose il leone,
    "Può dare ogni cosa!
    A me lui darà un coraggio migliore
    che per un leone ci vuole anche quello,
    un cuore allo spaventapasseri,
    all'uomo di latta un nuovo cervello!

    Lui è il mago di Oz!
    Magnifico mago di Oz!
    Lui è il mago di Oz!
    "e se non fosse il mago di Oz?"
    Lui è il mago di Oz!
    l'unico mago di Oz!
    e se non fosse il mago di Oz,
    sarebbe un altro,
    più o meno simile al mago di Oz.

    E cammina cammina
    gli apparvero alberi azzurri e campi dorati
    e giardini magnifici, tutti ben bene cintati.
    "Ma che bello, che bello,
    che ricco, che ricco
    che favola è il regno di Oz!"
    "Ma che bello, che bello,
    che ricco, che ricco
    che sballo che è il regno di Oz!"
    "Come sembravano tutti felici,
    felici nel regno, nel regno di Oz!"
    Disse Dorothy.
    Cosa aspettiamo,
    corriamo, corriamo, corriamo
    corriamo dal mago di Oz!
    È lui il mago di Oz!
    Il mago di Oz!
    Il mago di Oz!
    L'unico, l'inimitabile,
    l'incontrastabile mago di Oz,
    lunga vita, lunga vita, tre urrah per il mago di Oz.
    lunga vita, lunga vita, tre urrah per il mago di Oz.
    Ma quando poi furono a un passo da questo presunto gigante,
    fu Dorothy sola ad accorgersi quant'era piccolo e insignificante;
    che parlava, parlava, e rideva,
    rideva rideva da fare spavento:
    lui diede all'uomo di latta un pallone firmato
    e lo fece contento...
    c'o piffere e'o triccaballacche
    lo spaventapasseri andò via cantando...
    ed ebbe il leone tre o quattro girelle
    da non starci più nella pelle...
    "E tu cosa vuoi? E tu cosa vuoi?"
    le chiese il mago di Oz.
    "Bambina che vuoi? Su, dimmi che vuoi?"
    Le chiese il mago di Oz!"
    "Voglio un mondo dove" disse Dorothy,
    "un mondo dove, voglio un mondo dove
    non ci sia nessun mago di Oz!"
    E mentre scappava, guardava, guardava le sue scarpette d'argento;
    e mentre scappava diceva
    "portatemi a casa scarpette d'argento!
    Correte più forte, portatemi a casa voi siete la vera magia;
    correte più forte, scappate lontano,
    correte, portatemi via!"
    Bambini, bambini, bambini state attenti al mago di Oz!:
    Bambini, bambini, bambini non vi fidate del mago di Oz!
    Bambini, bambini, bambini non giocate col mago di Oz!
    E soprattutto non prendete caramelle dal mago di Oz!

  • fiordineve
    00 04/09/2004 03:03
    ROTARY CLUB OF MALINDI


    Nini Kuna?

    (Roberto Vecchioni - Mauro Pagani)


    Dimmi padre cosa c'è
    sopra il tetto di Makuti
    sopra il pozzo cosa c'è
    oltre gli alberi fioriti.



    Dove va a finire il fumo
    quando tutto il fuoco è spento,
    cosa c'è che non vediamo
    cosa c'è più su del vento.



    "Eh, figlio sopra il vento c'è la sera
    che diventa polvere il mattino
    e se passi l'ultima frontiera
    i granai del turco e l'abissino
    e al di là dell'infinito mare
    uomini più simili a cicale
    che non sanno ridere e sognare".



    Padre padre cosa c'è
    dove non arriva il faro?
    Cosa c'è di là del tuono
    di là del Kilimangiaro?



    "Ci sono pesci di metallo
    che nessuno può mangiare,
    grandi uccelli di cristallo
    che nessuno può guardare".



    E più su, dove il vero non è vero,
    che cosa c'è
    che si illumina nel cielo?
    E lassù, cosa vedo lassù
    oltre il blu?
    dimmi padre, dimmi tu!



    "Su nel cielo ci son stelle
    che son lacrime del mondo
    per la fame per le guerre
    arrivate fin là in fondo,



    su nel cielo c'è la luna
    che è una donna senza amore
    condannata alla sua pena
    di inseguire sempre il sole...



    E sopra il sole c'è un guerriero triste
    che ha sfidato l'allegria celeste
    e da che han rapito la sua sposa
    nessun uomo più riposa
    nessun fiore sceglie il suo colore,
    nessun fiume il letto dove andare,
    gli uomini impararono a morire...



    Poi, poi non c'è che il fiume dell'addio
    e non c'è ritorno figlio mio,
    oltre il buio c'è soltanto Dio"



    E lassù, te ne prego padre mio,
    che cosa c'è oltre il fiume dell'addio?
    E lassù, te ne prego padre mio,
    che cosa c'è oltre il limite di Dio?



    Dimmi padre cosa c'è
    sopra il tetto di Makuti
    sopra il pozzo cosa c'è
    oltre i fiori sconosciuti,



    dove va a finire il fumo
    quando il fuoco è tutto spento
    cosa c'è più in là del vento.



    Cosa c'è nel tuo bastone
    che comanda l'acqua e il vento?
    Cosa c'è nel tuo bastone
    che riaccende il fuoco spento?



    Dimmi padre cosa c'è,
    cosa c'è nella mia mano
    che mi porterà lontano
    dimmi padre cosa c'è.


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    L'uomo che vorrei


    (Roberto Vecchioni)



    Sono il bambino che sta lì nelle tue mani,
    quello imbranato che se non ci pensi tu,
    se lo stritolerebbero da qui a domani
    perché non c'ha le palle che c'hai tu.

    Come ti è nata questa idea di amarmi tanto?
    io ho visto bene, ma che cosa hai visto tu?
    come mi volto trovo un nuovo figlio accanto
    ti prego amore mio pensaci su...

    Come vorrei
    spiegare a tutto il mondo quella donna che sei,
    farli arrivare al fondo di quei sogni che hai,
    che sono così grandi, così grandi
    che mi vergogno dei miei.

    Ma com'è bello il mare d'Africa stasera,
    perché anche l'Africa me l'hai insegnata tu,
    quella dietro la spiaggia quella vera,
    quella che vedi e non la scordi più.

    Come vorrei che tu cambiassi un po' di mondo,
    come vorrei che ci arrivassi fino in fondo,
    come vorrei che tu vincessi qualche volta:
    tu, sono più i giorni,
    i giorni che hai imparato a perdere,
    che torni a casa come fosse tutto inutile,
    e poi ti passa e neanche c'è un perché...

    Come vorrei
    ripeterti le stesse cose che ti dicevo da grande
    e mi credevi un uomo eroico perfino in mutande
    come se fossi sceso da una stella
    a illuminare te.

    Sei tu.
    Sei quello che non sono stato mai,
    l'uomo che io non sono e che vorrei,
    sei tu.


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    Rotary Club Of Malindi


    (Roberto Vecchioni)





    TONE TONE VUNJA JIWE
    JAMBO JAMBO ASANTE SANA

    Chi l'ha detto che siam nati per soffrire?
    Pagare prima, poi vedere.
    Chi l'ha detto che noi non ci abbiamo niente
    è una falsa lingua di serpente.
    Qui da noi c'è sempre roba da buttare,
    mica siamo un mondo occidentale.
    E abbiamo in mente un'organizzazione
    per tutti i bianchi in depressione.

    Rotary club of Malindi
    Rotary club of Malindi
    Rotary club of Malindi
    Rotary club of Malindi

    E ancora grazie al primo esploratore
    e all'inglese che era un gran signore,
    l'italiano che non ci vuol mai truffare
    e lo svizzero dal grande cuore!
    Ci hanno cancellato fame e malattia,
    e in attesa di sapere cosa sia
    abbiamo la democrazia.

    Rotary club of Malindi
    Rotary club of Malindi
    Rotary club of Malindi
    Rotary club of Malindi

    Ma quando all'ora del gabbiano tutto se ne va
    e nel silenzio si addormenta il sole,
    ti prende in fondo una tristezza che non sai,
    che non sai da dove viene:
    sta nell'odore della sera
    nel colore così basso del cielo
    inventato dal vento,
    e tutto passa e tutto è vivo
    e niente può tornare, neanche Dio
    da qualche stella d'argento.

    TONE TONE VUNJA JIWE
    JAMBA JAMBO JAMBO BWANA

    Uomo bianco "ASANTE" che vuol dire grazie,
    per le attenzioni alle ragazze,
    uomo bianco "ANAGA" che vuol dire piacere,
    qui tutti abbiamo il suo mestiere:
    caro bianco "IEO" che vuol dire insieme,
    e solo Dio sa quanto ci volete bene,
    se venite a Rotary di fine mese
    avrete un mucchio di sorprese.

    Rotary club of Malindi
    Rotary club of Malindi
    Rotary club of Malindi
    Rotary club of Malindi (per 3)


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    Il libraio di Selinunte

    (Roberto Vecchioni)





    Così di notte quando tutto era silenzio nella strada,
    io scavalcavo la finestra
    e camminavo con le scarpe in mano,
    e mi infilavo nella luce fioca della sua bottega
    per sentire la voce di quel piccolo uomo.

    Così di notte in quella stanza
    dove mi dimenticavo il tempo,
    io stavo ad ascoltarlo di nascosto
    mentre lui leggeva
    parole di romanzi e versi come cose da toccare
    e al frusciare di pagine mi sentivo volare...

    E le parole come musica di seta
    mi prendevano per mano,
    e mi portavano lontano dove il cuore
    non si sente più lontano:
    dentro le immagini, nei libri e nella pelle
    di chi aveva già vissuto cose tanto uguali a me,
    nella follia d'essere uomo e nelle stelle
    per andare oltre il dolore più inguaribile che c'è;
    e le parole si riempivano d'amore,
    le sue parole diventavano d'amore,
    le sue parole diventavano l'amore...

    Così la notte quando gli incendiarono la casa,
    e la gente rideva e diceva che era finalmente ora,
    capii che c'è davvero una diversità infinita
    tra imparare a vivere e imparare la vita;

    guardavo il pifferaio che si portava dietro le parole
    e se le trascinava nella luce bianca della luna:
    non si voltò, non si voltò neanche a salutare,
    se le prese su tutte e le gettò nel mare...

    E le parole del libraio da quella sera
    se ne andarono per sempre
    e mi lasciarono con gli occhi di un bambino
    che non può sognare più.
    Tutte le notti torno con le scarpe in mano
    per vedere se da qualche parte le riporterai;
    di giorno provo a ricordarmele ma invano,
    troppi uomini non cambiano
    e non cambieranno mai:
    parlano tutti ma non dicono parole,
    le loro cose non diventano parole,
    mi manchi tu, mi mancano le tue parole...

    Ma ci son sere che scendendo verso il mare
    mi sembra come di sentirti, e non ti vedo;
    ma se mi illudo che sia ancora tutto vero
    quasi ci credo.


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    Dimentica una cosa al giorno

    (Roberto Vecchioni)




    Dimentica una cosa al giorno,
    come i tratti di un disegno,
    perché devi cancellarlo
    prima che ti prenda il sonno,
    quasi dopo tanto tanto amore, madre,
    non avessi amato mai.

    Dimentica una cosa al giorno,
    l'albero che arrampicavi,
    l'uomo che giocava il cielo, l'uomo che tu perdonavi,
    la ferita dell'addio dai figli, madre,
    una cosa al giorno, sai...

    Per non scordarle tutte insieme,
    tutte all'ultimo minuto,
    quando il cuore non ce la fa più a reggerle,
    tenerle tutte lì, e non potrai sorridere così.

    Dimentica una cosa al giorno,
    Napoli, la nostra casa,
    l'uomo che ti uscì da un sogno,
    che brillò nella tua ombra,
    tutto quello che ci hai dato, madre
    e non hai voluto indietro mai.

    Dimentica una cosa al giorno, madre,
    grande lago calmo, prima stella della sera,
    foglia gialla dell'autunno,
    vecchio cucciolo all'abbraccio che volevo darti
    e non ti ho dato mai;

    e se in quell'ultimo momento
    si sciogliesse tutto il tempo,
    e tu senza dolore andassi via,
    io ti terrei la mano nella mia;

    ma dopo aver dimenticato
    tutto quello che è passato,
    come un vento che non soffia più,
    dimentica, per ultimo, anche me
    o non potrei dimenticare te.



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    Faccetta rosa (in campo azzurro)

    (Roberto Vecchioni)




    Si può cantar, si può cantar,
    non è impossibile cantar;
    si può sognar, si può sognar,
    non è incredibile sognar;
    Si può volar, si può volar,
    toccare il cielo con un dito,
    e da lassù sì da lassù
    vedere loro a testa in giù
    Si può cambiar si può cambiar si può cambiar

    Si può cantar, si può cantar,
    faccetta rosa è in mezzo al mar;
    deve nuotar, deve nuotar,
    che è troppo basso per toccar,
    Che bel veder, che bel veder,
    faccetta rosa in campo azzurro
    ad annaspar, ad annaspar
    col suo sorriso da boulevard
    Si può cantar si può cantar si può cantar

    Ahi Maria, luce della luce della vita mia,
    ahi Maria, molla tutto e scappa via con me!

    Ahi Maria, mettiti il vestito più indecente,
    toglimi il pensiero dalla mente,
    che non resisto più!

    Si può cantar, si può cantar,
    ora è possibile cantar,
    si può sognar, si può sognar,
    ora è possibile sognar.
    Si può bailar, si può bailar
    in mezzo ai venti della vita
    e non ci chiuderemo più
    a cospirare dentro i bar;
    Diremo quello che ci par,
    perfino qualche puttanata,
    si può parlar adesso sì, si può parlar

    Ahi Maria, luce della luce della vita mia!
    Ahi Maria, sbattimi sul fieno e dimmi sì

    Ahi Maria, questa notte non spezzarmi il cuore,
    visto che mi gioco anche l'onore
    per una gioia così.

    Si può cantar, si può cantar,
    che bella luna da guardar!
    Si può sognar, si può sognar,
    che bel mattino da aspettar!
    Si può ballar, si può ballar,
    in mezzo ai venti della vita,
    adesso che, adesso che
    faccetta rosa no c'è più,
    E far l'amore e far l'amor
    perfino tutta la giornata
    e far l'amor e far l'amor e far l'amor

    Ahi Maria, non diremo niente a Santa Rosalia;
    ahi Maria, corri a fare festa insieme a me!

    Ahi Maria, mettiti il vestito più indecente,
    serviti di me sfacciatamente,
    che non resisto più!



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    Tango di rango


    (Roberto Vecchioni)





    Giovane fui nel tempo
    che le ragazze non la davan mai,
    se la tiravan tutti da intellettuali
    che nemmeno sai;
    ho appreso dalla vita
    l'amaro frutto della vanità,
    mi sbellico dal ridere
    per chi ha letto in me la verità:
    chiedo clemenza ai giudici
    come un gesto di carità.

    Tango,
    vorrei sorridere ma piango,
    vorrei partire ma rimango
    incatenato a me;
    Tango,
    sono un perdente ma di rango
    e se ho la testa giù nel fango
    la tiro sempre su.

    Scettico mi fe' il mondo,
    ma solo scettico e neanche blu,
    spargo insincere lacrime
    su tutto quello che non torna più;
    ho consumato l'ultimo
    amaro calice del piacer
    giro di notte assorto
    più da imbranato che da viveur,
    coltivo come un fiore
    la mia raggiante misantropia...

    Tango,
    vorrei soffrire ma mi tengo,
    e poi che cosa me la piango?
    Ragioni non ce n'è.
    Tango,
    sono un perdente ma di rango
    e se ho la testa giù nel fango
    la tiro sempre su.

    Tango,
    sono uno scettico di rango
    e poi nemmeno ce l'ho lungo,
    sempre se ancora c'è;
    Tango,
    sono un perdente, ma di rango,
    e se ho la testa giù nel fango,
    la tiro sempre su.



    --------------------------------------------------------------------------------

    Momentaneamente lontano


    (Roberto Vecchioni)




    Guardami ora, guardami adesso,
    appoggiami la mano sul cuore
    per sentire se sono ancora lo stesso:
    guardami bene,
    dimmi se questo è ancora il mio sorriso,
    quello che tu conosci a meraviglia,
    quello che ti assomiglia...
    no, perché io sono lontano,
    come se un altro uomo mi parlasse dei figli
    mi chiedesse canzoni
    di entrare nel tuo letto
    lontano
    come se fuori piovesse non ci fosse mai il sole
    e mi mancasse il cuore di avere un nuovo giorno;
    lontano
    come se mi sognassi in un tremendo sogno
    che non mi sveglio mai
    e ricomincia sempre
    da dove non ci sei.

    Guardami ora, guardami con tenerezza
    il tempo non mi passa mai,
    è di una smisurata lentezza:
    guardami ancora, anche se non ti rispondo,
    e se mi cerca qualcuno, digli che lo richiamo,
    e che sono momentaneamente andato lontano,
    a cercare il mio cane, l'albero dei fagioli
    il soldato di stagno, l'uomo del tiro a segno,
    lontano,
    dove se vinco o perdo ora non ha importanza
    perché questo lontano è solo un'altra stanza
    lontano
    come un pesce in acquario, la fine di un binario
    per non sapermi mai in fondo alla paura
    in questa notte scura.

    Dio com'è difficile
    vedermi così lontano lontano lontano,
    non riconoscermi più nell'uomo che sognava,
    e che teneva tutto il mondo stretto nella sua mano;
    lontano come se io non fossi più
    quello che io amo
    e rivivessi all'infinito un'infinita sera,
    così tremendamente lontano.

    Guardami ora, guardami adesso,
    appoggiami la mano sul cuore,
    per sentire se sono ancora lo stesso;
    guardami dentro,
    perché qui dentro tu sei la sola
    che puoi entrare e inventare
    l'unica possibile parola
    perché io torni da lontano:
    come se all'improvviso s'illuminasse il cielo,
    riconoscessi il sole, vedessi il mio dolore,
    lontano,
    piccolo come un punto lo strappo di quel pianto
    che ricucì mia madre con un filo d'argento,
    lontano,
    non sentire più il tempo che non si passa mai,
    non aver più paura,
    in questa notte scura.

    Dio com'è difficile
    vedermi così lontano, lontano, lontano
    senza le mie parole
    che non vengono più come mi venivano prima;
    senza le mie canzoni
    che morivo per farle nelle notti di luna;
    senza un biglietto da quell'uomo che io sono
    e che io amo,
    e salutarmi allo specchio quando non bevo
    e non fumo

    così tremendamente lontano.



    --------------------------------------------------------------------------------

    Il vecchio e il mare


    (Roberto Vecchioni)




    Lasciatemi restare così
    tra questa barca e il cielo
    fermo e inimmaginato come una nota di Mahler
    sopra un violino solo.

    Lasciatemi restare così
    con questo pescecane legato al mio fianco
    che dovrei riportare a riva
    se solo fosse un po' più stanco.

    Così, dove tutte le cose sono soltanto
    battelli di passaggio,
    viste e perdute nell'attimo che un faro
    le trapassa di un raggio.

    Perché il vecchio adesso ha vent'anni
    e il mare ne ha milioni di milioni,
    perché il vecchio adesso ha un sorriso
    che ha superato tutte le illusioni.

    E l'amore, l'amore, l'amore,
    che bella scusa per sentirsi vivo
    è stato questo amore,
    e l'amore, l'amore, l'amore
    che insensata pagina di violenze, lacrime, sudore,
    e lontano, lontano, lontano il vecchio
    ha sempre la tua lettera che dice di tornare,
    perché ti ha amato così tanto
    nonostante l'amore.

    Lasciatemi questa zona d'ombra,
    questo sentimento di non partenza;
    stendermi, ben sapendolo,
    in questa dolcissima, totale indifferenza;

    ho figli che devono tirare le reti
    e fastidiosi richiami dalla riva,
    e conti da saldare
    con chi mi compra il pesce perché io sopravviva.

    E l'amore, l'amore, l'amore
    che infrangibile anello è stato il tuo amore,
    l'attimo nella nebbia
    che più credibilmente rassomiglia al sole
    in mezzo a scogli e stelle e guizzi di delfini
    da non considerare
    perché il vecchio ora sa che è vero solo il mare.

    E non c'è niente che sia vero
    tranne il mare;
    il vecchio sa,
    perché ora il vecchio
    è il mare.



    --------------------------------------------------------------------------------

    Marika


    (Roberto Vecchioni)





    Canta Marika canta che da domani tornano le stelle,
    canta noi siamo il sangue che scorre nella tua pelle,
    canta non ti fermare, non ti voltare, gira tra la gente,
    siamo nelle tue mani, un vento sale un vento scende
    dietro è il domani, domani è il presente.

    Canta Marika canta, come sei bella l'ora del destino,
    ora che stringi la dinamite come un figlio in seno,
    canta Marika canta, nel buio della storia,
    lucciola che si accende sul far della sera,
    canta Marika la nostra memoria.

    Non vedrò com'è il vestito che si comprerà mia figlia,
    la preghiera della notte intorno al fuoco di famiglia,
    non vedrò più l'uomo che mi seminava dentro il cuore
    l'ora dell'amore, l'ora dell'amore.

    Canta Marika canta siamo i tuoi occhi
    siamo il tuo sorriso, canta che Dio ti guarda
    che anche sulla terra c'è il paradiso,
    stringiti forte il fiore che porti sotto il vestito nero,
    volano duri petali per ricoprire il mondo intero
    non la tua terra, non il nostro cielo.

    Non vedrò più la mia terra, non vedrò
    i colori del mio cielo, l'albero che mi chiamava
    sulla via di scuola e rispondevo,
    il quaderno delle cose
    quelle che scrivevo a me sola;
    vola il tempo vola, qui che sono sola.

    Canta Marika canta la vita
    è semplice come un bambino
    e arriva l'alba di un nuovo mattino,
    dove mangeremo pane così tanto dolce
    che saprà di miele,
    senza vuotare mai un giorno il bicchiere
    senza vedere in cielo quei lampi e quei tuoni...

    Canta Marika canta, per la tua terra per la tua gente,
    perché sorgeranno case dove non c'era niente,
    perché giocheremo in cerchio intrecciando le dita,
    e potremo finalmente aspettare la vita.

    Canta Marika canta nel tempo che vola,
    canta Marika canta, che non sei più sola.



    --------------------------------------------------------------------------------

    E invece non finisce mai


    (Roberto Vecchioni)






    Quando passo di notte
    per vedere se siete ancora tutti lì...
    e mi pare impossibile di potervi amare più di così...
    quando ripasso a memoria uno per uno
    i momenti che vi baciai...
    e mi chiedo più di tutto questo amore
    come posso amarvi mai...

    perché ci sarà bene un benedetto segno
    che più oltre di lì non si può andare,
    quando il cielo è così pieno di luce
    che un'altra luce lo farebbe scoppiare,
    qualcosa che assomigli a un limite
    perché l'amore avrà bene un confine,
    qualcosa come una fine...

    E invece non finisce mai,
    si fa più piccolo che può
    e ti sta dentro e cresce sai,
    com'è possibile non so,
    e più ne perdi e più ne hai
    e più ne incontri e più ne dai
    l'amore non finisce mai.

    Quando guardo i tuoi occhi, mi sorprendo
    che tu sia bella più di prima,
    che mi facevi impazzire al solo ricordare la tua pelle
    così talmente oscena.
    Come potevo immaginare allora
    che eri il mio scandalo, la mia bambina
    che avrei potuto amarti sempre più
    nei giorni che la bellezza trema?

    Perché pensavo ci sarà pure una fine
    quando non ci sarà più spazio per tenerlo dentro,
    un momento che l'amore si ferma, si volta
    si addormenta contento,
    un momento che l'amore non potrà, non saprà,
    non ce la farà più ad aumentare,
    che non avrà più niente da dare...

    E invece non finisce mai
    si fa più piccolo che può
    e ti sta dentro e cresce sai
    com'è possibile non so,
    ma più ne perdi e più ne hai
    e più ne incontri e più ne dai...

    l'amore non finisce mai
    si fa più piccolo che può
    e non ti lascia in pace mai,
    toglie il respiro a dirgli "nò";
    e più ne perdi e più ne hai,
    e più ne incontri e più ne dai:
    l'amore non finisce mai.



    --------------------------------------------------------------------------------

    Papà

    (gosth track - Carolina Vecchioni)





    Ad un concerto di qualche anno fa
    papà
    il palco illuminava un grande re
    e per la prima volta in un passato senza te
    riflessa nei tuoi gesti vidi me.
    E piansi a quindici anni come a sei
    perchè
    in te vidi il bambino che vorrei
    per me
    rinchiuso nel suo mondo
    e pronto a dimostrare che
    senza di lui nessun mondo c'è.
    Una volta mi hai detto:
    "adesso finalmente ho te
    qualcuno che mi assomiglia un po'"
    e io allora ho capito
    che fin quando ci sarai
    unica qua fuori non sarò.
    Hai amato chi ti ha amato
    più di quanto ti ami te
    e questo sai che non è facile
    ma per lei sei cresciuto
    a 50 anni ed io lo so
    che nemmeno il tuo Alessandro ci provò.
    Vedrai che lo scudetto prima o poi arriverà
    vedrai che quel sorriso che ci manca tornerà
    e presto quell'ulivo ben fiorito tu vedrai
    e nessuna viola sentirai.
    E c'è ancora del tempo per quella cartoleria
    per sognare, amare e scrivere poesia
    per vedere i ragazzi innamorarsi come te
    e capire che allora forse un senso c'è.
    Sai che ho voluto bene
    sai che ho amato e che amerò
    sai che so già chi sono
    chi son stata e chi sarò
    sai che so ciò che voglio
    e sai che ce la farò
    ma quanto tu mi hai dato, questo no.
    E ti chiedo perdono
    se ogni tanto anch'io
    ti deludo con un pianto o un addio
    sappi che da quel giorno
    tu non mi hai deluso mai
    e sono sicura che mai lo farai
    non lo farai.

  • fiordineve
    00 05/12/2004 00:54

    Buon Natale, Prof.[SM=x142887] [SM=x142944]
  • OFFLINE
    debona
    Post: 970
    Post: 824
    Registrato il: 14/11/2003
    Sesso: Femminile
    00 10/12/2004 12:46
    Mi sembra di avere capito che ti piacciono i testi di Vecchioni.. anche a me tantissimo!

    [SM=x142922]
  • fiordineve
    00 09/06/2005 17:55


    Ho ascoltato il Prof 7 volte dal vivo; l'ho incontrato a Festivalletteratura a Mantova; lo aspettavo da tanto tempo e che fa?

    Tiene un concerto mega, nellamia città, IL 4 GIUGNOOOOOOOOOO, giorno del matrimonio di mia figlia...........

    NON ME LO DOVEVI FARE, PROFESSORE (voce di Pippo Baudo)
    [SM=x142887] [SM=x142828] [SM=x142828] [SM=x142828]
  • fiordineve
    00 09/11/2005 17:33


    A quando il prossimo disco? [SM=x142905] [SM=x142905] [SM=x142905] [SM=x142905] [SM=x142905] [SM=x142905] [SM=x142905]
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    AMIL
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    Registrato il: 28/03/2004
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    00 10/11/2005 00:17
    Ho sentot a domenica in che deve uscire a breve se non è giù uscito non ricordo bene!
    Non avevo visto questo post, avendo trovato quei testi li ho inseriti :D
    Grazie per averlo tirato su

    Andrea
    [SM=x142933]
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