frank.19
00giovedì 16 giugno 2016 03:21
Ha da tanto tempo che la mia penna non lascia il suo giaciglio
l'ho tenuta stretta al mio fianco impugnando il suo guinzaglio
e ora come ora non so se me ne son pentito,
risparmiando quell'inchiostro per un momento buio per non dire funesto.
In questa notte calda, del vento di scirocco
essa torna libera col tratto troppo grasso;
la sfera ruota incerta mentre mi trema il polso,
la lacrima pian piano si sveglia dal letargo
ma tarda, per paura di cadere o voglia di volare, come disse il cantastorie
a lasciare l'occhio dove è nata e ha covato il sentimento
per lanciarsi a peso morto sopra quel fondo immenso di questo foglio bianco.
Adesso l'ho imbrattato d'un tratteggio tremolante e inconsistente,
senza le forme armoniche di dipinti o di tramonti
ma nemmeno di semplici abiti lucenti o acconciature di tendenze,
lo sa lui e lo so anche io che non vuole dire niente;
perchè in fondo siamo uguali, pallidi, impauriti dalla sfera
lui d'inchiostro, io di fuoco.
Il destino non si cambia, quindi;
d'ora in poi, un rigo per volta.
Orchidea
00giovedì 16 giugno 2016 13:36
ricominciando a scrivere