(in ricordo dei caduti della I guerra, e di mio nonno...)
la mente vacilla
a picco sulle rocce
dove odio
allo zenit
hanno sputato
le nostre canne
ed imbracciavi pure tu
la rabbia
la paura
la morte
sui reticolati
abbiamo lasciato questa vita
gli stenti la fame
scarponi di fango
e l’anima in fuga
sui monti di confine
la patria ha chiamato
greggi a macello
ora restano i segni
di trincea
di assalto
di cannone
quella notte lassù
verso la vetta
una croce
in attesa della sorte
tra una sigaretta
e una lacrima
abbiamo fatto l’alba
per l’ultima rincorsa
una pallottola
sulla tua fronte ho visto
una stella di sangue
gli occhi fermi
le mani sul petto
poi il buio
ora la pace
per altre generazioni
ora un grido
è sceso di silenzio
per i caduti al fronte
invano
perché oggi abbiamo eretto
altro odio
altre divisioni
altri steccati
e gli stessi interessi di sempre
voglio credere
che quei morti riposino
laggiù in pace sotto le croci
ma io che vivo
con questa croce addosso
sono più morto di loro