lo spirito e la luce

Andrea Di Bianco
00lunedì 22 giugno 2015 20:03
o amore o luce
invezione assurda
vesto le ali di questo infinito troppo ubriaco di vita e di antichità
o amore ambra che delizi e torturi lo spirito
puro nella morte e insaziabile di te
o amore o luce
sorriso di chi muore
bimbo adormentato
nella vecchiaia della vita
pensava di te solo il nulla
ed io ero il nullabeato nel suo crempo
beato di fiorire ogni giorno
di mutare il mio piumaggio
ad ogni stagione
o amore che unisci gli opposti
profetaimpazzito
che grida su di un alto monte
e nessuno
lo ascolta
Raggio di Sole21.
00lunedì 22 giugno 2015 21:02
Poesia difficile. Difficile da seguire, a tratti, nel ritmo che cambia passando da versi corti a versi troppo lunghi per non pensare di dividerli. Poesia dall' incipit desueto se si tratta di un vocativo, inconsueta se si tratta di concetti disgiunti posti là con estrema trasparenza ed incisività. Qualche problema di battitura.
Non capisco la divisione degli ultimi due versi.
Mi lascia un po' dubbiosa ma forse mi aiuterai a capirne il senso così potrò capire anche se a livello di struttura si può lavorare per dare una sistematina.
Ciao

[SM=x142887]

Laura.
Rosy.S
00martedì 23 giugno 2015 23:08
Poco comprensibile, come dice Laura, ma forse rivedendone la punteggiatura... Vediamo un po'.


O amore, o luce, invezione assurda,
vesto le ali di questo infinito troppo ubriaco di vita e di antichità;
o amore, ambra che delizi e torturi lo spirito
puro nella morte e insaziabile di te

O amore, o luce, sorriso di chi muore,
bimbo adormentato nella vecchiaia della vita,
pensava di te solo il nulla
ed io ero il nullabeato nel suo grembo
beato di fiorire ogni giorno,
mutare il mio piumaggio ad ogni stagione

O amore che unisci gli opposti,
profetaimpazzito che grida nell'alto di un monte,
giù nella valle nessuno lo ascolta



Se ho imbroccato il verso giusto di leggerla secondo l'intento dell'Autore, posso dire che è bellissima, una poesia misticheggiante, dolce al cuore e alla mente, scaturita da ricchezza interiore; eppure in quei vocativi non sento enfasi o solennità, piuttosto un modo di parlarsi dando voce all'anima in un mondo sordo e indifferente, che non sa apprezzare l'intima voce delle cose più belle che il poeta sente.
Il poeta così è il nulla apparente, ma in realtà è e sente il tutto, è un profeta impazzito ma in realtà è il più saggio d tutti, perché ha capito cosa significa vivere.
Stupendo per me il secondo verso della prima strofa che non dividerei per non frammentarne l'immediatezza e l'unità di senso; stupendo anche il secondo verso della seconda strofa (parlo di strofe secondo la suddivisione che suggerisco): quel bimbo adormentato nella vecchiaia della vita è una intuizione poetica che vorrei aver avuto io!

L'ultima strofa è quella che ho modificato più sensibilmente ma mi sembra che così il penultimo verso sia più scorrevole, inoltre ho giocato sulla contrapposizione "nell'alto di un mote"/"giù nella valle".
Potresti terminare anche con: "qui nella valle nessuno ti ascolta"
che enfatizzerebbe un rapporto più stretto con quel "ti", come a dire siamo io e te gli unici che si ascoltano, gli altri sono sordi...

(Faccio fatica a spiegarmi, spero mi si capisca lo stesso) [SM=g27827]

Comunque la punteggiatura credo faccia la differenza, non sempre si possono omettere le virgole...

Ciao [SM=g27817]




Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 01:40.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com