la colpa

Di chi e' mai la colpa?
di sicuro non nostra..
qualcosa di piu' forte
ha deciso per noi..
era tutto previsto,
non volevamo accettarlo,
abbiamo solo lottato a vuoto
ed ora non ci resta piu' niente..
Ora che cosa rimane?
Solo triste memoria,
un sogno ormai appiedato
che serve solo al rimpianto..
ma questa e' la vita,
ci illude e colpisce alle spalle,
ci fa deporre le armi,
la resa e' un atroce dolore...
Certo, ci abbiamo provato
che' non bisogna arrendersi mai,
certo l'amara sconfitta
e' quella che brucia di piu',
ma e' la vita,
la solita stupida vita,
lottare coi mulini a vento,
sai, non e' servito mai!!

E dopo aver letto quel
Di chi e' mai la colpa?
di sicuro non nostra..
ho sorriso con amarezza. Il tuo messaggio è chiaro, diretto ed arrivi subito al lettore. Formalmente potevi snellire questo verso:
"non volevamo accettarlo" perché formato da due verbi di ben quattro sillabe metriche ciascuno. Non importa se tra loro si formi sinalefe: sono poco cantabili.
Ti scrivo questo perché ho notato che nei primissimi versi tendi a verseggiare in settenario: talvolta la misura è rispettata, talvolta no. Ed è quel verso che ti ho segnalato che rompe un po' il ritmo.
Comunque la poesia, pur se amara, è stupenda.
Piaciuta



Laura.