Anzitutto ringrazio per i complimenti che molto immodestamente accetto, poiché, assieme a questo splendido forum che ho trovato per caso, rinnovano in me l'amore per la poesia, sopito da tempo.
Infatti, io mi occupo di contabilità in un ufficio, e questa attività, incoraggiando il controllo, il raziocinio e il calcolo, mi ha inaridito la fonte da cui sgorgavano un tempo le mie liriche sicuramente mediocri, ma cariche per me di emozioni.
Ma non voglio tediarvi oltre
e vengo al punto:
Le poesie d'amore che ho riportato nel forum di recente, le ho scritte molti anni fa.
Un bel giorno lessi per caso una poesia di Diego Grieco, poeta napoletano del novecento morto ad appena vent'anni. Quella poesia, che per me, nella sua semplicità è una delle poesie d'amore + belle mai scritte, mi illuminò facendomi cambiare radicalmente il modo di pensare (e dunque di scrivere) le poesie d'amore.
La poesia era questa:
NON VUOI LEGGERE LE MIE POESIE D'AMORE
PERCHE' PARLANO DI MORTE E DI MISERIA.
NON INVOCANO, I FREDDI VERSI MIEI
LANGUIDI BACI DALLE CALDE BOCCHE.
E TU NON LE VUOI, QUESTE SCIOCCHE PAROLE D'AMORE
CHE NON PARLANO DI CIELI AZZURRI,
DI BIONDI CAPELLI BACIATI DA UN VENTO INSINCERO.
MA IO T'AMO QUANDO SENTO IL DOLORE DEL MONDO,
E HO VOGLIA DI DIRTELO.
IO T'AMO QUANDO IL POVERO TENDE LA MANO,
E HO VOGLIA DI DIRTELO.
IO T'AMO QUANDO IL TEMPO MI RIEMPIE I CAPELLI DI BIANCO,
E HO VOGLIA DI DIRTELO.
IO T'AMO QUANDO SENTO LA MORTE NELL'ARIA,
E HO VOGLIA DI DIRTELO.
Com'è più bella (in poesia, naturalmente!!) la morte della vita, l'autunno della primavera, la tristezza della felicità...
Che dite?
GIGI (Supperman)
P.S. - (a mia moglie) "Auguri, per il nostro anniversario!"