Una miccia

frank.19
00lunedì 11 settembre 2017 22:51
Qualcuno prima o poi riuscirà a spiegare
ma deve esser uno che sa usare le parole,
il motivo per il quale, tu non mi riesci a salutare.

In passato hai affondato il tuo sguardo nei miei occhi
fino a farmi male e riuscire a farmeli abbassare
e poi parlali, parlavi, come se volessi continuare per ore.

Il tuo volto vivo di bella giovinezza, vispo come un diavoletto,
ad occultare un angelo, timido in un cassetto dentro il petto.

Ma di fronte al tuo cospetto c'è solo uno sciocco,
che qualche pelo in volto non lo ha reso un uomo saggio
tentomeno gli occhi languidi lo eleggono poeta.

Annuire con la testa la parola più consueta,
un ghigno per sorriso la frase più profonda.

Giacchè lui quando parla parla troppo,
il suo tono è troppo alto per narrare il suo onesto sentimento,
le parole troppo strane, messe a vanvera che si scontrano e poi ballano;

compongono sonetti furbi e irriverenti
da non prenderli sul serio nella vita d'oggi giorno.

E anche se nessuno s'è degnato di descrivere gli eventi,
ogni notte io ci penso e adesso scrivo e stendendo lo capisco
che non torneranno mai gli incroci degli sguardi;

le movenze delle spalle, i fianchi ed i capelli, le danze delle ombre,
e noi due saremo sempre e solamente due rette parallele
perchè in comunione abbiam deciso
di far ardere una miccia, poi redimersi e fuggire.
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