Un pretenzioso sofferente narcisista richiama l'attenzione
A te, uomo senza volto
Che mi osservi pietoso
Nella miseria in cui affondo.
Io che sono stato felice
Risalgo questa erta china
Passo dopo passo
Trascinandomi catene
Pagando le mie pene.
Io che dal freddo mi riparo
Con un mantello di tristezza
Sento ancora adesso
Penetrarmi nelle ossa
I miei gelidi sensi di colpa.
A te, lettore sconosciuto
Giunga gentile il mio saluto
Lieve luce da un abisso oscuro.